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sabato 30 novembre 2013

Appunti di viaggio

Orlando è una città veramente a misura d’uomo, al di la del dolce clima della Florida, non torrido come a Miami, gli spazi sono rilassanti con abbondanza di verde e specchi d’acqua abitati da fauna che non ha il minimo timore per il contatto con l’uomo. La dimensione, più “piccola” rispetto alla consorella del sud, la rende veramente abitabile certamente meno “esasperata”. Non mancano i dettagli “kitch” che risentono, probabilmente, dalla presenza sul territorio di due grandi centri di divertimento per grandi e piccoli come Disney World e gli Universal Studios. Il clima politico è più disteso, anche se ho potuto notare, anno dopo anno, che anche a Miami non c’è più un clima esagitato nei confronti di Cuba e del suo regime. Certo, non lo si ama, ci sono ancora movimenti e manifestazioni estremiste, ma vanno sempre più assottigliandosi e per contro gli atteggiamenti di tolleranza sono sempre più frequenti. Ormai l’emigrante cubano non è più il richiedente asilo per ideologia, per aver passato anni in prigione o per essere stato espropriato di tutti i suoi averi. È certamente un’emigrazione economica, che in parte è anche politica, ma gli animi sono ben diversi da quelli di alcune decadi orsono. Conversando con molte persone comuni, ho sempre sentito una disponibilità e una voglia di “disgelo” fra le parti, pochissimi (personalmente non ho sentito nessuno se non in qualche programma tv) sono quelli favorevoli al mantenimento della linea dura dell’embargo. Le parole di Obama e Kerry lasciano ben sperare, anche se la ventata di ottimismo è stata appannata proprio poche ore fa dal fatto che la banca americana che gestiva i fondi dell’Ufficio d’Interessi cubano a Washington si è detta non più disponibile a gestirli, mettendo così in grave crisi il funzionamento della medesima. Questo in un momento in cui le maglie dello spostamento di visitatori “qualificati” e quindi autorizzati dal Dipartimento del Tesoro statunitense, era in notevole crescita. Lo scorso fine settimana, a Miami Beach è stata presentata la piece “Ana en el Trópico” dalla stessa compagnia mista che l’ha proposta al recentemente concluso Festival del Teatro dell’Avana, con notevole successo di pubblico e critica in ambedue le città. Recentemente si erano riprese le trattative per ristabilire il servizio postale diretto tra i due Paesi. Un rapporto intergovernativo sempre difficile e contraddittorio che sicuramente ha stremato le popolazioni cubane di ambo i lati dello stretto e che si spera possa, almeno, migliorare. Banche e amministrazioni finanziarie permettendo.







1 commento:

  1. Ben tornato in patria.
    Appunti di viaggio molto interessanti direi...

    Saluti
    Bonvys

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