Translate

Il tempo all'Avana

+28
°
C
H: +28°
L: +23°
L'Avana
Lunedì, 24 Maggio
Vedi le previsioni a 7 giorni
Mar Mer Gio Ven Sab Dom
+28° +29° +29° +28° +29° +29°
+24° +24° +24° +24° +24° +24°

giovedì 5 febbraio 2015

Percossa

PERCOSSA: per che cosa (Veneto)

mercoledì 4 febbraio 2015

Penisola

PENISOLA: per un isola (Roma)

Sanguily nella Repubblica (II parte e fine), di Ciro Bianchi Ross

Pubblicato su Juventud Rebelde del 1­°/2/15

L’oratoria di Manuel Sanguily si caratterizza per “la sua sonorità, l’impeto e la maniera energica, vigorosa e combattiva” con cui effettua i suoi discorsi. Aveva il dono dell’improvvisazione e ha fatto sfoggio di questa capacità in moilte occasioni.
Per questo, molti dei discorsi che pronunciò nell’emigrazione, tra il 1895 e il 1898, si persero per sempre mentre altri, scritti o ricostruiti posteriormente, si conservano nel suo libro Discursos y Conferencias (1918). Considerevole è quello intitolato Céspedes e Martí che pronunciò al 27mo anniversario de El grito de Yara, il 10 ottobre 1895, così come quello che pronunciò, nel novembre dello stesso anno, a ricordo degli studenti di medicina fucilati nel 1871. Nel suo discorso, Martí e la Rivoluzione Cubana, evoca la figura dell’Apostolo: “questa vita semplice e allo stesso tempo apocalittica di un uomo che patì, come se avesse il cuore trafitto da lance incandescenti, il supplizio di sentire come suoi i dolori di un popolo”.
Torna a Cuba alla fine della guerra. Partecipa come delegatondel Secondo Corpo all’Assemblea dei Rappresentanti dell’Esercito di Liberazione che si tiene nella località camagüeyana di Santa Cruz del Sur e integra la commissione capeggiata dal maggior generale Calíxto García, accredita questa Assemblea davanti al presidente degli Stati Uniti, al fine di adottare le misure incamminate allo scioglimento delle truppe “mambisas”. Calíxto muore durante il suo soggiorno a Washington e la commissione, non senza difficoltà, compie il suo obiettivo e torna a Cuba a rendere conto della sua gestione. L’Assemblea sessiona già nel Cerro – di lì il suo nuovo nome di Assemblea del Cerro – e poco dopo si dissolve.
Portavoce di speranza
Sanguily accetta la direzione dell’Istituto di Secondo Insegnamento dell’Avana che riorganizza in modo efficiente e il 5 novembre del 1900, è fra i delegati che elaborano la Costituzione della Repubblica. I suoi interventi nei dibattiti della Convenzione sono frequenti e di grande livello. “Il fervente portavoce della speranza che tanto aveva avocatobper stabilire una democrazia indipendente a Cuba, ebbene, ha avuto occasione di tracciare i lineamenti della Repubblica que stava nascendo”, scrive Max Enríquez Ureña.
Nei dibattiti difende il criterio dell’insegnamento ufficiale; non vede nessun pericolo avverte che l’Educazione dev’essere diretta, amministrata e controllata dallo Stato. Si manifesta per la separazione della Chiesa e lo Stato. Juan Gualberto Gómez propone che non si faccia riferimento al fatto, limiterebbe la potestà dei futuri cittadini se opinassero il contrario in maggioranza. Salvador Cisneros Betancourt è dell’opinione che si sostituisca il concetto di moralità cristiana con quello di moralità pubblica, mozione che alla fine è respinta. Dice sanguily: “Non credo giusto che con i soldi di tutti si paghi il credo di chi non costituisce la totalità del Paese. Questo implicherebbe una situazione antiliberale e tirannica. Compatisco la Repubblica che ha paura di tutto, agli Stati Uniti, al Papa, al sacerdozio...”.
