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giovedì 30 marzo 2017

Oggi i funerali di Tomás Miliián a Miami

Dopo una settimana dalla sua scomparsa fisica, si terranno oggi funerali di Tomás Milián. Saranno svolti in forma privata e non si sa se successivamente i suoi resti saranno trasportati e seppelliti a Roma come da sua espressa volontà.



Ciao Tomás, forse ti sei ritrovato col "Caballero de París" e stai rivedendo la tua Avana, lasciata da giovanissimo che con Roma ti è rimasta nel cuore.

venerdì 24 marzo 2017

Che delizia, adesso, volare negli USA dall'Avana

Dopo tanti anni ho sentito una strana sensazione nell’arrivare all’aeroporto di Boyeros trovandolo invaso da velivoli di compagnie statunitensi, parcheggiati, in fase di decollo o atterraggio. Tra loro c’era anche il volo TR183 per Caracas/Istanbul. Forse non era una vera e propria emozione, però qualcosa ho provato, così come dopo l’imbarco ho raggiunto Orlando in una sola ora di volo invece delle 4 (almeno) che ci volevano prima solo per arrivare a Miami via terzo Paese e relativo scalo con cambio di aereo.

Grazie Obama ti sei mosso, come da tradizione, verso lo scadere del tuo secondo mandato, ma hai aperto una via che può solo migliorare.

Tomás e Cecilia sulla Plaza de la Revolución


giovedì 23 marzo 2017

Hasta siempre Tomás

Sono rimasto sorpreso ed estremamente dispiaciuto, appena arrivato ad Orlando, della scomparsa di Tomás Milián un personaggio tanto amato e ammirato da un pubblico immenso. Ho avuto la fortuna, il piacere e l’onore di condividere con lui e la sua troupe qualche giorno nella “sua” Avana, nella quale era tornato dopo 58 anni per aprire gran parte della sua intimità più profonda con il suo pubblico, filmando il documentario autobiografico “The Cuban Hamlet” con la regia di Giuseppe Sansonna e grazie alle “manovre” dell’architetto Marco Marini in collaborazione con l’allora Segretario d’Ambasciata Pietro De Martin.
Un attore fino al midollo, sugli schermi come nella vita. Lui stesso si è definito “un rompicoglioni” e il personaggio di Monnezza ha detto di averlo creato, almeno nel nome, a sua immagine e somiglianza. Sono certo che erano gigionerie, in fondo sapeva bene di essere tutt’altro che della spazzatura. Sicuramente una personalità tormentata da una vita in certi momenti oltre che difficile, proprio drammatica.

Sono arrivato in Florida con la speranza di poter passare a salutarlo nella sua casa di Miami Beach per chiedergli quando sarebbe tornato ancora all’Avana. Non ne ho avuto il tempo. Ciao, Tomás o Tomasito come ti chiamava la nonna. Mancherai di certo a tanta gente, non solo a me.


sabato 18 marzo 2017

Le Cinque Giornate di Milano

Stamattina mi sono alzato (non c’entra Bella ciao) col leghismo alto e non ho visto i tram e filovie con le bandierine tricolori. Poi ho realizzato che qua i tram non ci sono più da oltre 60 anni e le filovie non sanno nemmeno cosa sono.  I tre colori ne hanno uno diverso (come francesi e maggior parte di anglo, non sassoni e loro ex Colonie vecchie e nuove, forse si salvano solo Sudafrica e Canada), il blu al posto del verde e sono distribuiti in modo diverso.
Quello che abbiamo in comune è che nel 1848 eravamo entrambi una Colonia, spagnola di qua e austro ungarica di là. Grazie alle frontiere che come ha ricordato ieri il Trumpone, rendono l’immigrazione "un privilegio e non un diritto". Fra le altre cazzate che dice, a giorni (quasi) alterni, si è mostrato entusiasta con frau Merkel per la comune causa della NATO. Si era già dimenticato di dire che se  l’Europa non contribuisce secondo lui, finanziariamente, meditava di uscirne.
Forse poi si è ricordato che i decadenti del Vecchio Continente hanno contribuito anche a prezzo di vite umane ai capricci dei suoi predecessori di qualsivoglia dei due partiti presenti al Congresso.
Vabbé, saranno riflessioni e nostalgie di un vecchio babbione per quello che succede e quello che è successo nelle Cinque, effimere, ma comunque gloriose Giornate di Milano?

Auguri ai milanesi, corso XXII Marzo e porta Vittoria.

venerdì 10 marzo 2017

Che bello sorvolare lo Stretto della Florida senza dover fare il giro dei Caraibi...e a minor prezzo

Il prossimo 23 partirò per Orlando (Florida), approfittando dei recenti voli commerciali diretti, dove si trova mia figlia e mi fermerò da lei per un mese. Cercherò, anzi lo farò sicuramente, di aggiornare e “restringere” la mia cerchia di amicizie su Face Book in quanto, ho ripetuto fino alla noia che ho grosse difficoltà ad operarlo da Cuba. Per l’occasione credo di poter pubblicare come e-book e probabilmente anche cartaceo il mio libro “Rinascita del turismo a Cuba”, nelle edizioni italiana e spagnola, dalla fine degli anni ’60 del secolo scorso a oggi. Non è un testo che aspira al Premio Nobel, però credo che ci siano elementi che a qualcuno possano interessare e circa 150 fotografie o più.

