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lunedì 11 luglio 2022

:utanasia, diritto o no?

 Uno dei temi che mi ha lasciato perplesso, in un Paese che dovrebbe essere laico e progressista come Cuba, è quello sull’eutanasia e il suicidio assistito. Entrambi vietati per Legge. Evidentemente i quattro secoli di dominazione spagnola, spesso guidata dalla Santa Inquisizione, hanno lasciato un solco difficile da riempire.

Non c’è dubbio che il divieto di morire in modo indolore e non traumatico, per sua scelta o quella di persone strettamente vicine, per chi non abbia più le condizioni umane di una vita degna di questo nome, sia una prevaricazione palese dei Diritti Umani. Purtroppo nel Mondo la maggior parte dei Governi, anche laici, è schierata da quella parte e i Popoli o non possono disporre della possibilità di invertire la tendenza o hanno problemi di maggiori dimensioni ancora irrisolti, quando appunto, non siano abbagliati da dogmi senza fondamenti ragionevoli.

Quello che mi ha stupito, nel caso di Cuba, è che ci sono persone ancora legate a vecchie credenze religiose, perché di credenze si tratta quando non hanno nessun fondamento logico o scientifico secondo le quali, come principio, “solo Dio può dare e togliere la vita”. Al di là del fatto che la vita la danno un padre e una madre e non Dio, se questi esistesse e fosse onnipotente, perché non si incaricherebbe lui stesso di eliminare sofferenze e disagi estremi inutili? Magari i disagi sono sempre inutili, anche non quelli estremi…Tutti quelli che soffrono hanno gravi peccati da scontare? E la benevolenza di Dio con il perdono, dov’è?

Purtroppo la realtà è che i problemi di esistenza e di sussistenza li deve sempre risolvere l’Uomo, quello fisico e reale e molto spesso o non se ne cura o ha impedimenti a farlo.

Resta poi il fatto che ancora in molti Paesi, non favorevoli all’eutanasia, sia vigente la pena di morte (sic!) morti di serie A e B.

La religione o le religioni, purtroppo, praticano la teoria che altro non è che quella cantata in uno strepitoso successo di Mina: “parole, parole, parole, soltanto parole…” Ma la biologia ha bisogno di fatti, sia per vivere che per morire degnamente e possibilmente senza sofferenze.

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