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lunedì 30 aprile 2012

Regata internazionale all'Avana

Il 27 aprile scorso, si è disputata una regata, non competitiva, nelle acque prospicienti il malecón avanero, per celebrare i 20 anni del Club Nautico della Marina Hemingway, antica Marina Barlovento, costruita da un figlio di Fulgencio Batista all'ovest della capitale. Vi hanno preso parte imbracazioni di Gran Bretagna, Cina, Brasile, Francia, Germania,Canada, USA e Cuba. Non c'era l'Italia, peccato.
Le foto sono di Alejandro Ernesto Ag. EFE/El Nuevo Herald








Anniversario con incendio a Miami

Lo "zoccolo duro" degli anticastristi di Miami ha commemorato il primo anniversario della morte di Orlando Bosch, terrorista confesso e mai pentito, organizzatore assieme a Luis Posada Carriles dell'attentato al volo di Cubana d Aviación nel 1976, oltre a una lunga lista di altri atti criminali. La ricorrenza è stata salutata con un incendio che ha devastato gli uffici della "Brokers Airline", nel quartiere elegante di Coral Gable, una delle compagnie charter che operano i voli a Cuba. Dell'attentato, pur non avendolo rivendicato apertamente ne ha fatto cenno la vedova, Adriana Bosch, annunciando attraverso "Radio Mambí" che l'anniversario era stato celebrato, sabato scorso, con un "omaggio" al defunto.

Umore con bisturi

Quattro chirurghi discutono in ospedale della loro
professione in un momento

di pausa.
Il primo comincia: "Preferisco
avere degli ingegneri sul mio tavolo
operatorio. Quando li apro, tutto
all'interno è numerato correttamente..."
Aggiunge il secondo: "Si, ma
dovreste vedere gli elettricisti! Tutto è
codificato a colori
all'interno, impossibile sbagliarsi!".
Replica il terzo: "Io penso
sinceramente che i bibliotecari siano i
migliori. Tutto è classificato
in ordine alfabetico".
L'ultimo chirurgo, il più vecchio e con tante
ore di sala operatoria alle
spalle, commenta: "Nella mia lunga
esperienza di chirurgo, cari colleghi,
i più facili da operare sono
stati i politici. Non hanno cuore, non c'è
cervello, niente colonna
vertebrale ... ma, soprattutto...la faccia e il
culo sono
intercambiabili!".






venerdì 27 aprile 2012

Scossa a Guantánamo

Ieri alle 15,25 si è registrata una scossa di terremoto della magnitudine di 3.2 gradi Richter nella Provincia di Guantánamo dove è stata avvertita anche dalle altre cittadine come Moa, Maisí e Baracoa. Fortunatamente non ci sono stati danni a persone o cose.

giovedì 26 aprile 2012

XV° festival del Cinema Francese

Comincia domani la quindicesima edizione del Festival del Cinema Francese a Cuba che durerà fino al 23 di maggio e si estenderà per le sale di tutto il Paese. Tra gli invitati, spicca la presenza di Isabelle Huppert.

martedì 24 aprile 2012

Umorismo economico

Ricevo e pubblico





Lezione di politica economica




SOCIALISMO:

Hai 2 mucche.

Il tuo vicino ti aiuta ad occupartene e tu dividi il latte con lui.


COMUNISMO:

Hai 2 mucche.

Il governo te le prende e ti fornisce il latte secondo i tuoi bisogni.


FASCISMO:

Hai 2 mucche

Il governo te le prende e ti vende il latte.


NAZISMO:

Hai 2 mucche.

Il governo prende la vacca bianca ed uccide quella nera.


DITTATURA:

Hai 2 mucche.

La polizia te le confisca e ti fucila.


FEUDALESIMO:

Hai 2 mucche.

Il feudatario prende metà del latte e si tromba tua moglie.


DEMOCRAZIA:

Hai 2 mucche.

Si vota per decidere a chi spetta il latte.


DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA:

Hai 2 mucche.

Si vota per chi eleggerà la persona che deciderà a chi spetta il latte.


ANARCHIA:

Hai 2 mucche.

Lasci che si organizzino in autogestione.


CAPITALISMO:

Hai 2 mucche

Ne vendi una per comprare un toro ed avere dei vitelli con cui iniziare un allevamento.


CAPITALISMO SELVAGGIO:

Hai 2 mucche.

Fai macellare la prima ed obblighi la seconda a produrre tanto latte come 4 mucche.

Alla fine licenzi l’operaio che se ne occupava accusandolo di aver lasciato morire la vacca di sfinimento.


MONTISMO:

Hai 2 mucche.

Tu le mantieni, il governo si prende il latte e ti mette una tassa su: la stalla, la mangiatoia, la produzione.

A te rimane lo sterco. Intanto è in approvazione un disegno di Legge sulla tassazione dei rifiuti organici animali.

lunedì 23 aprile 2012

Linea a singhiozzo

Da una quasi settimana ho avuto il servizio interrotto e ripreso con grandi difficoltà di connessione per il "rumore" di fondo che non permette la navigazione. Sabato era ripresa e poi interrotta fino a oggi...????

sabato 21 aprile 2012

Sergio Baroni, una persona da ricordare

Ieri, 20 di aprile, avrebbe compiuto 82 anni, non ho potuto ricordarlo nella sua data perché per la seconda volta in questo mese sono rimasto senza linea telefonica...per 4 giorni.

