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mercoledì 21 aprile 2021

La favola del pallone

C’era una volta un piccolo stadio con capacità di circa 50 mila spettatori in piedi, con un solo anello e tre ordini di posti: popolari dietro le porte, e sud, distinti sul lato nord est e tribune sul quello sud ovest. Il terreno, argilloso, con la pioggia diventava un pantano e il campo era superiore alle misure stabilite, oggi, dalla FIFA e si estendeva per 110x60 metri. Enorme. Poi è arrivato il secondo anello, per anni inconcluso e quindi il terzo. A quando il quarto?

La domenica pomeriggio da agosto al giugno seguente era un rito per i milanesi appassionati del Gioco del Calcio, in dialetto milanese froeubi, recarvisi dopo un frugale pranzo per assistere alla sfilata della Banda dell’ATM e spesso alle partite delle giovanili dell’Inter o del Milan a seconda di che giocasse “in casa”, come preambolo alle partite delle due squadre ambrosiane. Un rito ripetuto ogni due settimane per l’alternarsi delle due squadre. La magia dell’attesa.

Un rito che è durato fino alla fine degli anni ’60, circa, quando le squadre erano rigorosamente composte da 11 giocatori, le panchine occupate dagli allenatori, medici, massaggiatori e un dirigente. Se si infortunava il portiere doveva entrare fra i pali, rigorosamente quadrati, uno degli altri giocatori e si restava in 10. In caso di ulteriori infortuni o espulsioni la partita continuava fino a che la squadra danneggiata non rimanesse con 7 giocatori in totale. Terminava col punteggio acquisito.

Le Coppe, Nazionali e internazionali si svolgevano rigorosamente il mercoledì.

Tutto questo quando il “Gioco” era ancora uno Sport, ma la televisione prima e la voglia di diventare da Presidenti onorari ed onorifici di molti, in impresari dai grandi guadagni, ha trasformato lo sport in spettacolo mantenendo la caratteristica di gioco.

Sono cambiate le regole, la tecnologia applicata a indumenti, terreni di gioco, palloni e porte, le scarpe avevano I tacchetti formati da dischetti di cuoio trattenuti da quattro chiodini che con il consumo  penetravano nella suola e nei piedi , il pallone  di cuoio aveva una camera d’aria di gomma ed era chiuso da una stringatura tipo scarpe e se capitava di dare un colpo di testa in coincidenza con questa, magari  se carico di “effetto” erano dolori, per non parlare di quando era inzuppato d’acqua e pesava qulche chilo. Da rito si è passati a Circo. I bilanci pazzeschi e impazziti dei club consentono contratti multi milionari  a molti, però non proprio a tutti. Non voglio fare il puritano a tutti i costi, nello Sport, qualunque sia, è giusto che esista il professionismo e anche ben pagato, magari in forma più equa e non da classico schiaffo alla miseria.

I giocatori, specialmente i migliori sono sempre stati idolatrati, ma non c’era il divismo e gli atteggiamenti da extra terrestri di alcuni. Un sano tifo al pane e mortadella, magari da condividere con qualcuno degli atleti.

Adesso si parla di “Superlega” per far arricchire ancora di più i nababbi e impoverire o far fallire le Società minori. Non escluderei un Campionato Europeo in sostituzione della famosa e snaturalizzata Champions League, ma con le dovute regole e aperto a tutti.

 

 

 

martedì 20 aprile 2021

Una foto per la Storia

Scattata, da me, nell’aprile 1989 al Palacio de la Revolución in occasione della firma dell’ultimo accordo Cuba-Urss, in occasione della visita di Gorbachëv. Dietro di lui il Ministro degli Esteri Eduard Shevarnadze e a destra in secondo piano Carlos Rafael Rodríguez, all’epoca Presidente della Repubblica, fra le altre personalità invitate.






 

venerdì 16 aprile 2021

Altra svolta epocale nella Storia di Cuba

 Dal corrispondente del Manifesto all'Avana:

L'AVANA • L’isola, nella morsa di crisi economica, pandemia, bloqueo anche con Biden e nodi politici, cambia dirigenza: dai leader della rivoluzione di Fidel alla generazione post-1959

 

Cuba, la sfida del congresso del Pcc, Raúl Castro non sarà più segretario 


Raùl Castro

Roberto Livi4 m

L'AVANA

Per I’urgenza dei temi e dei problemi che deve affrontare, l’VIII Congresso del Partito comunista cubano che inizia oggi è destinato a rappresentare un evento storico per l’isola. È il parere diffuso tra i principali analisti e intellettuali dell’isola, dissenso compreso.

