Sarà
un luogo comune, ma è vero che la vita ti può dare ogni giorno una sorpresa
inaspettata. A me ne ha date tante a cominciare dalla decisione di lasciare
famiglia, casa, amici oltre a un “lavoro sicuro” per trasferirmi in quella
geograficamente piccola, ma immensamente enorme, culturalmente, umanamente e
politicamente, Isola di Cuba che è in realtà un Arcipelago, ma è mondialmente
conosciuta per la sua Isola maggiore e la sua capitale La Habana, oltre che per
la musica, i sigari, il rhum e la tristemente celebre (non per colpa dei
cubani) di Guantánamo, per la triste base e carcere statunitense. Vero è che
era anche già conosciuta per la famosa melodia “Guantanamera”, musicata da Joseíto
Fernández che ha messo tra le note alcuni dei versi del Poema “Versos
Sencillos” scritto dall’immortale José Martí, Vate e ideologo dell’indipendenza
cubana.
Tra
queste tante sorprese, magari non tutte piacevoli, mi è capitata invece la
fortuna di conoscere il mito del cinema di animazione cubano: Juan Padrón che
pur non essendo l’unico grande in questa arte presente a Cuba è sicuramente il
più popolare e amato da grandi e piccoli. L’occasione si è presentata quando
avevo formato famiglia con una ex attrice e molto conosciuta anche per le sue
attività socio politiche. Dopo aver abbandonato le scene ha continuato a
lavorare nel campo dell’Industria Cinematografica cubana dove un bel giorno è
stata designata come direttrice dell’Istituto dei film di Animazione. Siccome
da cosa, nasce cosa, è stato inevitabile incontrare il grande (e oggi grosso)
Juan. Se è vero che l’amicizia vera è quella che si forma tra coetanei
cresciuti assieme o tra commilitoni che condividono il pericolo di morte, o
anche no, almeno da parte mia si è creata subito un’empatia col personaggio e
la sua grande compagna Berta chiamata da tutti “la gallega” per i suoi natalizi
nel profondo nord ovest della Spagna. Grazie a lui ho anche avuto l’onore e il
piacere di conoscere “Quino”, al secolo Joaquín Lavado, padre della
capricciosamente filosofa Mafalda e anche con lui abbiamo trascorso momenti
piacevoli sia all’Avana che a Milano.
Questa
conoscenza è stata data dal fatto che “Quino”, dopo anni di storielle
raccontate in striscia ha deciso di dare “vita” al suo personaggio e dopo lunga
meditazione ed esperimenti fatti con cortissimi sketch chiamati “Filminuto”,
creati dai due, si è dato il via alla serie animata di Mafalda che è stato il
canto del cigno di questo personaggio di cui ormai “Quino” si sentiva in certo
modo prigioniero, dopo decenni di pubblicazioni spassosissime e riflessive allo
stesso tempo.
L’altra
coincidenza che mi ha portato e riesumare questi ricordi è sto il ritrovamento
di una fotografia, fatta a casa mia in occasione del mio 60° compleanno, dove
Juan ha avuto la cortesia di visitarmi e regalarmi un disegno in tempo reale
che è un a delle cose più care che ho.
In
quel periodo, Juan che ha girato tutto il mondo presentando i suoi “prodotti”,
per ricevere premi e riconoscimenti o impartire classi magistrali a giovani
aspiranti alla sua professione, si trovava a Milano per la rappresentazione del
suo lungometraggio: “Vampiros en La Habana”. Spassosa storia di un ibrido tra
umani e vampiri. A questa prima pellicola ne sono seguite altre, così come
libri tratti dalle medesime. Probabilmente anche questa è stata una catarsi
liberatoria dei suoi personaggi più conosciuti, ancora oggi attuali e oggetto
di studio sia nelle Scuole di Cinema che nelle scuole normali, dove i bambini imparano
la storia di Cuba divertendosi. Juan, infatti, è un grande ricercatore storico
e di qualunque cosa che riguardi l’epoca della lotta per la liberazione dalla
Colonia spagnola. Dall’abbigliamento, alle armi, ai metodi di combattimento e a
qualunque altro dettaglio. Ovviamente, trattandosi di “cartoni animati” c’è
spazio per la fantasia le gag, le trovate e i personaggi divertenti sia
spagnoli che cubani. Il bello di tutto questo è che Padrón è amato e ammirato
in Spagna dove è sempre accolto magnificamente e gli iberici si ridono di loro
stessi, padroni di un Impero e messi in scacco da quattro poveracci che avevano
“soltanto” il coraggio e la voglia di vivere in un Paese libero e sovrano.
Il
grande protagonista, senza dubbio è Elpidio Valdés, un contadino trasformatosi
in grande comandante e stratega, con la sua compagna María Silvia e il suo
fedele cavallo Palmiche a cui manca veramente solo la parola dal momento che
agisce e pensa come un essere umano. Questi e altri personaggi, inutile dirlo,
hanno comunque una base in personaggi e situazioni reali con gli adattamenti
del caso.
Certo
ci sarebbe molto di più da dire di quest’uomo nato a Matanzas, considerata
l’Atene di Cuba per la sua vocazione culturale e per fatti o avvenimenti
addirittura anteriori a quelli della capitale dove vive attualmente, da molti
anni, per evidenti motivi di lavoro. Su di lui esistono migliaia di pagine di
ogni tipo che chi è interessato può trovare facilmente da Wikipedia o dalla
semplice ricerca su qualsiasi motore di ricerca del web.
A
me resta la grande soddisfazione di ritrovarci per una rimpatriata in occasione
dei miei primi 75 anni che penso e spero non abbiano dei secondi…
15 anni dopo...