Venerdì 8, si inaugura la mostra di fotografia di José Rubiera con la quale entra a tutti gli effetti nel mondo dell'Arte che coltivava, finora solo come hobby. L'esposizione è nata da un incontro casuale del sottoscritto col popolare metereologo, proprio in una "tienda" per lo sviluppo delle immagini. Ne è nata un'amicizia e uno scambio di pareri che mi ha portato, assieme all'amico Presidente dell'Agenzia LatitudCuba, a spronare Josè a esibire le sue belle immagini. Hanno collaborato all'iniziativa alcuni amici cubani che ci hanno aiutato nella stampa e il montaggio delle foto, nella stampa degli inviti e pieghevoli illustrativi e sopratutto il popolare presentatore e giornalista della TV Julio Acanda che da direttore artistico de "El Gato Tuerto", ha messo a disposizione il locale per la mostra, coinvolgendo la "Empresa Palmares" nel patrocinio della medesima unitamente alla citata LatitudCuba, agenzia per il turismo specializzato a Cuba.
Translate
Il tempo all'Avana
+28
°
C
H: +28°
L: +23°
L'Avana
Lunedì, 24 Maggio
Vedi le previsioni a 7 giorni
Mar | Mer | Gio | Ven | Sab | Dom |
+28° | +29° | +29° | +28° | +29° | +29° |
+24° | +24° | +24° | +24° | +24° | +24° |
lunedì 4 giugno 2012
sabato 2 giugno 2012
mercoledì 30 maggio 2012
Leonardo sbarca all'Avana
E' arrivata all'Avana la Mostra Permanente sul Genio di Leonardo da Vinci. Si tratta della maggior esposizione del genere in America Latina e probabilmente dell'intero Continente. E' la replica di quella esposta all'aeroporto di Fiumicino, intitolato al grande toscano.
L'inaugurazione è prevista per il 28 di giugno e sarà preceduta da una conferenza stampa tenuta dal Principe Modesto Veccia, promotore dell'iniziativa che viene donata alla Città dell'Avana e per estensione a Cuba.
Una sequenza dell'arrivo del contenitore nella Piazza di san Francesco d'Assisi nel cui convento verrà allestita in maniera permanente la mostra.
Hanno contribuito allo scarico dei pezzi i ragazzi della Scuola di Restauro del Conservatore della Ciudad de la Habana che fa capo al Dottor Eusebio Leál Spengler "Historiador" della città.
L'inaugurazione è prevista per il 28 di giugno e sarà preceduta da una conferenza stampa tenuta dal Principe Modesto Veccia, promotore dell'iniziativa che viene donata alla Città dell'Avana e per estensione a Cuba.
Una sequenza dell'arrivo del contenitore nella Piazza di san Francesco d'Assisi nel cui convento verrà allestita in maniera permanente la mostra.
Hanno contribuito allo scarico dei pezzi i ragazzi della Scuola di Restauro del Conservatore della Ciudad de la Habana che fa capo al Dottor Eusebio Leál Spengler "Historiador" della città.
lunedì 28 maggio 2012
90 anni di Atletica a Cuba
Forse per il caldo umido di un pomeriggio tropicale o per la pochezza degli avversari che non hanno stimolato i "big", il meeting effettuato per celebrare il centenario della IAAF e il novantesimo dell'adesione alla medesima di Cuba, non ha dato risultati eclatanti. L'unica gara di un certo interesse è stata quella di chiusura, nei 110 ostacoli, dove Dayron Robles è stato battuto dal giovane Orlando Ortega con uno sprint da fotofinish. Ortega ha stabilito il suo record personale e il miglior tempo della stagione con un 13.09, mentre Robles si è dovuto accontentare dell'argento, deludendo le sue ammiratrici, con un 13.18.
Aprofittando della presenza di Alberto Juantorena gli ho fatto una domanda che era in attesa da anni, glie la avevo fatta in altri tempi molto più difficili, ma la risposta è sempre la stessa: "Alberto, a quando un giornale o rivista sportiva a Cuba? La risposta, stavolta in italiano, è stata: "non ci sono soldi...". Se qualche editore italiano fosse interessato...
La presentazione dell'evento a carico del popolare giornalista e annunciatore René Navarro e Alberto Juantorena, Vice Presidente dell'INDER e Presidente della Federazione Cubana di Atletica.
Un momento di civetteria femminile di Ana Fidelia Quirot
Due grandi Campioni Olimpici e Mondiali in esclusiva per "ilvecchioeilmare"
Un altro grande Campione tutt'ora detentore del Record Mondiale di salto in alto: Javier Sotomayor
L'attesa andata delusa dalle fans di Dayron Robles
La sequenza dei 110 ostacoli
Aprofittando della presenza di Alberto Juantorena gli ho fatto una domanda che era in attesa da anni, glie la avevo fatta in altri tempi molto più difficili, ma la risposta è sempre la stessa: "Alberto, a quando un giornale o rivista sportiva a Cuba? La risposta, stavolta in italiano, è stata: "non ci sono soldi...". Se qualche editore italiano fosse interessato...
