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domenica 1 dicembre 2013
sabato 30 novembre 2013
Appunti di viaggio
Orlando è una città veramente a misura d’uomo, al di la del dolce clima della Florida, non torrido come a Miami, gli spazi sono rilassanti con abbondanza di verde e specchi d’acqua abitati da fauna che non ha il minimo timore per il contatto con l’uomo. La dimensione, più “piccola” rispetto alla consorella del sud, la rende veramente abitabile certamente meno “esasperata”. Non mancano i dettagli “kitch” che risentono, probabilmente, dalla presenza sul territorio di due grandi centri di divertimento per grandi e piccoli come Disney World e gli Universal Studios. Il clima politico è più disteso, anche se ho potuto notare, anno dopo anno, che anche a Miami non c’è più un clima esagitato nei confronti di Cuba e del suo regime. Certo, non lo si ama, ci sono ancora movimenti e manifestazioni estremiste, ma vanno sempre più assottigliandosi e per contro gli atteggiamenti di tolleranza sono sempre più frequenti. Ormai l’emigrante cubano non è più il richiedente asilo per ideologia, per aver passato anni in prigione o per essere stato espropriato di tutti i suoi averi. È certamente un’emigrazione economica, che in parte è anche politica, ma gli animi sono ben diversi da quelli di alcune decadi orsono. Conversando con molte persone comuni, ho sempre sentito una disponibilità e una voglia di “disgelo” fra le parti, pochissimi (personalmente non ho sentito nessuno se non in qualche programma tv) sono quelli favorevoli al mantenimento della linea dura dell’embargo. Le parole di Obama e Kerry lasciano ben sperare, anche se la ventata di ottimismo è stata appannata proprio poche ore fa dal fatto che la banca americana che gestiva i fondi dell’Ufficio d’Interessi cubano a Washington si è detta non più disponibile a gestirli, mettendo così in grave crisi il funzionamento della medesima. Questo in un momento in cui le maglie dello spostamento di visitatori “qualificati” e quindi autorizzati dal Dipartimento del Tesoro statunitense, era in notevole crescita. Lo scorso fine settimana, a Miami Beach è stata presentata la piece “Ana en el Trópico” dalla stessa compagnia mista che l’ha proposta al recentemente concluso Festival del Teatro dell’Avana, con notevole successo di pubblico e critica in ambedue le città. Recentemente si erano riprese le trattative per ristabilire il servizio postale diretto tra i due Paesi. Un rapporto intergovernativo sempre difficile e contraddittorio che sicuramente ha stremato le popolazioni cubane di ambo i lati dello stretto e che si spera possa, almeno, migliorare. Banche e amministrazioni finanziarie permettendo.
Inter...scampus
Nel programma ufficiale della Settimana della Cultura Italiana appare per oggi, 30 novembre alle 9.30: "Festival Inter Campus Cuba, premiazione e torneo di calcio. Luogo: Stadio Pedro Marrero". Vero è che l'Avana e tutta la parte centro occidentale della costa nord dell'Isola sono state colpite, in questi giorni, da violenti nubifragi e anche oggi la giornata è iniziata con piovaschi. Facile prevedere che avrebbero potuto esserci dei cambiamenti, ma...allo Stadio Pedro Marrero, nessuno del personale in luogo o membri della Federazione calcistica sapeva niente.
Ora, per cause di forza maggiore una manifestazione può essere: ANNULLATA, SOSPESA, RIMANDATA, TRASFERITA, mi sembra strano invece che sia SPARITA.
Se l'Inter Campus funziona così...viva il Milan.
Ora, per cause di forza maggiore una manifestazione può essere: ANNULLATA, SOSPESA, RIMANDATA, TRASFERITA, mi sembra strano invece che sia SPARITA.
Se l'Inter Campus funziona così...viva il Milan.
venerdì 29 novembre 2013
giovedì 28 novembre 2013
Riscaldamento globale
Ricevo e pubblico:
ciao Aldo
forse hai già letto perchè era anche su Cubadebate, comunque:
http://video.gelocal.it/altoadige/sport/sciatore-travolto-da-valanga-e-salvo-non-fate-come-me/20871/20891
la temperatura media anual en Cuba aumentó 0,9 grados celsius durante los
últimos 60 años y se espera que para finales de este siglo se incremente en
otros 2 o 3 grados debido al calentamiento global, informó hoy el diario
oficial Granma.
Estudios realizados por el Centro del Clima del Instituto de Meteorología
de Cuba precisaron que entre 1951 y 2010 la temperatura promedio del país
caribeño subió 0,9 grados celsius, con un aumento de la mínima promedio en
alrededor de 1,9 grados, indicó el periódico.
