Essere a Orlando e non fare una visita, seppure fugace al Kennedy Space Center, sarebbe un delitto.
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Lunedì, 24 Maggio
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sabato 1 aprile 2017
Come faranno?
Un Paese che seppur nato (dopo la conquista) a cavallo si è trasformato, per forza maggiore, in Paese a misura di automobile. Credo che lo sappiano tutti. Esposizioni, vendite, raduni, gare e bizzarrie non si contano.
Come faranno gli americani senza Ferrari, Maserati, Lamborghini, Mercedes, BMW, Porsche eccetera?
giovedì 30 marzo 2017
Oggi i funerali di Tomás Miliián a Miami
Dopo una settimana dalla sua scomparsa fisica, si terranno oggi funerali di Tomás Milián. Saranno svolti in forma privata e non si sa se successivamente i suoi resti saranno trasportati e seppelliti a Roma come da sua espressa volontà.
Ciao Tomás, forse ti sei ritrovato col "Caballero de París" e stai rivedendo la tua Avana, lasciata da giovanissimo che con Roma ti è rimasta nel cuore.
venerdì 24 marzo 2017
Che delizia, adesso, volare negli USA dall'Avana
Dopo tanti
anni ho sentito una strana sensazione nell’arrivare all’aeroporto di Boyeros
trovandolo invaso da velivoli di compagnie statunitensi, parcheggiati, in fase di decollo o atterraggio. Tra loro c’era anche il volo TR183 per Caracas/Istanbul.
Forse non era una vera e propria emozione, però qualcosa ho provato, così come
dopo l’imbarco ho raggiunto Orlando in una sola ora di volo invece delle 4
(almeno) che ci volevano prima solo per arrivare a Miami via terzo Paese e
relativo scalo con cambio di aereo.
Grazie Obama
ti sei mosso, come da tradizione, verso lo scadere del tuo secondo mandato, ma
hai aperto una via che può solo migliorare.
giovedì 23 marzo 2017
Hasta siempre Tomás
Sono rimasto
sorpreso ed estremamente dispiaciuto, appena arrivato ad Orlando, della
scomparsa di Tomás Milián un personaggio tanto amato e ammirato da un pubblico
immenso. Ho avuto la fortuna, il piacere e l’onore di condividere con lui e la
sua troupe qualche giorno nella “sua” Avana, nella quale era tornato dopo 58
anni per aprire gran parte della sua intimità più profonda con il suo pubblico,
filmando il documentario autobiografico “The Cuban Hamlet” con la regia di
Giuseppe Sansonna e grazie alle “manovre” dell’architetto Marco Marini in
collaborazione con l’allora Segretario d’Ambasciata Pietro De Martin.
Un attore
fino al midollo, sugli schermi come nella vita. Lui stesso si è definito “un
rompicoglioni” e il personaggio di Monnezza ha detto di averlo creato, almeno
nel nome, a sua immagine e somiglianza. Sono certo che erano gigionerie, in
fondo sapeva bene di essere tutt’altro che della spazzatura. Sicuramente una
personalità tormentata da una vita in certi momenti oltre che difficile,
proprio drammatica.
Sono
arrivato in Florida con la speranza di poter passare a salutarlo nella sua casa
di Miami Beach per chiedergli quando sarebbe tornato ancora all’Avana. Non ne
ho avuto il tempo. Ciao, Tomás o Tomasito come ti chiamava la nonna. Mancherai
di certo a tanta gente, non solo a me.
sabato 18 marzo 2017
Le Cinque Giornate di Milano
Stamattina
mi sono alzato (non c’entra Bella ciao) col leghismo alto e non ho visto i tram e filovie con le
bandierine tricolori. Poi ho realizzato che qua i tram non ci sono più da oltre
60 anni e le filovie non sanno nemmeno cosa sono. I tre colori ne hanno uno diverso (come
francesi e maggior parte di anglo, non sassoni e loro ex Colonie vecchie e
nuove, forse si salvano solo Sudafrica e Canada), il blu al posto del verde e sono distribuiti in modo diverso.
Quello che
abbiamo in comune è che nel 1848 eravamo entrambi una Colonia, spagnola di qua
e austro ungarica di là. Grazie alle frontiere che come ha ricordato ieri il
Trumpone, rendono l’immigrazione "un privilegio e non un diritto". Fra le altre
cazzate che dice, a giorni (quasi) alterni, si è mostrato entusiasta con frau
Merkel per la comune causa della NATO. Si era già dimenticato di dire che
se l’Europa non contribuisce secondo
lui, finanziariamente, meditava di uscirne.
Forse poi si
è ricordato che i decadenti del Vecchio Continente hanno contribuito anche a
prezzo di vite umane ai capricci dei suoi predecessori di qualsivoglia dei due
partiti presenti al Congresso.
Vabbé,
saranno riflessioni e nostalgie di un vecchio babbione per quello che succede e
quello che è successo nelle Cinque, effimere, ma comunque gloriose Giornate di
Milano?