La presentazione dell'evento a carico del popolare giornalista e annunciatore René Navarro e Alberto Juantorena, Vice Presidente dell'INDER e Presidente della Federazione Cubana di Atletica.
Un momento di civetteria femminile di Ana Fidelia Quirot
Due grandi Campioni Olimpici e Mondiali in esclusiva per "ilvecchioeilmare"
Un altro grande Campione tutt'ora detentore del Record Mondiale di salto in alto: Javier Sotomayor
L'attesa andata delusa dalle fans di Dayron Robles
La sequenza dei 110 ostacoli
sabato 26 maggio 2012
Troppa grazia S. Antonio...
Dopo alcuni inverni dalla siccità preoccupante che trascinavano gli effetti negli anni successivi, la regione centromeridionale di Cuba, forse la più colpita dal fenomeno meteorologico, ha avuto la sua famosa "troppa grazia" infatti in pochi giorni gli accumulati di acqua sono stati sovrabbondanti con riempimento ed esondazione di bacini di raccolta, allagamenti e inondazioni che hanno visto, in qualche caso lo sfollamento degli abitanti. Oltre alla più toccata, nei due modi, provincia di Santi Spiritus è stata "benedetta" anche quella di Ciego de Avila dove si devono disputare i "ritorni" della finale di baseball che è stata rimandata di due giorni e verrà effettuata (col primo degli incontri) da questa sera, dopo un lavoro intenso di bonifica del terreno e nonostante la minaccia di altre precipitazioni.
Meeting internazionale preolimpico all'Avana
Domani meeting atletico internazionale allo Stadio Panamericano. Parteciperanno circa 200 atleti e tutti i cubani che saranno presenti alle Olimpiadi di Londra. Google permettendo, spero di avere foto da pubblicare.
E' recentissima la comunicazione di Google che "internet explorer" non è più supportato da questo servizio e l'impossibilità di utilizzare Chrome da server cubani. Tanto per la democrazia e l'informazione senza frontiere...
E' recentissima la comunicazione di Google che "internet explorer" non è più supportato da questo servizio e l'impossibilità di utilizzare Chrome da server cubani. Tanto per la democrazia e l'informazione senza frontiere...
domenica 20 maggio 2012
Forza Emilia!
Il "Noticiero dominical" della TV cubana ha aperto oggi, fatto eccezionale nella normale "scaletta delle notizie", con le immagini e il commento della poderosa scossa di terremoto, seguita da una seconda meno potente, che ha colpito la nostra Emilia. Che io ricordi non è mai successo che un terremoto di questa entità abbia colpito tre città come Bologna, Modena e Ferrara contemporaneamente.
Sono certo che la solidarietà italiana e internazionale non mancherà e che i concreti e laboriosi emiliani sapranno ricostruire in breve quello che sarà possibile. Rimane il rimpianto per le vittime e il dolore dei feriti. Per quel che vale... aggiungo anche la mia solidarietà.
Sono certo che la solidarietà italiana e internazionale non mancherà e che i concreti e laboriosi emiliani sapranno ricostruire in breve quello che sarà possibile. Rimane il rimpianto per le vittime e il dolore dei feriti. Per quel che vale... aggiungo anche la mia solidarietà.
venerdì 18 maggio 2012
Complimenti a Finocchiaro & C. (PD)
Certo che gli eredi del PCI e comunque depositari della "sinistra" non ne escano elegantemente...non tutti, almeno.
Qualche giorno fa un fatto clamoroso ha scosso il Senato. Nella votazione sui tagli alle pensioni d’oro ai supermanager pubblici il governo (che voleva difenderle) è stato battuto grazie da un emendamento di Idv e Lega. Sorprendentemente, la maggioranza dell’Aula si è dichiarata favorevole ad intervenire sul trattamento pensionistico dei burocrati di Stato che oggi godono di stipendi favolosi e domani avrebbero goduto di pensioni altrettanto favolose. Ne abbiamo parlato qua. Forse, finalmente, si sono resi conto che in un momento in cui tutti gli italiani vengono chiamati a grandi sacrifici togliere qualche euro ai boiardi di Stato, che oggi percepiscono, come il presidente dell’Inps o quello di Equitalia, stipendi fino a 1.200.000 euro all’anno (pagati da noi) sarebbe stato un atto minimo di equità.
E tuttavia, in 94 si sono battuti come leoni contro quell’emendamento e a favore del mantenimento delle pensioni d’oro. Tutto il Pd, ad eccezione di sette senatori che, in uno scatto di dignità, hanno votato contro. Ad esprimersi a favore dell superpensioni dei manager pubblici troviamo, per esempio, figure del calibro di Anna Finocchiaro, Enzo Bianco, Maurizio Gasparri o Pietro Ichino, lo stesso che va in giro a predicare il superamento del divario tra le generazioni.
