Translate

Il tempo all'Avana

+28
°
C
H: +28°
L: +23°
L'Avana
Lunedì, 24 Maggio
Vedi le previsioni a 7 giorni
Mar Mer Gio Ven Sab Dom
+28° +29° +29° +28° +29° +29°
+24° +24° +24° +24° +24° +24°

martedì 24 aprile 2012

Umorismo economico

Ricevo e pubblico





Lezione di politica economica




SOCIALISMO:

Hai 2 mucche.

Il tuo vicino ti aiuta ad occupartene e tu dividi il latte con lui.


COMUNISMO:

Hai 2 mucche.

Il governo te le prende e ti fornisce il latte secondo i tuoi bisogni.


FASCISMO:

Hai 2 mucche

Il governo te le prende e ti vende il latte.


NAZISMO:

Hai 2 mucche.

Il governo prende la vacca bianca ed uccide quella nera.


DITTATURA:

Hai 2 mucche.

La polizia te le confisca e ti fucila.


FEUDALESIMO:

Hai 2 mucche.

Il feudatario prende metà del latte e si tromba tua moglie.


DEMOCRAZIA:

Hai 2 mucche.

Si vota per decidere a chi spetta il latte.


DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA:

Hai 2 mucche.

Si vota per chi eleggerà la persona che deciderà a chi spetta il latte.


ANARCHIA:

Hai 2 mucche.

Lasci che si organizzino in autogestione.


CAPITALISMO:

Hai 2 mucche

Ne vendi una per comprare un toro ed avere dei vitelli con cui iniziare un allevamento.


CAPITALISMO SELVAGGIO:

Hai 2 mucche.

Fai macellare la prima ed obblighi la seconda a produrre tanto latte come 4 mucche.

Alla fine licenzi l’operaio che se ne occupava accusandolo di aver lasciato morire la vacca di sfinimento.


MONTISMO:

Hai 2 mucche.

Tu le mantieni, il governo si prende il latte e ti mette una tassa su: la stalla, la mangiatoia, la produzione.

A te rimane lo sterco. Intanto è in approvazione un disegno di Legge sulla tassazione dei rifiuti organici animali.

lunedì 23 aprile 2012

Linea a singhiozzo

Da una quasi settimana ho avuto il servizio interrotto e ripreso con grandi difficoltà di connessione per il "rumore" di fondo che non permette la navigazione. Sabato era ripresa e poi interrotta fino a oggi...????

sabato 21 aprile 2012

Sergio Baroni, una persona da ricordare

Ieri, 20 di aprile, avrebbe compiuto 82 anni, non ho potuto ricordarlo nella sua data perché per la seconda volta in questo mese sono rimasto senza linea telefonica...per 4 giorni.

