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sabato 17 marzo 2012

Un cubano nell'Antartide: Angel Graña


Angel Graña González, prossimo a compiere 77 anni, oggi è Vice Presidente della Fundación Antonio Núñez Jiménez che fu Vice Ministro di Cultura e Presidente dell'Accadamemia di Scienze di Cuba. Il Capitano Nuñez è stato artefice di grandi eplorazioni e imprese avventurose di ogni tipo a carattere scientifico e Angel è stato suo collaboratore dal 1964 fino al momento della sua scomparsa il 13 Settembre 1998. La Fondazione si occupa dell'investigazione e protezione di flora, fauna, siti archeologici e speleologici, antropologia, oceanografia, protezione dell'ambiente e ricerca sule origini della Terra e dei suoi abitanti, eccetera...E' l'unico cubano ancora vivente ad essere stato nell'Antartico.
Angel ha accompagnato il suo amico in varie spedizioni e ricerche e fra i luoghi più o meno remoti e affascinanti è stato anche all'Isola di Pasqua e alle Galápagos, due paradisi naturalistici dell'Oceano Pacifico. Un'altra grande impresa organizzata da Nuñez, alla quale ha preso parte è stata la spedizione che a cavallo degli anni '87 e '88 li ha portati in Amazzonia da dove si sono imbarcati, alle foci dell'Orinoco, su canoe scavate nei tronchi d'albero per arrivare fino a Cuba, sulle tracce dei primi abitanti dell'Isola che si ritiene fossero di etnia Arawak, provenienti, appunto dall'Amazzonia e arrivati alle Antille maggiori con un lungo percorso, di generazione in generazione, facendo scalo in tutte le isole che fanno corona al Mar dei Caraibi. Ha visitato, sempre con intersse secntifico, moltissimi altri Paesi del Mondo, anche europei, però non aveva mai visto la neve fino a...ma ecco il suo racconto:
“Un giorno passai da Casa di Antonio e lo trovai al telefono che parlava un po' in russo e un po' in spagnolo, dopo avermi salutato frettolosamente mi domandò che numero di copricapo portassi e qual'era la taglia dei miei abiti. La domanda mi colse di sorpresa e gli dissi che non lo sapevo, quindi sentii che diceva ll'interlocutore: “”come me, da (si)...come me””. Finita la conversazioni mi disse “”preparati che presto partiamo””. Ricordo che era un lunedì mattina e il venerdì seguente eravamo già in volo per Mosca dove ci attendevano per inserirci in un gruppo di scienziati sovietici in partenza per l'Antartide. Da Mosca raggiungemmo Maputo, in Mozambico, da dove saremmo volati al continente antartico.
Era l'estate australe e il tempo doveva essere favorevole, ma aspettammo alcuni giorni per avere la conferma che le condizioni del volo e sopratutto dell'atterraggio fossero realmente ideali. Quando venne l'autorizzazione ci imbarcarono su un IL 18 dell'Aeroflot che curiosamente non era dipinto con soliti colori bianco e azzurro, ma l'azzurro era diventato...rosso. La cosa mi stupì e quando chiesi come mai quei colori “strani”, mi dissero che erano previsti nel caso di un incidente sul ghiaccio, per poter essere avvistati con maggior facilità. Dopo un momento di inquietudine, tornai ad essere razionale e decisi che non era per malaugurio.
Il comandante aveva l'ordine, giunto a metà del percorso, di comunicarsi con il centro di Maputo per avere la conferma che le condizioni meteo continuassero ad essere favorevoli per un atterraggio, in caso contrario aveva l'ordine di rientrare a Maputo già che il carburante sarebbe stato insufficiente se si fosse trovato a maggior distanza dal rientro. Dopo 4 o 5 ore di volo il comandante confermò che si poteva proseguire e trascorso ugual tempo mi affacciai al finestrino vedendo quella sterminata distesa bianca. Pensai che col carrello sarebbero usciti dei pattini, al posto delle ruote, invece niente: uscì il normale carrello di atterraggio. La pista, gelata, misurava ben 12 km. e l'aereo non venne frenato, ma fu lasciato fermare per abbrivio; ogni tanto il pilota invertiva la rotazione delle eliche per contribuire al rallentamento. Dopo una ventina di minuti scendemmo per essere accolti dalla comunità sovietica che viveva nella base per 11 mesi prima del rimpatrio e della sostituzione.
Antonio era già stato al Polo Nord nel 1972, ma io non avendo mai visto la neve mi trovai con “troppa grazia S. Antonio”...
La nostra permanenza fu di 26 giorni dato che eravamo in “ricognizione” per il futuro invio di scienziati cubani che si sarebbero inseriti nel gruppo dei sovietici. In effetti, nei tre anni successivi, furono inviate altrettante coppie di meteorologi cubani. Durante il soggiorno fummo "studiati, come in seguito i nostri compatrioti, per vedere le reazioni di un organismo tropicale in quell'ambiente decisamente diverso.
Era estate e il termometro segnava “solo” 20 gradi sotto zero, il sole praticamente non tramontava e per poter dormire, le stanzette delle baracche erano schermate con tende nere.
Ci trovavamo nella base per il 7 di Novembre, anniversario della Rivoluzione Bolscevica e in quella data, celebrata dai sovietici come fossero sulla Piazza Rossa di Mosca, issammo la bandiera cubana che ci era stata data da Fidel quando venne a salutarci e augurarci un buon viaggio e compimento della missione. La bandiera portava la sua firma nella stella bianca che campeggia sul triangolo rosso del vessillo.
Posso veramente dire che fra le esperienze indimenticabili, quella, assieme ala spedizione in Amazzonia sono state le più emozionanti e impegnative seppure con presupposti ben differenti: nell'Antartico il silenzio era veramente “assordante” quasi faceva male alle orecchie come un rumore eccessivo, la fauna era limitata a colonie di pinguini e leoni marini che scavavano, col loro alito, aperture nel ghiaccio spesso circa un metro e mezzo, per poter entrare e uscire dall'acqua sottostante a caccia di cibo. Si vedeva anche qualche raro gabbiano nero. In Amazzoni, al contrario la vita era esuberante così come i rumori, incontrammo molti aborigeni e non era possibile dormire all'aperto perché qualsiasi animale poteva diventare pericoloso: anche le formiche. Erano in grado di divorare una persona.”

Fin qua il racconto di un personaggio che avrebbe una serie infinita di aneddoti e storie affascinanti da raccontare e che in parte racconta nei suo giri di conferenze. Grazie Angel.

2 commenti:

  1. trovo molto interesante questo post,non pensavo che perfino noi cubani fossimo arrivati al gelido inverno antartico,fa piacere incontrarsi con persone come angel anche se in modo virtuale,antonio nunez jimenes è più conosciuto,io ricordo con molto orgoglio la spedizione "En canoa del amazonas al caribe" che a l'epoca ci sembraba una specie di kontiki moderna,complimenti per l'articolo e ogni giorno sono convicta che mi sorprenderai una altra volta con meraviglie nascoste de tanti cubani comuni e a lo steso tempo unici.

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  2. In effetti a Cuba si trovano personaggi incredibili e si vengono a conoscere imprese altrettanto impensabili. Spero di trovarne ancora...

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