Non è stato facile trovare i nomi dei 94. Nessuno li ha pubblicati o diffusi, forse pensando così di occultare un dato importantissimo e imbarazzante. Noi invece pensiamo che gli elettori debbano sapere come si muovono i propri rappresentanti dentro il Parlamento, perché è lì, nei meandri dell’attività parlamentare, che va giudicato il loro lavoro e non sui giochetti retorici nei salotti tv. E allora ci siamo messi al lavoro: siamo andati sul sito del Senato, spulciato i resoconti stenografici, individuato (con difficoltà) il codice della votazione e infine elaborato questo elenco. E’ questo, secondo noi, il compito di chi fa informazione, anche di chi, come noi, la fa in maniera volontaria e gratuita (a proposito, se volete sostenerci andate qua) Di seguito l’elenco. Vi invitiamo a diffonderlo il più possibile
1) Adamo Marilena (Pd)
2) Adragna Benedetto (Pd)
3) Agostini Mauro (Pd)
4) Armato Teresa (Pd)
5) Astore Giuseppe (Gruppo Misto)
6) Baio Emanuela (Api)
7) Barbolini Giuliano (Pd)
8 ) Bassoli Fiorenza (Pd)
9) Bastico Mariangela (Pd)
10) Enzo Bianco (Pd)
11) Biondelli Franca (Pd)
12) Blazina Tamara (Pd)
13) Filippo Bubbico (Pd)
14) Antonello Cabras (Pd)
15) Anna Maria Carloni (Pd)
16) Maurizio Castro (Pdl)
17) Stefano Ceccanti (Pd)
18) Mario Ceruti (Pd)
19) Franca Chiaromonte (Pd)
20) Carlo Chiurazzi (Pd)
21) Lionello Cosentino (Pd)
22) Cesare Cursi (Pdl)
23) Mauro Cutrufo (Pdl)
24) Cristina De Luca (Terzo Polo)
25) Vincenzo De Luca (Pd)
26) Luigi De Sena (Pd)
27) Mauro Del Vecchio (Pd)
28) Silvia Della Monica (Pd)
29) Roberto Della Seta (Pd)
30) Ulisse Di Giacomo (Pdl)
31) Di Giovan Paolo Roberto (Pd)
32) Cecilia Donaggio (Pd)
33) Lucio D’Ubaldo (Pd)
34) Marco Filippi (Pd)
35) Anna Finocchiaro (Pd)
36) Anna Rita Fioroni (Pd)
37) Marco Follini (Pd)
38) Vittoria Franco (Pd)
39) Vincenzo Galioto (Pdl)
40) Guido Galperti (Pd)
41) Maria Pia Garavaglia (Pd)
42) Costantino Garraffa (Pd)
43) Maurizio Gasparri (Pdl)
44) Antonio Gentile (Pdl)
45) Rita Ghedini (Pd)
46) Giai Mirella (Gruppo Misto)
47) Basilio Giordano (Pdl)
48) Claudio Gustavino (Terzo Polo)
49) Pietro Ichino (Pd)
50) Cosimo Latronico (Pdl)
51) Giovanni Legnini (Pd)
52) Massimo Livi Bacci (Pd)
53) Andrea Marcucci (Pd)
54) Francesca Maria Marinaro (Pd)
55) Franco Marini (Pd)
56) Ignazio Marino (Pd)
57) Marino Mauro Maria (Pd)
58) Salvatore Mazzaracchio (Pdl)
59) Vidmer Mercatali (Pd)
60) Riccardo Milana (Terzo Polo)
61) Francesco Monaco (Pd)
62) Enrico M0rando (Pd)
63) Fabrizio Morri (Pd)
64) Achille Passoni (Pd)
65) Carlo Pegorer (Pd)
66) Flavio Pertoldi (Pd)
67) Lorenzo Piccioni (Pdl)
68) Leana Pignedoli (Pd)
69) Roberta Pinotti (Pd)
70) Beppe Pisanu (Pdl)
71) Donatella Poretti (Pd)
72) Raffaele Ranucci (Pd)
73) Giorgio Roilo (Pd)
74) Nicola Rossi (Pd)
75) Antonio Rusconi (Pd)
76) Gian Carlo Sangalli (Pd)
77) Francesco Sanna (Pd)
78) Giacomo Santini (Pdl)
79) Giuseppe Saro (Pdl)
80) Anna Maria Serafini (Pd)
81) Achille Serra (Terzo Polo)
82) Emilio Silvio Sircana (Pd)
83) Albertina Soliani (Pd)
84) Marco Stradiotto (Pd)
85) Antonino Strano (Pdl)
86) Salvatore Tomaselli (Pd)
87) Giorgio Tonini (Pd)
88) Achille Totaro (Pdl)
89) Tiziano Treu (Pd)
90) Simona Vicari (Pdl)
91) Luigi Vimercati (Pd)
92) Vincenzo Vita (Pd)
93) Walter Vitali (Pd)
94) Luigi Zanda (Pd)
Elaborazioni Il Post Viola su resoconto stenografico Senato (pagine 121-128, codice votazione 016)
ULTIM’ORA DOMENICA 6 MAGGIO/ LA FINOCCHIARO (PD) AMMETTE: “FORSE ABBIAMO SBAGLIATO MA CE L’HA CHIESTO IL GOVERNO”
Qualche giorno fa un fatto clamoroso ha scosso il Senato. Nella votazione sui tagli alle pensioni d’oro ai supermanager pubblici il governo (che voleva difenderle) è stato battuto grazie da un emendamento di Idv e Lega. Sorprendentemente, la maggioranza dell’Aula si è dichiarata favorevole ad intervenire sul trattamento pensionistico dei burocrati di Stato che oggi godono di stipendi favolosi e domani avrebbero goduto di pensioni altrettanto favolose. Ne abbiamo parlato qua. Forse, finalmente, si sono resi conto che in un momento in cui tutti gli italiani vengono chiamati a grandi sacrifici togliere qualche euro ai boiardi di Stato, che oggi percepiscono, come il presidente dell’Inps o quello di Equitalia, stipendi fino a 1.200.000 euro all’anno (pagati da noi) sarebbe stato un atto minimo di equità.
