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venerdì 15 novembre 2019

500 di questi giorni

Come tutte le signore mature, anche l’Avana si è imbellettata per il suo 500° compleanno che ricorre domani in quanto la documentazione ufficiale indica il 16 novembre del 1519 come data di fondazione della Villa de San Cristóbal de La Habana. L’operazione cosmetica non è solamente superficiale, ma ha visto recuperate decine di strutture cadenti o abbandonate in vista di utilizzazione sociale. A questo fervore urbanistico si sommano molte attività culturali: concerti, spettacoli teatrali e cinematografici.
La parte architettonica ed estetica che più ha visto le opere edili è senz’altro il Paseo del Prado che al suo imbocco dal Malecón ha visto sorgere due dei tre alberghi di lusso della capitale: il Packard Iberostar e il Paseo del Prado che con le loro linee moderne in vetro e acciaio formano un contrasto più che accettabile con il resto di stile coloniale del Paseo.
Più avanti, arrivando al Parque Central vi è il terzo (primo per entrata in servizio) albergo lussuoso: il Manzana Kerpinski sul lato opposto del Gran Teatro dell’Avana Alicia Alonso che pure è stato ristrutturato all’esterno e all’interno, tornando al suo antico splendore. Sul fianco destro del teatro si apre il Boulevard San Rafael anch’esso opera di ristrutturazione capitale con abilitazione di nuovi centri commerciali e di svago.
Proseguendo verso sud e attraversando la strada si arriva al Capitolio Nacional con la sua cupola dorata e oggetto di un trattamento intensivo che lo ha restituito al 100% della sua funzionalità e imponenza. Nei suoi saloni viene ospitata la sede dell’Asamblea Nacional del Poder Popular e dopo anni di chiusura per impraticabilità è stato restituito alle visite del pubblico.

Nel quadro dei festeggiamenti è avvenuta la visita dei reali di Spagna rappresentando la discendenza dei fondatori della città 27 anni dopo lo sbarco di Cristoforo Colombo, armato dalla regina Isabella di Castiglia e convinto di essere arrivato alle Indie. Nel suo discorso ufficiale, Filppo VI non è stato particolarmente diplomatico lanciando un messaggio riguardo alla “democrazia, libertà e diritti umani”, mentre dovrebbe preoccuparsi per la “sua” democrazia che ha reso la Spagna ingovernabile e trascurando il fatto che visitando, come prima visita ufficiale del suo regno, l’Arabia Saudita e poi altri Paesi arabi non proprio democratici e ignoranti dei diritti umani, particolarmente nei riguardi delle donne, si è guardato bene dal pronunciare qualcosa di simile.

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