Spero di non offendere nessuno, ma alla parola “amico” o almeno “buon conoscente”, da anziano quale sono, do il significato di un legame affettivo e disinteressato, condivisione di interessi o ricordi, seppure non ci vediamo da tempo o possiamo avere punti di vista diversi, anche in politica. Purtroppo succede spesso che molte persone non la pensino così e considerino “amici” delle semplici persone che furono o potrebbero essere utili, magari anche come “merce” di scambio. Mi dispiace, ma la penso diversamente.

giovedì 9 marzo 2017

Incontro di Eusebio Leal Spengler col pubblico, moderato da Ciro Bianchi

Fra gli abituali incontri settimanali alla fondazione Dulce María Loynaz, ieri 8 di marzo, c’è sta una conversazione col pubblico da parte del Conservatore Patrimoniale e Storico della cità dell’Avana, Eusebio Leal Spengler, moderato dal popolare intellettuale giornalista e scrittore Ciro Bianchi Ross.
L’invitato ha esordito e parlato a lingo della sua infanzia, da bambino povero, figlio di una bidella separata dal marito che ha compiuto salti mortali per allevare con amore suo figlio fino a potergli far frequetntare la quarta elementare.
Leal ha elencato una serie infinita di amici d’infanzia, fra cui Omara Portuondo, vicini solidali e caritatevoli, come altri personaggi che nell’adolescenza lo hanno aiutato a sbarcare il lunario, introducendolo, in punta i piedi, nel mondo dell’intellettualità cubana  e della realtà cattolica con cui è stato allevato e con essi altri luoghi che hanno sempre catturato la sua attenzione e hanno risvegliato il sogno, sempre latente in lui di studiare, seppure da autodidatta, per mantenere vivo il ricordo della città che lo ha visto nascere e crescere. Una delle figure che più lo hanno impressionato è stata quella di Emilio Roig, il suo predecessore nel ruolo di Conservatore Patrimoniale e Storico della città che in pratica gli ha lasciato un’eredità per la quale non si sentiva preparato. Attraverso Roig e altri personaggi importanti e celebri ha scoperto, avuto accesso ed ereditato, per la città, documenti e oggetti storici di valore inestimabile.
Una volta giunto il processo rivoluzionario, Eusebio ha potuto riannodare gli studi, con grande sforzo di volontà, lottando contro l’ostracismo alle religioni dell’epoca, rubando tempo alle sue molteplici attività che lo hanno portato alle soglie dell’Università, dove poi è entrato superando brillantemente le altre prove, è stato respinto all’esame: sul Marxismo Leninismo. Ha chiesto umilmente scusa ai professori esaminandi, da lui paragonati agli inquisitori spagnoli per la loro severità e intransigenza, ma ha detto chiaramente che la materia era per lui ostica, in quanto la sua mente analitica non accettava idee imposte ma le doveva prima elaborare e capire. Pertanto, ha chiesto aiuto a una delle professoresse di aiutarlo nel fargli comprendere il contenuto della materia, potendo poi così, accedere alla carriera universitaria.
Un racconto molto bello e interessante di quest’uomo che poi si è circondato di valenti collaboratori in ogni settore e sta ridando, almeno al centro della Città Vecchia e immediati dintorni, il suo antico splendore.
Giunto a un’età più che matura, essendosi dichiarato grande sognatore come tutti quelli della sua generazione, ha detto di avere un sogno in sospeso, seppure già in via di realizzazione: Il trasporto da New York della replica esatta e fedele dell’unica scultura esistente di José Martí, l’Eroe nazionale cubano e apostolo della moderna rivoluzione che campggia nel Central Park della città nordamericana. Dopo molte e lunghissime trattative, negative, con i diversi sindaci succeduti al governo della città, è riuscito a trovare una Fondazione privata che si è detta disponibile ad aiutarlo nel suo porposito facendo trasportare una copia fedele, del peso di diverse tonnellate di bronzo, per aiutarlo nel suo sogno e far si che tutti gli avaneri o i visitanti della citttà possano ammirare quest’opera d’arte, unica per la composizione di un Martí a cavallo, ferito a morte e scolpita con una grande arte che evidentemente è stata aiutata dall’amore per questo personaggio, Gigante fra i Gigantii dell’Indipendenza dalla Patria Grande Latinoamericana.
Dopo questo, ha detto, la sua opera sarà terminata, nel frattempo sta ultimando il restauro del Capitolio Nacional che tornerà ad essere la sede dell’Assemblea legislativa, cubana completando, la sua cupola con una lanterna che illuminerà gran parte della zona nelle ore notturne.
Grazie Eusebio, a nome di tutti coloro e apprezzano l’Avana, anche nei luoghi meno conosciuti e purtroppo non ne conoscono, né conosceranno mai tanti misteri nascosti.

Al termine dei suoi interventi, l’unica domanda dal pubblico è stata la mia e gli ho ricordato, quando oltre trent’anni fa, era venuta una delegazione italiana della Confindustria milanese e lombarda disposta a contribuire con finanziamenti e personale specializzato alla costruzione di parte della città, in particolare nella zona di Monte. La risposta, molto diplomatica, riunita assieme ad altri commenti e ricordi del fatto, è stata che l’operazione non si è potuta realizzare per “la burocrazia”. Italiana, cubana o di entrambe? A questo non ha dato risposta.