Da
quando ho l’uso del comprendonio, sento sempre le varie generazioni (me
compreso) che criticano le successive (a torto o ragione) per il loro modo di essere
o di comportarsi. In merito all’essere, mi sembra normale con l’evoluzione e il
progresso: non possono essere uguali persone che non conoscevano, per esempio e
per non andare più indietro, la luce elettrica o l’acqua corrente in casa, da
altre che a tre anni usano già PC, Tablet, I-Phone e apparati del genere che
chissà cosa riserverà (ad altre generazioni) il futuro. In merito al
comportamento invece sono stupìto, proprio perché col passare del tempo e col
progresso l’intelligenza, la conoscenza e la cultura, migliorano, o dovrebbero,
non capisco come mai si perdono sempre più le basi di un minimo di educazione,
rispetto e socialità con il prossimo. Sono quotidiani ed evidenti i segni di
disprezzo del prossimo, vandalismo o maleducazione. Per fare altri esempi: come
quelle di non cedere il posto a sedere sui mezzi pubblici a persone anziane,
sofferenti, vibilmente discapacitate o donne in dolce attesa, così come tenere
apparecchi musicali a tutto volume giorno e notte, dalle auto alle case, strade
o medesimi mezzi pubblici. Si diventa sempre più dipendenti dalla tecnologia
della comunicazione arrivando al punto che due persone, sedute fianco a fianco,
si scambino, tramite i telefoni portatili, messaggini in lingua semi criptica
invece di guardarsi in faccia e parlarsi. Personalmente non sono contrario al
progresso e la tecnologia, infatti uso questi mezzi per esprimere le mie,
discutibili, opinioni al plurale e con persone non raggiungibili fisicamente,
ma non certo per propagandare astruse teorie sul fatto che la Terra è piatta,
come succede. Ben venga il progresso tecnologico se ci deve, come lo vedono i
progettisti, aiutare a migliorare la vita, non per peggiorarne la qualità. Ma,
forse, la qualità è migliore scrivendosi nell’etere stando a due centimetri di
distanza. Chissà.
Questa
dipendenza, tecnologica, sembra avere le stesse radici e i sintomi delle
dipendenze da stupefacenti o dall’abuso di droghe legali come alcol, tabacco o
caffè.
Da
parte mia, sono contento di essere nato e aver mosso i primi passi in un mondo
che usciva da una guerra che non ha aggettivi per essere definita. Di non aver
vissuto l’infanzia sotto dittature più o meno “morbide” e contro la mia volontà.
Poi con la crescita (legata anche alla tecnologia) aver visto il miglioramento
della qualità di vita, la caduta di regimi di destra e sinistra i cui dirigenti
interpretavano il progresso sociale a beneficio proprio o malinterpretavano i
Dogmi e le Ideologie, in buona o mala fede. Indubbiamente non si è finito lì,
c’era ancora moltissimo da fare anche nell’Occidente Cristiano, ma oggi mi
sembra che con la globalizzazione si stiano facendo strada movimenti che
rimpiangono o vorrebbero peggiorare certi malanni del passato. Ricordo, in
Italia, l’ultimo dopoguerra fino agli anni ’80 quando si è cominciato ad avere
un certo degrado, dopo la lenta e costante ricostruzione dalle macerie
economiche e morali. “Prima” i capitalisti che non erano certo dame della
carità, vivevano nel lusso sfrenato che si erano creati in modi leciti o a
volte no o che avevano ereditato. I lavoratori, ovviamente, non erano contenti
e si erano creati sindacati e leggi che seppur non impoverendo i ricchi
impedivano, a loro, di abusare oltre un certo limite. La classe “alta” mangiava
a quattro palmenti, ma lasciava gli avanzi al proletariato, poi si è creata la “recessione”.
Quasi da un giorno all’altro si sono susseguiti fallimenti, licenziamenti, disoccupazione,
lavoro “nero”, chiusure o trasferimenti di fabbriche che davano lavoro a decine
se non a centinaia di migliaia di lavoratori di ogni categoria. Allora (meglio
tardi che mai) ho capito che il vero potere è quello economico, i politici sono
solo lo strumento che mostra la faccia. Guarda caso non ci sono più “borghesi
illuminati”, ma solo affaristi senza scrupoli. A fare le nuove leggi e
provvedimenti ci sono i “nuovi politici”, sic!!! Nuovi partiti o movimenti che
predicano il cambio, da una parte o dall’altra, ma che alla fine pur di
raggiungere o mantenersi al Governo che si nutre e a sua volta alimenta il vero
potere, quello economico e che si prestano, come i loro disprezzati
predecessori, ad alleanze quantomeno contraddittorie nei termini di programmi o
promesse e nel terzo millennio, avanzano prepotentemente fazioni che praticano
o vorrebbero praticare l’esatto contrario di quello che predicava l’ispiratore
dell’Occidente Cristiano, ovvero lo stesso Gesù Cristo, disputato fra palestinesi
ed ebrei per le sue origini il quale, pur essendo nato in Palestina, era
discendente dalla religione ebraica e non era certo di razza ariana né avea
capelli biondi e occhi azzurri. Sicuramente Lui non avrebbe detto (sempre per
esempio): America first!
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