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sabato 30 giugno 2018

Da Orlando con calore

Il 28 sono arrivato a Orlando e mi tratterrò in Florida fino al 15 prossimo. Fra le sorprese gradite, ho scoperto che il servizio di Immigrazione Statunitense ha abolito la parte cartacea dei controlli alla frontiera e non si devono più compilare noiosi e anche ridicoli moduli. Chi ha i documenti in regola entra con la sola presentazione del passaporto, viene fotografato e in alcuni casi, a campione, gli vengono prese le impronte digitali elettronicamente.
Nel frattempo sono riuscito ad avere il nuovo link della intervista su Radiorai1 in quanto il precedente non si apriva; per chi fosse interessato, il nuovo link è:


se non si volesse ascoltare tutto il programma, suggerisco di andare col cursore sotto a "mare", nella presentazione del programma e del blog.

Sto anche preparando una riedizione del libro sul turismo a  che spero di poter offrire presto, a chi lo desidera, in versione PDF in italiano o spagnolo, a richiesta, per e-mail.

mercoledì 27 giugno 2018

Grande successo, bagnato, della Pausini

Come era, d’altra parte previsto, grande successo del concerto di Gente de Zona con Laura Pausini e altri ospiti cubani della canzone. Il tutto condito da un acquazzone tropicale che ha inzuppato il numeroso e impavido pubblico che ha sfidato le intemperie per l’0ra e mezza di concerto e la lunga attesa per ottenere la miglior posizione possibile.

Superstizioni o casualità

Una delle cose belle dell’Avana, è che non si finisce mai di trovare luoghi, persone o cose rare, strane o antiche che possono incuriosire, interessare e indubbiamente risultare piacevoli. Uno dei tanti esempi per cui non basterebbe una vita, nel suo piccolo, è questo bar ristorante situato in uno dei punti strategici della città, in ogni tempo.
Per i superstiziosi, il numero 13 può portare fortuna o sfortuna, secondo i punti di vista. Però il 12? Chi lo sa! Ma se vi trovate all’Avana un giorno 12 alle 12 (meglio se in dicembre) e avete un figlio o nipote che festeggia i 12 anni, fateci un salto, non si sa mai...







venerdì 22 giugno 2018

Laura Pausini all'Avana

Mettendo a rischio la sua presenza sul mercato di Miami dove è omnipresente nelle stazioni radio, con annessi e connessi. Laura Pausini ha risposto positivamente all’invito del popolarissimo duo “Gente de Zona” e domenica 24 si esibirà nello scenario già collaudato nel concerto effettuato dai Rolling Stones, nei terreni adiacenti alla Ciudad Deportiva dell’Avana. Tra i “big” italiani, nel loro momento di massima popolarità, si aggiunge a Miguel Bosè e Lorenzo “Jovanotti” Cherubini che fra l’altro si sono esibiti con altri grandi artisti interbazionali in uno dei concerti per la pace. Poi, Zucchero Fornaciari che dopo anni di divieti imposti dai discografici nordamericani a cui era legato, qualche anno fa, raggiunta l’indipendenza professionale è venuto a Cuba dove oltre a incidere un disco si è esibito in tre occasioni, tra le quali nella chiusura della Settimana della Cultura Italiana.

La Pausini si fermerà solo 24 ore per partecipare a questo concerto, con entrata libera come tutte le altre grandi manifestazioni. Peraltro la sua presenza è molto attesa da miriadi di fans cubani della cantante emiliana che non è solo popolare a Miami, restando da queste parti. Certamente gli interessi economici sono motlo diversi ed è anche per questo che Laura è da ammirare. 