E tuttavia, in 94 si sono battuti come leoni contro quell’emendamento e a favore del mantenimento delle pensioni d’oro. Tutto il Pd, ad eccezione di sette senatori che, in uno scatto di dignità, hanno votato contro. Ad esprimersi a favore dell superpensioni dei manager pubblici troviamo, per esempio, figure del calibro di Anna Finocchiaro, Enzo Bianco, Maurizio Gasparri o Pietro Ichino, lo stesso che va in giro a predicare il superamento del divario tra le generazioni.
Non è stato facile trovare i nomi dei 94. Nessuno li ha pubblicati o diffusi, forse pensando così di occultare un dato importantissimo e imbarazzante. Noi invece pensiamo che gli elettori debbano sapere come si muovono i propri rappresentanti dentro il Parlamento, perché è lì, nei meandri dell’attività parlamentare, che va giudicato il loro lavoro e non sui giochetti retorici nei salotti tv. E allora ci siamo messi al lavoro: siamo andati sul sito del Senato, spulciato i resoconti stenografici, individuato (con difficoltà) il codice della votazione e infine elaborato questo elenco. E’ questo, secondo noi, il compito di chi fa informazione, anche di chi, come noi, la fa in maniera volontaria e gratuita (a proposito, se volete sostenerci andate qua) Di seguito l’elenco. Vi invitiamo a diffonderlo il più possibile
1) Adamo Marilena (Pd)
2) Adragna Benedetto (Pd)
3) Agostini Mauro (Pd)
4) Armato Teresa (Pd)
5) Astore Giuseppe (Gruppo Misto)
6) Baio Emanuela (Api)
7) Barbolini Giuliano (Pd)
8 ) Bassoli Fiorenza (Pd)
9) Bastico Mariangela (Pd)
10) Enzo Bianco (Pd)
11) Biondelli Franca (Pd)
12) Blazina Tamara (Pd)
13) Filippo Bubbico (Pd)
14) Antonello Cabras (Pd)
15) Anna Maria Carloni (Pd)
16) Maurizio Castro (Pdl)
17) Stefano Ceccanti (Pd)
18) Mario Ceruti (Pd)
19) Franca Chiaromonte (Pd)
20) Carlo Chiurazzi (Pd)
21) Lionello Cosentino (Pd)
22) Cesare Cursi (Pdl)
23) Mauro Cutrufo (Pdl)
24) Cristina De Luca (Terzo Polo)
25) Vincenzo De Luca (Pd)
26) Luigi De Sena (Pd)
27) Mauro Del Vecchio (Pd)
28) Silvia Della Monica (Pd)
29) Roberto Della Seta (Pd)
30) Ulisse Di Giacomo (Pdl)
31) Di Giovan Paolo Roberto (Pd)
32) Cecilia Donaggio (Pd)
33) Lucio D’Ubaldo (Pd)
34) Marco Filippi (Pd)
35) Anna Finocchiaro (Pd)
36) Anna Rita Fioroni (Pd)
37) Marco Follini (Pd)
38) Vittoria Franco (Pd)
39) Vincenzo Galioto (Pdl)
40) Guido Galperti (Pd)
41) Maria Pia Garavaglia (Pd)
42) Costantino Garraffa (Pd)
43) Maurizio Gasparri (Pdl)
44) Antonio Gentile (Pdl)
45) Rita Ghedini (Pd)
46) Giai Mirella (Gruppo Misto)
47) Basilio Giordano (Pdl)
48) Claudio Gustavino (Terzo Polo)
49) Pietro Ichino (Pd)
50) Cosimo Latronico (Pdl)
51) Giovanni Legnini (Pd)
52) Massimo Livi Bacci (Pd)
53) Andrea Marcucci (Pd)
54) Francesca Maria Marinaro (Pd)
55) Franco Marini (Pd)
56) Ignazio Marino (Pd)
57) Marino Mauro Maria (Pd)
58) Salvatore Mazzaracchio (Pdl)
59) Vidmer Mercatali (Pd)
60) Riccardo Milana (Terzo Polo)
61) Francesco Monaco (Pd)
62) Enrico M0rando (Pd)
63) Fabrizio Morri (Pd)
64) Achille Passoni (Pd)
65) Carlo Pegorer (Pd)
66) Flavio Pertoldi (Pd)
67) Lorenzo Piccioni (Pdl)
68) Leana Pignedoli (Pd)
69) Roberta Pinotti (Pd)
70) Beppe Pisanu (Pdl)
71) Donatella Poretti (Pd)
72) Raffaele Ranucci (Pd)
73) Giorgio Roilo (Pd)
74) Nicola Rossi (Pd)
75) Antonio Rusconi (Pd)
76) Gian Carlo Sangalli (Pd)
77) Francesco Sanna (Pd)
78) Giacomo Santini (Pdl)
79) Giuseppe Saro (Pdl)
80) Anna Maria Serafini (Pd)
81) Achille Serra (Terzo Polo)
82) Emilio Silvio Sircana (Pd)
83) Albertina Soliani (Pd)
84) Marco Stradiotto (Pd)
85) Antonino Strano (Pdl)
86) Salvatore Tomaselli (Pd)
87) Giorgio Tonini (Pd)
88) Achille Totaro (Pdl)
89) Tiziano Treu (Pd)
90) Simona Vicari (Pdl)
91) Luigi Vimercati (Pd)
92) Vincenzo Vita (Pd)
93) Walter Vitali (Pd)
94) Luigi Zanda (Pd)
Elaborazioni Il Post Viola su resoconto stenografico Senato (pagine 121-128, codice votazione 016)
ULTIM’ORA DOMENICA 6 MAGGIO/ LA FINOCCHIARO (PD) AMMETTE: “FORSE ABBIAMO SBAGLIATO MA CE L’HA CHIESTO IL GOVERNO”
Educazione...ma solo a Cuba?