Auguri ai
milanesi, corso XXII Marzo e porta Vittoria.
venerdì 10 marzo 2017
Che bello sorvolare lo Stretto della Florida senza dover fare il giro dei Caraibi...e a minor prezzo
Il prossimo
23 partirò per Orlando (Florida), approfittando dei recenti voli commerciali
diretti, dove si trova mia figlia e mi fermerò da lei per un mese. Cercherò,
anzi lo farò sicuramente, di aggiornare e “restringere” la mia cerchia di
amicizie su Face Book in quanto, ho ripetuto fino alla noia che ho grosse
difficoltà ad operarlo da Cuba. Per l’occasione credo di poter pubblicare come
e-book e probabilmente anche cartaceo il mio libro “Rinascita del turismo a
Cuba”, nelle edizioni italiana e spagnola, dalla fine degli anni ’60 del secolo
scorso a oggi. Non è un testo che aspira al Premio Nobel, però credo che ci
siano elementi che a qualcuno possano interessare e circa 150 fotografie o più.
Spero di non
offendere nessuno, ma alla parola “amico” o almeno “buon conoscente”, da
anziano quale sono, do il significato di un legame affettivo e disinteressato, condivisione
di interessi o ricordi, seppure non ci vediamo da tempo o possiamo avere punti
di vista diversi, anche in politica. Purtroppo succede spesso che molte persone
non la pensino così e considerino “amici” delle semplici persone che furono o
potrebbero essere utili, magari anche come “merce” di scambio. Mi dispiace, ma
la penso diversamente.
giovedì 9 marzo 2017
Incontro di Eusebio Leal Spengler col pubblico, moderato da Ciro Bianchi
Fra gli
abituali incontri settimanali alla fondazione Dulce María Loynaz, ieri 8 di
marzo, c’è sta una conversazione col pubblico da parte del Conservatore
Patrimoniale e Storico della cità dell’Avana, Eusebio Leal Spengler, moderato
dal popolare intellettuale giornalista e scrittore Ciro Bianchi Ross.
L’invitato
ha esordito e parlato a lingo della sua infanzia, da bambino povero, figlio di
una bidella separata dal marito che ha compiuto salti mortali per allevare con
amore suo figlio fino a potergli far frequetntare la quarta elementare.
Leal ha
elencato una serie infinita di amici d’infanzia, fra cui Omara Portuondo, vicini
solidali e caritatevoli, come altri personaggi che nell’adolescenza lo hanno
aiutato a sbarcare il lunario, introducendolo, in punta i piedi, nel mondo
dell’intellettualità cubana e della
realtà cattolica con cui è stato allevato e con essi altri luoghi che hanno
sempre catturato la sua attenzione e hanno risvegliato il sogno, sempre latente
in lui di studiare, seppure da autodidatta, per mantenere vivo il ricordo della
città che lo ha visto nascere e crescere. Una delle figure che più lo hanno
impressionato è stata quella di Emilio Roig, il suo predecessore nel ruolo di
Conservatore Patrimoniale e Storico della città che in pratica gli ha lasciato
un’eredità per la quale non si sentiva preparato. Attraverso Roig e altri
personaggi importanti e celebri ha scoperto, avuto accesso ed ereditato, per la
città, documenti e oggetti storici di valore inestimabile.
Una volta
giunto il processo rivoluzionario, Eusebio ha potuto riannodare gli studi, con
grande sforzo di volontà, lottando contro l’ostracismo alle religioni
dell’epoca, rubando tempo alle sue molteplici attività che lo hanno portato
alle soglie dell’Università, dove poi è entrato superando brillantemente le
altre prove, è stato respinto all’esame: sul Marxismo Leninismo. Ha chiesto
umilmente scusa ai professori esaminandi, da lui paragonati agli inquisitori
spagnoli per la loro severità e intransigenza, ma ha detto chiaramente che la materia
era per lui ostica, in quanto la sua mente analitica non accettava idee imposte
ma le doveva prima elaborare e capire. Pertanto, ha chiesto aiuto a una delle
professoresse di aiutarlo nel fargli comprendere il contenuto della materia,
potendo poi così, accedere alla carriera universitaria.
Un racconto
molto bello e interessante di quest’uomo che poi si è circondato di valenti
collaboratori in ogni settore e sta ridando, almeno al centro della Città
Vecchia e immediati dintorni, il suo antico splendore.
Giunto a
un’età più che matura, essendosi dichiarato grande sognatore come tutti quelli
della sua generazione, ha detto di avere un sogno in sospeso, seppure già in
via di realizzazione: Il trasporto da New York della replica esatta e fedele
dell’unica scultura esistente di José Martí, l’Eroe nazionale cubano e apostolo
della moderna rivoluzione che campggia nel Central Park della città
nordamericana. Dopo molte e lunghissime trattative, negative, con i diversi
sindaci succeduti al governo della città, è riuscito a trovare una Fondazione
privata che si è detta disponibile ad aiutarlo nel suo porposito facendo
trasportare una copia fedele, del peso di diverse tonnellate di bronzo, per
aiutarlo nel suo sogno e far si che tutti gli avaneri o i visitanti della
citttà possano ammirare quest’opera d’arte, unica per la composizione di un
Martí a cavallo, ferito a morte e scolpita con una grande arte che
evidentemente è stata aiutata dall’amore per questo personaggio, Gigante fra i
Gigantii dell’Indipendenza dalla Patria Grande Latinoamericana.
Dopo questo,
ha detto, la sua opera sarà terminata, nel frattempo sta ultimando il restauro
del Capitolio Nacional che tornerà ad essere la sede dell’Assemblea
legislativa, cubana completando, la sua cupola con una lanterna che illuminerà
gran parte della zona nelle ore notturne.
Grazie
Eusebio, a nome di tutti coloro e apprezzano l’Avana, anche nei luoghi meno
conosciuti e purtroppo non ne conoscono, né conosceranno mai tanti misteri
nascosti.
