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martedì 16 aprile 2013

Piccole ipocrisie crescono


SI DICE: MA CHE BELLOOO!! TUTTO SUO PADRE (SUA MADRE)

SI PENSA: MA GUARDA CHE SCIMMIA, COME TUTTI I NEONATI SEMBRA UN ROSPO E NON SI POSSONO CERTO VEDERE SOMIGLIANZE APPENA NATI

lunedì 15 aprile 2013

Piccole ipocrisie crescono


BIGLIETTI DA VISITA:

Molte persone riempiono i biglietti da visita con titoli altisonanti: Comm., Cav. del Lav., Gr. Uff. eccetera, poi, al momento di consegnarlo con una manfrina cancellano vezzosamente, con un tratto di penna, il o i titoli dicendo cordialmente: "Per te sono Beppe, o Mimmo, o Lillo e via dicendo". Non sarebbe più semplice avere una serie di biglietti già..."puliti"?

domenica 14 aprile 2013

Riaperta una leggenda: lo Sloppy Joe's dell'Avana








Venerdì, 12 scorso, ha riaperto i battenti uno dei più famosi bar dell’Avana e non solo: lo Sloppy Joe's, il bar di Joe il trasandato. Fu aperto nel 1920 da un emigrante spagnolo di nome José Abeal che giunse all’Avana nel 1904, come tanti suoi compatrioti in cerca di fortuna nella colonia perduta di recente. Come la maggior parte degli immigrati spagnoli dell’epoca, si mise nel commercio di generi alimentari e dopo qualche anno decise di trasferirsi a Miami per cercare di progredire negli affari. Nel 1920, un gruppo di americani che lo conoscevano ed erano frequenti visitatori di Cuba, lo convinsero a tornare all’Avana per aprire un bar alla luce delle leggi proibizioniste americane. Abeal comprò i locali siti in Zulueta y Animas e trasformando José in “Joe” gli aggiunse l’aggettivo di “sloppy”, trasandato, e avviò la fortuna del locale che divenne famoso anche per la particolarità del suo banco, il più lungo di Cuba e probabilmente uno dei più lunghi del mondo che misurava ben 18 metri di lunghezza ed era costruito con legno di caoba africana, una pianta pregiatissima, simile al mogano. Nel 1937 il bar cambiò proprietario e da José Abeal il titolo divenne di José Cancela. Qualcuno dice che in realtà si trattò solo di un cambio di nome e non di persona...certo il nostro Joe aveva dei segreti nascosti perché il corpo di Cancela venne trovato un anno dopo, privo di vita, a bordo della nave tedesca “Orinoco”. Non fu mai chiarita la causa del decesso. Passato di mano agli eredi il bar continuò a funzionare fino al 1960, quando, una breve parentesi “proibizionista” adottata a Cuba dal giovane governo rivoluzionario, lo costrinse alla chiusura. Da allora sono passati quasi 50 anni di abbandono e il favoloso bancone originale sparì misteriosamente, sembra sia stato tagliato in tre parti per poter facilitare l’asporto e verso la fine degli anni ’60 riapparve un terzo del medesimo. Sulla base di questo ritrovamento, negli anni seguenti il bancone fu completamente ricostruito, in modo identico all’originale, dai Maestri falegnami dell’Ufficio Restauri dell’Historiador de la Ciudad. Oggi, l’Impresa Habaguanex ne è la responsabile per la gestione. Il locale, rinnovato internamente ed esternamente, mantiene però il suo fascino per l’eleganza dell’arredamento e un tocco di “vintage” dato dalle numerose fotografie degli ospiti illustri che passarono nel locale. Fra loro non poteva mancare Ernest Hemingway con altri intellettuali o divi dell’epoca come Clark Gable, Errol Flynn, Spencer Tracy e, fra gli altri, Alec Guinnes che girò allo Sloppy’s alcune scene del film “Il nostro agente all’Avana”, tratto dal romanzo di Graham Greene che fece conoscere e rese famoso nel mondo,
l'eccezionale banco di mescita. Il tutto condito da un buon servizio ed un offerta ampia e di qualità. Finora, che io sappia, era aperto solo un'altro "Sloppy Joe's" ed è quello di Key West in Florida. Non ne conosco la storia e non so se è stato aperto dallo stesso personaggio. Se ne avrò l'occasione mi informerò e se qualcuno lo sa...ben venga.