E’ difficile riassumere nelle poche righe di un blog una vita, specialmente una vita tanto intensa e ricca di episodi come quella di Sergio Baroni. Dopo un (spero breve) preambolo ci sarà il riassunto delle principali attività di Sergio raccolto dalla sua compagna di vita per tanti anni: Eneide Ponce de León.
Sono diversi documenti che mi ha fornito e che mi è impossibile pubblicare tutti, pur essendo solo una parte di quelli in suo possesso. La vita di Sergio è sempre stata in movimento fin dalla più tenera età quando il padre, geometra, dovette andare in Bulgaria per la costruzione di un acquedotto, portandosi la famiglia. Poi vennero l’Eritrea, l’Argentina, il Venezuela e alla fine Cuba dove giunse, nel 1960, con un gruppo di colleghi ed amici per dare il suo appoggio concreto alla nascente Revolución Cubana, non ancora socialista. L’anno seguente ottenne la residenza e in seguito, nel 1974, la cittadinanza. Fra gli altri documenti riprodotti, c’è un diploma col quale gli era stata assegnata una Medaglia di Bronzo al Valor Civile, nel 1949. Sergio era un Padano vero, non di quelli inventati, nato proprio lungo le rive del Po, ha assunto le caratteristiche dolci e rudi, generose e schive di chi convive col Grande Fiume, le sue secche e le alluvioni. Ci siamo conosciuti molti anni fa, in occasione di un invito del Ministero di Cultura a Dario Fo e Franca Rame, ancora lontani dal pensare al futuro Premio Nobel. L’incontro, nei corridoi del Teatro Nacionál, mi è rimasto impresso per il suo sguardo franco e la simpatia che ispirava il personaggio. Era già cittadino cubano, una scelta criticata da alcuni e ammirata da altri. A quei tempi bisognava optare per l’una o per l’altra cittadinanza, scelse la cubana, deluso per il modo di vita europeo, non solo italiano. Durante i suoi molti anni a Cuba, ha continuato a viaggiare per tenere conferenze o far fronte ad inviti e non ha mai perso i contatti con l’Italia e specialmente con le Università e i colleghi. Era l’ottimismo in persona, vedeva sempre e solo il bicchiere mezzo pieno, anche nei momenti più duri. Mi raccontava un amico comune di quando, passeggiando per il centro storico, magari capitava loro di sedersi ai tavolini del “Patio” nella Plaza de la Catedral rendendosi conto di avere attorno un roccolo di persone, cubani e turisti, che si erano radunati per ascoltare aneddoti e spiegazioni esposte con gran simpatia e carisma e che non gli mancavano mai. Non ci siamo frequentati molto, ma nonostante ciò credo di essere stato suo amico come lo era lui per me. Nel ’94 ho lasciato Cuba per un lungo periodo e non ho più avuto sue notizie. Nel gennaio del 2002, trovandomi a Miami ho contattato la sua primogenita, Claudia, che amava profondamente suo padre pur non condividendone l’orientamento politico e così ho saputo che il 22 dicembre appena passato era stato colpito da un infarto fatale, aveva 71 anni. Ma ecco il “condensato” della vita e carriera di Sergio Baroni, tratto da una commemorazione che ha tenuto Eneide l’anno scorso in occasione del decimo anniversario della scomparsa, alla presenza di tutti i suoi colleghi cubani e di due dei suoi compagni nella Grande Avventura: Vittorio Garatti, al quale era particolarmente legato e Roberto Gottardi. Un grande uomo con tutta la sua modestia e umiltà che non lo hanno mai abbandonato, nonostante tutto.