E’ difficile riassumere nelle poche righe di un blog una vita, specialmente una vita tanto intensa e ricca di episodi come quella di Sergio Baroni. Dopo un (spero breve) preambolo ci sarà il riassunto delle principali attività di Sergio raccolto dalla sua compagna di vita per tanti anni: Eneide Ponce de León.
Sono diversi documenti che mi ha fornito e che mi è impossibile pubblicare tutti, pur essendo solo una parte di quelli in suo possesso. La vita di Sergio è sempre stata in movimento fin dalla più tenera età quando il padre, geometra, dovette andare in Bulgaria per la costruzione di un acquedotto, portandosi la famiglia. Poi vennero l’Eritrea, l’Argentina, il Venezuela e alla fine Cuba dove giunse, nel 1960, con un gruppo di colleghi ed amici per dare il suo appoggio concreto alla nascente Revolución Cubana, non ancora socialista. L’anno seguente ottenne la residenza e in seguito, nel 1974, la cittadinanza. Fra gli altri documenti riprodotti, c’è un diploma col quale gli era stata assegnata una Medaglia di Bronzo al Valor Civile, nel 1949. Sergio era un Padano vero, non di quelli inventati, nato proprio lungo le rive del Po, ha assunto le caratteristiche dolci e rudi, generose e schive di chi convive col Grande Fiume, le sue secche e le alluvioni. Ci siamo conosciuti molti anni fa, in occasione di un invito del Ministero di Cultura a Dario Fo e Franca Rame, ancora lontani dal pensare al futuro Premio Nobel. L’incontro, nei corridoi del Teatro Nacionál, mi è rimasto impresso per il suo sguardo franco e la simpatia che ispirava il personaggio. Era già cittadino cubano, una scelta criticata da alcuni e ammirata da altri. A quei tempi bisognava optare per l’una o per l’altra cittadinanza, scelse la cubana, deluso per il modo di vita europeo, non solo italiano. Durante i suoi molti anni a Cuba, ha continuato a viaggiare per tenere conferenze o far fronte ad inviti e non ha mai perso i contatti con l’Italia e specialmente con le Università e i colleghi. Era l’ottimismo in persona, vedeva sempre e solo il bicchiere mezzo pieno, anche nei momenti più duri. Mi raccontava un amico comune di quando, passeggiando per il centro storico, magari capitava loro di sedersi ai tavolini del “Patio” nella Plaza de la Catedral rendendosi conto di avere attorno un roccolo di persone, cubani e turisti, che si erano radunati per ascoltare aneddoti e spiegazioni esposte con gran simpatia e carisma e che non gli mancavano mai. Non ci siamo frequentati molto, ma nonostante ciò credo di essere stato suo amico come lo era lui per me. Nel ’94 ho lasciato Cuba per un lungo periodo e non ho più avuto sue notizie. Nel gennaio del 2002, trovandomi a Miami ho contattato la sua primogenita, Claudia, che amava profondamente suo padre pur non condividendone l’orientamento politico e così ho saputo che il 22 dicembre appena passato era stato colpito da un infarto fatale, aveva 71 anni. Ma ecco il “condensato” della vita e carriera di Sergio Baroni, tratto da una commemorazione che ha tenuto Eneide l’anno scorso in occasione del decimo anniversario della scomparsa, alla presenza di tutti i suoi colleghi cubani e di due dei suoi compagni nella Grande Avventura: Vittorio Garatti, al quale era particolarmente legato e Roberto Gottardi. Un grande uomo con tutta la sua modestia e umiltà che non lo hanno mai abbandonato, nonostante tutto.

