Ho
ricevuto una mail da un amico che segue
assiduamente queste mie personalissime, criticabili e non obbligatoriamente condivisibili
opinioni, nella quale si dichiara “non completamente d’accordo” sulla mia
teoria riguardante l’embargo, specie nel campo della salute e ne ha tutto il
diritto. Il tema riguardante gli effetti dell’embargo di cui soffre Cuba si
ripercuote (per importanza) sulla salute, ma non solo. Desidererei chiarire il
mio punto di vista sull’argomento, magari per far riflettere altri lettori non
ben informati sul tema.
Premesso
che in alcuni casi lo considero un alibi per alcuni responsabili di settori
economici e sociali, dal momento che da diversi anni, Cuba riceve crediti e
aiuti da Paesi “amici” o cumunque non nemici come, per esempio: Cina,Vietnam,
Russia, Canada, Messico e altri, per non parlare del Venezuela con le sue
difficoltà, sempre più acute e derivate dallo stesso mandante. C’è stato anche
un riavvicinamento della Comunità Europea. Il tutto è molto bello e utile, chi ha visitato Cuba 20 o più anni fa
lo può apprezzare in molti campi, ma nessuno di loro è Babbo Natale e con tutte le agevolazioni e
condoni del caso, un Paese bloccato finanziariamente soffre, comunque, di
grandi difficoltà e gli risulta difficile uno sviluppo completo e integrale.
Molti, specie all’estero danno la colpa al “sitema” o al regime e negarlo
completamente sarebbe oscurare il Sole con un dito, ma se i cambiamenti seppure
ancora lenti e poco efficaci sono iniziati, l’embargo continua da quasi 60 anni.
Cina e Vietnam, con la stessa ideologia politica, senza embargo, non sono
diventati Paesi prosperi in pohi anni?
Da
un po’ di anni si è scoperta l’acqua
calda del turismo, in un Paese caraibico ed è diventata la prima fonte di
ingresso (lordo). Sono lontani i tempi in cui c’era una lotta a coltello tra le
poche Agenzie straniere presenti per avere un pullmann o degli alloggiamenti
decenti, ma questo va a vantaggio degli investitori stranieri che stanno costruendo
alberghi a tutto spiano, però le entrate (nette) non sono tutte per Cuba...
Nello
specifico, lo strangolamento finanziario è sopportabile solo con enormi
sacrifici e stoicismo. Cuba non può fare transazioni in dollari statunitensi,
così some gli Istituti Finanziari che tengono rapporti con essa. È facile
immaginare quale sia il danno economico dovuto solo al cambio della valuta. L’extraterritorialità
della Legge impedisce, anche, alle
Aziende nordamericane radicate all’estero, o loro filiali e associate, di
commerciare in ogni campo con Cuba. Se i manufatti metallici contengono nickel
cubano ne è vietato l’acquisto ed ogni eventuale “triangolazione” di Imprese di
Paesi terzi con prodotti nordamericani, comporterebbe, nel migliore dei casi,
multe milionarie o anche la cessazione dei rapporti con la “Casa madre”
statunitense. E questo è solo un esame molto superficiale.
Nel
campo della salute, molti apparecchi sono prodotti da altri Paesi (Giappone,
Olanda, Cina, ecc.), purtroppo però, ci sono macchinari e medicine che possono salvare vite, prodotti
solo negli Stati Uniti o comunque protetti dai loro brevetti e questo è un serio
quesito sui Diritti Umani, mentre medici e personale cubano della Salute si
distinguono in tutto il mondo in opere umanitarie portando il poco che hanno e
anche quello che servirebbe in Patria.
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