L'ultima foto con l'amico, giornalista Aldo Garzia

Il Centro Culturale a suo nome di Santa Clara


Diploma assegnatogli post mortem

Il padiglione cubano a Montreal







BREVE SÍNTESIS BIOGRÁFICA DE SERGIO BARONI.
Sergio Baroni fue de profesión arquitecto, de vida un hombre cabal, consecuente con sus ideas, y un optimista proverbial. Nació el 20 de abril de 1930, en el pequeño pueblo de Sérmide, a orillas del Río Po, en la Región de Mantova. Quizás la omnipresencia del río, la intensa niebla y la personalidad colectiva de ese antiguo feudo, influyeron en la conformación de rasgos esenciales de su carácter, que se perfilaron con los sucesivos traslados a distintos países de características bien disímiles del suyo. Así se fueron moldeando su tenacidad y su laboriosidad, su alto grado de comprometimiento, su capacidad de asimilación y su comprensión por la diversidad humana. Ese recorrido a realidades y condiciones bien diferentes comienza a los nueve meses de nacido, cuando la familia se traslada a Bulgaria por un contrato de trabajo de su padre. Después de cinco años regresan a Italia (en 1935) y al poco tiempo parten hacia Eritrea (Etiopía), motivados igualmente por funciones de trabajo familiares. Allí los sorprende la II Guerra Mundial y en 1942 retornan a la tierra natal, en la que permanecen hasta 1951. Itinerante entre Mantova, Ferrara y Bologna, concluye el Liceo Científico y comienza la carrera de Ingeniería Civil. Un hecho relevante que hace intuir ya en él la preocupación por sus semejantes tiene lugar en 1947, cuando se lanzó a las profundas aguas del Po durante una crecida, para salvar la vida de cuatro personas que se ahogaban. Este hecho fue reconocido con la medalla de bronce al valor civil y el diploma de la Fundación Carnegie. Siendo un joven intelectualmente inquieto y lleno de ideales, parte con su madre y hermana hacia Argentina en 1951. Entre el deseo de continuar los estudios, el duro trabajo que realizaba para apoyar a su madre y la inconformidad con el clima político social imperante, decide regresar a Italia. Tres años más tarde se traslada a Venezuela y explora entre diferentes ciudades y trabajos, hasta radicarse en Caracas. Por dos años continúa los estudios de Ingeniería Civil, hasta matricular finalmente la carrera de Arquitectura en la Universidad Central de Venezuela (UCV). Allí comienza una intensa labor cultural: crea un cine-club estudiantil, va de gira con un grupo de teatro universitario por México y Estados Unidos, participa en el Festival de la Juventud y los Estudiantes en Viena, en coloquios y reuniones con jóvenes intelectuales caraqueños y algunos europeos residentes. Trabajó en el proyecto de Remodelación de los servicios sociales en el Barrio 23 de enero, en exposiciones y fue redactor de la revista “Arquitectura” de Caracas. Esa intensidad de actividades, el ambiente inquieto de aquellos años y la cálida acogida de sus compañeros, lo detuvieron en esa tierra por cerca de ocho años. Es aquí donde parece definir su inclinación política, al decidir formar parte de la Juventud Comunista y de una cédula para extranjeros del Partido Comunista Venezolano. No obstante, esa vocación no le era completamente ajena, dado que en el lejano pueblo natal su abuelo materno, el Sr. Guido Bassoni -orfebre de profesión y por quien Sergio profesaba un cariño y respeto especiales-, pertenecía desde muy joven al Partido Comunista Italiano. En el agitado ámbito universitario se escuchaba hablar de Cuba, y en su visita a México había intercambiado con jóvenes revolucionarios cubanos que cumplían misiones para la Isla, asi un dia hilvane un comentario de sergio inconcluso para mi; de visita en casa de Aurelio Alonso, Alfredo Guevara me referiò que fue a ver la puesta en escena de Madre Coraje y para la cual Sergio habia conseguido en prestamo fusiles del ejercito venezolano; simplemente le dijo: yo necesito esos fusiles, por supuesto explicacion mediante de su destino, a lo cual Sergio respondiò: -llèvatelos, yo me las arreglo. Contaba que cuando Fidel Castro visitó Venezuela en el año 1959, esperó por largas horas subido a un árbol con su cámara Leica la llegada del joven líder a la UCV, y al escucharlo hablar pensó: “es una experiencia para vivir, a esa Isla quisiera ir”.
CUBA Finalmente decide viajar a Cuba en 1961, para ver de cerca el proceso social que se estaba llevando a cabo. Como cuenta Vittorio Garatti -su más entrañable amigo- “disfrutábamos de un gran entusiasmo y sentimiento de libertad, como niños enamorados de La Habana, de Cuba y de la Revolución”. Esta condición no lo abandonó nunca, a pesar de su gran espíritu crítico. Su escala de valores lo llevó a darle una dimensión social a sus sentimientos, y con su optimismo proverbial siempre identificaba las ricas posibilidades de trabajo creativo, vivo, articulado. Inmediatamente después de su llegada se integra al recién fundado Instituto de Planificación Física (IPF); desde 1964 y hasta 1970, realiza diversas funciones en la antigua provincia de Oriente. Sus primeros trabajos fueron dedicados con entusiasmo a los Planes regionales y a tratar de dimensionar el proceso de desarrolllo y urbanizaciòn, considerando el desfasaje en el horizonte temporal entre la planificaciòn econòmica y la fisica, con respuestas necesarias a las diferentes circunstancias. Sergio mantuvo siempre la dualidad entre su labor como planificador en el IPF y la docencia, a pesar del cúmulo de tareas, responsabilidades y de muchas dificultades. Y fue un docente dedicado y exigente, siempre dispuesto a socializar sus conocimientos y a no transitar por caminos trillados, a no claudicar al facilismo y se que no siempre contó con la aceptación de todos. Desde su arribo a Cuba en el año 1961, aún sin concluir la carrera, se vinculó a la actividad docente en la Facultad de Arquitectura del Instituto Superior Politécnico “José Antonio Echeverría” (ISPJAE), por la fuerte demanda de profesores imparte clases a un grupo de Primer Año, fue instructor de Fundamentos de Diseño y Plástica entre 1961–1963 y de Urbanismo en 1964. (Me refería Isabel Rigol, que las enseñanzas de Sergio marcaron a muchos de ellos para siempre, en recorridos que hacían por las plazas de La Habana Vieja, les inculcó el amor por el patrimonio, en un momento que el gran protagonista era el Movimiento Moderno.). Aunque su labor estuvo mas relacionada con el Urbanismo y la Planificación Física, (y en la formación de arquitectos-planificadores) para lo cual elaboró el libro de texto” Introducción a la especialidad”, también impartió clases de Diseño Básico (en el curso para trabajadores –CPT- Durante once años), y Talleres de Diseño Urbano y de Urbanismo (en clases de pre-grado del curso regular diurno). Fue profesor fundador de la Escuela de Arquitectura de la Universidad de la antigua provincia de Oriente, donde se mantuvo como profesor desde 1972 a 1984. Es tambien su etapa más activa en el campo de la arquitectura, sus escasas pero expresivas obras, promovieron en algunos el reproche de no haber dedicado más su talento a este campo. Con su entrañable amigo Vittorio Garatti realiza el proyecto para el concurso internacional del monumento a la Victoria de Playa Girón y obtienen una Mención de Honor, posteriormente participan en el concurso para el Pabellón cubano en la Expo 67 de Montreal, Canadá. Más tarde realiza el proyecto y construcción del Puesto de Direcciòon de la Agricultura del Yarey, en Jiguaní, Oriente y otros proyectos quedaron inconclusos, como el Museo para el II Frente Oriental. A la distancia de aproximadamente una década de vivir en Cuba, busca definir su lugar de residencia permanente. Luego de casi un año transitando por diferentes ciudades de Europa, regresa a la Isla y solicita la nacionalidad cubana, que le fue otorgada en 1974. Como Profesor Titular Adjunto de la Facultad de Arquitectura del ISPJAE, fue profesor del Taller de Diseño Urbano y de Urbanismo en clases de pre-grado del curso regular diurno y de Diseño Básico en el curso para trabajadores (CPT), este último durante once años. Simultáneamente impartió cursos de post-grado, fungió como tutor, oponente y miembro de tribunales de Trabajos de Diplomas y Tesis de Grado tanto de alumnos nacionales como extranjeros. Independientemente de sus muchos aportes en la planificación, su obra fundamental se centró desde comienzos de la década de los años ´70, en el Sistema de Asentamientos Humanos, en la dimensión territorial del modelo de desarrollo socio-económico y sobre los métodos y procedimientos de trabajo de la Planificación Física, en su vinculación con la Planificación Económica en las condiciones de Cuba. En gran parte de su vida profesional, ha debido combinar las tareas de dirección, con la actividad de investigación. Parte de su empeño lo dedicó a promover “una cultura del territorio”, a enfoques creativos más allá de los necesarios tecnicismos de los Planes de Ordenamiento Territorial. Su ultima incursion en la arquitectura la realizò para el concurso de un hotel en Baracoa. Su trabajo de investigación lo conduce a obtener el título de Doctor en Ciencias Técnicas. Por su rigor técnico y exigencia se mantuvo desde 1975 hasta fines de 1995 como Jefe del Departamento de Desarrollo Científico Técnico y, desde su constitución en 1986, responsable del Área de Investigación y Desarrollo del IPF, poseía la categoría de Investigador Titular. Por su rigor técnico y exigencia se mantuvo como Jefe del Departamento de Desarrollo Científico Técnico del IPF desde 1975 hasta fines de 1995, y desde su constitución en 1986 fue responsable del Área de Investigación y Desarrollo de la misma institución. Su trabajo de investigación lo conduce a obtener el título de Doctor en Ciencias Técnicas, y su trabajo fue reconocido por el Comité Habitat de Cuba. Estaba convencido de que el intercambio de ideas y modalidades de trabajo podían enriquecer las aspiraciones de personas y organizaciones no gubernamentales que deseaban cooperar con Cuba, y procurar beneficios para ambas partes. Así realizó una persistente labor para fortalecer los intercambios con otras universidades, y puso su gran instinto a la gestión y servicio de varios proyectos de colaboración que se extendieron a muchos especialistas y estudiantes. Sergio escribía mucho. Sin embargo, a pesar de que tenía como preocupación constante la producción, discusión, difusión y socialización de las ideas, no se interesaba por publicar. Así, entre muchísimas reflexiones y proyectos de artículos, dejó además sin concluir un libro sobre la historia de la Planificación Física en Cuba. Como la política fue su gran pasión y gustaba enormemente de la conversación, que como buen italiano sabía mantener animada y polémica, quizás la labor más intensa la realizaba en las constantes consultas y encauzamientos de muchos que se acercaban, ya fueran estudiantes, amigos o hasta visitantes recomendados por conocidos, que le solicitaban sus opiniones (unos por comprender la lógica de este país, otros porque sentían un poco de curiosidad por las razones de su elección de vivir en él). Con su especial sentido de la mesura rehusaba el vedetismo, y estuvo siempre dispuesto a compartir ideas y ofrecer sugerencias. Gran parte de su quehacer lo dedicó a los cursos de postgrado, a tutorías y oponencias de tesis de pregrado y doctorados, tribunales de Trabajos de Diplomas y Tesis de Grado tanto de alumnos nacionales como extranjeros y a la asesoría y consultas de muchos que se le acercaban. Participó en las Redes InterUniversitarias Alfa, Arch/Perif y Most. Tambien fue profesor invitado en Francia, Inglaterra, Italia, Venezuela, EspaNa, Suiza, Nicaragua, Chile y El Salvador. Dictó cursos cortos en otros países. Su empeño cristalizó en el diseño y conducción de la Maestría sobre Asentamientos Humanos, dirigida fundamentalmente al Sistema de la Planificación Física, co-auspiciada por la Facultad de Arquitectura del IPSJAE. Él estaba convencido que el intercambio de ideas y modalidades de trabajo, podían enriquecer las aspiraciones de personas y organizaciones no gubernamentales que deseaban cooperar con Cuba, y procurar beneficios para ambas partes. Así realizó una persistente labor para fortalecer los intercambios con otras universidades y puso su gran instinto a la gestión y servicio de varios proyectos de colaboración que se extendieron a muchos especialistas y estudiantes. Puedo nombrar dos aspectos claves de su enseñanza: la formación integral del arquitecto. la cultura del territorio. Reflejo en dos puntos importantes concebidos por èl: Taller de El Cerro: donde se conjuga la cooperación internacional y una forma novedosa de preparar en la propia comunidad a los estudiantes, transitando por varias escalas y acercándolos a los problemas y las soluciones. Maestría. Gestión De Asentamientos Humanos: dirigida a los especialistas del sistema de la Planificación Física, la cual Sergio en su preocupación constante por la superación y capacitación de los técnicos, diseñó y dirigió hasta los últimos días de su vida. Sus visitas a Venezuela se vuelven más asiduas a partir de 1999, como asesor del Ministerio de Planificación en Venezuela y como parte del equipo multidisciplinario para el proyecto de “Ecodesarrollo del Eje Norte de Los Llanos”. También ofreció propuestas para afrontar el proceso de reconstrucción del Litoral del Estado Vargas. Toda esa colaboración la ofreció Sergio con su gran humanidad y experiencia profesional, convencido de que debía dar un aporte al país que lo había acogido en su primera juventud, en el que conservaba muy buenos amigos de aquellos años. VIDA Sergio supo articular sin contradicción una triple identidad como italiano, venezolano y cubano, a través de comprometimientos que no se vieron afectados por el hecho de darse en momentos sucesivos. Sus vínculos estrechos y permanentes con su patria natal y sus acciones desinteresadas de cooperación en Venezuela así lo confirman. La avidez por noticias de Italia quizás provenga del corto tiempo vivido en ella, pero también de su alta apreciación cultural y de fuertes raíces y costumbres que nunca abandonó. Recalcaba que Italia es una asignatura pendiente para todo arquitecto Fue un lector incansable; para él era vital mantenerse informado. Su gran tesoro eran los libros, muchos de los cuales compraba dobles para obsequiar a alguien. Guardaba revistas y periódicos, que cuando volvían a estar en sus manos leía como si fuese de la fecha corriente. Gustaba de las cosas sencillas y su gran flexibilidad le permitía adaptarse a las diversas situaciones y aceptar los cambios con optimismo de futuro. Como él mismo escribiera una vez “la vida no es una sucesión de fracciones de tiempo más o menos largos, caracterizados por sensaciones más o menos fuertes (…) hacerse de una vida es labor tan meritoria y no menos difícil que hacerse de una carrera”. La claridad inobjetable de su discurso logró demostrar cómo en las disciplinas más áridas la búsqueda de la perfección implica también cierta belleza. Apostó siempre por el mejoramiento, pero con el pragmatismo como aliado: solía repetir que “es preferible montarse en el tren con los zapatos sucios, a tenerlos limpios pero quedarse en el andén”. Y sin embargo, fue al mismo tiempo un gran y afanado soñador, un genial hombre de sueños. Su prestigio técnico e intelectual se refleja en los reconocimientos recibidos y la multitud de invitaciones para asesorar, impartir cursos y dar conferencias tanto en el territorio nacional como en el extranjero. Ostentaba las condecoraciones: Por los 30 años de la Planificación Física, por el 30 Aniversario del SNTAP, la medalla Fernando Ortíz, por los 25 Años de la Academia de Ciencias de Cuba, medalla Por la Educación Cubana y la medalla Enrique Hart del SNTAP y Habitat. En los últimos años fungió como Asesor del Director del Instituto de Planificación Física, fue consultor y experto de varias Comisiones de Trabajo y Comités Académicos y Científicos. En el 2001 fue nominado al Premio Nacional de Arquitectura.

