La
situazione a Cuba è sempre più drammatica la crisi dei combustibili, già grave,
è precipitata con gli incendi scoppiati nella base delle “super cisterne” di
Matanzas dove era immagazzinata la maggior parte delle riserve petrolifere in
quanto la sua baia consente l’attracco alle superpetroliere. Adesso non si
saprebbe dove immagazzinare l’eventuale carico in arrivo con queste.
In
gran parte del paese i black-out energetici superano anche le 12 ore
giornaliere, nella capitale si arriva a 6 per zone. La benzina e il petrolio
automotrice sono praticamente scomparsi. Al di là dei disagi sofferti nelle
case si sta limitando fortemente la mobilità anche di servizi pubblici e la
produttività delle aziende, non certo esemplare tradizionalmente, si sta
avvicinando pericolosamente al baratro.
L’infame
embargo nordamericano adesso si sente più che mai. Alcuni uomini politici e
congressisti del Paese a nord hanno chiesto al presidente Biden di togliere,
almeno, i 243 provvedimenti presi da Trump, anche extraterritoriali come
d’altra parte il “bloqueo” nel suo complesso di cui ha la facoltà, se non
quella dell’embargo completo che spetta al congresso. Questo darebbe un po’ di
respiro all’economia cubana con qualche sollievo al suo popolo contro il quale,
in definitiva, è diretto l’embargo.
Nessun commento:
Posta un commento