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sabato 16 settembre 2017

Irma, la non dolce

Giorni or sono, mentre “Irma”(non certo la “dolce” come nell’omonimo film) si approssimava alla costa nord dell’oriente cubano, ho ricevuto una mail da un amico il quale mi comunicava che i “pessimisti” prevedevano una catastrofe all’Avana. Guardando i pronostici emessi continuamente dal Servizio Meteorologico e dalla Difesa Civile ho sottovalutato con ottimismo e leggerezza la situazione. La traiettoria era sul mare, parallela alla costa nord, con possibilità di toccare terra in alcuni punti delle regione centrale. I Cayos della zona ne sanno qualcosa come le province di Villa Clara, Ciego de Ávila e Sancti Spiritus. Il problema da me sottovalutato era l’ampiezza di tale perturbazione di categoria 5,  ovvero il massimo previsto dalla Scala Sapphir-Simpson con venti di circa 290km/h con raffiche di oltre 300 e che il raggio (oltre 100km. per un diametro di più di 350 del sistema) attorno all’occhio, manteneva la potenza dei venti, seppure non massimi, ma attorno ai 200kmh, penetrava sul territorio cubano. Altro mio ottimismo è stato che il cono di traiettoria, prevedeva una curva a nord (che c’è stata), prima di raggiungere le coste dell’Avana, ma anche qua ho sottovalutato l’ampiezza del fenomeno atmosferico. Naturalmente “catastrofe” è un termine relativo e si può usare in differenti contesti, nel caso specifico non si può paragonare la catastrofe di Barbuda o Saint Martin (le peggiori), o quelle di altri Paesi toccati più direttamente. In ogni caso Cuba è stata toccata duramente dal settore sud dell’uragano che fra l’altro è quello che portava la maggior parte dei venti di grande intensità, facilitata dalla fase di luna piena e dall’alta marea della notte. Il risultato, comunque catastrofico, è stata una penetrazione del mare mai vista a memoria d’uomo con la saturazione completa dei tre tunnel dell’Avana, diversi crolli, la sospensione di corrente  e telefono (di internet non se ne parla se non da alcuni “punti Wi-fi) che se per noi è stata di circa 4 giorni, in altre zone prosegue. Personalmente ho subito la seconda inondazione della mia Polsky Fiat 126, con l’aggravante che questa volta si tratta di acqua salata e non di pioggia. Insomma, se al tutto c’è il peggio, la nostra piccola “catastrofe l’abbiamo avuta anche qua. Bisogna riconoscere che le autorità nazionali e locali hanno mobilitato tutte le forze possibili per la prevenzione e il recupero raggiungendo fasi di riabilitazione in tempi brevi, lavorando duramente 24 ore su 24, escludendo i casi più difficili e complicati che richedono qualche tempo in più. Grande disciplina e solidarietà da parte della popolazione in generale.










venerdì 8 settembre 2017

giovedì 31 agosto 2017

Prossimi al 3 di settembre

Pubblico oggi, per ragioni pratiche e di connettività il ricordo di quella data indimenticabile. Sono passati 28 anni da quel tragico, prossimo, 3 di settembre, ma il ricordo drammatico e la solidarietà con le famiglie rimane.

Riaperto un altro locale storico dell'Avana

Dopo un intenso lavoro di ristrutturazione, da qualche giorno, ha riaperto i battenti un altro storico locale del’Avana: il bar ristorante Monsegneur nella sua strategica posizione di calle N e 21, di fronte all’hotel Nacional de Cuba. Questo locale, oltre che per la sua alta tradizione gastronomica e di servizi è stato la culla del mitico cantante “Bola de Nieve”, così soprannominato scherzosamente per il suo colore nero come la pece, al secolo Ignacio Villa che intratteneva i clienti con ler sue composizioni e il suo modo assolutamente tipico e personale di nterpretarle.

martedì 22 agosto 2017

Hasta siempre Roberto Gottardi

Purtroppo la notizia era attesa da un giorno al’altro, anche data l’età avanzata di 90 anni, ai quali era giunto nei pressi, in una buona forma fisica che ha avuto il suo tracollo solo ultimamente. Ieri (lunedì, 21 agosto), ci ha lasciato Roberto Gottardi. Di lui ho scritto in più occasioni in questo blog. Non eravamo intimi amici, ma ci conoscevamo da quasi 40 anni e ci si vedeva di tanto in tanto. Ricordo i miei primi viaggi a Cuba in cui lo aiutavo a mantenere i contatti epistolari con la famiglia, a Venezia.

