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venerdì 1 novembre 2013

Guantanamo? Restituiamola...

Negli Stati Uniti c'è anche chi comincia a dire che sarebbe opportuno restituire la base militare installata nella baia di Guantanamo. Sognare non costa niente...

Fonte El Nuevo Herald/ag. EFE

Académico estadounidense aboga por abrir debate sobre devolución Guantánamo

La Habana -- El historiador y académico estadounidense Jonathan Hansen abogó este jueves en La Habana por que EEUU abra el debate para devolver a Cuba la base naval de Guantánamo, un gesto que mejoraría “de un solo golpe” las relaciones bilaterales y resolvería el problema de la prisión radicada allí, según dijo.
“Virtualmente no hay nadie en EEUU, aparte de mí y unos pocos historiadores, académicos y diplomáticos que estén diciendo que hay que devolverla (…) El problema es cómo hacer que este tema sea de conversación general”, indicó Hansen, quien asiste a un taller con expertos cubanos por los 110 años de la ocupación de la base.
El investigador estadounidense de Harvard subrayó la complejidad del tema y la “dinámica” que ha impuesto en las relaciones con La Habana la ocupación de su país en ese territorio del sudeste de Cuba.
“Para devolver la base, primero tienen que mejorar probablemente las relaciones entre los dos países, pero por otra parte, si devolvemos la base, las relaciones diplomáticas podrían mejorar”, indicó Hansen, quien es autor del libro “Guantánamo: una historia americana”.
“Sería un gesto muy positivo que pudiera cerrar la prisión y mejorar las relaciones con un solo golpe”, consideró Hansen.
Estados Unidos ocupa la base de Guantánamo en virtud de un contrato de arrendamiento indefinido firmado por ambos países en febrero de 1903, cuatro años después de que la isla se independizara de España.
El Gobierno cubano considera “ilegal” la presencia estadounidense allí y confía en recuperar la soberanía del territorio de forma pacífica.
El presidente del Instituto de Historia de Cuba, René González, indicó que el taller por los 110 años de esa ocupación busca “reflexionar” sobre la “longevidad” de la base militar más antigua que EEUU mantiene fuera de su territorio nacional, y el impacto cultural y los costos políticos que ha tenido para la isla.
González destacó la peculiaridad de que se trata de un asentamiento militar en un país con el que Washington “no mantiene relaciones económicas ni diplomáticas, al que tiene condenado a un bloqueo económico e incorporado a la lista de naciones que patrocinan el terrorismo”.
“El mejor gesto que puede hacer Estados Unidos para fomentar la confianza con América Latina y cambiar su imagen de tantos años de intervenciones y humillación es entregarle a Cuba el territorio ilegalmente ocupado”, apuntó González.

Cartoline dall'Avana

per chi non la conosce, chi l'ha conosciuta diversa, chi la vuole rivivere

la fontana del Nettuno

Il Morro

Manutenzione barche e scavi delle antiche mura, sullo sfondo l'Arcivescovado

Il Museo del Rum

Cappa

CAPPA: consonante anglosassone

giovedì 31 ottobre 2013

Cartoline dall'Avana

per chi non la conosce, chi l'ha conosciuta diversa, chi la vuole rivivere

Hotel Santa Isabel, già Mesón de la Flota

Ingresso al Castillo de la Real Fuerza

El Templete, in Plaza de Armas

Il molo di Casablanca, a sinistra il Cristo dell'Avana, a destra l'Osservatorio Metereologico

Il Castillo de la real Fuerza dal Malecón (lungomare)

Il canale d'ingresso al porto con San Carlos de la Cabaña a destra e il Morro, col faro, sullo sfondo

Capofitto

CAPOFITTO: testa dal pelo folto

mercoledì 30 ottobre 2013

Conto alla rovescia per il Mariel

Manacano ormai solo poche ore all'apertura ufficiale della cosiddetta "zona franca" del Mariel. Sento dire che alcuni "cubanologi" del web sognano già un aggiramento dell'embargo nordamericano per questa via, ma questa zona che è meglio definire "speciale" e non "franca", di franco ha solo molte agevolazioni fiscali, burocratiche e doganali per gli imprenditori che impegnino capitali in essa impiantando fabbriche e mezzi di produzione. NON è una zona di libero commercio come si intende la zona del canale a Panama o la nostra "casereccia" Livigno, per esempio. L'aggiramento dell'embargo, ratificato nell'ultima assemblea delle Nazioni Unite con una votazione di 188 voti a favore di Cuba contro 2 (USA e Israele) e 3 astensioni: Palau, Marshall e Micronesia, consiste solamente in questo: agevolare gli investimenti stranieri a Cuba. Con queste intenzioni non sarà certo la Zona Speciale del Mariel a consentire un ammorbidimento delle leggi Torricelli ed Helms-Burton. Agli Stati Uniti non interessa minimamente, dal punto di vista politico, l'attuazione di questo particolare territorio diretto a tutti gli altri Paesi del Mondo che possano essere interessati come lo sono, Brasile in testa, quelli sudamericani, ma non solo. Quindi chi sogna di comprare televisori ed elettrodomestici come al "free shop" si sbaglia, non è questo lo scopo. Pertanto anche le navi che attraccheranno al Mariel, saranno soggette alle misure che prevedono la proibizione di toccare porti statunitensi per sei mesi. E l'embargo continua, con le sue crepe e l'ostinazione assurda di punire un popolo e non i suoi dirigenti, per oltre 50 anni. Fino a quando, signor Premio Nobel per la Pace, 2 Paesi si permetteranno di snobbare l'intero pianeta?

Cartoline dall'Avana

Per chi non la conosce, chi la conosceva diversa o chi la vuole rivivere




Tre vedute della plaza Vieja dove si stava montando il palco per uno spettacolo (gratuito) di Jazz




Il Museo del cioccolato, nella calle Oficios dove ironicamente fa angolo con Amargura (amarezza)

Capitalista

CAPITALISTA: abitante della città sede del Governo

martedì 29 ottobre 2013

Cartoline dall'Avana

Per chi non la conosce, per chi la conosceva diversa, per chi la vuole rivivere

Plaza de San Francisco

La Dogana del porto

Antica Camera dei deputati

Chiesa di S. Francisco de Paula

Plaza Vieja

Canzone

CANZONE: spazi riservati agli amici dell'uomo