Con l'ingresso in sala, al fianco del fratello Raul, di un Fidel Castro evidentemente provato, appoggiato a un bastone e sorretto dai membri della scorta, si è aperta la cerimonia di chiusura del 6° Congresso del PCC. Con questa presenza si è veramente chiuso il ciclo che lo vedeva come numero uno della politica ufficiale del Paese. Per sua espressa volontà ha rinunciato anche agli incarichi di Partito trasformandosi veramente nel “compañero Fidel”.
Dopo l'Inno nazionale è stata data lettura a un messaggio inviato dal presidente venezuelano Hugo Chàvez e quindi la lunga lista di nomi dei componenti il “nuovo” Comiatato Centrale, quindi del “nuovo” Burò politico e della Segreteria del Partito. Superfluo dire che l'incarico di 1° Segretario è stato conferito a Raul Castro.
Sicuramente le novità attese non sono state espresse in questi casi dove sono riapparsi tutti i componenti della “vecchia guardia” ancora vivi. C'è ancora tempo per l'annunciato cambio generazionale dei 5 anni “al potere” rinnovabili, al massimo, per altri 5...
Adesso resta da conoscere quali saranno i reali ed effettivi cambi sociali ed economici con i quali il Partito orienterà il Governo e il Parlamento nei prossimi mesi e che per adesso sono solo “sussurrati” senza reale riscontro.