Al termine dei suoi interventi,
l’unica domanda dal pubblico è stata la mia e gli ho ricordato, quando oltre
trent’anni fa, era venuta una delegazione italiana della Confindustria milanese
e lombarda disposta a contribuire con finanziamenti e personale specializzato
alla costruzione di parte della città, in particolare nella zona di Monte. La
risposta, molto diplomatica, riunita assieme ad altri commenti e ricordi del
fatto, è stata che l’operazione non si è potuta realizzare per “la burocrazia”.
Italiana, cubana o di entrambe? A questo non ha dato risposta.
lunedì 27 febbraio 2017
Ristoranti italiani storici all'Avana
Questa è la parte della "colonna" settimanale che Ciro Bianchi pubblica ogni domenica su "Juventud Rebelde" e che è uscito proprio ieri, domenica 26. Come sempre, mi ha concesso di tradurlo e pubblicarlo. Ne ho estrapolato la parte che ci riguarda strettamente e che verrà pubblicato (con alcune fotografie) nel libro che sto preparando e ho registrato da tempo, sulla rinascita del turismo a Cuba dalla fine degli anni '70 ad oggi.
Il libro che spero di pubblicare on line il prossimo marzo sarà ricco di fotografie d'epoca e recenti (sicuramente più di 100) e alle quali ho dato uno spazio privilegiato alla fine di ogni capitolo inerente e al termine con una piccola "galleria".
A richiesta del lettore
Di Ciro Bianchi Ross.
Nell’Avana degli anni ’50, il ristorante Frascati in Prado 357 fra Neptuno e Virtudes, aveva la fama di essere la miglior cucina italiana a Cuba. Altri ristoranti e pizzerie appaiono registrati nell’elenco telefonico del 1958: Montecatini in 15 angolo “J” nel Vedado; Sorrento, in Calzada e 20, pure nel Vedado, si faceva annunciare come “super ristorante capace di fare di ogni piatto una specialità”, poi La Piccola Italia in Consulado 221 e un altro in “L” tra 15 e 17, dove successivamente ci fu il Pío-Pío. Non dico che fossero tutti. Doña Rosina in “I”, quasi all’angolo con Calzada è un po’ più recente. Già da allora erano molto popolari le pizzette del Ten Cents di Galiano e San Rafael; una pizza elaborata davanti agli occhi del cliente che si tagliava in diverse fette e si vendeva a porzioni. Si mangiava in piedi o mentre si camminava, per coloro a cui mancava un tempo più lungo.
Lo scriba, in questi riferimenti, da risposta alle richieste di Eduardo Castillero, interessato nel saper se vincere o perdere una discussione, sul fatto che le pizze si conoscessero prima o dopo del 1959.
Evidentemente si conoscevano. Niente a che vedere con ciò che si vendeva già negli anni ’60. È allora che la cucina italiana diventa popolare in tutta l’Isola e le pizzerie arrivano agli angoli più sperduti. La pasta di grano, il formaggio, il pomodoro, in definitiva erano qua presenti fino dalla Colonia.
Quando a Cuba si parla di cucina italiana, ci si riferisce specialmente agli spaghetti, i cannelloni, le lasagne e naturalmente, della pizza. Ne parliamo, per farlo, esattamente di una cucina di pasta che è essenzialmente del sud della Penisola. Questa è solo una parte della cucina italiana. È realmente una cucina molto ricca che si distingue in ogni regione con elementi che la distinguono e la differenziano. È così varia, si dice che se un ristorante si proponesse di esordire con un piatto italiano ogni settimana, tarderebbe anni nel finire il ricettario. Nel sud, dove alla fine del XIX secolo nasce la pizza, “invenzione” che si internazionalizza dopo la fine della seconda Guerra Mondiale convertendosi nel piatto stellare della cucina rapida.
In quei, già lontani, anni ‘60 una caffetteria come La Central di Lawton, all’angolo di Porvenir e Dolores, diventa ad essere la pizzeria La Romana, la gelateria di 23 e “I” sarà Buona Sera, Las Delicias de Medina, in “L” e 19, sarà Vita Nuova e uno dei ristoranti di 23 e 12, vicino all’ICAIC riceverà il nome, inevitabile, di Cinecittà. Non è tutta armonia, sorsero pizzerie che mantennero i nomi inconcepibili di Kasalta, Cujae, Viñales e Lisboa, mentre il cafè Europa nella calle Obispo, famoso in altri tempi per i dolciumi, passa ad essere la pizzeria Europa, con un splendido riservato.
La pizza,quindi, assunse a Cuba non solo la categoria di piatto insegna della cucina rapida, ma si è cubanizzata tanto che è già quasi nostra come il congrí, los tachinos (tipo di banana) e la bistecca in padella.
Alludo, naturalmente, a una pizza adattata al gusto e al carattere cubano. Con diametro inferiore a quella italiana, però più alta, meno croccante, più spugnosa, più morbida. I condimenti e il formaggio sono diversi tra una e l’altra. Il cubano medio non ha l’abitudine di mangiare una pizza condita con origano o basilico che sono speciali nella pizza Margherita e con il formaggio giallo da il “tocco” alla pasta. È un piatto che si vende anche a Miami col nome di “pizza cubana”.