“Igualmente, se registra un incremento en la frecuencia de eventos de
sequías más intensas y prolongadas, sobre todo a partir de 1961, tendencia
que constituye una de las variaciones climáticas más importantes observadas
en el archipiélago cubano durante las últimas cinco décadas”, añadió.
Los expertos prevén que en los próximos años el clima será más cálido y
seco en la isla, y estiman posibles incrementos en la temperatura media
anual para finales de siglo de dos a tres grados.
*“Más allá de modelar los futuros escenarios, la nación también trabaja
desde ahora en el diseño y aplicación de diversas acciones dirigidas a
enfrentar las consecuencias de tan complejo desafío ambiental”, señaló
Granma.*
Las autoridades cubanas desarrollan el programa “Cambio Climático en Cuba:
impacto, mitigación y adaptación”, que involucra a 27 instituciones con el
objetivo de encontrar soluciones a los problemas del calentamiento global
en áreas como la agricultura, los recursos hídricos, los suelos, los
ecosistemas costeros y los asentamientos.
FUENTE: AGENCIA EFE
Luca Lombroso
www.lombroso.it
ATTENZIONE: scrivere sempre all'indirizzo principale
luca@lombroso.it
ciao Aldo
forse hai già letto perchè era anche su Cubadebate, comunque:
http://video.gelocal.it/altoadige/sport/sciatore-travolto-da-valanga-e-salvo-non-fate-come-me/20871/20891
la temperatura media anual en Cuba aumentó 0,9 grados celsius durante los
últimos 60 años y se espera que para finales de este siglo se incremente en
otros 2 o 3 grados debido al calentamiento global, informó hoy el diario
oficial Granma.
Estudios realizados por el Centro del Clima del Instituto de Meteorología
de Cuba precisaron que entre 1951 y 2010 la temperatura promedio del país
caribeño subió 0,9 grados celsius, con un aumento de la mínima promedio en
alrededor de 1,9 grados, indicó el periódico.
“Igualmente, se registra un incremento en la frecuencia de eventos de
sequías más intensas y prolongadas, sobre todo a partir de 1961, tendencia
que constituye una de las variaciones climáticas más importantes observadas
en el archipiélago cubano durante las últimas cinco décadas”, añadió.
Los expertos prevén que en los próximos años el clima será más cálido y
seco en la isla, y estiman posibles incrementos en la temperatura media
anual para finales de siglo de dos a tres grados.
*“Más allá de modelar los futuros escenarios, la nación también trabaja
desde ahora en el diseño y aplicación de diversas acciones dirigidas a
enfrentar las consecuencias de tan complejo desafío ambiental”, señaló
Granma.*
Las autoridades cubanas desarrollan el programa “Cambio Climático en Cuba:
impacto, mitigación y adaptación”, que involucra a 27 instituciones con el
objetivo de encontrar soluciones a los problemas del calentamiento global
en áreas como la agricultura, los recursos hídricos, los suelos, los
ecosistemas costeros y los asentamientos.
FUENTE: AGENCIA EFE
Luca Lombroso
www.lombroso.it
ATTENZIONE: scrivere sempre all'indirizzo principale
luca@lombroso.it
mercoledì 27 novembre 2013
martedì 26 novembre 2013
Cambio climatico, conclusa a Varsavia la 19a conferenza delle Nazioni Unite sul tema
Ricevo dall'amico Luca Lombroso:
Si é conclusa con scarni accordi, generici e prevalentemente di intenti, a Varsavia, la 19° Conferenza Delle Parti sui Cambiamenti Climatici (COP 19) delle Nazioni Unite. Già il numero dice tutto, sono 19 volte in 21 anni, dall’Earth Summit di Rio del Janerio del 1992, che l’ONU prova a far trovare, ai 195 paesi aderenti oggi. un forte accordo sul clima, senza riuscirci.
Gli accordi presi riguardano principalmente il “loss&damage” una sorta di rimborso; è come se i paesi ricchi facessero da assicurazione a quelli in via di sviluppo quando danneggiati da eventi estremi climatici, come il tifone nelle Filippine (o, perché no, l’alluvione in Sardegna); si è parlato anche di aspetti organizzativi del green climate found istituito a Cancun nel 2010 e del mantenimento dei controversi meccanismi flessibili (carbon market) previsti dal protocollo di Kyoto su cui vi sono state proteste e distinguo di Venezuela, Ecuador e Bolivia. Per qualcuno sono comunque passi avanti nel processo negoziale multilaterale, per altri c’è stato un fallimento totale. Senza entrare nel merito, molto tecnico e spesso burocratico, dei vari documenti approvati, la sostanza é scarsa e prevale l’arte del rimandare; negli accordi economici non si parla di soldi e di impegni precisi e quelli sul taglio delle emissioni sono rimandati a Parigi 2015 per metterli in pratica dopo il 2020.
