C’era una volta un
piccolo stadio con capacità di circa 50 mila spettatori in piedi, con un solo
anello e tre ordini di posti: popolari dietro le porte, e sud, distinti sul
lato nord est e tribune sul quello sud ovest. Il terreno, argilloso, con la pioggia
diventava un pantano e il campo era superiore alle misure stabilite, oggi,
dalla FIFA e si estendeva per 110x60 metri. Enorme. Poi è arrivato il secondo
anello, per anni inconcluso e quindi il terzo. A quando il quarto?
La domenica
pomeriggio da agosto al giugno seguente era un rito per i milanesi appassionati
del Gioco del Calcio, in dialetto milanese froeubi, recarvisi dopo un frugale
pranzo per assistere alla sfilata della Banda dell’ATM e spesso alle partite
delle giovanili dell’Inter o del Milan a seconda di che giocasse “in casa”,
come preambolo alle partite delle due squadre ambrosiane. Un rito ripetuto ogni
due settimane per l’alternarsi delle due squadre. La magia dell’attesa.
Un rito che è durato
fino alla fine degli anni ’60, circa, quando le squadre erano rigorosamente
composte da 11 giocatori, le panchine occupate dagli allenatori, medici,
massaggiatori e un dirigente. Se si infortunava il portiere doveva entrare fra
i pali, rigorosamente quadrati, uno degli altri giocatori e si restava in 10.
In caso di ulteriori infortuni o espulsioni la partita continuava fino a che la
squadra danneggiata non rimanesse con 7 giocatori in totale. Terminava col
punteggio acquisito.
Le Coppe, Nazionali e
internazionali si svolgevano rigorosamente il mercoledì.
Tutto questo quando
il “Gioco” era ancora uno Sport, ma la televisione prima e la voglia di
diventare da Presidenti onorari ed onorifici di molti, in impresari dai grandi
guadagni, ha trasformato lo sport in spettacolo mantenendo la caratteristica di
gioco.
Sono cambiate le
regole, la tecnologia applicata a indumenti, terreni di gioco, palloni e porte,
le scarpe avevano I tacchetti formati da dischetti di cuoio trattenuti da
quattro chiodini che con il consumo penetravano nella suola e nei piedi , il pallone di cuoio aveva una camera d’aria di gomma ed
era chiuso da una stringatura tipo scarpe e se capitava di dare un colpo di
testa in coincidenza con questa, magari
se carico di “effetto” erano dolori, per non parlare di quando era
inzuppato d’acqua e pesava qulche chilo. Da rito si è passati a Circo. I
bilanci pazzeschi e impazziti dei club consentono contratti multi milionari a molti, però non proprio a tutti. Non voglio
fare il puritano a tutti i costi, nello Sport, qualunque sia, è giusto che
esista il professionismo e anche ben pagato, magari in forma più equa e non da
classico schiaffo alla miseria.
I giocatori,
specialmente i migliori sono sempre stati idolatrati, ma non c’era il divismo e
gli atteggiamenti da extra terrestri di alcuni. Un sano tifo al pane e
mortadella, magari da condividere con qualcuno degli atleti.
Adesso si parla di
“Superlega” per far arricchire ancora di più i nababbi e impoverire o far
fallire le Società minori. Non escluderei un Campionato Europeo in sostituzione
della famosa e snaturalizzata Champions League, ma con le dovute regole e
aperto a tutti.