L'ultima foto con l'amico, giornalista Aldo Garzia

Il Centro Culturale a suo nome di Santa Clara


Diploma assegnatogli post mortem

Il padiglione cubano a Montreal







BREVE SÍNTESIS BIOGRÁFICA DE SERGIO BARONI.
Sergio Baroni fue de profesión arquitecto, de vida un hombre cabal, consecuente con sus ideas, y un optimista proverbial. Nació el 20 de abril de 1930, en el pequeño pueblo de Sérmide, a orillas del Río Po, en la Región de Mantova. Quizás la omnipresencia del río, la intensa niebla y la personalidad colectiva de ese antiguo feudo, influyeron en la conformación de rasgos esenciales de su carácter, que se perfilaron con los sucesivos traslados a distintos países de características bien disímiles del suyo. Así se fueron moldeando su tenacidad y su laboriosidad, su alto grado de comprometimiento, su capacidad de asimilación y su comprensión por la diversidad humana. Ese recorrido a realidades y condiciones bien diferentes comienza a los nueve meses de nacido, cuando la familia se traslada a Bulgaria por un contrato de trabajo de su padre. Después de cinco años regresan a Italia (en 1935) y al poco tiempo parten hacia Eritrea (Etiopía), motivados igualmente por funciones de trabajo familiares. Allí los sorprende la II Guerra Mundial y en 1942 retornan a la tierra natal, en la que permanecen hasta 1951. Itinerante entre Mantova, Ferrara y Bologna, concluye el Liceo Científico y comienza la carrera de Ingeniería Civil. Un hecho relevante que hace intuir ya en él la preocupación por sus semejantes tiene lugar en 1947, cuando se lanzó a las profundas aguas del Po durante una crecida, para salvar la vida de cuatro personas que se ahogaban. Este hecho fue reconocido con la medalla de bronce al valor civil y el diploma de la Fundación Carnegie. Siendo un joven intelectualmente inquieto y lleno de ideales, parte con su madre y hermana hacia Argentina en 1951. Entre el deseo de continuar los estudios, el duro trabajo que realizaba para apoyar a su madre y la inconformidad con el clima político social imperante, decide regresar a Italia. Tres años más tarde se traslada a Venezuela y explora entre diferentes ciudades y trabajos, hasta radicarse en Caracas. Por dos años continúa los estudios de Ingeniería Civil, hasta matricular finalmente la carrera de Arquitectura en la Universidad Central de Venezuela (UCV). Allí comienza una intensa labor cultural: crea un cine-club estudiantil, va de gira con un grupo de teatro universitario por México y Estados Unidos, participa en el Festival de la Juventud y los Estudiantes en Viena, en coloquios y reuniones con jóvenes intelectuales caraqueños y algunos europeos residentes. Trabajó en el proyecto de Remodelación de los servicios sociales en el Barrio 23 de enero, en exposiciones y fue redactor de la revista “Arquitectura” de Caracas. Esa intensidad de actividades, el ambiente inquieto de aquellos años y la cálida acogida de sus compañeros, lo detuvieron en esa tierra por cerca de ocho años. Es aquí donde parece definir su inclinación política, al decidir formar parte de la Juventud Comunista y de una cédula para extranjeros del Partido Comunista Venezolano. No obstante, esa vocación no le era completamente ajena, dado que en el lejano pueblo natal su abuelo materno, el Sr. Guido Bassoni -orfebre de profesión y por quien Sergio profesaba un cariño y respeto especiales-, pertenecía desde muy joven al Partido Comunista Italiano. En el agitado ámbito universitario se escuchaba hablar de Cuba, y en su visita a México había intercambiado con jóvenes revolucionarios cubanos que cumplían misiones para la Isla, asi un dia hilvane un comentario de sergio inconcluso para mi; de visita en casa de Aurelio Alonso, Alfredo Guevara me referiò que fue a ver la puesta en escena de Madre Coraje y para la cual Sergio habia conseguido en prestamo fusiles del ejercito venezolano; simplemente le dijo: yo necesito esos fusiles, por supuesto explicacion mediante de su destino, a lo cual Sergio respondiò: -llèvatelos, yo me las arreglo. Contaba que cuando Fidel Castro visitó Venezuela en el año 1959, esperó por largas horas subido a un árbol con su cámara Leica la llegada del joven líder a la UCV, y al escucharlo hablar pensó: “es una experiencia para vivir, a esa Isla quisiera ir”.
CUBA Finalmente decide viajar a Cuba en 1961, para ver de cerca el proceso social que se estaba llevando a cabo. Como cuenta Vittorio Garatti -su más entrañable amigo- “disfrutábamos de un gran entusiasmo y sentimiento de libertad, como niños enamorados de La Habana, de Cuba y de la Revolución”. Esta condición no lo abandonó nunca, a pesar de su gran espíritu crítico. Su escala de valores lo llevó a darle una dimensión social a sus sentimientos, y con su optimismo proverbial siempre identificaba las ricas posibilidades de trabajo creativo, vivo, articulado. Inmediatamente después de su llegada se integra al recién fundado Instituto de Planificación Física (IPF); desde 1964 y hasta 1970, realiza diversas funciones en la antigua provincia de Oriente. Sus primeros trabajos fueron dedicados con entusiasmo a los Planes regionales y a tratar de dimensionar el proceso de desarrolllo y urbanizaciòn, considerando el desfasaje en el horizonte temporal entre la planificaciòn econòmica y la fisica, con respuestas necesarias a las diferentes circunstancias. Sergio mantuvo