lunedì 16 aprile 2012

Un po' di umore cybernetico

CUSTOMER CARE: Gentile Customer care, Un anno fa ho cambiato l'applicazione FIDANZATA 7.0 per l'applicazione MOGLIE 1.0 che ha generato subito l'applicazione BIMBO 1.0 che occupa tantissimo spazio sul disco...Le istruzioni non dicono niente di questo fatto. Ma ciò che più mi preoccupa è che l'applicazione MOGLIE 1.0 si autoinstalla su tutte le altre mie applicazioni e in più si lancia automaticamente quando apro un'altra applicazione fermandola. Quindi applicazioni come: BIRRA_CON_GLI_AMICI 10.3 e CALCIO_DOMENICA 5.0 non funzionano più. Qualche volta compare un virus che si fa chiamare SUOCERA 1.0 che blocca il sistema oppure fa si che l'applicazione MOGLIE 1.0 si comporti in modo molto preoccupante. Vorrei disinstallare MOGLIE 1.0 e reinstallare FIDANZATA 7.0 o magari un'altra versione con prestazioni avanzate, ma mi sembra troppo complicato e non vorrei rischiare tanto, anche perché BIMBO 1.0 mi piace molto. Sono disperato! Aiutatemi!!!! RISPOSTA SOFTWARE HOUSE Gentile cliente, il suo problema è frequente tra gli utenti, ma il manuale d'istruzioni (sull'ultima pagina) avverte che passare da FIDANZATA 7.0 a MOGLIE 1.0 comporta dei rischi (operazione sconsigliata): MOGLIE 1.0 non è più un'applicazione di divertimento come FIDANZATA 7.0, ma è un Sistema Operativo Completo fatto per controllare tutte le altre applicazioni. - Non è più possibile tornare a FIDANZATA 7.0 perché è stato cancellato definitivamente. - Lo stesso vale per il virus SUOCERA 1.0 che presenta problemi di incompatibilità con tutti i sistemi; quindi significa disinstallare MOGLIE 1.0 (che tra l'altro discende da SUOCERA 1.0). E' sempre meglio aspettare che SUOCERA 1.0 si disinstalli da sola tra qualche anno. - Diversi utenti hanno provato ad installare AMANTE 1.0 ma i rischi sono : se, per caso, in quel preciso istante si autolancia MOGLIE 1.0 il sistema andrà in tilt creando i virus: REDDITO_ALIMENTARE_BIMBO 1.0 e ROVINA_SICURA 10.1 - Se si arriva ad installare AMANTE 1.0 non provare più a passare a MOGLIE 2.0 i problemi saranno maggiori. - Per fare funzionare meglio MOGLIE 1.0 consigliamo di acquistare i plug-in aggiuntivi GIOIELLI 1.0 con tutte le sue versioni più costose, il pacchetto VESTITI_NUOVI 3.0 ma soltanto le ultime versioni, e VACANZE_LUSSUOSE.EXE - Ad ogni intervento di MOGLIE 1.0 lanciare subito SI_AMORE.EXE e HAI_RAGIONE_AMORE.EXE. Grazie per aver scelto il nostro prodotto e Le auguriamo buon lavoro. il Customer Care

sabato 14 aprile 2012

Veicoli d'epoca

La pagina "Veicoli (a motore) d'epoca" del sito www.ilvecchioeilmare2002.com è stato aggiornato con inserzione di nuove immagini

