Era
molto tempo che non ricevevo sue notizie e questo mi era sembrato inquietante.
Stavo per mandargli una mail per sapere, quando qualcosa di lui, ma un
presentimento mi ha fatto aprire la pagina di Google a lui dedicata e che
riunisce, praticamente, tutta la sua vita lavorativa. Tristemente ho letto la
data di morte: 3 marzo del 1918.
Avevo
saputo che gli avevano scoperto, casualmente, un tumore ad un polmone mentre si
trovava negli Stati Uniti. Il fatto era dovuto alla respirazione del fosforo
contenuto nelle bombe lanciate dai medesimi soldati americani durante la guerra
civile nella ex Yugoslavia che lui ha “coperto” per il suo giornale. Ci eravamo
rivisti in Italia e a Miami alcuni anni fa, sapevo che l’ntervento era riuscito
ed era in fase di recupero. Di tanto in tanto ci scambiavamo notizie per
via elettronica, poi ho saputo che avevano scoperto un’altro maledetto tumore
nell’altro polmone, originato dalla stessa causa, ma evidentemente la diagnosi
e le cure sono arrivate in ritardo.
Oltre
ad essere una grande persona, ricca di umanità credo sia stato uno dei migliori
inviati speciali della Stampa (giornale e generale), non era di quelli che
stavano in albergo carpendo notizie più o meno veridiche da fonti locali, i
suoi articoli e libri sono dei capolavori di cronaca e letteratura Era stato
anche professore all’Univerità di Genova facendo il pendolare da Torino, dove
abitava fin da ragazzo. Ha ricevuto incarichi e riconoscimenti prestigiosi che
indubbiamente si meritava.
Ho
avuto la fortuna e il piacere di condividere con lui anni fa a Cuba, Paese che
amava, un suo soggiorno per una serie di interviste e un suo rammarico era
quello di non poterci tornare perché in altra occasione i suoi discorsi tenuti
agli studenti dell’Università dell’Avana, dove peraltro era stato invitato, non
sono piaciuti al regime che lo ha espulso e gli ha proibito l’ingresso al Paese
nel futuro. Sono più che sicuro che da qualche anno in qua non avrebbe più
avuto problemi, almeno come turista, ma un pò il giusto timore rimasto e la
salute glie lo hanno impedito.
Ciao Mimmo, in ritardo, ma con affetto ti abbraccio, come sempre, ovunque tu sia.
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