siempre la dualidad entre su labor como planificador en el IPF y la docencia, a pesar del cúmulo de tareas, responsabilidades y de muchas dificultades. Y fue un docente dedicado y exigente, siempre dispuesto a socializar sus conocimientos y a no transitar por caminos trillados, a no claudicar al facilismo y se que no siempre contó con la aceptación de todos. Desde su arribo a Cuba en el año 1961, aún sin concluir la carrera, se vinculó a la actividad docente en la Facultad de Arquitectura del Instituto Superior Politécnico “José Antonio Echeverría” (ISPJAE), por la fuerte demanda de profesores imparte clases a un grupo de Primer Año, fue instructor de Fundamentos de Diseño y Plástica entre 1961–1963 y de Urbanismo en 1964. (Me refería Isabel Rigol, que las enseñanzas de Sergio marcaron a muchos de ellos para siempre, en recorridos que hacían por las plazas de La Habana Vieja, les inculcó el amor por el patrimonio, en un momento que el gran protagonista era el Movimiento Moderno.). Aunque su labor estuvo mas relacionada con el Urbanismo y la Planificación Física, (y en la formación de arquitectos-planificadores) para lo cual elaboró el libro de texto” Introducción a la especialidad”, también impartió clases de Diseño Básico (en el curso para trabajadores –CPT- Durante once años), y Talleres de Diseño Urbano y de Urbanismo (en clases de pre-grado del curso regular diurno). Fue profesor fundador de la Escuela de Arquitectura de la Universidad de la antigua provincia de Oriente, donde se mantuvo como profesor desde 1972 a 1984. Es tambien su etapa más activa en el campo de la arquitectura, sus escasas pero expresivas obras, promovieron en algunos el reproche de no haber dedicado más su talento a este campo. Con su entrañable amigo Vittorio Garatti realiza el proyecto para el concurso internacional del monumento a la Victoria de Playa Girón y obtienen una Mención de Honor, posteriormente participan en el concurso para el Pabellón cubano en la Expo 67 de Montreal, Canadá. Más tarde realiza el proyecto y construcción del Puesto de Direcciòon de la Agricultura del Yarey, en Jiguaní, Oriente y otros proyectos quedaron inconclusos, como el Museo para el II Frente Oriental. A la distancia de aproximadamente una década de vivir en Cuba, busca definir su lugar de residencia permanente. Luego de casi un año transitando por diferentes ciudades de Europa, regresa a la Isla y solicita la nacionalidad cubana, que le fue otorgada en 1974. Como Profesor Titular Adjunto de la Facultad de Arquitectura del ISPJAE, fue profesor del Taller de Diseño Urbano y de Urbanismo en clases de pre-grado del curso regular diurno y de Diseño Básico en el curso para trabajadores (CPT), este último durante once años. Simultáneamente impartió cursos de post-grado, fungió como tutor, oponente y miembro de tribunales de Trabajos de Diplomas y Tesis de Grado tanto de alumnos nacionales como extranjeros. Independientemente de sus muchos aportes en la planificación, su obra fundamental se centró desde comienzos de la década de los años ´70, en el Sistema de Asentamientos Humanos, en la dimensión territorial del modelo de desarrollo socio-económico y sobre los métodos y procedimientos de trabajo de la Planificación Física, en su vinculación con la Planificación Económica en las condiciones de Cuba. En gran parte de su vida profesional, ha debido combinar las tareas de dirección, con la actividad de investigación. Parte de su empeño lo dedicó a promover “una cultura del territorio”, a enfoques creativos más allá de los necesarios tecnicismos de los Planes de Ordenamiento Territorial. Su ultima incursion en la arquitectura la realizò para el concurso de un hotel en Baracoa. Su trabajo de investigación lo conduce a obtener el título de Doctor en Ciencias Técnicas. Por su rigor técnico y exigencia se mantuvo desde 1975 hasta fines de 1995 como Jefe del Departamento de Desarrollo Científico Técnico y, desde su constitución en 1986, responsable del Área de Investigación y Desarrollo del IPF, poseía la categoría de Investigador Titular. Por su rigor técnico y exigencia se mantuvo como Jefe del Departamento de Desarrollo Científico Técnico del IPF desde 1975 hasta fines de 1995, y desde su constitución en 1986 fue responsable del Área de Investigación y Desarrollo de la misma institución. Su trabajo de investigación lo conduce a obtener el título de Doctor en Ciencias Técnicas, y su trabajo fue reconocido por el Comité Habitat de Cuba. Estaba convencido de que el intercambio de ideas y modalidades de trabajo podían enriquecer las aspiraciones de personas y organizaciones no gubernamentales que deseaban cooperar con Cuba, y procurar beneficios para ambas partes. Así realizó una persistente labor para fortalecer los intercambios con otras universidades, y puso su gran instinto a la gestión y servicio de varios proyectos de colaboración que se extendieron a muchos especialistas y estudiantes. Sergio escribía mucho. Sin embargo, a pesar de que tenía como preocupación constante la producción, discusión, difusión y socialización de las ideas, no se interesaba por publicar. Así, entre muchísimas reflexiones y proyectos de artículos, dejó además sin concluir un libro sobre la historia de la Planificación Física en Cuba. Como la política fue su gran pasión y gustaba enormemente de la conversación, que como buen