Altro punto di conflitto è quello del suffragio. Si sa che Leonardo Wood, l’interventista nordamericano, è partitario del voto ristretto e la commissione di redazione del testo costituzionale evita di toccare il problema. Il generale José B. Alemán condanna l’omissione e propone che la Costituzione consacri il diritto al suffragio universale. Leopoldo Berriel che era o sarà rettore dell’Università dell’Avana, si oppone alla proposta per ragioni di forma e Manuel Sanguily sale ancora sul quadrato per esprimere che non concepisce che esista un solo delegato che si mostri partitario di limitare il voto dei suoi compatrioti per ragioni di razza, scolarità o posizione economica e ottiene l’inclusione del suffragio universale.
Lo scoglio dell’emendamento
Avanza la redazione di quella che sarà la Costituzione del 1901. A volte c’è unanimità, a volte no, ma la Magna Charta che inizialmente rifugge al dibattito sul tema delle relazioni Cuba-Stati Uniti, prende forma. Una commissione dell’Assemblea redigerà il progetto di trattato che regolerà i vincoli tra i due Paesi. Sorge uno scoglio. Nel Comitato di Affari Cubani del Senato nordamericano, si discute il cosiddetto Emendamento Platt, una stampella o sostegno alla legge delle spese dell’Esercito che limitava la sovranità cubana e dava a Washington la possibilità di intervenire militarmente sull’Isola quando lo ritenesse opportuno e di stabilire stazioni navali o carbonifere sul suo territorio.
Prima che fosse approvato, Wood fa giungere il testo dell’emendamento all’Assemblea che decide di ignorarlo e cominciare a discutere l’accordo che aveva preso la sua propria commissione, sulle relazioni cubano-nordamericane. Si trova in quel momento quando Wood fa sapere che il progetto di legge sulle spese dell’Esercito, con la sua stampella, era stato approvato dal Congresso degli Stati Uniti e ratificato dal Presidente, convertendosi in legge. L’emendamento doveva aggiungersi, come appendice, alla fiammante Costituzione cubana del 1901 e passare a integrare il Trattato Permanente fra i due Paesi.
I cubani vivono momenti di angustia. La Repubblica nascerebbe con una sovranità limitata, Se la convenzione non avesse approvato l’Emendamento Platt sarebbe rimasta senza effetto e senza valore e l’istaurazione della repubblica sarebbe stata posopta a tempo indefinito? Manuel Sanguily propone lo scioglimento dell’Assemblea Costituente al fine di convocare alle elezioni di una nuova Assemblea formula che se si fosse adottata, dicono gli specialisti, si sarebbe convertito in un plebiscito.
La proposta non incontrò eco favorevole fra i delegati e consumate senza risultati pratici le gestioni, incamminate a sopprimere o a modificare in parte il documento, l’emendamento fu approvato dalla maggioranza. Sanguily che era stato il paladino della ribellione, votò anch’egli a favore perché disse che facendolo coi suoi termini “credeva di favorire la costituzione della Repubblica di Cuba e della personalità cubana che diversamente sparirebbero completamente...e sopratutto per trattarsi di un’imposizione degli Stati Uniti, contro la quale ogni resistenza sarebbe stata definitivamente funesta per le aspirazioni dei cubani”.
Prima, giustificava nel giornale La Discusión il suo cambio di opinione, nel assicurare che se si respingeva l’emendamento, non ci sarebbe stata Repubblica e che fra un potere interventista indefinito e una Repubblica con emendamento, egli preferiva una Repubblica con emendamento.
Senatore
Il 20 di maggio del 1902 si insatura la Repubblica. Manuel sanguily era stato eletto senatore della repubblica per Matanzas, provincia dove ricominciò dopo il Patto del Zanjón, la sua instancabile predica per la libertà. Di questa tappa della sua vita è importante risaltare i discorsi del 1903 contro il Trattato di Reciprocità, difeso vittoriosamente dall’illustre giuriconsulto Antonio Sánchez de Bustamante e che gli Stati Uniti impongono alla giovane Repubblica. Avverte che con tale trattato l’economia dell’Isola rimarrebbe sottomessa completamente al poderoso Paese vicino. Al rispetto disse: “Le concessioni che ci fanno hanno definitivamente meno valore di quelle che loro ci impongono, da dove è risultato che gli Stati Uniti, per quanto consta dalle attuali circostanze, si sono sostituiti all’antica metropoli spagnola; hanno ridotto le nostre condizioni generali, sotto l’aspetto di industria e commercio, a quelle stesse relazioni sostanziali in cui Cuba si trovava con la Spagna, quando la Spagna dominava a Cuba: per tanto hanno convertito la nostra nazione in una colonia mercantile e agli Stati Uniti nella sua metropoli”.