La rinuncia di Raúl Castro alla sua ultima carica, quella di primo segretario del Pcc, segna la conclusione della fase di transizione della dirigenza del paese dai leader (ultraottantenni) della rivoluzione di Fidel alla «generazione nata dopo il 1959». La quale, secondo il noto commentatore televisivo Humberto López, «dovrà ricoprire ruoli importanti».

Per la prima volta in sessant’anni nessun membro della famiglia Castro occuperà un posto di potere. L’unica personalità pubblica che porta questo cognome, è Mariela, figlia minora di Raúl: deputata dell’Assemblea nazionale del Poder popular, è nota principalmente per il suo lavoro nella società civile come direttrice del Centro nazionale di educazione sessuale (Cenesex).

Il pensionamento di Raúl Castro però era una decisione annunciata già nel 2018, quando indicó come suo Delfino alla presidenza della Repubblica Miguel Díaz-Canel. Al quale, come è ufficiosamente annunciato da settimane, lascerà anche la carica di primo segretario del partito. Per il resto vi sono solo speculazioni su chi ne seguirà l’esempio (e l’indicazione) lasciando la propria carica.

Una delle figure principali è il secondo segretario, José Ramón Machado Ventura, novantenne braccio destro di Raúl e di fatto il dirigente che controlla l’apparto di base del partito in tutto il territorio. Altro personaggio storico dell’Ufficio politico chiave per i prossimi equilibri al vertice del partito è il Comandante della rivoluzione, Ramiro Valdés, 88 anni, attuale primo vicepremier e che alcuni analisti vedono come un contrappeso al crescente ruolo dei militari nel Pcc.

Lo straordinario e complesso scenario nazionale e internazionale nel quale si svolge il Congresso – una grave crisi economica resa ancor più drammatica dall’aggressività della terza ondata del Covid-19; la sostanziale continuità della línea aggressiva di Donald Trump adottata dall’attuale presidente degli Usa, Joe Biden; l’evoluzione sempre più complessa e plurale della società cubana e l’emergere di una frattura del consenso politico interno – indica che dai nuovi equilibri del vertice del Pcc dipenderà il futuro prossimo dell’isola.

Secondo la nuova Costituzione del 2019, infatti, il partito comunista rappresenta non solo l’unica organizzazione politica ammessa, ma anche la «forza politica». Al dibattito dei tre giorni del Congresso e alla (almeno in parte) nuova direzione del Partito che ne sarà l’espressione spetta dunque il compito di dare risposte alla drammatica crisi. E a quelle che, secondo vari analisti, come il professor Fabio Fernández Batista, sono le principali aspettative dei cittadini.

Sul piano económico, vi è una richiesta generale perché siano portate a termine senza pause le riforme varate proprio dall’allora presidente Raúl nei precedenti congressi – i cosidetti «Lineamenti» (del 2011) e «la Concettualizzazione» (del 2016) del modelo económico cubano – per dare concretezza all’aspirazione a un «socialismo prospero e sostenibile». E soprattutto alle aspettative dei cittadini di verificare nella quotidianità un salto qualitativo delle loro aspirazioni a una vita migliore.

Da quattro mesi è in corso la Tarea Ordenamiento, una reforma monetaria, cambiaria e economica che rappresenta solo una parte del complesso delle riforme progettate e necessarie. Gli esiti per ora non sono quelli sperati, l’inflazione è superiore al previsto con costi molto alti dei generi di prima necessità, mentre l’apertura di negozi in dollari statunitensi ha allargato la forbice sociale. Gli stimoli per favorire un aumento della produzione e la sostituzione delle importazioni non funzionano come previsto. Specie nel settore strategico dell’agricoltura, il cui ministro è stato sostituito proprio alla vigilia del Congresso.

La relativa chiarezza programmatica dell’impulso riformatore voluta da Raúl contrasta con la lentezza della sua messa in marcia: dopo dieci anni una buona parte del pacchetto di riforme deve ancora vedere la luce. Segno evidente di un settore burocratico-conservatore del partito e dello Stato che resiste ai cambiamenti.

Questa situazione si riflette anche nelle relazioni tra la popolazione e il Pc. Secondo i dati a disposizione del 2016, sarebbero 670.000 i militante del Pcc di fronte a una popolazione di 11,3 milioni. Rinnovare la direzione del partito con persone che appoggino apertamente le riforme è una misura indicata da alcuni analisti per rafforzare il dialogo e l’interazione con la base del Pcc.

