Come le mezze stagioni, anche i premi Nobel non sono più quelli di una
volta. A Milano potrebbero chiamarsi Sibrût. Dopo quello regalato a Obama
alcuni anni fa, ancora prima che entrasse pienamente in carica continuando la
distruzione del Nord Africa e Medio Oriente e altri esempi abbastanza
discutibili, specie per la letteratura, è toccato al Presidente della Colombia
Santos, premiato per la sua opera di pacificazione tra il Governo e la FARC,
non certo cosa da poco, seppure costellata da violazioni e inadempienze da
parte governativa. Nei suoi discorsi ufficiali di celebrazione dello storico
accordo il Nostro, con tanta retorica e pseudo populismo, ha
dichiarato,testualmente, a grandi lettere che “l’America Latina è territorio di
pace”. Probabilmente per l’anima delle tante vittime della violenza criminale o
politica. Forse appagato per il riconoscimento e relativo appannaggio, adesso
appoggia apertamente le intenzioni di Trumpone dichiarando a destra e a manca
che ci vorrebbe un intervento militare
statunitense in Venezuela. Un vero spirito democratico e pacifista di
affrontare situazioni che non piacciono anche se riguardano altri Paesi che
sono sovrani di governarsi o sgovernarsi come gli pare.
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