È durante il XIX secolo che si comincia a conoscere la cucina italiana a Cuba, allora era la prelibatezza della borghesia creola. Però già alla metà del XX secolo delizia la classe media avanera. È tra il 1940 e 1950 che nascono prendono fama alcuni ristoranti di cucina italiana. Pochi; non come l’esplosione degli anni ’60.
D’altra parte si trattava di cucina economica, di facile lavorazione, rapida e la popolazione l’accolse immediatamente: suppliva il razionamento imposto dall’embargo nordamericano che cominciava a sentirsi particolarmente in quegli anni. Le pizze, le uova e anche i ceci furono i piatti di maggior aiuto e i più utilizzati in quei giorni, quello che porterà Gabriel García Márquez, Premio Nobel di Letteratura, a dire che il monumento alla Rivoluzione si sarebbe dovuto fare rotondo.
Chi le visse e non ricorda le code infinite alle porte di una pizzeria? Valeva la pena quel sacrificio perché quando si entrava nell’esercizio si “risolveva” la giornata con l’offerta del luogo: piatti ben fatti e con la giusta dose di formaggio parmigiano grattato e salsa di pomodoro, perché il settore non aveva ancora imparato a “dominarla”. Piatti economici, tanto che la pizza come gli spaghetti e si pagavano un peso ciascuno e le lasagne uno e 20 di allora e la tradizionale bottiglia di birra 80 centesimi. Il guaio è che non si poteva ripetere. Lei come cliente – lo scriba non può precisare se allora si usava il termine di “utente”; pensa di no – aveva diritto a un piatto di spaghetti e una pizza o una lasagna e una birra. Lo stesso succedeva al Carmelo di Calzada e nell’Alborada dell’Hotel Nacional, un sandwich e una birra a testa e se si voleva ripetere bisognava fare di nuovo la coda che metteva paura all’animo più coraggioso.
Ciro Bianchi Ross
venerdì 24 febbraio 2017
Delegazione di congressisti USA a Cuba
Una delegazione bi partitica e bi camerale di congressisti nordamericani è stata ricevuta a Cuba dal presidente e altre autorità, politiche scientifiche e tecniche. Nella dichiarazione finale rilasciata dai politici del nord è risaltata la soddisfazione della visita e si è dichiarato che i progressi ottenuti nella relazione internazionale sono praticamente irreversibili e se il loro Presidente li “aiuta” o quantomeno non interpone ostacoli, le cose possono migliorare nel demolire alcuni aspetti dell’embargo ed arrivare anche alla sua totale abolizione.
In particolare, fra l’altro, sono stati firmati protocolli d’intesa con i porti della Louisiana per accordi di navigazione fra i due Paesi.
domenica 19 febbraio 2017
Negato l'ingresso negli USA ad Alberto Juantorena
Il
pluricampione olimpico e primatista mondiale di atletica degli anni ‘70/80,
Alberto Juantorena, soprannominato “el Caballo”, famoso per l’elegante falcata
oltre alla poderosa progressione, specie negli 800 e 1500 metri, attualmente
presidente della Federazione Atletica Cubana e vicepresidente di quella
mondiale, ha dichiarato che gli è stato negato il visto d’ingresso agli Stati
Uniti dove avrebbe dovuto partecipare a una riunione di detta organizzazione.
Al di la che
questo divieto è quantomeno contrario ad ogni etica, visto che si tratta di
consesso internazionale, Alberto è stato decine di volte negli Stati Uniti, sia
come atleta che come dirigente sportivo, non è un possibile immigrante e non è
nemmeno islamico. Come la chiamiamo? Provocazione, sopruso, cretinata?
Nel corso
della sua dichiarazione Juantorena ha citato nomi di Enti e cifre di denaro
dovute allo Sport cubano e bloccate in Paesi terzi per gli effetti
extraterritoriali della legge sull’embargo.
Saranno i
primi dei 180 gradi? Non voglio immaginarmi gli ultimi.
sabato 18 febbraio 2017
Fiera del Libro
Domani,
domenica, si chiude la 26ma edizione della Fiera Internazionale del Libro dell’Avana, mentre proseguirà nel resto del Paese fino ad aprile.
Ieri,
venerdì (ahimè 17) sono andato a visitarla: nessuna novità di rilievo rispetto
alle precedenti edizioni, l’organizzazione lascia sempre un po’ a desiderare e
gli spazi di vendita generalisti di libri, in moneta nazionale non
convertibile, sempre più insufficienti per la sempre maggior affluenza di
pubblico che per scegliere un libro deve sottoporsi a lunghe code sotto un sole
cocente.
L’unica cosa
che ha richiamato la mia attenzione, è stato lo spazio riservato agli Stati
Uniti, dove sono entrato incuriosito. La curiosità è diventata stupore quando
ho visto gli scaffali dello stand completamente vuoti. Erano presento solamente
tre dei rappresentanti la delegazione, accucciati in un angolo che non hanno
voluto essere fotografati né identificati. Alla mia domanda su come mai lo
stand fosse completamente sguarnito hanno detto che “la Dogana era venuta a raccogliere
i libri perché l’esposizione era terminata…”). Ma come? Tre giorni prima? Non
indaghiamo, i rapporti fra i due Paesi tornano ad essere ancora difficili, dopo
le ultime elezioni.
venerdì 17 febbraio 2017
Cuba migliora sempre più il turismo
Gli alberghi
Royalton Hicácos e Iberostar Varadero, sono stati nominati, da una commissione
specializzata i due alberghi migliori per servizi e prestazioni nell’area dei
Caraibi.
