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venerdì 21 dicembre 2018
Come cambiano i tempi
Come cambiano i tempi! Dopo la vittoria della
Rivoluzione e fino alla prima metà degli anni ’80 c’era una rivista in bianco e
nero, edita dal Ministero del Commercio Interno che si chiamava “Opina”. Il suo
Direttore responsabile era l’allora vice Ministro Eugenio Rodríguez Balari. La
pubblicazione, settimanale, andava letteralmente a ruba, anche per la relativa
tirata limitata. Piaceva molto, specie alle signore, per i suoi contenuti
leggeri fra i quali anche l’oroscopo. Una delle sue sezioni era data dagli
annunci economici. Improvvisamente, Opina sparì come, poco dopo, il suo
Direttore responsabile col quale avevo avuto una piacevole cena in compagnia di
amici. La o le ragioni di questa scomparsa erano per le difficoltà affrontate
dalla stampa scritta in generale o anche perché considerata di stampo
“capitalista”? Ai postini l’ardua sentenza. Intanto, recentemente, è apparsa
“Offerta” che ha il taglio che aveva “Opina”, ovviamente adeguato ai tempi e
guarda caso ha un inserto dedicato agli annunci economici...
mercoledì 19 dicembre 2018
È difficile usare logica e buon senso?
ÈDIFFICILE USARE LOGICA E BUON SENSO?
Personalmente credo che noi appartenenti al “Primo
mondo”, particolarmente gli europei
abbiamo, del resto come tutti, pregi e difetti. Alcune di queste doti che per
alcuni sono pregi e vengono apertamente manifestati, chi li considera difetti
non li dimostra, ma credo che esistano latenti e inconsci dentro di noi anche
se non lo vogliamo ammettere e tantomeno manifestare.
Fra queste caratteristiche classificherei, per esempio:
il colonialismo, l’eurocentrismo, l’individualità che rasenta l’egoismo,
l’affarismo sfrenato, la prevaricazione e il complesso di superiorità. Questi
sono esempi di quelli che per me sono difetti e per altri virtù. In compenso
però abbiamo doti che sono certamente positive universalmente come ad esempio:
la cultura, il buon gusto e il senso della logica. Cosa che nel “resto del
mondo” a volte può mancare o essere insufficiente. La mancanza, almeno di senso
della logica, mi sembra che a Cuba si manifesti abbastanza nell’organizzazione
di molti eventi a carattere internazionale, particolarmente quelli dedicati al
grande pubblico.
Negli anni ’80 del secolo scorso, Fidel Castro ebbe
l’idea di far costruire uno spazio espositivo chiamato Expocuba, fatto su scala
infinitamente minore a modo imitativo della moscovita Vedenkhà che raccoglieva
i successi economici e scientifici sovietici, con particolare riguardo alle
conquiste spaziali e doveva esporre a Cuba le indubbie conquiste della
Rivoluzione nei diversi padiglioni di settore.
Questo spazio, al sud est dell’Avana è stato, ed è
tuttora, grandemente sub utilizzato se si considera che l’unico evento
importante si svolge una settimana all’anno ed è la Fiera Internazionale
dell’Avana. Considerando che un’altro spazio espositivo, il Pabexpo è ormai
insufficiente e il Pabellon Cuba lo è ancor molto meno il resto delle Fiere,
più o meno popolari e importanti, vengono generalmente svolte all’interno della
fortezza di San Carlos de la Cabaña, un luogo che indubbiamente è di un fascino
mozzafiato a qualunque ora del giorno e con ogni condizione atmosferica per le
sue caratteristiche architettoniche, paesaggistiche e panoramiche. Peccato che
è totalmente inadatto a ricevere mostre mercato nelle sue viscere anguste e
buie dove si è costretti a percorrere a vuoto lunghe camminate, su un incomodo
selciato, per cercare quello che si vorrebbe vedere. La Fiera del Libro, la
Convenzione del Turismo e la medesima FIART ed altre che potrebbero venire,
sono soffocate in cotanto ambiente che è completamente contrario allo spirito
di mostre mercato di grande affluenza, sia di espositori che di pubblico.
Il senso della logica suggerirebbe di utilizzare meglio e
di più, in modo pressoché permanente, lo spazio di Expocuba che è anche
suscettibile di ampliamenti e crescita in altezza (senza esagerare). Se si
tratta di attrarre il pubblico in modo massiccio alla “Cabaña” credo ci siano
altri modi culturali e ricreativi con attività che possano utilizzare gli ampi
spazi aperti come concerti e spettacoli che peraltro si sono già effettuati. Al
di là di queste sporadiche attività sono sempre convinto che un giorno di “tour
delle Fortezze” dell’Avana: Morro, Cabaña, Real Fuerza, Punta, Puntilla, Atarés
e Principe, possa essere attrattivo e interessante per il turismo sia internazionale
che interno. Basta attrezzarle e attrezzarsi, così si raggiungrebbe uno scopo
più consono agli ambienti.
Penso che fra le manifestazioni effettuate e da
effettuare, probabilmente l’unica che potrebbe giovarsi dell’ambiente sarebbe
la Biennale d’Arte dell’Avana, particolarmente negli ampi spiazzi e cortili..
