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martedì 19 febbraio 2013
lunedì 18 febbraio 2013
Yoani Sànchez in Brasile
Il lungo viaggio di conferenze della blogger Yoani Sànchez è iniziato dal Brasile dove è stata accolta non troppo amichevolmente, con fischi e grida di "Cuba sì, yanquis no"...
Film cubano vince il premio Goya
Il film cubano "Juan de los muertos", del genere "horror", ha vinto il Premio Goya come miglior pellicola latinoamericana. Il premio viene consegnato annualmente ddl''Accademia del Cinema Spagnolo. L'opera cubana è stata preferita, nell'ordine, alla paraguayana "7 cajas" di Juan Carlos Maneglia e Tana Schémbori, la messicana "Después de Lucìa" di Michel Franco e l'argentina "Infancia clandestina" di Benjamin Avila.
domenica 17 febbraio 2013
sabato 16 febbraio 2013
Cuba e le telenovelas 2
Anche Cuba ha la sua produzione di telenovelas, in media 2/3 all’anno. Seppur seguite da una discreta parte del pubblico non hanno la “presa” che offrono quelle d’importazione. Sono, generalmente storie di vita quotidiana che non hanno il ritmo e le ambientazioni di queste ultime perciò il telespettatore non si sente attratto più di tanto dalle vicende. Fra quelle che ho avuto modo di vedere, le produzioni migliori sono state quelle in costume ed in modo particolare quella che ha riscosso maggior successo credo sia stata “Sol de batey”, una saga proposta nei primi anni ’80, alla quale hanno preso parte molti dei migliori attori del piccolo e grande schermo, far cui Veronica Lynn, Susana Pérez, Ramoncito Velòz e le giovani (allora) Luisa Maria Jimenez e Irela Bravo raccontando le scene di vita in una piantagione di canna da zucchero con gli intrecci di storie tra padroni bianchi, spagnoli e schiavi negri dalla più o meno recente origine africana. Quasi sempre le novlas cubane sono accompagnate da un’eccellente colonna sonora con musiche dei titoli di testa e di coda, composte ed eseguite dai migliori musicisti cubani che si trasformano in grandi successi con vita decisamente superiore alla telenovela che hanno presentato.
venerdì 15 febbraio 2013
Carromero in libertà (con braccialetto elettronico)
Secondo quanto riferisce “El Pais” di ieri (15 febbraio), Angel Carromero, condannato a Cuba, il 22 luglio scorso, a 4 anni di detenzione per omicidio colposo, essendo stato ritenuto colpevole di aver causato l’incidente in cui morì il dissidente cubano Osvaldo Payà e risultarono ferite altre persone, fra cui lo stesso Carromero, dopo essere stato estradato, il 14 dicembre scorso, in Spagna per compiere la quasi totalità della pena nel suo Paese, è stato messo in libertà con l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico che segnali i suoi spostamenti. Carromero, già detenuto nel carcere di Victoria Kent, proveniente dal carcere di Segovia, godeva già da tempo del regime aperto di carcerazione per cui doveva solo rientrare la sera per dormire nel penitenziario, di giorno è impiegato presso il Comune di Madrid con uno stipendio di 4000 euro al mese.
La rapidità con cui Carromero è stato messo, praticamente, in libertà è stata giudicata “sorprendente” da diversi partiti politici ed associazioni di famiglie delle vittime della strada. Carromero, dopo mesi di “riflessione” ha presentato domanda di risarcimento allo Governo cubano per essere stato “condannato ingiustamente” e per aver presentato prove false a suo carico nel processo tenuto anche alla presenza dei diplomatici del suo Paese. In nome “della verità prima di tutto” chiede invece “un indennizzo prima di tutto”. Sembra proprio che i politici, abbiano molta somiglianza fra di loro e che alcuni, pur professandosi profondamente “democratici” e “cristiani” non abbiano ritegno a godere del proprio stato di privilegiati al contrario degli insegnamenti etici e morali proprio alla base della loro fede politica e religiosa.