Ricevo e pubblico

ixco idee per cooperare istituto italiano per la coperazione o.n.g. | +39 06.5083794 | www.ixco.it info@ixco.it invito Sala dell’Instituto Cervantes di Roma Piazza Navona 91 Giovedì 19 aprile ore 19 Presentazione del documentario "Cuba, un'Arte anche italiana" di Silvana Palumbieri L'interazione tra le culture europee e quelle latino-americane, la predominanza storica delle une sulle altre e l'inversione di tendenza che si viene affermando già dalla seconda metà del XX secolo, nonchè il ruolo storico che ha svolto la Spagna nel connettere aspetti culturali europei e latino-americani, italiani e cubani, sono ben descritti dal documentario RAI "Cuba, un'Arte anche Italiana" di Silvana Palumbieri, sintesi della mostra "Cuba una Storia anche italiana" curata dall'arch. Marco Marini. Quei temi sono qui proposti a conferma di un concetto dell'Arte intesa come ambasciatrice tra le diverse Culture che si affermano nel corso della storia e nelle varie aree del mondo, e che ancora oggi si possono leggere in tante forme espressive del vecchio e del nuovo mondo, come nelle opere presentate nell'ambito della mostra di 20 Artisti cubani contemporanei "Habana Up" che segnalano connessioni utili alla crescita di un codice artistico fascinoso: l'espressività di un mondo cubano evoluto che, in autonomia, non ha mai dimenticato la cultura di base dell'origine mediterranea. L'anima di una "naturaleza" universale, diffusa freschezza del mondo cubano che ha saputo trasformare la ricca eredità della cultura italo-spagnola sbarcata nel nuovo mondo nel 1492. Partecipano: Marco Baccin, Ambasciatore d'Italia a Cuba Silvana Palumbieri, RAI Teche Piero Meogrossi, architetto MIBAC, Soprintendenza Archeologica di Roma Collaborano: Ambasciata di Cuba in Italia - Rai Teche - ixco

venerdì 13 aprile 2012

René Gonzáles è tornato negli USA

Come previsto dalle condizioni del suo "permesso di viaggio", René Gonzáles, oggi pomeriggio, è rientrato negli Stati Uniti per finire di scontare la sua condanna supplementare di tre anni di libertà vigilata.

giovedì 12 aprile 2012

Il gruppo Moncada prossimo ai 40 anni di carriera

Ieri, alla Casa del Alba Cultural, ho incontrato dei vecchi conoscenti: il "Grupo Moncada" e ho conversato con i tre fondatori e unici “sopravvissuti” da quel lontano 7 ottobre del 1972 quando, un gruppo di giovani universitari, dopo essersi esibito per un po' di tempo nella TV Universitaria, a circuito chiuso, ha esordito ufficialmente con un concerto pubblico nell'antica Plaza Cadena, (oggi Plaza Agramonte) in un grande concerto commemorativo per il quinto anniversario della morte del “Che” Guevara. Il concerto era stato anticipato di due giorni dalla data per non coincidere con altre iniziative. Del gruppo, allora, faceva parte anche un personaggio molto popolare oggi: il Professor Manuel Calviño conduttore, da molti anni, del programma televisivo “Vale la pena” dove impartisce consigli e spiegazioni di carattere psicologico. Jorge, oltre all'impegno col gruppo, essendo studioso della musica, prosegue il suo programma televisivo di successo: “En el mísmo lugár”, dove presenta band di tutto il mondo raccontandone le origini e i significati della loro musica. Assieme a suo fratello Juan, altro fondatore, ma uscito dal gruppo, svolge un programma di rilancio della “Rueda de Casino”, un ballo molto popolare, a Cuba, negli anni '50. L'esordio del gruppo fu già, di per se, il loro primo grande successo. Probabilmente è la formazione che ha coniugato meglio i ritmi tipici della musica cubana con il contenuto politico dei testi. Nella loro, ormai lunga, carriera hanno inciso 21 dischi ed hanno girato praticamente tutto il mondo con i loro messaggi musicali. A questo punto chiedo a Jorge Gómez, direttore del gruppo, Pedro Trujillo, mitico flautista e José Alberto Himely, percussionista, qual'è stato il ricordo più bello. Pedro, a nome dei tre mi dice: “Guarda, non perché sei qua e sei stato tu a presentarci Gianni Minà, col quale ci siamo fatti conoscere anche in Italia, ma penso proprio che sia stato Sanremo 1991, dove eravamo già stati presenti anche nell'89 e '90.” Jorge aggiunge scherzando: “Fué una mariconá tuya”. A questo proposito chiedo: “Siete ancora in contatto?” “No, abbiamo avuto delle...divergenze”. Succede anche nelle migliori famiglie, poi però aggiunge: “Nonostante ciò dobbiamo essergli grati per quello che ha fatto per noi e riconoscere che è un grande professionista, ma la vita è fatta così...ci si prende e ci si lascia.” “Il vostro peggior ricordo?” Sempre Pedro, portavoce, dice: “Fortunatamente ricordi brutti non ne abbiamo molti, però c'è stata un'occasione, verso la fine degli anni '70 in cui ci hanno chiamato, senza informarci di cosa sarebbe sucesso sul palco, per fare da “partner” a un gruppo di “rockers” dell'allora DDR. Il rock allora era semi clandestino, però i giovani, sempre bene informati, accorsero al concerto con entusiasmo per assistere a una esibizione, praticamente unica, di “hard rock” e quando si sono accorti che sul palco c'eravamo anche noi...non sono stati molto contenti della nostra esibizione anche avevamo deciso di presentare un repertorio “leggero”. Comunque in tempi immediatamente successivi è iniziata la nostra serie, non ancora terminata, di successi con i tradizionali concerti sulla scalinata dell'Università.” E' arrivata l'ora di esibirsi e in quest'occasione il pubblico sa perfettamente chi è venuto ad ascoltare. Li lascio al loro lavoro, 40 anni di carriera artistica non sono pochi, restando sempre sulla cresta dell'onda.
Da sinstra: Pedro, il solito intruso, Jorge e Luis Alberto

la Plaza torna alle "origini"

La "Plaza" torna alla normalità, dopo la Messa celebrata dal Papa. La tribuna è stata smantellata e la guardia d'onore attende l'arrivo del Presidente Messicano Felipe Calderón Hinojosa che rende il tradizionale omaggio a José Martí.

lunedì 9 aprile 2012

Cicloturismo a Cuba

Un'Agenzia "giovane", ma con personale sperimentato da anni di esperienza nel turismo tradizionale e specializzato, ha pensato di rilanciare quella che stava quasi per diventare una tradizione a Cuba: la "Vuelta Cuba" per amanti del pedale. La proposta di programma rivolta a Circoli Ricreativi, Associazioni, ma anche a piccoli gruppi di cicloamatori si può trovare sul sito www.latitudcuba.net

venerdì 6 aprile 2012

I tempi, comunque, cambiano

Questa sera, alle 21.30 locali, la TV cubana trasmetterà la cerimonia della Via Crucis in differita da Roma. La visita del Papa ha ottenuto anche questo.