Ricevo questa riflessione di Leonardo Padura Fuentes sulla convivenza urbana, ma è così solo a Cuba?
Urbanidad
Leonardo Padura Fuentes
Lunes, 16 de Abril de 2012
Un hombre, en la azotea de su casa, fuma con la vista perdida en un punto impreciso, lejano, quizás dentro de sí mismo a juzgar por la concentración con que observa. Apenas presta atención al cigarro que consume, absorto en su contemplación o, tal vez, meditaciones. Da una última calada al cigarro y, con gesto preciso, casi elegante, dispara al aire la collila, propulsándola con sus dedos. La colilla, convertida por este vuelo final en un “cabo de cigarro” va a aterrizar en la terraza de los vecinos, junto a otras dos que ya había lanzado el pensativo fumador de la azotea.
A juzgar por el modo en que el hombre ha lanzado hacia su último destino la colilla del cigarro, se diría que lo ha hecho sin conciencia de su acto. Y tal conclusión sería acertada. El hombre, al subir a la azotea, no pensó por un instante en llevar consigo un cenicero, aunque no habría olvidado nunca sus cigarros y la fosforera. Como mismo lanzó el “cabo” hacia la terraza de los vecinos pudo haberla tirado en su propia azotea, pero como le gusta tanto el gesto de alejar de sí el resto final del cigarro, ha puesto en práctica su bien aceitada habilidad de colocarlo sobre el dedo pulgar y dispararlo con el índice. El hombre, en última instancia, ha actuado mecánica, irreflexiva, espontáneamente al enviar las colillas hacia la terraza de los vecinos: en dos palabras, lo ha hecho sin pensar demasiado y como si no le importara su acto ni sus consecuencias.
Pero el fumador de la azotea no ha estado en realidad tan absorto. Cuando más concentrado parecía estar en sus cavilaciones, de vez en cuando sus pies se han movido rítmicamente y sus labios han reproducido el sonido que, dos casas más allá de la suya, proyecta a todo volumen un reproductor de audio que regala a sus propietarios la melodía (es un decir) de un fañoso reguetón. Esos vecinos, cada día, a cualquier hora encienden el reproductor y disfrutan ostensiblemente de la música (es otro decir) del reguetón de moda. Los fines de semana comienzan la audición bien temprano en la mañana y la terminan ya avanzada la noche. Colocan el audio de su equipo en el máximo volumen que es capaz de emitir, pues así ellos disfrutan mejor del reguetón. Y lo hacen sin conciencia de lo que genera su acto.
Los vecinos del reguetón permanente ya se han acostumbrado a escuchar la música a toda hora y siempre al mayor volumen, y también se han adaptado a vivir respirando el hedor que, dos casas más allá de la suya, expele la cochiquera que otros vecinos construyeron en su patio y que, en verdad, limpian cada vez que pueden, aunque no pueden mucho pues el agua, en esa zona de La Habana, llega a las casas cada cuatro días y su escasez genera los consabidos problemas. En cualquier caso, desde su próspero chiquero esos vecinos regalan a la cuadra la fetidez generada por sus cerdos. Y lo hacen sin importarle demasiado los efectos que provoca su actividad (o inactividad higiénica), pues lo que más les preocupa es el crecimiento de los cerdos que, con su carne y grasa, les garantizan la existencia…
La cadena de desmanes pudiera ser seguida hasta el final de la cuadra, porque otros vecinos barren su casa y lanzan a la acera una basura que incluye deposiciones de sus perros; otro vecino parquea su moto en la misma acera (como están las cosas debe tenerla cerca, no se la vayan a robar) donde, cuando llega el agua, la friega, para tenerla reluciente, como a él le gusta, sin preocuparse por interrumpirle el paso a los transeúntes, menos por hacer correr la mugre y muchísmo menos por haber tirado a la calle la lata de cerveza que, exultante, ha bebido mientras pule su propiedad. Pero todavía hay otro que, como si fuese lo más natural del mundo, saca la basura, ya hediente, cuando acaba de pasar el camión colector; otro, aunque la basura y los cerdos apesten y la música del reguetón casi perfore tímpanos, capaz de colocar en plena acera un sillón de hierro para, en short y sin camisa, tomar la brisa (es un decir) y ver pasar a la gente… La cadena de desmanes, en realidad, no termina allí: cruza la calle lateral, también la frontal, y continúa, con similares o nuevas manifestaciones y se propaga por el barrio, el municipio, la ciudad, el país. Se mueve como una plaga, una pandemia, o peor aún, porque su origen no es un virus o una bacteria, sino algo mucho más intangible pero peligroso: es un estado de ánimo.