Lo Sloppy Joe's di Key West:





Piccole ipocrisie crescono


SI DICE: CIAO COME STAI?
SI PENSA: DOVEVO INCONTRARLO/A PROPRIO ADESSO? CH SE NE FREGA DELLA SUA SALUTE

Piccole ipocrisie crescono


SI DICE: BUONGIORNO DOTTORE
SI PENSA: QUESTO QUA, SE VA BENE NON HA FINTO NEMMENO LE ELEMENTARI

venerdì 12 aprile 2013

Un fenomeno atmosferico poco frequente


Oggi pomeriggio, si è verificato un fenomeno non frequentissimo di "arcobaleno circolare", dovuto alla condensazione di particelle di acqua che formano una corona rifratta dai raggi del sole


I "signori" burini


I PIU' CHIMICI:SOR FITO E SOR FATO

giovedì 11 aprile 2013

I "signori" burini


IL PIU' ABBONDANTE: SOR TANTO

mercoledì 10 aprile 2013

Sulle tracce di Hemingway








Attraversando la Baia dell’Avana, utilizzando il tunnel sottomarino, il primo centro abitato che si incontra uscendo dalla “Via Blanca” che conduce verso Est, a Matanzas e Varadero, è il villaggio di Cojimar, tradizionalmente centro di pescatori e luogo da dove Ernest Hemingway partiva per le sue scorribande marine nello Stretto della Florida a bordo del suo yacht "Pilar" che teneva ormeggiato qua. È anche il paesello dove abitava Gegorio Fuentes, lo “skipper” cubano, ma canario di nascita, dello scrittore che oltre ad esserne il marinaio di fiducia era anche un amico fidato e fedele. Gregorio abitava a pochi isolati di distanza dal ristorante “La terraza” dove, prima e dopo ogni uscita in mare si fermava col grande Ernest per qualche stuzzichino e le rituali bevute, intervallate dagli appunti che prendeva lo scrittore per i suoi romanzi. Il ristorante è affacciato sulla piccola baia di Cojmar e nei momenti in cui i due amici si fermavano al suo interno, potevano osservare il movimento delle barche in entrata e uscita dal porticciolo situato alla foce del río che da il nome al villaggio.
Ancora per molti anni, successivi alla morte dello scrittore, la presenza “ingombrante” di Gregorio continuò ed era ospite gradito della casa. Seduto nel suo angolo preferito passava le giornate fumando il suo sigaro e sorseggiando rum. Ogni tanto, qualche giornalista veniva a visitarlo per ascoltare i suoi aneddoti di vita con “Papa” Ernest. Quelli che gli piacevano di più, magari, li portava anche a casa sua dove estraeva, da una vecchia cassetta di legno, il suo archivio di foto e ricordi di un tempo ormai lontano.
Alla Terraza si poteva incontrare anche un altro personaggio, più defilato ed era lo chéf Manolo, scomparso da pochi anni, che fu nientemeno che il bambino, compagno di Spencer Tracy, nella riproduzione cinematografica de “Il vecchio e il mare” che fu, appunto, girato a Cojimar, così come il racconto che qua è stato creato e ambientato. La sua carriera come artista del cinema terminò li, però col tempo seguì la sua vocazione culinaria e si diplomò come cuoco diventando il capo cuciniere del ristorante.
La Terraza fu per anni l’unico locale pubblico di Cojimar, mentre oggi il visitatore può contare su diverse alternative, una delle quali è un simpatico “paladar”, che offre una splendida aragosta alla griglia, affacciato al malecón e si chiama “La Reina del Mar”, a pochi metri dal Castillito, una piccola costruzione militare dell’epoca coloniale che serviva per il controllo della baia, di fronte al quale c’è la glorieta che ospita il busto di Ernest Hemingway, fuso col bronzo delle eliche delle barche da pesca di Cojimar. A pochi metri dal primo, vi è un altro locale, più grande: “El Torrion de Cojimar”, entrambi con un ambiente gradevole per una sosta che permette oltre al ristoro, la vista sullo splendido mare prospiciente.
Una meta, poco visitata dai gruppi frettolosi di turisti “mordi e fuggi”, ma sicuramente consigliata a chi ha qualche giorno di più a disposizione e vuole cercare di “vivere” un po’ di più la Cuba genuina.


























I "signori" burini


IL PIU' ASTRONOMICO: SOR STIZIO