italiano sabía mantener animada y polémica, quizás la labor más intensa la realizaba en las constantes consultas y encauzamientos de muchos que se acercaban, ya fueran estudiantes, amigos o hasta visitantes recomendados por conocidos, que le solicitaban sus opiniones (unos por comprender la lógica de este país, otros porque sentían un poco de curiosidad por las razones de su elección de vivir en él). Con su especial sentido de la mesura rehusaba el vedetismo, y estuvo siempre dispuesto a compartir ideas y ofrecer sugerencias. Gran parte de su quehacer lo dedicó a los cursos de postgrado, a tutorías y oponencias de tesis de pregrado y doctorados, tribunales de Trabajos de Diplomas y Tesis de Grado tanto de alumnos nacionales como extranjeros y a la asesoría y consultas de muchos que se le acercaban. Participó en las Redes InterUniversitarias Alfa, Arch/Perif y Most. Tambien fue profesor invitado en Francia, Inglaterra, Italia, Venezuela, EspaNa, Suiza, Nicaragua, Chile y El Salvador. Dictó cursos cortos en otros países. Su empeño cristalizó en el diseño y conducción de la Maestría sobre Asentamientos Humanos, dirigida fundamentalmente al Sistema de la Planificación Física, co-auspiciada por la Facultad de Arquitectura del IPSJAE. Él estaba convencido que el intercambio de ideas y modalidades de trabajo, podían enriquecer las aspiraciones de personas y organizaciones no gubernamentales que deseaban cooperar con Cuba, y procurar beneficios para ambas partes. Así realizó una persistente labor para fortalecer los intercambios con otras universidades y puso su gran instinto a la gestión y servicio de varios proyectos de colaboración que se extendieron a muchos especialistas y estudiantes. Puedo nombrar dos aspectos claves de su enseñanza: la formación integral del arquitecto. la cultura del territorio. Reflejo en dos puntos importantes concebidos por èl: Taller de El Cerro: donde se conjuga la cooperación internacional y una forma novedosa de preparar en la propia comunidad a los estudiantes, transitando por varias escalas y acercándolos a los problemas y las soluciones. Maestría. Gestión De Asentamientos Humanos: dirigida a los especialistas del sistema de la Planificación Física, la cual Sergio en su preocupación constante por la superación y capacitación de los técnicos, diseñó y dirigió hasta los últimos días de su vida. Sus visitas a Venezuela se vuelven más asiduas a partir de 1999, como asesor del Ministerio de Planificación en Venezuela y como parte del equipo multidisciplinario para el proyecto de “Ecodesarrollo del Eje Norte de Los Llanos”. También ofreció propuestas para afrontar el proceso de reconstrucción del Litoral del Estado Vargas. Toda esa colaboración la ofreció Sergio con su gran humanidad y experiencia profesional, convencido de que debía dar un aporte al país que lo había acogido en su primera juventud, en el que conservaba muy buenos amigos de aquellos años. VIDA Sergio supo articular sin contradicción una triple identidad como italiano, venezolano y cubano, a través de comprometimientos que no se vieron afectados por el hecho de darse en momentos sucesivos. Sus vínculos estrechos y permanentes con su patria natal y sus acciones desinteresadas de cooperación en Venezuela así lo confirman. La avidez por noticias de Italia quizás provenga del corto tiempo vivido en ella, pero también de su alta apreciación cultural y de fuertes raíces y costumbres que nunca abandonó. Recalcaba que Italia es una asignatura pendiente para todo arquitecto Fue un lector incansable; para él era vital mantenerse informado. Su gran tesoro eran los libros, muchos de los cuales compraba dobles para obsequiar a alguien. Guardaba revistas y periódicos, que cuando volvían a estar en sus manos leía como si fuese de la fecha corriente. Gustaba de las cosas sencillas y su gran flexibilidad le permitía adaptarse a las diversas situaciones y aceptar los cambios con optimismo de futuro. Como él mismo escribiera una vez “la vida no es una sucesión de fracciones de tiempo más o menos largos, caracterizados por sensaciones más o menos fuertes (…) hacerse de una vida es labor tan meritoria y no menos difícil que hacerse de una carrera”. La claridad inobjetable de su discurso logró demostrar cómo en las disciplinas más áridas la búsqueda de la perfección implica también cierta belleza. Apostó siempre por el mejoramiento, pero con el pragmatismo como aliado: solía repetir que “es preferible montarse en el tren con los zapatos sucios, a tenerlos limpios pero quedarse en el andén”. Y sin embargo, fue al mismo tiempo un gran y afanado soñador, un genial hombre de sueños. Su prestigio técnico e intelectual se refleja en los reconocimientos recibidos y la multitud de invitaciones para asesorar, impartir cursos y dar conferencias tanto en el territorio nacional como en el extranjero. Ostentaba las condecoraciones: Por los 30 años de la Planificación Física, por el 30 Aniversario del SNTAP, la medalla Fernando Ortíz, por los 25 Años de la Academia de Ciencias de Cuba, medalla Por la Educación Cubana y la medalla Enrique Hart del SNTAP y Habitat. En los últimos años fungió como Asesor del Director del Instituto de Planificación Física, fue consultor y experto de varias Comisiones de Trabajo y Comités Académicos y Científicos. En el 2001 fue nominado al Premio Nacional de Arquitectura.