Buona Pasqua

Ringrazio l'Architetto Marini e pubblico: Cari amici e conoscenti,  Vi invito ad osservare, con molta attenzione, questo capolavoro: 500 anni fa un Grande Italiano ne è stato l'artefice.  Non è pensabile che intere generazioni di uomini e donne abbiano vissuto invano per cinque secoli. Auguro a tutti di ritrovare in sè la forza di un tale gesto. Buona Pasqua di Resurrezione Marco Marini

giovedì 5 aprile 2012

La burro-crazia è uguale dappertutto

Quasi tre anni fa, mia moglie allora in possesso di PRE, è entrata a Cuba con un mio vecchio pc portatile, alla dogana l'hanno fermata e preso nota del modello e numero di serie del pc chiedendole se fosse importazione provvisoria o definitiva. Fin qua niente di speciale, anzi, un normale e doveroso controllo doganale. Senonché avendo messo a buon fine le pratiche relative al nostro trasferimento ha rinunciato al PRE e riassunto la residenza cubana, dimenticandosi del pc...Vero è che la legge non ammette ignoranza e l'importazione da temporanea è diventata permanente...ma...essendo entrata con il PRE ogni volta che esce dal Paese viene segnalata come evasore fiscale e la Dogana le richiede il pagamento di 450 CUC per un pc che ne valeva già allora la metà...l'alternativa è di riesportare il pc e rientrare pagando la dogana...in moneta nazionale. Ecco dove mi sembra che sia assurdo. O forse per i burr-ocrati non lo è, considerandola degna di castigo per aver dichiarato "il falso". Comunque manca sempre la coerenza...se è comunque ridiventata residente perché non la tassano in MN? E se riesporta l'oggetto e non lo reimporta? Non paga più niente...proprio vero che il Mondo è bello perché..."avariato". meno che nella burro-crazia.

martedì 3 aprile 2012

In...comunicato

Sono rimasto tre giorni senza linea telefonica chiedo scusa se qualcuno mi ha cercato e non ho potuto rispondere celermente nemmeno alle mail...

venerdì 30 marzo 2012

Ora legale

Dalle ore 00.00 di domenica 1° aprile entrerà in vigore l'ora legale estiva a Cuba.

René Gonzáles è a Cuba

Uno dei 5 agenti cubani infiltrati nei gruppi terroristici e anticastristi di Miami, dopo una condanna a 13 anni di carcere, interamente scontati, ha avuto una pena supplementare di 3 anni di libertà provvisoria per cui deve rispondere a determinate condizioni per rimanere a piede libero. La possibilità di venire a Cuba in "permesso" di 15 giorni per visitare suo fratello, gravemente ammalato, gli è stata concessa con una serie di condizioni da rispettare, fra cui quella di mantenersi in costante contatto telefonico con il suo agente di custodia per la libertà vigilata.
René, arrivato oggi pomeriggio all'Avana, ha dichiarato che manterrà gli impegni presi e al termine del "permesso" tornerà negli Stati Uniti per terminare di compiere la sua condanna.

mercoledì 28 marzo 2012

La presenza del Papa all'Avana

Giornata festiva all'Avana, ieri doppia panificazione riguardante la quota della “libreta”. Sono al lavoro solo i servizi indispensabili e strategici. Dalle prime ore del mattino, o le ultime della notte...le strade del Cerro, adiacenti alla Plaza e normalmente deserte, si sono riempite di gente e di veicoli parcheggiati. Nell'Avenida del 20 de Mayo è stata allestita una “feria” con vendita di alimenti e bevande e le vie prestabilite per l'accesso alla piazza si sono trasformate in fiumi di gente proveniente da tutto il Paese. Non essendomi recato alla Plaza, stamattina ho cercato di documentare il “back stage” della cerimonia.













martedì 27 marzo 2012

Esposizione permanente di Leonardo all'Avana

Come direbbe il mio omonimo Biscardi “”oggi avessimo uno sgoob””....almeno credo...

Grazie all'interessamento della Fondazione Anthropos (www.ilgeniodileonardo.net www.fondazioneanthropos.com) presieduta dal Principe Modesto Veccia e la collaborazione del noto musicista, batterista e cantante dei “Nuovi Angeli”, Dottor Valerio Liboni, nonché la fattiva collaborazione a Cuba del sig. Sergio Terni e del Dottor Eusebio Leál Spengler, Historiador de la Ciudad de La Habana, nonché con l'interessamento dell'Ambasciata d'Italia nella persona dell'Ambasciatore Dottor Marco Baccin, il prossimo 23 di giugno verrà inaugurata nel Salon Blanco della Basilica Menor del Convento di San Francisco de Asís, la Mostra Permanente del genio di Leonardo da Vinci che comprende tutti i pezzi da lui costruiti e perfettamente riprodotti in scala 1:1.
La prestigiosa Mostra viene donata con carattere permanente a Cuba e potrà essere visitata gratuitamente dai cittadini cubani, mentre per i turisti e stranieri in genere, verrà richiesto un modesto pagamento che servirà per la manutenzione e la cura delle opere esposte.
Una delle condizioni determinanti per l'arrivo della Mostra è stato l'interessamento della Compagnia Aerea Blu Panorama che ha messo a disposizione i suoi aerei per il trasporto della medesima. Blu Panorama, bisogna ricordarlo, è stata anche sponsor per la Mostra del Caravaggio che si è tenuta nel novembre dello scorso anno.
La Mostra di Leonardo, grazie alla Fondazione Anthropos è stata ed è presente in molte città del Mondo, in alcuni casi in modo temporaneo e in altri, come adesso all'Avana, con carattere permanente. Una di esse è presente anche all'Aeroporto di Roma, intitolato al Genio di Vinci.
Un nuovo passo in avanti per la già intensa collaborazione culturale e umana fra i nostri due Popoli e Paesi.



sabato 24 marzo 2012

Imminente l'arrivo di Benedetto XVI°




Mancano solo poche ore all'arrivo del secondo Papa che visita Cuba. L'aspettativa è forse superiore a quella di Giovanni Paolo II°. Il Ministro degli Esteri, Bruno Rodriguez Parrilla, nella sua conferenza stampa ha glissato sui commenti politici espressi dal Papa, ritenendo la sua una visita apostolica e non politica.
La copertura della visita sarà a carico di 797 giornalisti rappresentanti 295 "media" di 33 Paesi che avranno a disposizione due centri stampa: uno a Santiago e l'altro all'Avana.
E' stato attivato per l'occasione anche il sito http://benedictocuba.cubaminrex.cu

Il sottoscritto non essendo accreditato lascerà la copertura a mezzi ben più potenti e qualificati.