Intanto, la
compagnia aerea spagnola Aireuropa ha dichiarato di mettere in linea, a partire
dal mese di marzo i nuovissimi Boeing 787 che collegheranno la capitale iberica
all’Avana.
domenica 12 febbraio 2017
Casa all'Avana
Lungi da me trasformarmi in agente immobiliare, ma raggiunta la giovane età sto pensando di trasferirmi in una zona più agreste e lasciare quella centrale dell’Avana, pertanto sto mettendo in vendita il mio appartamento che fa parte di un piccolo edificio a due piani, occupando quello terreno. La superficie totale della proprietà è di 82 mq. Di cui quasi 20 sono occupati dalla camera da letto che in una delle sue pareti ha un armadio in cedro, costruito su misura di quasi 5 m. x circa 3 di altezza. Cucina a vista con un muretto di separazione dalla sala da pranzo, anch’essa grande (circa 15 mq.). sul fronte c’è una piccola sala d’ingresso, originalmente lunga e stretta, separata anch’essa da un muretto basso dove è installata una finestra d’epoca di cui sono stati sostituiti i vetri (vergognosi) originali, con dei vitrales colorati, l’insieme da un tocco di originalità e una semi separazione dei due locali adiacenti. Al fianco delle due salette c’è la porta d’ingresso al garage (con chiave) di circa 5 m. x 2 che è interamente pavimentato in granito, foderato in pietra di Jaimanitas e con finestrone, in alto, per tutta la lunghezza. In fondo al garage è stato ricavato un bagnetto di servizio per cui rende il locale completamente indipendente e usufruibile, volendo, come studio, laboratorio, locale di vendita o attività varia.
Nessuna opera di restauro o ristrutturazione necessaria. Abitabile subito.
L’acqua, calda e fredda, è garantita 24 ore al giorno e con una buona pressione.
Sono presenti molteplici prese di corrente, separate fra di loro, a 110 o 220 volt.
E prese per la linea telefonica praticamente in ogni locale.
L’appartamento si trova in una zona semicentrale a poche centinaia di metri dalla Piazza della Rivoluzione e altrettanto dallo Stadio Latinoamericano e pur appartenendo al Municipio Cerro è colindante con Plaza (Vedado) di cui faceva parte fino all’ultima divisione politico amministrativa.
È doveroso far sapere, a chi non lo sappia, che il titolo di proprietà può essere dato solo a che possiede residenza permanente a Cuba, sia cubano che straniero.
giovedì 9 febbraio 2017
Al via la Fiera del Libro 2017
Oggi si apre
la 26ma edizione della Fiera del Libro Habana 2017, dedicata ad Armando Hart e
con il Canada come Paese invitato speciale. Numerose le editrici di tutto il
mondo e la presentazione di 24 titoli dedicati a Fidel Castro, dai suoi scritti
ad altri volumi che ne raccontano, aneddoti, personalità e storia.
mercoledì 1 febbraio 2017
A Mosca, una piazza Fidel Castro e una Hugo Chávez
Il
Presidente, alterno, Vladimir Putin del vecchio/nuovo (prossimo futuro?) nemico
URSS/Russia degli Stati Uniti d’America, ha fatto sapere che Mosca avrà una
piazza centrale col nome di Fidel Castro che peraltro ha lasciato detto di non
volere che nessun luogo pubblico o privato a Cuba abbia il suo nome e anche una
col nome di Hugo Chávez.
Non starà,
il nostro, meditando un ritorno al Socialismo Reale? Dopo essere stato intimo
di Berlusconi e Trump, è probabile. A questo proposito in un reportage di oltre
55 anni orsono, riproposto dalla TV cubana e che ricordava la prima visita di
Fidel in URSS, vicino a Khruscëv, Kossighin e compagnia bella, appariva la
faccia bionda e sorridente (si fa per dire), dell’allora, compagno Vladimir,
colonnello del KGB. Stessa faccia, forse solo qualche capello in più di oggi.
Ma quanti anni ha? Non avrà trovato da qualche parte il presunto scomparso
ritratto di Dorian Grey?
domenica 22 gennaio 2017
Per chi avesse perso "tre soldi a Cuba...
Fra le
interviste raccolte da Fiorella Cappelli, quella di Cecilia è andata in onda il
16 gennaio alle ore 19.45 nel programa “Tre soldi” su Radiorai 3, la mia il 19
stessa ora e stesso programa. Chi fosse interessato o curioso la può trovare
sul sito www.rai.it.
sabato 14 gennaio 2017
Tre soldi...di interviste a Cuba
Lunedì 16, martedì 17 e giovedì 19 andranno in onda
su Radiorai3, nel programma "Tre soldi", alle 19.45, una serie di interviste raccolte a Cuba da Fiorella
Cappelli. In due di queste ci saremo Cecilia e io, non sappiamo in che ordine
verranno trasmesse e fra l’altro ci saranno altri due programmi in data non
ancora precisata. Chi fosse interessato può sintonizzarsi nelle date e ore di
cui sopra. È possibile sintonizzarsi anche sul sito di Radiorai3.
venerdì 13 gennaio 2017
Obama lascia con exploit finale
Come
nella miglior tradizione del secondo mandato presidenziale, colpo di coda in
“zona Cesarini” dell‘amministrazione Obama nei confronti dei rapporti con Cuba
con un accordo che probabilmente, non verrà messo in discussione dalla futura
amministrazione Trump.
