Essendo stata fondata il 16 Novembre del 1519, l’Avana o San Cristobal de La Habana per dire il suo nome completo, coniato unendo il nome del cacicco nativo che regnava in questi luoghi: Habaguanex e quello del Santo a cui è stata dedicata, è oggi una signorina di soli 590 anni che, di fronte alla Storia, non sono proprio tanti. Eppure questi quasi sei secoli li ha trascorsi in modo molto intenso: dopo un trasloco del suo primitivo insediamento leggermente più a Sud dell’attuale posizione, ha vissuto con ritmi serrati il periodo della colonizzazione spagnola, la breve parentesi sotto il dominio inglese, gli attacchi dei corsari e pirati, le lotte per l’Indipendenza, la neocolonia, i moti di ribellione alle varie tirannie e governi corrotti. Da 50 anni a questa parte il tempo invece pur non essendosi fermato ha rallentato molto il suo scorrere, almeno rispetto alle Metropoli del suo rango sparse per il Mondo.
Questo rallentamento, dovuto a cause politiche che non mi permetto di analizzare in questa sede, hanno causato situazioni curiose e anche interessanti per un visitatore che non sia per il “mordi e fuggi”. L’architettura, ricca di testimonianze delle diverse epoche, si unisce a una sorta di Museo all’aria aperta per gli appassionati di Archeologia Moderna o Modernariato e non soltanto per la varietà di veicoli circolanti che credo non abbia uguali al Mondo. Questi sono alla portata di chiunque cammini per le strade della città o anche del resto del Paese. Nella capitale ci si può imbattere in luoghi, istituzioni o anche semplici insegne che portano la testimonianza di un passato relativamente recente e che molti pensano sia stato cancellato definitivamente.
Negli ultimi anni si sono fatti notevoli sforzi per il rilancio e il restauro della città vecchia, molto è stato recuperato, molto resta da fare e purtroppo anche parte del patrimonio architettonico è andata irrimediabilmente perduta a causa del lungo abbandono, ma le tracce del suo splendore, per chi le voglia vedere, sono ancora presenti.
Nella grafica urbana sono molti gli edifici che hanno cambiato le antiche insegne e magari anche la loro utilizzazione originale basta pensare, ad esempio, all’ Hotel Ambos Mundos che ospitava la camera ”fissa” di Ernest Hemingway prima che comprasse la sua residenza a San Miguel del Padròn: per anni era rimasto prima chiuso e poi adibito a uffici e magazzini quindi, nel piano di ristrutturazione del Centro Storico è stato riportato alle sue origini, camera di Papa’s compresa, ma per i puristi ha perso la sua originalità ed è un fatto certo. Però chi volesse giocare a una specie di caccia al tesoro per le strade dell’Avana troverebbe certamente angoli curiosi e uno degli itinerari più consigliabili è il quadrilatero compreso tra la plaza de los Capitanes Generales le calles Obispo e O’ Reilly per poi proseguire, dopo il Parque Central ove si abbandona il quartiere de La Habana Vieja entrando in Centro Habana, lungo la calle Neptuno o San Rafael per arrivare all’Avenida de Italia, conosciuta da tutti col suo nome originale di “Galiano”. Percorrendo la medesima verso sinistra, si incrocia la strada principale del quartiere cinese dove da Dragones prende il nome di Zanja poi raggiungendo il Parque de Trillo si trova un’altra strada interessante: l’avenida de la Reina che termina all’incrocio con la calle Padre Varela, meglio conosciuta come “Belascoain” da dove prende il nome di avenida Salvador Allende anch’essa più famosa col suo antico nome di Carlos Tercero.
Al turista meno frettoloso che visiti l’Avana, consiglio di percorrere questo itinerario che non è certo l’unico per godere oltre che di tante piccole curiosità, specialmente nella sua parte meno centrale, anche di aspetti genuini della vita quotidiana di questa incantevole città e dei suoi cordialissimi abitanti.
Edificio Bacardì sito in Avenida de Belgica (Monserrate) angolo Neptuno. Già sede e dimora della famiglia abbricante l'omonimo Rum.
Antica sede della Società Commerciale Harry's Brothers, oggi centro commerciale. Calle Monserrate 303