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domenica 12 agosto 2018

Ma i discendenti di Giuda, sono arrivati in America Latina?

Ho visto, recentemente, una mini serie di documentari e commenti realizzata da ricercatori, antropologi, storici e addetti ai lavori in generale. L’argomento era la ricerca, a ritroso, del gene maschile “Y” fino alla notte dei tempi umanoidi. Il risultato, sorprendente è che la ricerca, lunga e minuziosa, conduce ad un unico capostipite che la Bibbia ha chiamato Adamo. Le investigazioni hanno condotto in Africa Orientale e in modo più specifico nell’attuale Etiopia. Questo territorio era già ben conosciuto dagli antropologi che avevano pubblicato le loro ricerche, basate su resti fossili, deducendo che da questa zona è cominciata la diaspora dell’Homo Erectus, discendente dagli Ominidi e antecedente del “Sapiens”.
La cosa che mi ha più sorpreso, nel seguire le migrazioni per i vari Continenti nel corso di centinaia di migliaia di anni, è stata quella che attraverso gli esami del DNA, possibili solo da un tempo relativamente breve, è emerso che tutti noi abbiamo in comune il cromosoma “Y” che secondo gli esperti porterebbe a un unico antenato comune a tutte le razze che si sono sparse in luoghi, tempi e condizioni differenti, creando gruppi, sottogruppi e differenze somatiche, ma mantenendo inalterato il genoma.
Quello, da non credente che mi lascia il dubbio, è da dove discende il cromosoma femminile...? Sarà una “deformazione” del maschile? Devo riconoscere che la storia della costola non mi convince e poi la prima coppia non ha avuto solo due figli maschi? Senza contare che secondo questa “teoria” i tempi evolutivi sarebbero molto più rapidi e imprecisi. Poche migliaia di anni, rispetto alle centinaia di migliaia o addirittura qualche milione secondo gli studi opinabili, ma accompagnati da prove concrete e condivisi dalla totalità, o quasi, del mondo scentifico, anche credente.
Dal mio punto di vista do più credito alla scienza che prima o poi saprà dare, se non lo ha già, una risposta a questo mio dubbio.
Un altro dubbio che mi assale è: ma i sottogruppi di Giuda, attraverso le migrazioni, sono arrivati anche in Sud America? Gli esempi sono infiniti, al momento me ne sovviene solo qualcuno: Pinochet, Videla e molto più recentemente Temer, Santos o Lenin Moreno che pur essendo Presidente non ha avuto nemmeno il buon gusto di cambiarsi il nome di battesimo.


                                                                                                              

mercoledì 8 agosto 2018

Opinioni, opinabili, su una realtà

Ho ricevuto una mail  da un amico che segue assiduamente queste mie personalissime, criticabili e non obbligatoriamente condivisibili opinioni, nella quale si dichiara “non completamente d’accordo” sulla mia teoria riguardante l’embargo, specie nel campo della salute e ne ha tutto il diritto. Il tema riguardante gli effetti dell’embargo di cui soffre Cuba si ripercuote (per importanza) sulla salute, ma non solo. Desidererei chiarire il mio punto di vista sull’argomento, magari per far riflettere altri lettori non ben informati sul tema.
Premesso che in alcuni casi lo considero un alibi per alcuni responsabili di settori economici e sociali, dal momento che da diversi anni, Cuba riceve crediti e aiuti da Paesi “amici” o cumunque non nemici come, per esempio: Cina,Vietnam, Russia, Canada, Messico e altri, per non parlare del Venezuela con le sue difficoltà, sempre più acute e derivate dallo stesso mandante. C’è stato anche un riavvicinamento della Comunità Europea. Il tutto è molto bello  e utile, chi ha visitato Cuba 20 o più anni fa lo può apprezzare in molti campi, ma  nessuno di loro  è Babbo Natale e con tutte le agevolazioni e condoni del caso, un Paese bloccato finanziariamente soffre, comunque, di grandi difficoltà e gli risulta difficile uno sviluppo completo e integrale. Molti, specie all’estero danno la colpa al “sitema” o al regime e negarlo completamente sarebbe oscurare il Sole con un dito, ma se i cambiamenti seppure ancora lenti e poco efficaci sono iniziati, l’embargo continua da quasi 60 anni. Cina e Vietnam, con la stessa ideologia politica, senza embargo, non sono diventati Paesi prosperi in pohi anni?
Da un po’ di  anni si è scoperta l’acqua calda del turismo, in un Paese caraibico ed è diventata la prima fonte di ingresso (lordo). Sono lontani i tempi in cui c’era una lotta a coltello tra le poche Agenzie straniere presenti per avere un pullmann o degli alloggiamenti decenti, ma questo va a vantaggio degli investitori stranieri che stanno costruendo alberghi a tutto spiano, però le entrate (nette) non sono tutte per Cuba...
Nello specifico, lo strangolamento finanziario è sopportabile solo con enormi sacrifici e stoicismo. Cuba non può fare transazioni in dollari statunitensi, così some gli Istituti Finanziari che tengono rapporti con essa. È facile immaginare quale sia il danno economico dovuto solo al cambio della valuta. L’extraterritorialità della Legge impedisce, anche,  alle Aziende nordamericane radicate all’estero, o loro filiali e associate, di commerciare in ogni campo con Cuba. Se i manufatti metallici contengono nickel cubano ne è vietato l’acquisto ed ogni eventuale “triangolazione” di Imprese di Paesi terzi con prodotti nordamericani, comporterebbe, nel migliore dei casi, multe milionarie o anche la cessazione dei rapporti con la “Casa madre” statunitense. E questo è solo un esame molto superficiale.
Nel campo della salute, molti apparecchi sono prodotti da altri Paesi (Giappone, Olanda, Cina, ecc.), purtroppo però, ci sono macchinari  e medicine che possono salvare vite, prodotti solo negli Stati Uniti o comunque protetti dai loro brevetti e questo è un serio quesito sui Diritti Umani, mentre medici e personale cubano della Salute si distinguono in tutto il mondo in opere umanitarie portando il poco che hanno e anche quello che servirebbe in Patria.