Nel
tardo pomeriggio di ieri è stato reso noto con un comunicato congiunto dei due
Governi, un cambio fondamentale nella politica migratoria che abolisce la
politica dei “piedi asciutti e piedi bagnati”, che non era una legge vera e
propria, ma solo un atteggiamento, appunto, politico anche se rimane una delle
“stranezze americane” che potrebbe essere eliminata soltanto con la volontà del
Congresso del grande Paese del nord che
è la legge (questa sì) chiamata “Ley de Ajuste Cubano” che continua a permettere
ai cittadini cubani che entrino legalmente, ovvero con un visto di lavoro o per
visita famigliare, di ottenere asilo e assistenza da parte del governo degli
Stati Uniti. Naturalmente il numero totale di chi si potrebbe avvalere di
questa legge, adesso, viene drasticamente ridotto.
Vediamo
pertanto cosa cambia e cosa no, premettendo che questo accordo, con effetto
immediato, è comunque di grande portata:
in sostanza gli Stati Uniti non permetteranno più l’ingresso illegale dei
cittadini cubani che fino a ieri potevano raggiungere il territorio “asciutto”
degli Stati Uniti con qualunque mezzo sia per mare che per aria o per terra da
Paesi terzi (Messico in testa, o Canada) creando anche un “effetto domino” in
altri Paesi centro o sud americani da dove, cittadini cubani entrati, anche
legalmente, cercavano di raggiungere il Messico da dove era relativamente
facile, per loro, accedere agli Stati Uniti.
Il nuovo accordo prevede il rimpatrio di tutti
i cittadini cubani sprovvisti di regolare visto consolare. In questo modo si
eliminano i pericoli di traversate rischiose con un numero imprecisato di morti
o scomparsi in mare, o di traffico illegale, dal risultato incerto, portato
avanti da persone senza scrupoli. L’accordo prevede anche l’abolizione, da parte
degli USA di un programma denominato “Parole” che favoriva la diserzione di
personale medico o comunque sanitario, di cubani in missione in Paesi del Terzo
Mondo con l’ammissione agevolata negli Stati Uniti.
Si
mantiene la quota di un minimo di 20.000 emigranti l’anno, concessa dal Governo
nordamericano.
L’accordo
comprende anche risvolti secondari che potrebbero avere effetto retroattivo in
alcuni casi, come quello di 2.486 persone emigrate col famoso esodo del Mariel
nel 1980 e che sono rimasti nel limbo per tutti questi anni, in quanto non
graditi e imprigionati anche per lunghi periodi, ma non accettati, di ritorno,
dalle Autorità cubane.
In
ogni caso un altro passo avanti per eliminare il contenzioso per una
auspicabile, reale, normalizzazione dei rapporti fra i due Paesi. Adesso le
grosse spine rimaste sono due, Ley de Ajuste a parte: sollevamento dell’embargo
finananziario, economico e commerciale e restituzione del territorio occupato di
Guantánamo dove esiste, l’unica base militare al mondo, mantenuta a dispetto
del volere di un Governo e di un popolo.
Ma
un lungo cammino si compie con piccoli passi.
mercoledì 11 gennaio 2017
Mondo bestia, con finale triste
SECONDA
EDIZIONE, RIVEDUTA, CORRETTA E AMPLIATA
MONDO
BESTIA, CON FINALE TRISTE
Oca
gatto a letto, diceva quel porco di un cane, puzzolente come un pesce e dalla
pelle di cappone, matto come un cavallo, ostinato come un mulo e ignorante come
un asino. Ovviamente era sempre nudo come un verme, non usava giacche di renna,
cappotti di cammello, golf di alpaca, copricapi di astrakan o scarpe di
coccodrillo, però era pieno di pregi e difetti, contraddizioni che apparivano
secondo le circostanze: paziente come un bue, forte come un toro, quasi sempre era
muto come un pesce o si ripeteva a pappagallo, coraggioso come un leone o
pauroso come un coniglio, veloce come una lepre o un furetto, oppure lento come
una tartaruga o lumaca, secondo i casi. Aveva una memoria da elefante, le
orecchie da pipistrello, naso da tapiro e denti da castoro. Il pelo liscio come
una foca, bianco e nero che lo faceva sembrare un pinguino, specialmente quando
camminava sulle due zampe posteriori.
Feroce
come una tigre o mite come un agnello. Aveva una barba caprina e dormiva sopra
la panca per non rischiare di crepare, occhi di lince, ogni tanto da triglia, ma
a volte era cieco come una talpa. Furbo come una volpe o tonto come una cernia.
Agile come una scimmia, elegante come una gazzella. Faceva il galletto, alzando
la cresta e cercava di conquistare le cagnette, ma restava sempre con un pugno
di mosche, mentre le sue amichette razzolavano come galline. Ebbe una compagna
che gli mise le corna come un cervo o un’alce.
Nuotava
come uno squalo anche se era grasso come una balena, seppure da giovane era
stato magro come un’acciuga. A volte era strisciante come un serpente, scontroso
come un orso e affamato come un lupo, piombava sulle prede come un falco,
ridendo come una iena e poi banchettava come un avvoltoio.
Laborioso
come una formica o pigro come un bradipo, aveva la saggezza di un vecchio gufo,
era acuto come un’aquila o ottuso come una trota. Cantava come un usignolo o
stonava come una cornacchia, dormiva come una marmotta, russando come un ghiro
o saltava come un grillo. Quando ci si metteva era noioso e fastidioso come una
zanzara. Stando al sole diventava rosso come un gambero e vergognandosi,
nascondeva la testa sotto la sabbia come uno struzzo.