ERRATA CORRIGE:

Camarada marinero, devo rispondere qua perché la finestra dei commenti oggi non funziona in uscita...si tratta di una svista corretta, dato che avevo messo www che non ci andava. Riparato l'errore, buona navigazione e in c...alla balena



Ricevo e pubblico una "intervista impossibile"

Ricevo dal lettore Luca Tognaccini la seguente "intervista impossibile"


Cosa si saranno detti i due leader maximi? Sembra quasi di vederli, assieme come due vecchi fratelli, premurosi l’uno verso l’altro nel sostenersi nel passo non più baldanzoso come un tempo.
Al Papa sarà stata offerta la solita, calorosa e familiare accoglienza cubana. Oramai per i Tedeschi Cuba ha preso il posto di Napoli nell’immaginario collettivo di sole, amicizia, amore, grazie ai film di Wenders.
Soli sulla terrazza con vista sull’oceano a sentire l’infinito venirgli incontro attraverso le vaste masse d’aria dall’oceano che portano aromi lontani dopo aver cavalcato 8mila chilometri di spazi vuoti, con sotto solo i cavalloni del mare. Il cubano avrà stappato per l’occasione una buona bottiglia di ron Havana Club Añejo Blanco di sette anni, che “refleja la maestría cubana para elaborar rones blancos y ligeros”. Poi un buon sigaro Montecristo chiamato così perché mentre i torcedores arrotolano le foglie di tabacco, uno di loro legge ad alta voce un romanzo che poi darà il suo nome al prodotto finito. Ed un caffeino Cubita da agricoltura biologica, probabilmente il più gustoso del mondo ma inesorabilmente fuori commercio. Nel quartiere di Siboney, in una villa espropriata ad un capitalista americano dopo la Revolucion, avranno guardato la siepe di chiome di palme reali davanti a loro prima di aprirsi ad un dialogo confidente. La salute? Va meglio. Chi guiderà dopo di noi questi giovani vittime di un mondo dominato da un capitalismo finanziario da squali? Fidel gli avrà suggerito:” Josè, anche io ho dovuto mollare ad ottanta anni. Perché non rimani qui con me, io qui vivo largo, ho una stanzina con condizionatore e poi c’è la buona cucina cubana di Katiuska Blanco che sta raccogliendo le mie memorie, presto usciranno i primi due volumi di 1666 pagine che raccontano la mia vita fino ai 30 anni. Potresti raccontarle anche tu la tua vita. Senti, ma è vero che hai militato nell’esercito nazista? Sai a me i nazisti non piacciono proprio…
“Ero solo un ragazzo tedesco di 17 anni che cercava di difendere il proprio paese dai bombardamenti a tappeto delle fortezze volanti, prestando servizio nella contraerea. Tu sai vero come sono scorretti gli yankees quando intraprendono una guerra. E’ stata una tremenda carneficina…
“Li conosco, li conosco. Discendenti di corsari, affamatori di popoli attraverso una finanza predatoria che non distingue fra alleati e nemici. Io appartengo al codice d’onore della cultura spagnola e per noi cubani sono solo dei barbari invasori che col loro intervento hanno portato alla divisione del Sud America in tante piccole nazioni succubi…
“Una grande nazione unita dalla fede cristiana. La Chiesa è vicina al Sud America. Stiamo finanziando ampiamente. Abbiamo chiesto di rimuovere il bloqueo che tormenta Cuba. Con il mio grande predecessore Giovanni Paolo Secondo non mi sono mai stancato di dire:”Il mondo si apra a Cuba e Cuba al mondo”. Gli Stati Uniti facciano il primo passo. Il vescovo di New York ha tirato le orecchie al presidente Clinton…
“Comunque qui a Cuba si sta bene, abbiamo la migliore assistenza sociale agli anziani di tutto il mondo, pur essendo un paese non ricco. Dai, rimani qui.
“Non posso. A Roma mi aspettano le mie tre Memores Domini con cui vivo quotidianamente. E poi la Chiesa ha ancora bisogno di me proprio adesso che certi poteri occulti vanno dicendo in giro che morirò entro due anni. Comunque grazie per l’offerta. Se diventassimo fratelli nella fede, potrei trattenermi di più…”
Ma Josè guarda che io ho studiato dai Gesuiti, la mia rivoluzione non ha fatto una sola vittima fra i religiosi, io la penso come San Francesco: bisogna salvare il mondo dal disastro ecologico che ha trasformato il creato in merce. Guarda, sto leggendo tutti i libri di Frei Betto, che spesso viene qui a trovarmi”.
Già, quel frate brasiliano amico dei teologi della liberazione come Leonardo Boff che di passaggio in Italia nel 2010 invitato dalle Acli ad Arezzo, per il carisma di don Angelo Sabatini si fermò nella mia scuola, l’Istituto Comprensivo “Francesco Mochi” di Levane, per una conferenza. Una scuola che sostiene il progetto di padre Sergio Bernardoni per una Università libera del Cerrado, contro i poteri forti. Fidel come sta?, gli chiesi. “Fisicamente è provato, ma la mente è ancora lucida. Anzi la sofferenza ha acuito la sua intelligenza dei fatti”. “Ma lei lo ha mai confessato?” “No! Si rifiuta di farlo sin dal tempo in cui studiava dai Gesuiti e si accostava alla Comunione quotidianamente”. Già, quel Fidel che aveva visto nella televisione in bianco e nero del Superclub Breezes di Varadero intonare in modo grave e profondo, come un gesuita dal pulpito , uno dei suoi famosi slogan millenaristici: “Nuestra revolucion es eterna!”. Lo stesso della grande foto in bianco e nero nell’ingresso del mega albergo mentre parlava dallo scranno al popolo in festa con accanto il Che, avendo appoggiata li vicino una colomba bianca che i cattolici interpretarono come discesa dello spirito santo.
Sono soli i due nella vasta terrazza. Dal basso sale il profumo della comida cubana in arrivo. “Fratello, da quanto tempo non ti confessi? Perché non approfitti della mia presenza qui per farlo? Lo sai che nessuno saprà mai niente di quello che vorrai confidare davanti a Dio…
Cosa avrà risposto il patriarca rosso?
Lo sapremo soltanto quando l’Editorial Abril pubblicherà l’ultimo volume delle sue memorie.

giovedì 22 marzo 2012

Nuovo indirizzo del sito

Il sito ha cambiato indirizzo, adesso è: http://www.ilvecchioeilmare2002.com

Se vi trovate in stato confusionale e avete delle "perle" da suggerirmi, sono bene accette e verranno pubblicate col nome o pseudonimo dell'autore che lo desideri.