lunedì 16 aprile 2012

Un po' di umore cybernetico

CUSTOMER CARE: Gentile Customer care, Un anno fa ho cambiato l'applicazione FIDANZATA 7.0 per l'applicazione MOGLIE 1.0 che ha generato subito l'applicazione BIMBO 1.0 che occupa tantissimo spazio sul disco...Le istruzioni non dicono niente di questo fatto. Ma ciò che più mi preoccupa è che l'applicazione MOGLIE 1.0 si autoinstalla su tutte le altre mie applicazioni e in più si lancia automaticamente quando apro un'altra applicazione fermandola. Quindi applicazioni come: BIRRA_CON_GLI_AMICI 10.3 e CALCIO_DOMENICA 5.0 non funzionano più. Qualche volta compare un virus che si fa chiamare SUOCERA 1.0 che blocca il sistema oppure fa si che l'applicazione MOGLIE 1.0 si comporti in modo molto preoccupante. Vorrei disinstallare MOGLIE 1.0 e reinstallare FIDANZATA 7.0 o magari un'altra versione con prestazioni avanzate, ma mi sembra troppo complicato e non vorrei rischiare tanto, anche perché BIMBO 1.0 mi piace molto. Sono disperato! Aiutatemi!!!! RISPOSTA SOFTWARE HOUSE Gentile cliente, il suo problema è frequente tra gli utenti, ma il manuale d'istruzioni (sull'ultima pagina) avverte che passare da FIDANZATA 7.0 a MOGLIE 1.0 comporta dei rischi (operazione sconsigliata): MOGLIE 1.0 non è più un'applicazione di divertimento come FIDANZATA 7.0, ma è un Sistema Operativo Completo fatto per controllare tutte le altre applicazioni. - Non è più possibile tornare a FIDANZATA 7.0 perché è stato cancellato definitivamente. - Lo stesso vale per il virus SUOCERA 1.0 che presenta problemi di incompatibilità con tutti i sistemi; quindi significa disinstallare MOGLIE 1.0 (che tra l'altro discende da SUOCERA 1.0). E' sempre meglio aspettare che SUOCERA 1.0 si disinstalli da sola tra qualche anno. - Diversi utenti hanno provato ad installare AMANTE 1.0 ma i rischi sono : se, per caso, in quel preciso istante si autolancia MOGLIE 1.0 il sistema andrà in tilt creando i virus: REDDITO_ALIMENTARE_BIMBO 1.0 e ROVINA_SICURA 10.1 - Se si arriva ad installare AMANTE 1.0 non provare più a passare a MOGLIE 2.0 i problemi saranno maggiori. - Per fare funzionare meglio MOGLIE 1.0 consigliamo di acquistare i plug-in aggiuntivi GIOIELLI 1.0 con tutte le sue versioni più costose, il pacchetto VESTITI_NUOVI 3.0 ma soltanto le ultime versioni, e VACANZE_LUSSUOSE.EXE - Ad ogni intervento di MOGLIE 1.0 lanciare subito SI_AMORE.EXE e HAI_RAGIONE_AMORE.EXE. Grazie per aver scelto il nostro prodotto e Le auguriamo buon lavoro. il Customer Care