Purtroppo
un brutto giorno di pioggia, bagnato come un pulcino, attraversando
l’autostrada l’hanno schiacciato come uno scarafaggio rendendolo piatto come
una sogliola. Vacca rana che sfortuna. Amen.
C’è
qualche umano che gli assomiglia?
Questa
è farina del mio sacco e quindi posso dire gatto, come insegnava il buon Trap.
©®ÐØ#@&%$µ§¥¢Ø.Tutti i diritti, curvi, o storti, sono di Aldo Abuaf.
venerdì 6 gennaio 2017
Una foto per la (mia) storia
Questa
è la foto che mi hanno fatto al Consolato Generale di Cuba a Milano, durante il periodo di
apposizione delle firme in omaggio a Fidel Castro, a fianco di quella che avevo
avuto la fortuna e l’opportunità di scattare al Comandante il 16 dicembre 1986,
in occasione dell’inaugurazione della Scuola del Nuovo Cine Latinoamericano e
TV di San Antonio de los Baños.
(Cortesia di Oneida Baró, Console Generale della Repubblica di Cuba a Milano)
(Cortesia di Oneida Baró, Console Generale della Repubblica di Cuba a Milano)
L'immagine originale
mercoledì 28 dicembre 2016
Commenti ai post
Cara Befana,
visto che è passato il Natale e non mi è arrivato quanto avevo chiesto, non potresti mandarmi, almeno tu, la possibilità di tornare ad avere i commenti su questo blog? Il signor Google non mi da il minimo ascolto.
In attesa di non ricevere come al solito, il carbone, mi preparo ad appendere la calza (virtuale).
Il titolare del blog.
Ma il Premio Nobel per la Pace è per chi fa meglio la guerra?
Dopo Barack Hussein
Obama che appena ricevuto l’onorificenza, con relativo congruo appannaggio, ha
incrementato e continua ad incrementare la distruzione di quello che resta del
Medio Oriente, tocca a Juan Manuel Santos, presidente colombiano mostrare la faccia
non proprio da colomba, volendo far entrare il suo Paese nella NATO che proprio
non è una delle organizzazioni predilette da Gandhi o da Madre Teresa di
Calcutta, dopo aver strombazzato che l’America Latina è “territorio di pace”,.
Va bene che la politica è la politica con tutti i suoi giochi di menzogne, ma mi sembra che a tutto ci sia un limite. O no?
Va bene che la politica è la politica con tutti i suoi giochi di menzogne, ma mi sembra che a tutto ci sia un limite. O no?
venerdì 9 dicembre 2016
Mi sento tanto Santiago al rientro dalla pesca...
È iniziato il 38° Festival del Nuovo Cine Latinoamericano e purtroppo non
credo di poterlo seguire per una serie di contingenze creatasi durante la mia
breve assenza e che qua richiedono tempo per essere risolte.
Elenco problemini da risolvere:
Ricerca cibo per Cane
Ricerca bottiglioni acqua minerale
Auto con problemi di carburazione
Split condizionatore che non raffredda
Lavatrice che non centrifuga
Miglioramento connessione internet (senza soluzione, anzi...)
Casa, dolce casa
Dopo il blitz europeo sono tornato all’Avana, la mia limousine 126 polacca,
classe 1987 ferma da 12 giorni, è partita senza tante storie, ma...ho trovato
una gomma (posteriore destra) un po’ sgonfia, l’avevo fatta riparare non da
molto perché il sistema “tubeless” dei cerchi in lega non stava sigillando bene
il pneumatico. Dopo alcuni chilometri, poi, mi ha fatto tribulare per un
difetto congenito nel sistema di carburazione e sono riuscito a compiere il mio
tragitto con ritorno a casa solo a tappe. Il tutto sotto un discreto solleone e
32 gradi al’ombra che qua non abbonda. Internet funziona sempre peggio. Risveglio
brusco, ma non fuori dalla norma. Come diceva Rossella O’ Hara: “Domani è un
altro giorno”.
venerdì 2 dicembre 2016
Le sorprese della vita
Oggi (venerdì), mentre ero in giro per Milano ed essendo
nella zona, mi è venuto spontaneo
entrare al Consolato Generale di Cuba per la firma sul libro delle
condoglianze. Si dava il caso che in quel momento usciva il console di Turchia
a Milano, dalla quale ero appena rientrato dopo il blitz raccontato. Entrato
nella stanza allestita per l’espletamento di questà incombenza ho notato il
grande mazzo di fiori con nastro rosso con a fianco l’ingrandimento di una foto
di Fidel Castro che mi è sembrata famigliare, guardandola meglio, mi sono reso
conto che era una foto scattata da me il giorno dell’inaugurazione della Scuola
del Nuovo Cine Latinoamericano di San Antonio de los Baños il 15 dicembre 1986,
giusto trent’anni fa, nell’ambito delle attività collaterali al Festival del
Cinema dell’Avana. Lo scatto è stato effettuato in un momento in cui era pensieroso, molto probabilmente sul suo successivo intervento a seguire quello di Fernando Birri e Gabriel García Márquez, presidente della omonima Fondazione del Cinema. Dopo un attimo di stupore e anche di soddisfazione, mi sono
ricordato che quell’ingrandimento lo avevo fatto e regalato al Console di circa
una ventina di anni prima a Milano, Andrés Gonzáles Garrído, al quale era
piaciuta l’immagine e che dopo il termine del suo mandato era rimasta sulla
parete dell’ufficio del Console in carica.
