Fra le
interviste raccolte da Fiorella Cappelli, quella di Cecilia è andata in onda il
16 gennaio alle ore 19.45 nel programa “Tre soldi” su Radiorai 3, la mia il 19
stessa ora e stesso programa. Chi fosse interessato o curioso la può trovare
sul sito www.rai.it.
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domenica 22 gennaio 2017
sabato 14 gennaio 2017
Tre soldi...di interviste a Cuba
Lunedì 16, martedì 17 e giovedì 19 andranno in onda
su Radiorai3, nel programma "Tre soldi", alle 19.45, una serie di interviste raccolte a Cuba da Fiorella
Cappelli. In due di queste ci saremo Cecilia e io, non sappiamo in che ordine
verranno trasmesse e fra l’altro ci saranno altri due programmi in data non
ancora precisata. Chi fosse interessato può sintonizzarsi nelle date e ore di
cui sopra. È possibile sintonizzarsi anche sul sito di Radiorai3.
venerdì 13 gennaio 2017
Obama lascia con exploit finale
Come
nella miglior tradizione del secondo mandato presidenziale, colpo di coda in
“zona Cesarini” dell‘amministrazione Obama nei confronti dei rapporti con Cuba
con un accordo che probabilmente, non verrà messo in discussione dalla futura
amministrazione Trump.
Nel
tardo pomeriggio di ieri è stato reso noto con un comunicato congiunto dei due
Governi, un cambio fondamentale nella politica migratoria che abolisce la
politica dei “piedi asciutti e piedi bagnati”, che non era una legge vera e
propria, ma solo un atteggiamento, appunto, politico anche se rimane una delle
“stranezze americane” che potrebbe essere eliminata soltanto con la volontà del
Congresso del grande Paese del nord che
è la legge (questa sì) chiamata “Ley de Ajuste Cubano” che continua a permettere
ai cittadini cubani che entrino legalmente, ovvero con un visto di lavoro o per
visita famigliare, di ottenere asilo e assistenza da parte del governo degli
Stati Uniti. Naturalmente il numero totale di chi si potrebbe avvalere di
questa legge, adesso, viene drasticamente ridotto.
Vediamo
pertanto cosa cambia e cosa no, premettendo che questo accordo, con effetto
immediato, è comunque di grande portata:
in sostanza gli Stati Uniti non permetteranno più l’ingresso illegale dei
cittadini cubani che fino a ieri potevano raggiungere il territorio “asciutto”
degli Stati Uniti con qualunque mezzo sia per mare che per aria o per terra da
Paesi terzi (Messico in testa, o Canada) creando anche un “effetto domino” in
altri Paesi centro o sud americani da dove, cittadini cubani entrati, anche
legalmente, cercavano di raggiungere il Messico da dove era relativamente
facile, per loro, accedere agli Stati Uniti.
Il nuovo accordo prevede il rimpatrio di tutti
i cittadini cubani sprovvisti di regolare visto consolare. In questo modo si
eliminano i pericoli di traversate rischiose con un numero imprecisato di morti
o scomparsi in mare, o di traffico illegale, dal risultato incerto, portato
avanti da persone senza scrupoli. L’accordo prevede anche l’abolizione, da parte
degli USA di un programma denominato “Parole” che favoriva la diserzione di
personale medico o comunque sanitario, di cubani in missione in Paesi del Terzo
Mondo con l’ammissione agevolata negli Stati Uniti.
Si
mantiene la quota di un minimo di 20.000 emigranti l’anno, concessa dal Governo
nordamericano.
L’accordo
comprende anche risvolti secondari che potrebbero avere effetto retroattivo in
alcuni casi, come quello di 2.486 persone emigrate col famoso esodo del Mariel
nel 1980 e che sono rimasti nel limbo per tutti questi anni, in quanto non
graditi e imprigionati anche per lunghi periodi, ma non accettati, di ritorno,
dalle Autorità cubane.