sabato 17 marzo 2012

Un cubano nell'Antartide: Angel Graña


Angel Graña González, prossimo a compiere 77 anni, oggi è Vice Presidente della Fundación Antonio Núñez Jiménez che fu Vice Ministro di Cultura e Presidente dell'Accadamemia di Scienze di Cuba. Il Capitano Nuñez è stato artefice di grandi eplorazioni e imprese avventurose di ogni tipo a carattere scientifico e Angel è stato suo collaboratore dal 1964 fino al momento della sua scomparsa il 13 Settembre 1998. La Fondazione si occupa dell'investigazione e protezione di flora, fauna, siti archeologici e speleologici, antropologia, oceanografia, protezione dell'ambiente e ricerca sule origini della Terra e dei suoi abitanti, eccetera...E' l'unico cubano ancora vivente ad essere stato nell'Antartico.
Angel ha accompagnato il suo amico in varie spedizioni e ricerche e fra i luoghi più o meno remoti e affascinanti è stato anche all'Isola di Pasqua e alle Galápagos, due paradisi naturalistici dell'Oceano Pacifico. Un'altra grande impresa organizzata da Nuñez, alla quale ha preso parte è stata la spedizione che a cavallo degli anni '87 e '88 li ha portati in Amazzonia da dove si sono imbarcati, alle foci dell'Orinoco, su canoe scavate nei tronchi d'albero per arrivare fino a Cuba, sulle tracce dei primi abitanti dell'Isola che si ritiene fossero di etnia Arawak, provenienti, appunto dall'Amazzonia e arrivati alle Antille maggiori con un lungo percorso, di generazione in generazione, facendo scalo in tutte le isole che fanno corona al Mar dei Caraibi. Ha visitato, sempre con intersse secntifico, moltissimi altri Paesi del Mondo, anche europei, però non aveva mai visto la neve fino a...ma ecco il suo racconto:
“Un giorno passai da Casa di Antonio e lo trovai al telefono che parlava un po' in russo e un po' in spagnolo, dopo avermi salutato frettolosamente mi domandò che numero di copricapo portassi e qual'era la taglia dei miei abiti. La domanda mi colse di sorpresa e gli dissi che non lo sapevo, quindi sentii che diceva ll'interlocutore: “”come me, da (si)...come me””. Finita la conversazioni mi disse “”preparati che presto partiamo””. Ricordo che era un lunedì mattina e il venerdì seguente eravamo già in volo per Mosca dove ci attendevano per inserirci in un gruppo di scienziati sovietici in partenza per l'Antartide. Da Mosca raggiungemmo Maputo, in Mozambico, da dove saremmo volati al continente antartico.
Era l'estate australe e il tempo doveva essere favorevole, ma aspettammo alcuni giorni per avere la conferma che le condizioni del volo e sopratutto dell'atterraggio fossero realmente ideali. Quando venne l'autorizzazione ci imbarcarono su un IL 18 dell'Aeroflot che curiosamente non era dipinto con soliti colori bianco e azzurro, ma l'azzurro era diventato...rosso. La cosa mi stupì e quando chiesi come mai quei colori “strani”, mi dissero che erano previsti nel caso di un incidente sul ghiaccio, per poter essere avvistati con maggior facilità. Dopo un momento di inquietudine, tornai ad essere razionale e decisi che non era per malaugurio.
Il comandante aveva l'ordine, giunto a metà del percorso, di comunicarsi con il centro di Maputo per avere la conferma che le condizioni meteo continuassero ad essere favorevoli per un atterraggio, in caso contrario aveva l'ordine di rientrare a Maputo già che il carburante sarebbe stato insufficiente se si fosse trovato a maggior distanza dal rientro. Dopo 4 o 5 ore di volo il comandante confermò che si poteva proseguire e trascorso ugual tempo mi affacciai al finestrino vedendo quella sterminata distesa bianca. Pensai che col carrello sarebbero usciti dei pattini, al posto delle ruote, invece niente: uscì il normale carrello di atterraggio. La pista, gelata, misurava ben 12 km. e l'aereo non venne frenato, ma fu lasciato fermare per abbrivio; ogni tanto il pilota invertiva la rotazione delle eliche per contribuire al rallentamento. Dopo una ventina di minuti scendemmo per essere accolti dalla comunità sovietica che viveva nella base per 11 mesi prima del rimpatrio e della sostituzione.
Antonio era già stato al Polo Nord nel 1972, ma io non avendo mai visto la neve mi trovai con “troppa grazia S. Antonio”...
La nostra permanenza fu di 26 giorni dato che eravamo in “ricognizione” per il futuro invio di scienziati cubani che si sarebbero inseriti nel gruppo dei sovietici. In effetti, nei tre anni successivi, furono inviate altrettante coppie di meteorologi cubani. Durante il soggiorno fummo "studiati, come in seguito i nostri compatrioti, per vedere le reazioni di un organismo tropicale in quell'ambiente decisamente diverso.
Era estate e il termometro segnava “solo” 20 gradi sotto zero, il sole praticamente non tramontava e per poter dormire, le stanzette delle baracche erano schermate con tende nere.
Ci trovavamo nella base per il 7 di Novembre, anniversario della Rivoluzione Bolscevica e in quella data, celebrata dai sovietici come fossero sulla Piazza Rossa di Mosca, issammo la bandiera cubana che ci era stata data da Fidel quando venne a salutarci e augurarci un buon viaggio e compimento della missione. La bandiera portava la sua firma nella stella bianca che campeggia sul triangolo rosso del vessillo.
Posso veramente dire che fra le esperienze indimenticabili, quella, assieme ala spedizione in Amazzonia sono state le più emozionanti e impegnative seppure con presupposti ben differenti: nell'Antartico il silenzio era veramente “assordante” quasi faceva male alle orecchie come un rumore eccessivo, la fauna era limitata a colonie di pinguini e leoni marini che scavavano, col loro alito, aperture nel ghiaccio spesso circa un metro e mezzo, per poter entrare e uscire dall'acqua sottostante a caccia di cibo. Si vedeva anche qualche raro gabbiano nero. In Amazzoni, al contrario la vita era esuberante così come i rumori, incontrammo molti aborigeni e non era possibile dormire all'aperto perché qualsiasi animale poteva diventare pericoloso: anche le formiche. Erano in grado di divorare una persona.”

Fin qua il racconto di un personaggio che avrebbe una serie infinita di aneddoti e storie affascinanti da raccontare e che in parte racconta nei suo giri di conferenze. Grazie Angel.

giovedì 15 marzo 2012

Antartide all'Avana

Una mostra dedicata all'esploratore Roald Amundsen e alle spedizioni polari, con speciale riguardo all'Antartide è stata inaugurata ieri e rimarrà aperta fino al 30 Aprile. Alla presenza dell'Ambasciatore norvegese a Cuba, il cui Paese è patrocinatore della mostra con il Museo di Scienze Naturali, nelle cui sale si tiene l'evento “Memoria Helada”. Si tratta di una mostra di pannelli in cui si raccontano, con testi e foto, le gesta degli esploratori che sono andati alla conquista dei poli. In particolare la documentazione del raggiungimento del Polo Sud il 15 Dicembre del 1911. La mostra viene arricchita con proiezioni e conferenze alle quali partecipano personalità della Scienza, fra i quali Angel Graña, uno degli appartenenti alla spedizione cubana, guidata dal defunto Capitano Antonio Nuñez Jimenez che si recò nel continente antartico nella decade degli anni '80 del secolo scorso.
Allestita nella sede principale della Plaza de Armas, luogo frequentatissimo da visitatori e habaneri, darà la possibilità di conoscere più da vicino queste realtà geografiche così distanti fra loro, oltre a conoscere la storia e le immagini di un personaggio come Roald Amundsen con la riproduzione di parte del suo archivio fotografico che si credeva perduto, ma che è tornato alla luce solo nel 1986 dopo decenni di misteriosa sparizione.


mercoledì 14 marzo 2012

Cuba si prepara alla visita del Papa

Ultimi ritocchi per preparare la "Plaza" alla Messa officiata dal Papa con la tribuna posta, per la prima volta in un evento non governativo, nel lato meridionale della piazza a una decina di metri da dove si erge il palchetto per i discorsi ufficiali.