No creo, para nada, que Cuba sea el único país del mundo donde se produzcan manifestaciones de falta de urbanidad y respeto a la propiedad, el derecho y la privacidad ajena. Imagino (solo imagino) que algo similar puede ocurrir, digamos (solo digamos) en el devastado y analfabeto Haití, la pobrísima Burundi, o la superpoblada y tuberculosa Bombay. Tampoco pienso que estas actitudes sean nuevas entre nosotros. De alguna manera se practicaron en barrios insalubres y dejados de la mano de Dios, en zonas de alta concentración de personas y por consiguiente, de insultante promiscuidad. Lo que sí creo y pienso es que ese estado de ánimo caracterizado por la indolencia, la falta de conciencia en las consecuencias para los otros de los actos propios, la prevalencia de nuestros problemas (“Lo mío primero”, proclamaba el slogan oficial) y el desprecio por los conflictos y derechos de los otros, se ha entronizado en la vida cubana de un modo que ya ni siquiera calificaría de alarmante. Porque ha pasado a ser natural.
La crisis de los años 1990, durante los cuales la gente en la isla se jugó la supervivencia; el fraccionamiento de los estratos sociales que a partir de entonces comenzó a producirse y no ha dejado de crecer; los consabidos problemas en la educación con el éxodo de viejos y mejor formados maestros; las necesidades económicas permanentes en una ciudadanía que por el resultado de su trabajo obtiene un salario insuficiente para vivir; el quiebre de valores morales antes arraigados, entre otras, son las causas que han permitido, primero, el crecimiento de la marginalidad y, de manera mucho más abarcadora, la indolencia de las actitudes sociales, cotidianas y de convivencia de un porciento creciente de la población.
Si las razones muy concretas antes anotadas tienen un peso enorme en el proceso de generación de estos fenómenos, también habría que anotar como causa de su florecimiento la pérdida de autoridad que se ha vivido. Si bien es cierto que en la esfera política los controles se han mantenido con sus altos niveles de eficiencia, en la social se ha producido una distención en la misma medida en que el Estado no ha sido ni es capaz de garantizarle a los individuos todos los medios necesarios para hacer una vida segura y digna. El quiebre de esta relación introdujo la relajación, y la relajación, el crecimiento de la indolencia a través de la pérdida de las normas más elementales de urbanidad y convivencia que deben imperar en una sociedad que se considere civilizada, gobernada.
Uno de los vecinos de la cuadra de los primeros párrafos, que no lanza colillas, ni cría cerdos, ni agrede oídos con reguetones, ni friega su moto en la acera, más de una vez ha pensado en la alternativa de denunciar a los que incordian física, sonora, olfativamente su privacidad hogareña. Antes probó el recurso del diálogo con sus agresores, y alguna mejora consiguió, aunque debió sufrir la mala cara de los que se consideraban limitados en sus propios derechos (pongo música en mi casa, la acera es libre, vivo de los puercos, le dijeron) y presiente que un nuevo reclamo podría terminar en reacciones desagradables, incluso violentas. Por ello ha pensado en acudir a la única autoridad a su alcance: la policía. (Los hijos del delegado al Poder Popular son adictos al reguetón y también crían cerdos). Pero, luego de haber mostrado el rostro en sus reclamos previos, asume que los denunciados de inmediato sabrán el origen de la queja, y teme por las consecuencias. Además, ¿qué ley regula el mal olor?; ¿cuál es la medida de una música que moleste a otros?... Las perspectivas de la denuncia no parecen promisorias pues, además, supuesto el caso de la intervención policial (la autoridad), ¿qué ocurrirá cuando los agentes se alejen?... La piedra vengadora que le puede quebrar un cristal de una ventana ¿de dónde salió? (El metro cuadrado de cristal nevado anda por los 30 CUC, si lo consigues).
Mientras, el tsunami del fatal estado de ánimo sigue creciendo y propagándose. La muerte de las leyes existentes pero muchas veces no escritas de la urbanidad y la convivencia puede intentar resucitarse con actos punitivos, pero mientras no se llegue a la raíz, cualquier poda será una solución temporal. Y la raíz está en las condiciones de vida de las personas y en la educación.
Las crisis no solo alteran las estructuras de una sociedad. También afectan su salud. Y la sociedad cubana de hoy está enferma de indolencia, pérdida de valores, falta de respeto por el otro y ausencia creciente de urbanidad. Y los desmanes que genera esa insuficiencia siguen creciendo, diría que, lamentablemente, casi indetenibles.