In
ogni caso un altro passo avanti per eliminare il contenzioso per una
auspicabile, reale, normalizzazione dei rapporti fra i due Paesi. Adesso le
grosse spine rimaste sono due, Ley de Ajuste a parte: sollevamento dell’embargo
finananziario, economico e commerciale e restituzione del territorio occupato di
Guantánamo dove esiste, l’unica base militare al mondo, mantenuta a dispetto
del volere di un Governo e di un popolo.
Ma
un lungo cammino si compie con piccoli passi.
mercoledì 11 gennaio 2017
Mondo bestia, con finale triste
SECONDA
EDIZIONE, RIVEDUTA, CORRETTA E AMPLIATA
MONDO
BESTIA, CON FINALE TRISTE
Oca
gatto a letto, diceva quel porco di un cane, puzzolente come un pesce e dalla
pelle di cappone, matto come un cavallo, ostinato come un mulo e ignorante come
un asino. Ovviamente era sempre nudo come un verme, non usava giacche di renna,
cappotti di cammello, golf di alpaca, copricapi di astrakan o scarpe di
coccodrillo, però era pieno di pregi e difetti, contraddizioni che apparivano
secondo le circostanze: paziente come un bue, forte come un toro, quasi sempre era
muto come un pesce o si ripeteva a pappagallo, coraggioso come un leone o
pauroso come un coniglio, veloce come una lepre o un furetto, oppure lento come
una tartaruga o lumaca, secondo i casi. Aveva una memoria da elefante, le
orecchie da pipistrello, naso da tapiro e denti da castoro. Il pelo liscio come
una foca, bianco e nero che lo faceva sembrare un pinguino, specialmente quando
camminava sulle due zampe posteriori.
Feroce
come una tigre o mite come un agnello. Aveva una barba caprina e dormiva sopra
la panca per non rischiare di crepare, occhi di lince, ogni tanto da triglia, ma
a volte era cieco come una talpa. Furbo come una volpe o tonto come una cernia.
Agile come una scimmia, elegante come una gazzella. Faceva il galletto, alzando
la cresta e cercava di conquistare le cagnette, ma restava sempre con un pugno
di mosche, mentre le sue amichette razzolavano come galline. Ebbe una compagna
che gli mise le corna come un cervo o un’alce.
Nuotava
come uno squalo anche se era grasso come una balena, seppure da giovane era
stato magro come un’acciuga. A volte era strisciante come un serpente, scontroso
come un orso e affamato come un lupo, piombava sulle prede come un falco,
ridendo come una iena e poi banchettava come un avvoltoio.
Laborioso
come una formica o pigro come un bradipo, aveva la saggezza di un vecchio gufo,
era acuto come un’aquila o ottuso come una trota. Cantava come un usignolo o
stonava come una cornacchia, dormiva come una marmotta, russando come un ghiro
o saltava come un grillo. Quando ci si metteva era noioso e fastidioso come una
zanzara. Stando al sole diventava rosso come un gambero e vergognandosi,
nascondeva la testa sotto la sabbia come uno struzzo.
Purtroppo
un brutto giorno di pioggia, bagnato come un pulcino, attraversando
l’autostrada l’hanno schiacciato come uno scarafaggio rendendolo piatto come
una sogliola. Vacca rana che sfortuna. Amen.
C’è
qualche umano che gli assomiglia?
Questa
è farina del mio sacco e quindi posso dire gatto, come insegnava il buon Trap.
©®ÐØ#@&%$µ§¥¢Ø.Tutti i diritti, curvi, o storti, sono di Aldo Abuaf.
venerdì 6 gennaio 2017
Una foto per la (mia) storia
Questa
è la foto che mi hanno fatto al Consolato Generale di Cuba a Milano, durante il periodo di
apposizione delle firme in omaggio a Fidel Castro, a fianco di quella che avevo
avuto la fortuna e l’opportunità di scattare al Comandante il 16 dicembre 1986,
in occasione dell’inaugurazione della Scuola del Nuovo Cine Latinoamericano e
TV di San Antonio de los Baños.
(Cortesia di Oneida Baró, Console Generale della Repubblica di Cuba a Milano)
(Cortesia di Oneida Baró, Console Generale della Repubblica di Cuba a Milano)
L'immagine originale
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