Come
tutte le signore mature, anche l’Avana si è imbellettata per il suo 500°
compleanno che ricorre domani in quanto la documentazione ufficiale indica il
16 novembre del 1519 come data di fondazione della Villa de San Cristóbal de La
Habana. L’operazione cosmetica non è solamente superficiale, ma ha visto
recuperate decine di strutture cadenti o abbandonate in vista di utilizzazione
sociale. A questo fervore urbanistico si sommano molte attività culturali:
concerti, spettacoli teatrali e cinematografici.
La
parte architettonica ed estetica che più ha visto le opere edili è senz’altro
il Paseo del Prado che al suo imbocco dal Malecón ha visto sorgere due dei tre
alberghi di lusso della capitale: il Packard Iberostar e il Paseo del Prado che
con le loro linee moderne in vetro e acciaio formano un contrasto più che
accettabile con il resto di stile coloniale del Paseo.
Più
avanti, arrivando al Parque Central vi è il terzo (primo per entrata in
servizio) albergo lussuoso: il Manzana Kerpinski sul lato opposto del Gran
Teatro dell’Avana Alicia Alonso che pure è stato ristrutturato all’esterno e
all’interno, tornando al suo antico splendore. Sul fianco destro del teatro si
apre il Boulevard San Rafael anch’esso opera di ristrutturazione capitale con
abilitazione di nuovi centri commerciali e di svago.
Proseguendo
verso sud e attraversando la strada si arriva al Capitolio Nacional con la sua
cupola dorata e oggetto di un trattamento intensivo che lo ha restituito al
100% della sua funzionalità e imponenza. Nei suoi saloni viene ospitata la sede
dell’Asamblea Nacional del Poder Popular e dopo anni di chiusura per
impraticabilità è stato restituito alle visite del pubblico.
Nel
quadro dei festeggiamenti è avvenuta la visita dei reali di Spagna
rappresentando la discendenza dei fondatori della città 27 anni dopo lo sbarco
di Cristoforo Colombo, armato dalla regina Isabella di Castiglia e convinto di
essere arrivato alle Indie. Nel suo discorso ufficiale, Filppo VI non è stato
particolarmente diplomatico lanciando un messaggio riguardo alla “democrazia,
libertà e diritti umani”, mentre dovrebbe preoccuparsi per la “sua” democrazia
che ha reso la Spagna ingovernabile e trascurando il fatto che visitando, come
prima visita ufficiale del suo regno, l’Arabia Saudita e poi altri Paesi arabi
non proprio democratici e ignoranti dei diritti umani, particolarmente nei
riguardi delle donne, si è guardato bene dal pronunciare qualcosa di simile.