Urbanidad
Leonardo Padura Fuentes
Lunes, 16 de Abril de 2012
Un hombre, en la azotea de su casa, fuma con la vista perdida en un punto impreciso, lejano, quizás dentro de sí mismo a juzgar por la concentración con que observa. Apenas presta atención al cigarro que consume, absorto en su contemplación o, tal vez, meditaciones. Da una última calada al cigarro y, con gesto preciso, casi elegante, dispara al aire la collila, propulsándola con sus dedos. La colilla, convertida por este vuelo final en un “cabo de cigarro” va a aterrizar en la terraza de los vecinos, junto a otras dos que ya había lanzado el pensativo fumador de la azotea.
A juzgar por el modo en que el hombre ha lanzado hacia su último destino la colilla del cigarro, se diría que lo ha hecho sin conciencia de su acto. Y tal conclusión sería acertada. El hombre, al subir a la azotea, no pensó por un instante en llevar consigo un cenicero, aunque no habría olvidado nunca sus cigarros y la fosforera. Como mismo lanzó el “cabo” hacia la terraza de los vecinos pudo haberla tirado en su propia azotea, pero como le gusta tanto el gesto de alejar de sí el resto final del cigarro, ha puesto en práctica su bien aceitada habilidad de colocarlo sobre el dedo pulgar y dispararlo con el índice. El hombre, en última instancia, ha actuado mecánica, irreflexiva, espontáneamente al enviar las colillas hacia la terraza de los vecinos: en dos palabras, lo ha hecho sin pensar demasiado y como si no le importara su acto ni sus consecuencias.
Pero el fumador de la azotea no ha estado en realidad tan absorto. Cuando más concentrado parecía estar en sus cavilaciones, de vez en cuando sus pies se han movido rítmicamente y sus labios han reproducido el sonido que, dos casas más allá de la suya, proyecta a todo volumen un reproductor de audio que regala a sus propietarios la melodía (es un decir) de un fañoso reguetón. Esos vecinos, cada día, a cualquier hora encienden el reproductor y disfrutan ostensiblemente de la música (es otro decir) del reguetón de moda. Los fines de semana comienzan la audición bien temprano en la mañana y la terminan ya avanzada la noche. Colocan el audio de su equipo en el máximo volumen que es capaz de emitir, pues así ellos disfrutan mejor del reguetón. Y lo hacen sin conciencia de lo que genera su acto.
Los vecinos del reguetón permanente ya se han acostumbrado a escuchar la música a toda hora y siempre al mayor volumen, y también se han adaptado a vivir respirando el hedor que, dos casas más allá de la suya, expele la cochiquera que otros vecinos construyeron en su patio y que, en verdad, limpian cada vez que pueden, aunque no pueden mucho pues el agua, en esa zona de La Habana, llega a las casas cada cuatro días y su escasez genera los consabidos problemas. En cualquier caso, desde su próspero chiquero esos vecinos regalan a la cuadra la fetidez generada por sus cerdos. Y lo hacen sin importarle demasiado los efectos que provoca su actividad (o inactividad higiénica), pues lo que más les preocupa es el crecimiento de los cerdos que, con su carne y grasa, les garantizan la existencia…
La cadena de desmanes pudiera ser seguida hasta el final de la cuadra, porque otros vecinos barren su casa y lanzan a la acera una basura que incluye deposiciones de sus perros; otro vecino parquea su moto en la misma acera (como están las cosas debe tenerla cerca, no se la vayan a robar) donde, cuando llega el agua, la friega, para tenerla reluciente, como a él le gusta, sin preocuparse por interrumpirle el paso a los transeúntes, menos por hacer correr la mugre y muchísmo menos por haber tirado a la calle la lata de cerveza que, exultante, ha bebido mientras pule su propiedad. Pero todavía hay otro que, como si fuese lo más natural del mundo, saca la basura, ya hediente, cuando acaba de pasar el camión colector; otro, aunque la basura y los cerdos apesten y la música del reguetón casi perfore tímpanos, capaz de colocar en plena acera un sillón de hierro para, en short y sin camisa, tomar la brisa (es un decir) y ver pasar a la gente… La cadena de desmanes, en realidad, no termina allí: cruza la calle lateral, también la frontal, y continúa, con similares o nuevas manifestaciones y se propaga por el barrio, el municipio, la ciudad, el país. Se mueve como una plaga, una pandemia, o peor aún, porque su origen no es un virus o una bacteria, sino algo mucho más intangible pero peligroso: es un estado de ánimo.
No creo, para nada, que Cuba sea el único país del mundo donde se produzcan manifestaciones de falta de urbanidad y respeto a la propiedad, el derecho y la privacidad ajena. Imagino (solo imagino) que algo similar puede ocurrir, digamos (solo digamos) en el devastado y analfabeto Haití, la pobrísima Burundi, o la superpoblada y tuberculosa Bombay. Tampoco pienso que estas actitudes sean nuevas entre nosotros. De alguna manera se practicaron en barrios insalubres y dejados de la mano de Dios, en zonas de alta concentración de personas y por consiguiente, de insultante promiscuidad. Lo que sí creo y pienso es que ese estado de ánimo caracterizado por la indolencia, la falta de conciencia en las consecuencias para los otros de los actos propios, la prevalencia de nuestros problemas (“Lo mío primero”, proclamaba el slogan oficial) y el desprecio por los conflictos y derechos de los otros, se ha entronizado en la vida cubana de un modo que ya ni siquiera calificaría de alarmante. Porque ha pasado a ser natural.
