C'è qualcosa che non quadra, a parer mio, in questo Paese che molti di noi hanno ammirato e idealizzato tra gli anni '60 e '80 del secolo scorso e con qualche riserva nei '90. Non si pretendeva certo una società piatta e uniforme come da comunismo utopico, ma almeno una buona dose di giustizia sociale che mi sembra stia venendo sempre meno applicata.
Si è
creato un "capitalismo a scartamento ridotto" con l'apertura, sempre
più concessa a lavori, cooperative e aziende di piccola e media dimensione.
Questo pur essendo un vantaggio in senso economico e pratico per il lavoratore
e consumatore mette in dubbio il sistema "tutto statale" (o quasi)
applicato fino a pochi anni fa, ma non essendo capitalismo totale ne assume
molti aspetti negativi come quello di creare fratture nella società che prima
erano meno evidenti. Chi ha la capacità e magari gli aiuti esterni, apre
aziende commerciali o produttive che nel momento attuale aiutano la crescita
dell'inflazione.
Non ci
sono (credo) multimilionari, ma esistono differenze notevoli tra ceti. Si
vedono magioni che con le dovute proporzioni sembrano hollyvoodiane e i
motorizzati circolano con auto (o moto) di 60 e più anni o qualcuna meno
anziana di provenienza ex sovietica e comunque non certo attuale, oppure con
modelli più recenti e costosi. Chi può permettersi di spendere varie decine di
migliaia di dollari per una macchina in un Paese proletario mentre i lavoratori
dipendenti tirano ogni giorno di più la cinghia?
Solo con
questi piccoli esempi di vita quotidiana e sotto gli occhi di tutti viene da
pensare che qualcosa non quadra…
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