Anche i farmaci che arrivano a Cuba sono sotto embargo Usa. Sfatiamo qualche mito
Reporter indipendente e fotografo
William “Willy” Herrera, mentre puliva la sua bella casa habanera nel quartiere Vedado di fronte al Malecón, ebbe una crisi respiratoria; trasportato d’urgenza all’ospedale Calixto Garcia, lì morì. Il ventilatore meccanico non funzionò, essendo privo dei pezzi di ricambio. Willy è solo una delle tante vittime della crisi sanitaria cubana, peggiorata dopo l’annullamento voluto da Trump del decreto di Biden, che aveva rimosso l’isola dalla lista degli Stati terroristi.
Gli ospedali a
Cuba, privi già da un decennio di farmaci essenziali, macchinari funzionanti e
persino aghi per le siringhe, hanno subito il colpo di grazia dal segretario di Stato Marco
Rubio – anticastrista estremo – che ha inasprito l’embargo, incurante delle
conseguenze non solo per i cubani, ma per tutti i popoli caraibici e
latino-americani collegati al sistema cubano di assistenza internazionale,
tanto efficiente all’estero quanto deficitario in patria.
Balle a stelle e strisce
Mi ha fatto
sorridere (amaro) l’ipocrisia delle motivazioni di Rubio per la guerra a questo
sistema, vitale per Cuba ai fini di migliorare la sua disastrata economia:
medici e infermieri in cambio di finanziamenti e carburante di cui l’isola ha
bisogno per sopravvivere. Nel meeting in Giamaica e
nei successivi in Guyana e Suriname, Rubio aveva attaccato gli Stati
partecipanti per essere complici del regime che sfrutta i medici
emigrati all’estero costretti, secondo lui, ad assecondare il traffico
di esseri umani. Accuse rispedite al mittente soprattutto grazie all’intervento
energico di Mia Mottley, primo ministro delle Barbados, che
aveva insistito per mantenere il programma cubano.
Posizione poi
condivisa da tutti i partecipanti che fece fallire la missione di Rubio. Frustrato
da questo insuccesso, Trump ha emesso nuove sanzioni per violazione dei diritti
umani da parte di Diaz Canel durante le proteste a Cuba di
luglio 2021. Sentir parlare Trump di diritti umani, alla luce delle incessanti
deportazioni dei migranti in atto negli Stati Uniti, fa pensare al detto del
bue che dice cornuto all’asino.
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Ma, tornando
al ruolo del bloqueo Usa nel crollo della sanità a Cuba, ci
sono miti peggiori da sfatare, riguardanti l’errata informazione
che farmaci e macchinari sanitari siano esclusi dall’embargo. E questa smentita
viene proprio dagli Stati Uniti ossia dal Rapporto di Oxfam America dal titolo “MYTHS AND
FACTS”, datato 1997. Ci troviamo alla fine del periodo
especial nell’isola, quando il welfare era ancora decente, grazie al
turismo in piena crescita che lasciava margini anche per l’acquisto di materia
prima per la produzione di farmaci locali, ai fini di contrastare le
restrizioni dell’import Usa, già allora in calo. Letto ai giorni nostri, dopo
la pandemia e il crollo verticale del turismo, oggi a – 30%, è chiaro quanto la
sanità cubana sia ridotta ai minimi termini.
Sul Rapporto si
legge:
1 – Cuba non può acquistare parti
per apparati a raggi X, così come non può comprare da altri stati pezzi per la
manutenzione del sistema idrico pubblico costruito dagli Stati Uniti.
2 – I pezzi di ricambio per la
produzione di vitamine prenatali sono legalmente reperibili solo negli Usa.
Derivati sintetici della prostaglandina, principio attivo dei
farmaci che facilitano il parto, furono oggetto della ricerca di Upjohn,
divisione della Pfizer. Dopo la fusione con Mylan, il brevetto è rimasto
monopolio della casa farmaceutica, il cui export su Cuba è precluso. Secondo
i ginecologi cubani, i farmaci sostitutivi sono ad alto rischio per madri e
neonati [non la pensa così la Corte di Cassazione di Roma che,
nel 2024, ha respinto il ricorso della stessa Pfizer per “abuso di posizione
dominante” condannandola a pagare 13 milioni di euro per aver intralciato
l’ingresso di farmaci generici meno costosi nel mercato italiano].
Le corporation
a stelle e strisce dominano comunque il mercato mondiale e i concorrenti
stranieri sono soggetti alle sanzioni se esportano farmaci a Cuba. Questo
monopolio concerne anche la Kodak X-ray film, l’unica accreditata alla
produzione di pellicola per la diagnostica del cancro al seno.
Ciò riguarda anche la produzione di alcune chemioterapie, il
cui brevetto è stato acquistato da farmaceutiche Usa che non possono vendere a
Cuba. Ha fatto scalpore il caso di Pharmacia, società svedese
che dagli anni 70 ha venduto terapie ormonali e chemio a Cuba, ma da quando è
stata assorbita da un gruppo statunitense nel 1995, ha chiuso la filiale
all’Avana.
3 – Le azioni legali hanno reso
più onerose per l’isola le alternative estere, soprattutto a
causa delle sanzioni che gli Stati Uniti impongono ai paesi più esposti del
Terzo Mondo se commerciano con Cuba. Tra l’altro, le suddette nazioni non
possono riesportare su Cuba prodotti che abbiano almeno il 20% dei
componenti made in Usa. Questa sorta di dazio ha aumentato del 43% il
costo dell’import cubano dal 1993.
4 – Il capitolo Donazioni è
quello più fasullo: sui media mainstream vengono comprese nelle esenzioni
dalll’embargo, ma non hanno niente a che vedere con il commercio vero e
proprio, oltre al fatto che molte Ong sono costrette a ricorrere a espedienti per
aggirare i divieti. Alcuni macchinari americani sono obsoleti per la
mancata produzione di pezzi di ricambio, come i 25 respiratori per incubatrice
donati all’isola, inservibili per lo stesso motivo.
E comunque
l’entità delle suddette donazioni è irrisoria a fronte del
quantitativo di merci di cui il paese caraibico ha bisogno. Per ammissione
dello stesso Tesoro Usa, subito dopo il cosiddetto CDA (Cuban Democracy Act) la
legge che “esenta” la vendita di farmaci dall’embargo, il volume tra vendita e
donazioni di medicine e cibo dal 1992 al 1995 arrivò a 63 milioni di USD,
mentre nel 1990 solamente – prima dell’approvazione della legge – aveva toccato
la cifra record di 400 milioni! Le cifre non mentono, mettendo in
risalto l’ipocrisia Yankee.
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In conclusione
posso evincere che sono gli Stati Uniti i soli autorizzati a vendere (a
caro prezzo e senza agevolazioni di pagamento) farmaci e parti di ricambio per
macchinari a uso medico. Qualsiasi altra nazione lo faccia, è soggetta a
sanzioni da parte Usa che gravano pesantemente sul bilancio cubano. Rubio e
Trump, al di là della loro arroganza, sono solo la punta dell’iceberg-embargo.
La persecuzione americana nei confronti di Cuba ha radici profonde, che di
certo né la propaganda buonista di Obama o il ripensamento
senile di Biden potevano intaccare.
Foto © F.Bacchetta