Speriamo che chi ha voce in capitolo si renda conto, a
rigor di logica che probabilmente quanto ho modestamente espresso, seppure come
opinione personale, possa essere una vantaggio per tutti coloro che
usufruiscono dei luoghi menzionati.
Ciro Bianchi 51 anni di carriera
Nel pomeriggio di ieri, l’UNEAC (Associazione degli
Artisti e Scrittori di Cuba) ha conferito un omaggio alla carriera, per i suoi
70 anni di cui 51 di professione, a Ciro Bianchi, cubano da cinque generazioni
e italiano di origine come fanno fede il suo nome e cognome.
Ciro è titolare da oltre 17 anni di una colonna di storia
e costume sull’edizione domenicale di Juventud Rebelde, dove ha pubblicato 887
dei suoi scritti manifestando amore e conoscenza per la sua città, relativa
storia, cultura e tradizioni. Ha partecipato e partecipa come esperto e
consulente a un’infinità di trasmissioni televisive ed è autore di oltre 30
libri che raccolgono immagini di vita dell’Avana di ieri e di oggi. Nella sua
lunga carriera, oltre a tanti riconoscimenti, ha ottenuto due Premi Nazionali
di Giornalismo “José Martí”.
Il suo primo articolo è stato pubblicato su “El Mundo”,
uno dei maggiori quotidiani dell’Avana di ieri, quando aveva solo 17 anni e il
testo era piaciuto al direttore a cui lo aveva sottoposto. Il lavoro gli venne
pagato come collaboratore, ma la sua cera carriera è iniziata solo dopo un paio
d’anni di praticantato presso il medesimo giornale e pagato a prestazioni. Ai
suoi inizi, “costretto” a pubblicare sulle stesse pagine di famosi e popolari colleghi più anziani, fra i quali
anche Gabriel García Márquez, aveva timore di pubblicare articoli di cronaca o
di opinione e quindi decise di essere intervistatore di personaggi famosi
pensando: “Se non leggono me, per la mia firma sconosciuta, leggeranno per
sapere di più sull’intervistato”. Poi si è giustamente conquistato la sua
popolarità e affetto del pubblico.
Tanti auguri e lunga vita di lavoro, Ciro.
martedì 18 dicembre 2018
Venezia all'Avana, FIART 2018
Dopo la chiusura del 40° Festival
del Nuovo Cine Latinoamericano, prosegue la XXII edizione della FIART (Fiera
Internazionale dell’Artigianato), inaugurata lo scrso 6 di dicembre, come il
Festival, ma che prosegue fino al 21 con il Messico come Paese invitato
d’onore.
Durante una breve visita ai
padiglioni, ho avuto una gradita sorpresa: entrando a curiosare nel padiglione
dell’India, a un certo punto mi sono trovato di fronte ad oggetti di una certa
familiarità e guardandomi bene attorno mi sono accorto di essere nello stand
dell’unico Artigiano rappresentante l’Italia e in particolare la sua Venezia,
con articoli di bigiotteria lavorati in vetro. Dopo una breve e frettolosa presentazione,
l’incontro ha preso più corpo scoprendo che Massimiliano, Maestro nell’arte del
vetro e disegnatore delle sue collezioni per la sua azienda, MUMU, mi ha
riconosciuto essendo anche un lettore delle mie note sul blog, così che abbiamo
preso l’impegno di rivederci in compagnia delle nostre mogli cubane, Ania che e
anche collaboratrice nel lavoro e
Cecilia.
martedì 4 dicembre 2018
Sembra ieri, ma sono 40
Fra due giorni si apre la quarantesima
edizione del Festival del Nuovo Cine Latinoamericano dell’Avana che si chiuderà
il 16 prossimo. La rassegna aumenta anno dopo anno la sua importanza e
popolarità anche nel resto del mondo. Nella sua ormai non breve storia ha
presentato pellicole di grande qualità oltre a retrospettive o opere fuori
concorso anche di altre latitudini. Assieme ai film, non sono mancati invitati
e partecipanti di eccellenza, sia come ospiti che come giurati. Quest’anno
l’attenzione è rivolta a due grandi cineasti, fondatori dell’Istituto Cubano
del Cinema e anche del Festival, come Alfredo Guevara che ne è stato Presidente
e Tomás Gutiérrez Alea “Titón”, probabilmente il maggior realizzatore cubano,
la cui pellicola “Memorias del subdesarrollo” recentemente restaurata e
digitalizzata è nella classifica delle migliori al mondo.
Personalmente ho avuto il piacere e
l’onore di conoscere miti del passato come Gian Maria Volonté, Vittorio
Gassman, Jack Lemmon, Gregory Peck. Gabriel García Márquez, Jorge Amado. Tutti
ormai scomparsi ed altri miti ancora vivi di cui non starò a fare l’elenco.
Per ragioni che non sto a spiegare, mi
sarà difficile “coprire” l’avvenimento, sarò anche fuori città, ma penso di
scrivere qualche altra riga sull’argomento.
A proposito dei 40, fra poco (il
prossimo 26) saranno quelli che hanno visto il mio primo piede in terra cubana.
Solo qualche anno dopo Cristoforo Colombo e con altro mezzo di trasporto, oltre
al fatto che io sapevo dov’ero.
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