Veramente una brutta data, questa del 3 settembre per Cuba. Oggi infatti ricorre il trentaduesimo anniversario della tragedia che ha visto scomparire tra le fiamme la vita di 112 persone che occupavano un aereo della Cubana de Aviación al decollo dall’aeroporto dell’Avana. I passeggeri, felici per le loro vacanze appena concluse, si apprestavano a rientrare alle loro case in Italia. L’insensata presunzione del comandante che ha voluto partire nonostante le condizioni atmosferiche avverse e i suggerimenti della torre di controllo ha prodotto il disastro al quale si sommarono un numero mai precisato di abitanti del quartiere Lugardita, chissà mai perché, sorto sulla linea di decollo dei velivoli.
Ricordo
che nel momento del sinistro, naturalmente essendone inconsapevole, stavo
scendendo dalla mia auto e un colpo di vento mi ha tolto di mano la portiera
chiudendola con un botto. Solo dopo non so quanti minuti, venivo avvertito
dell’accaduto da una telefonata dell’allora corrispondente dell’ANSA Giannina Bertarelli
e immediatamente mi sono recato presso la nostra Ambasciata per rendermi
disponibile.
Un
giorno infausto anche perché dopo la scomparsa, lo scorso fine settimana, di un
grande della musica cubana, Adalberto Álvarez, il “Caballero del Son” che ricordo
con i sorrisi e cenni di saluto che mi indirizzava all’incrociarsi nella grande
hall dell’Habana Libre, pur non conoscendoci formalmente, oggi è deceduto anche
lui vittima del Covid, uno dei più popolari e grandi attori delle scene cubane:
Enrique Molina che ho avuto il piacere di conoscere e col quale abbiamo coinciso
più volte fino a quando non è stato ospite a casa mia, quando abitavo nel
Cerro, con la sua inseparabile compagna di una vita: Elsa che era anche la sua
manager.
3
settembre, proprio una brutta data.
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