sabato 14 aprile 2012

Veicoli d'epoca

La pagina "Veicoli (a motore) d'epoca" del sito www.ilvecchioeilmare2002.com è stato aggiornato con inserzione di nuove immagini

Ricevo e pubblico

ixco idee per cooperare istituto italiano per la coperazione o.n.g. | +39 06.5083794 | www.ixco.it info@ixco.it invito Sala dell’Instituto Cervantes di Roma Piazza Navona 91 Giovedì 19 aprile ore 19 Presentazione del documentario "Cuba, un'Arte anche italiana" di Silvana Palumbieri L'interazione tra le culture europee e quelle latino-americane, la predominanza storica delle une sulle altre e l'inversione di tendenza che si viene affermando già dalla seconda metà del XX secolo, nonchè il ruolo storico che ha svolto la Spagna nel connettere aspetti culturali europei e latino-americani, italiani e cubani, sono ben descritti dal documentario RAI "Cuba, un'Arte anche Italiana" di Silvana Palumbieri, sintesi della mostra "Cuba una Storia anche italiana" curata dall'arch. Marco Marini. Quei temi sono qui proposti a conferma di un concetto dell'Arte intesa come ambasciatrice tra le diverse Culture che si affermano nel corso della storia e nelle varie aree del mondo, e che ancora oggi si possono leggere in tante forme espressive del vecchio e del nuovo mondo, come nelle opere presentate nell'ambito della mostra di 20 Artisti cubani contemporanei "Habana Up" che segnalano connessioni utili alla crescita di un codice artistico fascinoso: l'espressività di un mondo cubano evoluto che, in autonomia, non ha mai dimenticato la cultura di base dell'origine mediterranea. L'anima di una "naturaleza" universale, diffusa freschezza del mondo cubano che ha saputo trasformare la ricca eredità della cultura italo-spagnola sbarcata nel nuovo mondo nel 1492. Partecipano: Marco Baccin, Ambasciatore d'Italia a Cuba Silvana Palumbieri, RAI Teche Piero Meogrossi, architetto MIBAC, Soprintendenza Archeologica di Roma Collaborano: Ambasciata di Cuba in Italia - Rai Teche - ixco

venerdì 13 aprile 2012

René Gonzáles è tornato negli USA

Come previsto dalle condizioni del suo "permesso di viaggio", René Gonzáles, oggi pomeriggio, è rientrato negli Stati Uniti per finire di scontare la sua condanna supplementare di tre anni di libertà vigilata.