A livello político si delinea la richiesta di coniugare la «continuità» (assieme all’«unità» è la parola d’ordine del Congresso) con un approfondimento della democrazia partecipativa inerente al socialismo cubano e prevista dalla Costituzione.

 


venerdì 9 aprile 2021

Per accedere ai libri

 Per poter accedere e scaricare gratuitamente i libri, cliccare sulle immagini relative, a sinistra.

giovedì 8 aprile 2021

Veterani del Turismo a Cuba

 Ho avuto il piacere di essere ammesso al gruppo di FB Veteranos del Turismo en Cuba, dove si possono ritrovare persone e luoghi che non si vedono anche da molti anni.

martedì 30 marzo 2021

Questa è la democrazia

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/29/Italia-ingrata-vota-a-favore-delle-sanzioni-contro-Cuba-uno-schiaffo-in-faccia/6149262/ 


Il Governo di Unità Nazionale, telecomandato dalla destra che notoriamente difende i Diritti Umani, particolarmente quelli delle minoranze e delle donne, ha votato una risoluzione promossa dagli Stati Uniti d’America, dove fra gli altri Diritti Umani si ha quello di morire ammazzati andando a fare la spesa e si ha diritto di intervenire militarmente a con sanzioni contrarie a ogni norma internazionale, sostenendo il diritto di mantenere le sanzioni contro Cuba.

venerdì 26 marzo 2021

Sorpresa e delusione

Sono rimasto veramente sorpreso e deluso che durante la fase ampliata di prova del vaccino Soberana 02 che coinvolge alcune zone dellAvana, compresa Jaimanitas dove risiedo, sia stato escluso dallo screening in quanto straniero, seppure residente permanente con tutti I diritti e doveri dei cittadini cubani, escluso il voto, ma compresi gli altri servizi medici e sanitari gratuiti. Sarà che per diritto di cittadinanza il virus non mi potrebbe colpire? Non potrei contagiarmi e contagiare chi mi circonda? Forse, quando c’era Lui, non sarebbe successo.

 

sabato 20 marzo 2021

Domande ingenue o provocazioni

 C’è ancora chi si domanda cosa c’entra il bloqueo con i medicinali, domanda ingenua, da disinformati o provocatoria? Al di là del fatto che un Governo o Regime piaccia o non piaccia, sia “buono” o “cattivo" secondo il punto di vista, sia democratico o totalitario, il fatto deterrente delle sanzioni rimane. Nel caso di Cuba durano da circa 60 anni con alti e bassi a seconda del Presidente in carica negli USA. Con Strunz si è raggiunto il massimo storico che non si è ancora alleviato col “democratico” Biden.

Non si deve essere degli Enrico Cuccia o Mario Draghi per sapere o almeno immaginare che un Paese del Terzo Mondo già di per sé con economia fragile indipendentemente dal Governo o Regime che abbia, ha enormi difficoltà negli interscambi con l’estero e se a ciò si aggiungono le sanzioni con strette finanziarie extra territoriali, strette creditizie, pressioni economiche, politiche e diplomatiche su Paesi terzi, non è difficile tirare le somme per sapere che il “bloqueo” influisce pesantemente su qualsiasi prodotto o bene in commercio,  dai generi alimentari, agli articoli per la casa o per l’uso quotidiano alle medicine e specialmente ai prodotti chimici per produrre princìpi attivi nelle ricerca per finire al raffinamento del petrolio. OGNI sfera economica è toccata in modo grave da queste sanzioni, nel caso specifico del “bloqueo”, mantenuto dagli Stati Uniti d’America nei confronti di Cuba e che non sono, proprio per niente, un provvedimento unilaterale per le diramazioni che hanno.

Se per eliminare questi provvedimenti si deve essere di nuovo un neo colonia, i cubani, o la maggior parte di loro, fino ad oggi hanno detto NO a rinunciare alla propria sovranità e indipendenza a costo di sacrifici inimmaginabili nell opulento Mondo Sviluppato, al di là delle ristrettezze create dalla Pandemia che a molti sembrano da Apocalisse e che i governanti maneggiano in modo almeno strano vaccinando i cittadini per ordine d’età e non per categoria di rischio di infettarsi e/o infettare il prossimo.

giovedì 18 marzo 2021

Album dei ricordi

 Viramas (Granma) Cuba, inizio anni '90