La rapidità con cui Carromero è stato messo, praticamente, in libertà è stata giudicata “sorprendente” da diversi partiti politici ed associazioni di famiglie delle vittime della strada. Carromero, dopo mesi di “riflessione” ha presentato domanda di risarcimento allo Governo cubano per essere stato “condannato ingiustamente” e per aver presentato prove false a suo carico nel processo tenuto anche alla presenza dei diplomatici del suo Paese. In nome “della verità prima di tutto” chiede invece “un indennizzo prima di tutto”. Sembra proprio che i politici, abbiano molta somiglianza fra di loro e che alcuni, pur professandosi profondamente “democratici” e “cristiani” non abbiano ritegno a godere del proprio stato di privilegiati al contrario degli insegnamenti etici e morali proprio alla base della loro fede politica e religiosa.
giovedì 14 febbraio 2013
Viaggio a Milano
Da oggi, fino al 26 prossimo (forse anche primi di marzo) sono in trasferta a Milano per elezioni, dal momento che a Cuba non vi è seggio elettorale e lo Stato mette a disposizione, tramite l'Ambasciata, agevolazioni per i residenti all'estero.
mercoledì 13 febbraio 2013
Cuba e le telenovelas
Le telenovele sono identificate come prodotti televisivi dell’America Latina, in realtà vengono prodotte e “consumate” in tutto il mondo. Chi non ricorda le serie “Dallas”, “Dinasty” e più tardi “Beautiful” e “Sentieri” Made in Usa...?A Miami le “novelas” fanno faville ed è anche vero che ormai la maggioranza degli abitanti è di origine latina. Il telespettatore medio a Cuba non è differente dagli altri e se non ci sono grandi alternative anche chi non le predilige le segue più o meno assiduamente. Ricordo negli anni ’80 che quando si trasmettevano le telenovelas brasiliane o messicane, le strade erano deserte come stessero trasmettendo una importante finale di calcio in Italia. Allora non c’erano molte alternative nella TV cubana la disputa in famiglia era normalmente tra i maschietti che volevano vedere il baseball, quando c’era, e le signore che naturalmente adoravano le telenovelas. Spesso si raggiungevano compromessi con l’aiuto dei vicini. Personalmente non sono un appassionato del genere, ma in tanti anni ho avuto la possibilità di fare una certa esperienza, ricordo le lacrimose storie messicane tipo “Gotita de gente”, o anche l’epica e anteriore “La esclava” brasiliana. A quei tempi bisogna riconoscere che la qualità era veramente scadente in ogni senso, poi anche questo genere è progredito arricchendosi di riprese esterne, all’inizio completamente assenti, vestiti e o costumi di qualità, ma sopratutto con le prestazioni di ottimi attori e una miglior stesura delle storie. Per ciò che ho potuto e posso vedere le dividerei in categorie per luogo di origine: credo che le migliori siano le brasiliane che a parte un certo filone di storie d’epoca, raccontano vicende dei giorni nostri e uniscono il dramma alla commedia per alleggerire le (lunghe) vicende narrate. Impeccabile la fotografia e l’ambientazione. Molto vicina alla qualità brasiliana c’ quella colombiana con storie perlopiù di azione anch’esse ben strutturate e realizzate.
Il messico ha migliorato notevolmente la qualità e seppure prosegue nel suo cliché “tragico” ha alleggerito a sua volta i contenuti con qualche spruzzata di commedia. Stranamente a Cuba non si vedono novelas di produzione venezuelana, almeno io non ne ricordo nessuna in particolare. Giungono invece le argentine che sono sicuramente le meno attraenti nonostante vi lavorino attori di grande prestigio e talento. Poi vi sono le cooproduzioni fra diversi Paesi che in genere forniscono dei prodotti di buona qualità.
Comunque è certo che la telenovela a Cuba ha raggiunto importanza anche nel sociale, basta pensare ad esempio, che i ristoranti privati chiamati “paladares” che sono riconosciuti con tale nomenclatura anche negli atti ufficiali (addirittura nei testi di legge), hanno preso il nome da una telenovela brasiliana che ha spopolato negli anni ’80 del secolo scorso: “Vale todo”, in cui una donna in forti difficoltà economiche si mette a vendere panini, fatti da lei, sulla spiaggia di Rio conquistando il gusto dei clienti e allargando sempre di più il suo giro d’affari, fino a costituire una cooperativa di catering chiamata “paladar” (palato) e successivamente un ristorante di lusso seguito da tutta una catena di esercizi sotto le stesso marchio.
Infiniti sono gli esempi di nomi presi a prestito dalle varie “novelas” per definire personaggi o situazioni della vita quotidiana. Gli interpreti di queste vicende del piccolo schermo, a volte vengono in visita a Cuba per partecipare ad attività culturali o appoggiare il lavoro della Fondazione del Nuovo Cine Latinoamericano e TV e vengono accolti con grande simpatia da un pubblico che sa tutto, almeno della vita pubblica, di loro e lasciano un segno indelebile del loro passaggio sia come persona che come personaggio, ultimo o più popolare, che hanno interpretato.
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