mercoledì 13 giugno 2018

Guantánamo, 120 anni di occupazione

Si compiono 120 anni di occupazione della base di Guantánamo da Parte degli Stati Uniti. La concessione per l’uso di questo territorio era stata data, nel 1898 in segno di “gratitudine” per l’intervento nordamericano nella guerra di liberazione in un momento in cui la Spagna era già in ginocchio e con l’autoaffondamento della corazzata Maine come pretesto. Questa concessione, però, prevedeva che la Baia di Guantánamo servisse come attracco delle navi er il trasporto del carbone. Successivamente, grazie al così detto Emendamento Platt incluso nel Trattato di Pace (firmato a Parigi tra Spagna e Stati Uniti, senza diritto al voto da parte di Cuba), gli Usa si riservavano il diritto di intervenire militarmente quando lo ritenessero necessario. Cosa che avvenne in tre occasioni. Fu così che il lembo di territorio orientale dell’Isola si trasformò in base militare che l’attuale Governo non riconosce per la sua illegittimità sia per l’uso che per l’occupazione non più giustificata.

mercoledì 6 giugno 2018

Informazioni o disinformazioni?

Qualche giorno fa, stavo guardando una intervista a una “esperta del Medio Oriente” su Telesur e mi sono reso conto di quanto può essere dannosa la disinformazione o cattiva informazione, fatta in buona o malafede.
Premesso che non sono assolutamente d’accordo con l’espansionismo e gli abusi che il Governo israeliano sta commettendo, seppure a volte risponde a provocazioni, in altre non ha giustificazione.
Quello che mi ha però attirato l’attenzione è la distorsione della storia: il moderno Stato d’Israele è stato fondato nel dopoguerra per intervento diretto dell’Inghilterra che era la potenza colonizzatrice di quasi tutto il Medio Oriente. Vero è che i palestinesi occupavano il territorio da circa duemila anni, ma è anche vero che non tutti gli ebrei lo avevano abbandonato e convivevano pacificamente con gli arabi. Dopo l’ntervento politico, in cui la parte dele terre espropriate vennero comunque pagate (non so se a prezzo equo o meno) si era stabilito un equilibrio difficile tra il rinato Stato e i Paesi confinanti. Ovviamente con la creazione di questo Stato che definiscono “artificiale”, cosa vera solo in parte, la popolazione è aumentata e la convivenza con i vicini si è fatta sempre più difficile con guerre o scaramucce più o meno frequenti.

Ora, secondo l’intervistata, “gli ebrei sono una derivazione degli arabi con cui compartono le radici semite”. In realtà, credo sia esattamente il contrario, dal momento che l’attuale fede musulmana è sorta ben dopo quella ebraica che conta quasi sei mila anni e vogliono impadronirsi del Sinai, il Golan, il Libano, la Giordania e pefino l’Irak. Ora, a parte che mi sembra improbabile, le zone occupate, alcune restituite, dove in effetti stanno espandendosi ingiustificatamente, sono state acquisite dopo la guerra del 1967 che è stata scatenata da Egitto, Giordania e Siria, con appoggio dell’Irak che pensavano di fare una passeggiata per cancellare lo Stato ebraico. Non è stato così e se hanno perso dei territori, la colpa è solo loro.

venerdì 1 giugno 2018

Cuba esporta il folklore culturale

Se il Danzón è il Ballo Nazionale, la Rumba è invece il segno distintivo della cultura musicale e danzaria afrocubana. Per iniziativa di Rudy Mora, già primo ballerino del Conjunto Folklórico Nacional, da qualche anno si svoilge sull’isola il Festival Timbalaye, dedicato a questa specialità. Nel 2018, Timbalaye ha superato i confini cubani per presentarsi in Italia e Francia con una nutrita delegazione di intellettuali, giornalisti e naturalmente, ballerini di Rumba pre far conoscere una volta di più agli europei questa danza dalle radici nella cultura africana, sempre viva sull’Isola.
Le esibizioni si stanno tenendo in questi giorni a Roma, Firenze e Parigi e a quanto pare con grande successo di pubblico e musicologi.

Grande successo anche al “Mese della Cultura Cubana” che si sta concludendo con l’esibizione del Balletto Nazionale di Cuba al Centro J. F. Kennedy di Washington dove si sono presentati artisti di ogni campo della cultura cubana con grande accettazione da parte del pubblico nordamericano. Il Balletto Nazionale, prima di concludere la rassegna nella capitale, si è esibito in varie città statunitensi raccogliendo consensi, simpatia e solidarietà.