Sono lontano da tempo e non solo fisicamente dalla politica italiana, ma nelle rare occasioni in cui ne vengo a contatto tramite i media rimango sempre più sbalordito. Doo la ormai lontana conversione di Matteo Salvini che l'aveva duro chiedendo la secessione dei mai ben identificati, geograficamente, Padani da "Roma Ladrona", adesso è il paladino del costruendo ponte sullo Stretto che unirà ancor più fisicamente "il Nord Africa" siciliano alla terra ferma. Non è mai troppo tardi per ravvedersi, se sinceramente e non solo per conquistare e mantenere il potere.
Un'altra ipocrisia ancora peggiore è quella del Presidente del Senato, Ignazio Larussa, che pur idolatrando il busto di Mussolini che ha in bella mostra a casa sua considerandolo sempre "l'uomo della Provvidenza", adesso ha la faccia tosta per non citarne una più odorosa, di andare a ricordare le vittime italiane della Shoà al binario 21 della Stazione Centrale di Milano con parole che avrebbe potuto pronunciare il più grande antifascista. Non importa se il suo idolo ha avuto la maggior responsabilità di quelle deportazioni verso una fine atroce.
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