La crisis de los años 1990, durante los cuales la gente en la isla se jugó la supervivencia; el fraccionamiento de los estratos sociales que a partir de entonces comenzó a producirse y no ha dejado de crecer; los consabidos problemas en la educación con el éxodo de viejos y mejor formados maestros; las necesidades económicas permanentes en una ciudadanía que por el resultado de su trabajo obtiene un salario insuficiente para vivir; el quiebre de valores morales antes arraigados, entre otras, son las causas que han permitido, primero, el crecimiento de la marginalidad y, de manera mucho más abarcadora, la indolencia de las actitudes sociales, cotidianas y de convivencia de un porciento creciente de la población.
Si las razones muy concretas antes anotadas tienen un peso enorme en el proceso de generación de estos fenómenos, también habría que anotar como causa de su florecimiento la pérdida de autoridad que se ha vivido. Si bien es cierto que en la esfera política los controles se han mantenido con sus altos niveles de eficiencia, en la social se ha producido una distención en la misma medida en que el Estado no ha sido ni es capaz de garantizarle a los individuos todos los medios necesarios para hacer una vida segura y digna. El quiebre de esta relación introdujo la relajación, y la relajación, el crecimiento de la indolencia a través de la pérdida de las normas más elementales de urbanidad y convivencia que deben imperar en una sociedad que se considere civilizada, gobernada.
Uno de los vecinos de la cuadra de los primeros párrafos, que no lanza colillas, ni cría cerdos, ni agrede oídos con reguetones, ni friega su moto en la acera, más de una vez ha pensado en la alternativa de denunciar a los que incordian física, sonora, olfativamente su privacidad hogareña. Antes probó el recurso del diálogo con sus agresores, y alguna mejora consiguió, aunque debió sufrir la mala cara de los que se consideraban limitados en sus propios derechos (pongo música en mi casa, la acera es libre, vivo de los puercos, le dijeron) y presiente que un nuevo reclamo podría terminar en reacciones desagradables, incluso violentas. Por ello ha pensado en acudir a la única autoridad a su alcance: la policía. (Los hijos del delegado al Poder Popular son adictos al reguetón y también crían cerdos). Pero, luego de haber mostrado el rostro en sus reclamos previos, asume que los denunciados de inmediato sabrán el origen de la queja, y teme por las consecuencias. Además, ¿qué ley regula el mal olor?; ¿cuál es la medida de una música que moleste a otros?... Las perspectivas de la denuncia no parecen promisorias pues, además, supuesto el caso de la intervención policial (la autoridad), ¿qué ocurrirá cuando los agentes se alejen?... La piedra vengadora que le puede quebrar un cristal de una ventana ¿de dónde salió? (El metro cuadrado de cristal nevado anda por los 30 CUC, si lo consigues).
Mientras, el tsunami del fatal estado de ánimo sigue creciendo y propagándose. La muerte de las leyes existentes pero muchas veces no escritas de la urbanidad y la convivencia puede intentar resucitarse con actos punitivos, pero mientras no se llegue a la raíz, cualquier poda será una solución temporal. Y la raíz está en las condiciones de vida de las personas y en la educación.
Las crisis no solo alteran las estructuras de una sociedad. También afectan su salud. Y la sociedad cubana de hoy está enferma de indolencia, pérdida de valores, falta de respeto por el otro y ausencia creciente de urbanidad. Y los desmanes que genera esa insuficiencia siguen creciendo, diría que, lamentablemente, casi indetenibles.
giovedì 17 maggio 2012
Carlos Acosta e il centro multiculturale dell'Avana
Oggi dovrebbe rientrare dall'Inghilterra il grande ballerino Carlos Acosta, ormai convertitosi in una stella delle scene mondiali. Al suo rientro è legato il progetto di un grande centro multiculturale che indubbiamente darebbe prestigio e utilità all'Avana. Quello che lascia un po' perplessi è l'ubicazione del progetto: le Scuole d'Arte di Cubanacan. Nate in altri tempi e concepite a scopo didattico e ricreativo per gli studenti. Ad esso hanno contribuito con il lavoro e il loro talento di due architetti italiani e un argentino: Vittorio Garatti, Roberto Gottardi e Riccardo Porro. Non credo che siano contenti di vedere la loro opera, in gran parte restaurata e recuperata, dopo anni di abbandono, finire come luogo unicamente dedicato allo svago, seppure "intelligente", ma sopratutto al lucro...Non credo manchino spazi in questa città per poter realizzare un'opera come quella progettata da Acosta e di cui la Capitale sente la necessità, ma perché utilizzare uno spazio e una struttura che non è stata realizzata per quello?
Iscriviti a:
Post (Atom)