Conosco
Cuba dal 1978 e il “bloqueo” era in vigore da 17 anni, ne sono passati 44 per
me e quasi 62 per “lui”. Da che mi ricordo c’è sempre stata una certa carenza
di prodotti di vario genere e tipo che venivano sostentati fino a che è durata l’Unione
delle Repubbliche Sovietiche. Generalmente erano prodotti industriali,
logistici, sostegno economico e (molto) raramente alimentari. Nei primi anni di
cui ho il ricordo, razionamento più che giustificato a parte, non c’era grande
carenza di prodotti alimentari eccetto frutta e verdura destinate
all’esportazione. Oggi sono pressoché scomparsi: latte e suoi derivati freschi
che all’inizio vennero sostituiti da latte condensata o in polvere,
definitivamente scomparsi dal mercato, cacao al quale adesso si è aggiunto il
caffè, ci sono difficoltà con il sale (in un’Isola), l’acqua minerale, la
farina (in gran parte importata) e…udite, udite con lo zucchero di cui Cuba era
tradizionalmente tra i primi produttori mondiali. Sarebbe lungo e complicato
fare l’elenco dei prodotti che spariscono periodicamente dai mercati, anche in
moneta forte e generalmente non riappaiono mai assieme, ma uno alla volta.
Ora,
sono tra i primi a esecrare e condannare il “bloqueo” che senza dubbio, ha
creato e crea, con i suoi periodici inasprimenti, enormi difficoltà economiche,
finanziarie e commerciali a Cuba, ma un piccolo dubbio mi sorge: sarà l’unica
causa di queste carenze e dell’inflazione gigantesca seguita al “riordinamento
monetario”?
I
torni non contano o i conti non tornano, vedete voi.