Le conferenze delle parti sono una sorta di “assemblea di condominio” del pianeta terra dove si dovrebbe deliberare per adempiere agli obblighi della convenzione sul clima delle nazioni unite, cioè stabilizzare le emissioni serra ad un livello tale che non crei pericolose interferenze col sistema climatico. E come in tutte le assemblee di condominio, si litiga e non ci si mette d’accordo, nemmeno su quello che è di interesse comune, la tutela della “casa” dove abitiamo, la Terra, per noi e per le future generazioni.
Probabilmente dunque non staremo dentro alla “soglia di pericolo” del global warming, stabilita dagli scienziati e recepita dagli accordi in 2 gradi di surriscaldamento rispetto all’era preindustriale. Ciò significherebbe il fallimento degli obiettivi delle Nazioni Unite e della UNFCCC, la convenzione sul clima; il che non sarebbe buona cosa. Ma alla conferenza si è anche detto, fra le altre, una cosa importante: nelle città vive più di metà della popolazione mondiale e sono responsabili di altrettante, circa, emissioni serra globali. Sono dunque le città, forse ancor più degli stati, la chiave della soluzione e sarà lì che si dovrà agire, sia sul versante della mitigazione, cioè riducendo le emissioni serra (ed anche quelle direttamente inquinanti, ben legate ai gas serra) ma anche sull’adattamento, ovvero la capacità di “sopportare” le calamità meteo climatiche.
Vediamo dunque cosa si fa, cosa non si fa e cosa si potrebbe fare nella nostra Modena.
La nostra città ha aderito al patto dei sindaci: una bella iniziativa che ha per obiettivo la riduzione delle emissioni serra (quindi, mitigazione) del 20% entro il 2020 ma, a nostro avviso, messa in pratica male e in modo contraddittorio. Molto si basa sulle “buone pratiche ambientali”, producendo migliaia di inutili depliants che stressano i cittadini col classico “chiudi il rubinetto mentre ti lavi i denti”, sul piazzare qua e la qualche pannello solare su scuole o edifici pubblici e poco più.
Serve ben altro, a partire dalla più importante buona pratica, quella che dà motivazione ai cittadini: dal buon esempio; occorre coerenza tra le azioni dell’amministrazione locale e ciò che essa chiede ai cittadini (vedi il proliferare di acqua minerale e stoviglie usa e getta nei convegni ed eventi pubblici).
Mitigazione significa attuare piani seri; le proposte già ci sono, basta guardarci in giro.
Mitigazione dei cambiamenti climatici non è fare inutili strade, gradite ai politici nostrani di destra e di sinistra, come il prolungamento autostradale da Campogalliano a Sassuolo. Vuol dire invece, promuovere, ad esempio, la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico.
Poi, oltre a mitigare, occorrono azioni di adattamento. La città non è sufficientemente attrezzata ad affrontare i cambiamenti climatici in corso (lo si vede ad ogni temporale estivo) e ancor meno quelli futuri; Modena non ha e non ci risulta stia predisponendo un piano di adattamento ai cambiamenti climatici, mentre Bologna lo sta facendo e la Lombardia lo ha presentato proprio a Varsavia in un “side event” della Fondazione Lombardia per l’Ambiente. Pochi lo sanno, ma esiste anche una strategia nazionale di adattamento al cambiamento climatico, ed è attualmente in consultazione pubblica nel sito del Ministero dell’Ambiente.
Adattamento non vuol dire prendere a scusa la difesa idraulica per colare cemento e cavare ghiaia con impianti di mini idroelettrico. Significa sì rafforzare le difese idrauliche ma soprattutto fare una buona manutenzione del territorio, dalle strade alla rete fognaria ed anche, coibentare meglio gli edifici, (incominciando da quelli pubblici) per difendersi dal freddo ma soprattutto dal caldo estivo, nonché prepararsi ed educare la popolazione ad eventi anche insoliti, basti ricordare il tornado del maggio scorso. Tutto questo risulta convivente anche economicamente. Ma a Modena, ed anche in Emilia Romagna per non dire in quasi tutt’Italia, siamo ancora lontani, molto lontani da una vera e coerente azione di lotta ai cambiamenti climatici.
Luca Lombroso
www.lombroso.it
Email: luca@lombroso.it
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