Il personale del consolato si è interessato alla storia e origine
dell’immagine, dicendo che per loro era quella che preferivano, tanto che mi
hanno chiesto di posare per un breve video e una foto che pubblicheranno sul
tweet di @consulcubamilano e sul sito facebook del Consolato di Cuba a Milano.
Sotto: con Birri e il "Gabo"in attesa dei rispettivi discorsi, nella medesima sequenza
Istanbul, Costantinopoli...
Ho fatto un salto, con mia
moglie, a Istanbul a trovare quello che resta dei miei parenti e devo dire che
tempo a parte ho ricevuto una calda accoglienza e ospitalità. Siamo partiti il
mar... mattna ed arrivati nel pomeriggio con un tempo di mer...pioggia, vento e
freddo.
Il giorno dopo, mer...ha
confermato il prefisso, anzi lo ha rafforzato con una gelida tramontana. Solo
la mattina di giov... si è avuta una schiarita che ha permesso di vedere la
città in tutto il suo splendore, poi, mentre ci si avviava allaeroporto è
tornato a prepararsi il maltempo. In ogni caso sono contento di essere tornato
nella culla di una parte dei miei antenati dove, dopo quasi quarant’anni, ho
trovato uno sviluppo incredibile ed allora imprevedibile.
lunedì 28 novembre 2016
Gli onori resi al Comandante
Sto seguendo via Cubavision Internacional le immagini degli omaggi e interviste rese al Comandante. Devo dire che per quel poco che l’ho conosciuto, al di la della sua grande cultura e intelligenza, o forse proprio per quello, aveva uno spiccato senso dell’umorismo e un ottimismo inossidabile senza il quale, molto probabilmente non avrebbe avuto il percorso storico che ha avuto.
Non ha mai avuto paura della morte e negli ultimi tempi era completamente preparato all’evento.viste in momenti e luoghi imprevisti. Credo che sorriderebbe
se gli si facesse presente che è stato coerente fino alla fine: quando tutti lo
“volevano” morto era vivo e vegeto, nel momento in cui lo si vedeva vivo e
vegeto, almeno nel limite del possibile, se ne è andato appena poche ore dopo
aver ricevuto l’ennesimo Capo di Stato (vietnamita) che riceveva privatamente
in una tappa “obbligatoria” dopo le loro
visite ufficiali a Cuba
Milano oh cara! AhhhhhhhTM
Oggi ero in giro per Milano dove ho piacevolmente, anche se
brevemente, conversato conun vecchio compagno di lavoro, Umberto, però mica
solo lui è vecchio...Ritornando verso l’albergo in zona Rogoredo ed essendo
sulla linea 1 della metropolitana sento un annuncio che dice “....il traffico
della linea 3 è interrotto tra le stazioni di Porta Romana e Centrale, è in
funzione un servizio sostitutivo di superficie....”. A Duomo scendo per cercare
il “collegamento” e vedo in via Mazzini dei bus che svolgono questo servizio in
direzione Centrale. Mi sposto, ovviamente, sul marciapiedi opposto dove, dopo
lunga attesa senza vedere nessun bus, un funzionario???? o disfunzionario
dell’onnipotente ATM mi informa che “in Missori ci sono gli autobus”. Come si
dice a Milano: Gnénte! Un altro disfunzionario ATM dice che con il tram linea
16, si arrivava a Crocetta dove c’era il collegamento. Una sola fermata e la
più lunga..., ma anche a Crocetta nada...mentre in senso opposto i bus avevano
una frequenza più che accettabile. Quindi a scarpe fino a Porta Romana dove era
in attesa un treno zeppo di gente che non sapeva in che direzione andasse. Solo
dopo qualche minuto di attesa, la voce del manovratore annunciava che il treno
aveva limitato la sua corsa e tornava a San Donato, come doveva essere, solo
che se gli annunci non vengono dati in maniera chiara c’è anche chi non capisce
e nella fattispecie erano in tanti, infatti appena sentito l’annuncio, almeno
la metà dei passeggeri è scesa.
La causa, purtroppo, è stata il suicidio di un anziano. In
merito al suicidio dei disservizi dell’ATM, non ho altre parole.
sabato 26 novembre 2016
La fine di un'epoca
La notizia era attesa, con diversi stati d'animo, da molto tempo. Bene o male, secondo i punti di vista: Fidel Castro è stato un grande della Storia ed è superfluo dire che tutti i Media del mondo, molto più autorevoli e organizzati di queste note ne parlano e parleranno diffusamente, molto meglio di me.
Da parte mia posso dire che come milioni di (ex) giovani più o meno della mia generazione e anche delle successive l'ho ammirato e condiviso molte delle sue scelte. Ho anche avuto il privilegio di averlo incontrato più volte, in occasioni ufficiali e indubbiamente ne sono stato "affascinato". La personalità era veramente fuori dal comune.
venerdì 25 novembre 2016
Ingredibbileeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!
Sono dovuto arrivare in Europa per recuperare il mio account per gestire il blog che spero riprenda al mio ritorno a Cuba (o forse anche prima). Chiedo scusa ai lettori ma, forse non è stata tutta colpa mia...
sabato 22 ottobre 2016
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