Un paio di
giorni fa è successo un drammatico incidente ad Aguada de Pasajeros, alle porte
della città di Cienfuegos, sulla costa nord del centro di Cuba. Un pulmino su
cui viaggiavano 7 turisti italiani è uscito di strada causando la morte della
tour leader italiana Patrizia Crisolini Malatesta e dell’autista cubano, oltre
ad alcuni feriti. Si dice sempre “per cause imponderabili”, ma in realtà di
imponderabile c’è solo dove, come e quando succedono queste disgrazie per il
resto le cause sono perfettamente ponderabili e riguardano lo stato e condizioni
del veicolo e delle strade, nonché le condizioni psicofisiche dell’autista. Nei
primi due casi lo stato di abbandono è veramente deplorevole e nel terzo,
spesso per non dire quasi sempre, gli autisti sono soggetti a uno stress e un
affaticamento psico fisico notevole per le ore che passano senza dormire o
riposare a sufficienza vuoi per il medesimo impegno al volante vuoi per le
interminabili ore di coda nei pochi distributori di carburante aperti e
funzionanti o magari, se vogliamo in qualche caso, per alcun eccesso in
compagnia di colleghi durante le soste, nel poco tempo disponibile.
Ancora
una volta il turismo italiano è stato funestato, certo non come il caso
dell’incidente aereo del 3 settembre 1989, dalle proporzioni enormi, ma anche
una sola vita non dovrebbe essere falciata in nome della ricreazione materiale
e spirituale data dal turismo.
Erano
certo altri tempi, a Cuba, quando i turisti si muovevano in gruppi di almeno 40
persone su autobus capienti e il cui equipaggio era formato da due autisti che
si alternavano nelle guida e nel riposo. Ma anche questo è il progresso che, si
dice, vuole le sue vittime.
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