Con l’argentino Riccardo Porro, anche lui scomparso e il fraterno amico Vittorio Garatti, è stato uno dei progettisti di uno dei più emblematici complessi dell’Avana, costruito sui terreni dell’antico Country Club: la Scuola Nazionale d’Arte (ENA per la sua sigla in spagnolo) che comprende anche l’Istituto Superiore d’Arte (ISA). Hasta siempre Roberto e un abbraccio alla compagna di tanti anni Luz María Collazo, coreografa ed ex prima ballerina della Danza Moderna di Cuba. 

venerdì 18 agosto 2017

La madre degli imbecilli è sempre incinta

Il famoso detto, oltre a terroristi e assassini di gente inerme e innocente, trova conferma nelle madri dei vari Kim Il, imperatori eterni della Corea del Nord che fino a poco fa non minacciava nessuno, se non giocando coi suoi missili ed esperimenti atomici. Adesso, anche grazie alle continue provocazioni del Trumpone, il Kim Il non so quale di turno, dimostra di essere suonato almeno come suo nonno e suo padre e minaccia di invadere l’isola di Guam, possedimento statunitense nel Pacifico e importante base militare strategica. Sarebbe veramente l’inizio della fine.
Per inciso e per chi non lo sapesse, l’isola di Guam era uno dei tanti possedimenti spagnoli in giro per il mondo e venne ceduto dalla Spagna agli Stati Uniti, assieme alla Florida, Portorico e le Filippine quando venne firmato il trattato che poneva fine alla guerra Hispano-Nordamericana, a Parigi nel 1901.
Quello che  non tutti sanno è che questa guerra fu dichiarata alla Spagna dagli Stati Uniti quando la potenza iberica era allo stremo delle forze per la guerra di Indipendenza di Cuba e il pretesto fu l’autoaffondamento, da parte degli americani della corazzata “Maine”, alla fonda nel porto dell’Avana.
In realtà, quindi, la guerra fu Cubano-Hispano-Americana, ma guarda caso, alla firma del trattato di Parigi il nuovo Governo repubblicano e indipendente di Cuba non fu invitato. Questo Governo, “riconoscente” di essere passato da colonia a neo colonia, oltre al diritto di intervento militare a Cuba, dette in concessione, chi dice per 100 anni e chi dice senza una scadenza. Ovviamente la concessione poteva essere ritirata da Governi successivi, al di la che avesse una scadenza o meno ed è quello che è successo. I nerboruti statunitensi però non ci pensano nemmeno. Che democratici e rispettosi dei diritti altrui che sono. Siamo nelle mani di Kim Il Trump.



mercoledì 16 agosto 2017

Come le mezze stagioni, anche i premi Nobel non sono più quelli di una volta. A Milano potrebbero chiamarsi Sibrût. Dopo quello regalato a Obama alcuni anni fa, ancora prima che entrasse pienamente in carica continuando la distruzione del Nord Africa e Medio Oriente e altri esempi abbastanza discutibili, specie per la letteratura, è toccato al Presidente della Colombia Santos, premiato per la sua opera di pacificazione tra il Governo e la FARC, non certo cosa da poco, seppure costellata da violazioni e inadempienze da parte governativa. Nei suoi discorsi ufficiali di celebrazione dello storico accordo il Nostro, con tanta retorica e pseudo populismo, ha dichiarato,testualmente, a grandi lettere che “l’America Latina è territorio di pace”. Probabilmente per l’anima delle tante vittime della violenza criminale o politica. Forse appagato per il riconoscimento e relativo appannaggio, adesso appoggia apertamente le intenzioni di Trumpone dichiarando a destra e a manca che ci vorrebbe un  intervento militare statunitense in Venezuela. Un vero spirito democratico e pacifista di affrontare situazioni che non piacciono anche se riguardano altri Paesi che sono sovrani di governarsi o sgovernarsi come gli pare.