giovedì 12 aprile 2012

Il gruppo Moncada prossimo ai 40 anni di carriera

Ieri, alla Casa del Alba Cultural, ho incontrato dei vecchi conoscenti: il "Grupo Moncada" e ho conversato con i tre fondatori e unici “sopravvissuti” da quel lontano 7 ottobre del 1972 quando, un gruppo di giovani universitari, dopo essersi esibito per un po' di tempo nella TV Universitaria, a circuito chiuso, ha esordito ufficialmente con un concerto pubblico nell'antica Plaza Cadena, (oggi Plaza Agramonte) in un grande concerto commemorativo per il quinto anniversario della morte del “Che” Guevara. Il concerto era stato anticipato di due giorni dalla data per non coincidere con altre iniziative. Del gruppo, allora, faceva parte anche un personaggio molto popolare oggi: il Professor Manuel Calviño conduttore, da molti anni, del programma televisivo “Vale la pena” dove impartisce consigli e spiegazioni di carattere psicologico. Jorge, oltre all'impegno col gruppo, essendo studioso della musica, prosegue il suo programma televisivo di successo: “En el mísmo lugár”, dove presenta band di tutto il mondo raccontandone le origini e i significati della loro musica. Assieme a suo fratello Juan, altro fondatore, ma uscito dal gruppo, svolge un programma di rilancio della “Rueda de Casino”, un ballo molto popolare, a Cuba, negli anni '50. L'esordio del gruppo fu già, di per se, il loro primo grande successo. Probabilmente è la formazione che ha coniugato meglio i ritmi tipici della musica cubana con il contenuto politico dei testi. Nella loro, ormai lunga, carriera hanno inciso 21 dischi ed hanno girato praticamente tutto il mondo con i loro messaggi musicali. A questo punto chiedo a Jorge Gómez, direttore del gruppo, Pedro Trujillo, mitico flautista e José Alberto Himely, percussionista, qual'è stato il ricordo più bello. Pedro, a nome dei tre mi dice: “Guarda, non perché sei qua e sei stato tu a presentarci Gianni Minà, col quale ci siamo fatti conoscere anche in Italia, ma penso proprio che sia stato Sanremo 1991, dove eravamo già stati presenti anche nell'89 e '90.” Jorge aggiunge scherzando: “Fué una mariconá tuya”. A questo proposito chiedo: “Siete ancora in contatto?” “No, abbiamo avuto delle...divergenze”. Succede anche nelle migliori famiglie, poi però aggiunge: “Nonostante ciò dobbiamo essergli grati per quello che ha fatto per noi e riconoscere che è un grande professionista, ma la vita è fatta così...ci si prende e ci si lascia.” “Il vostro peggior ricordo?” Sempre Pedro, portavoce, dice: “Fortunatamente ricordi brutti non ne abbiamo molti, però c'è stata un'occasione, verso la fine degli anni '70 in cui ci hanno chiamato, senza informarci di cosa sarebbe sucesso sul palco, per fare da “partner” a un gruppo di “rockers” dell'allora DDR. Il rock allora era semi clandestino, però i giovani, sempre bene informati, accorsero al concerto con entusiasmo per assistere a una esibizione, praticamente unica, di “hard rock” e quando si sono accorti che sul palco c'eravamo anche noi...non sono stati molto contenti della nostra esibizione anche avevamo deciso di presentare un repertorio “leggero”. Comunque in tempi immediatamente successivi è iniziata la nostra serie, non ancora terminata, di successi con i tradizionali concerti sulla scalinata dell'Università.” E' arrivata l'ora di esibirsi e in quest'occasione il pubblico sa perfettamente chi è venuto ad ascoltare. Li lascio al loro lavoro, 40 anni di carriera artistica non sono pochi, restando sempre sulla cresta dell'onda.
Da sinstra: Pedro, il solito intruso, Jorge e Luis Alberto

la Plaza torna alle "origini"

La "Plaza" torna alla normalità, dopo la Messa celebrata dal Papa. La tribuna è stata smantellata e la guardia d'onore attende l'arrivo del Presidente Messicano Felipe Calderón Hinojosa che rende il tradizionale omaggio a José Martí.

lunedì 9 aprile 2012

Cicloturismo a Cuba

Un'Agenzia "giovane", ma con personale sperimentato da anni di esperienza nel turismo tradizionale e specializzato, ha pensato di rilanciare quella che stava quasi per diventare una tradizione a Cuba: la "Vuelta Cuba" per amanti del pedale. La proposta di programma rivolta a Circoli Ricreativi, Associazioni, ma anche a piccoli gruppi di cicloamatori si può trovare sul sito www.latitudcuba.net