La sua predica è inutile. Il Trattato di Reciprocità si approva e il suo grande amico, il poeta Enrique Hernández Myares, pubblica sulla stampa il sonetto La más fermosa, imparentando l’attitudine di Don Manuel con le imprese cavalleresche del Don Quijote. La sconfitta non lo rimpiccolisce né lo sepra dalla via che si è tracciato. Presenta un progetto di legge che proibisce la vendita di terre cubane a stranieri. Dice che vuole dare una voce di allarme angosciante per i pericoli che corre il Paese davanti all’irruzione di stranieri che vengono col proposito di acquistare a basso prezzo enormi estensioni di terra. Con questa legge si sarebbero impediti gli immensi latifondi che hanno pesato nello sviluppo economico del Paese e anche su quello dela sua vita politica.
Corre l’anno 1906. Sopraggiunge il secondo intervento militare nordamericano. Il clima è d’incertezza. Quale sarà il destino di Cuba? In torno al tema, a poco dall’inizio del 1907, polemizzano gli studenti delle università del Kansas e Oklahoma. Gli Stati Uniti devono annettersi Cuba? Chiedono quelli del Kansas e Sanguily, nella sua risposta, non solo rigetta questa possibilità, ma interviene con pienezza sul diritto dell’isola di essere libera e sovrana. Per questo la rivista Letras, dell’Avana, omaggia Sanguily con un banchetto che è allo stesso tempo, una dimostrazione di solidarietà col suo pensiero.
Sanguily afferma, nel rigraziare per l’omaggio: “L’indipendenza e la Repubblica e non io che ho appena avuto la fortuna casuale di esporre come un eco debole il credo e il sentimento del nostro patriottismo, sono state le ispiratrici di questa grande manifestazione patriottica”.
Il presidente José Miguel Gómez gli affida il Segretarito di Stato. Quando in aprile, il Segretario di Stato nordamericano passa dall’Avana in visita di buona volontà è il cancelliere Sanguily, in un discorso che ha come uno dei suoi mkigliori pezzi oratori, che gli ricorda i principi essenziali che debbono reggere l’ordine di relazioni tra i due Paesi. Un mese più tardi, con il sollevamento degli indipendenti di Color, Washington giunse a considerare la possibilità di intervenire militarmente nel conflitto, timorosa che il Governo di Cuba non riuscisse a dominare la situazione. Sanguily respinse la minaccia con integrità e José Miguel, in cavalleresco accordo col suo Cancelliere, diresse al Presidente nordamericano un messaggio che risultò decisivo.
Le pene e gli anni minano la salute di Sanguily. Accetta di figurare, nel 1921, tra i fondatori del Partido Nacionalista e due anni più tardi, allo scoppio della protesta del Movimento dei  Veterani e Patrioti contro il governo di Alfredo Zayas, si schiera dalla loro parte. Già non esce di casa, ma gli fa giungere un messaggio d’incoraggiamento e solidarietà al Teatro Martí, dove gli integranti del Movimento si costituiscono in sessione permanente che si prolunga per dei mesi.
Se in vita lo ammirarono, coloro che lo conobbero, il tempo aumenta il suo significato e importanza. Oratore, giornalista sagace, patriota senza macchia, la sua condotta alimenta la corrente della cubanía e aumenta le basi della nazionalità. Così sarà mentre la Repubblica respira – e respirerà sempre.





Chi si trova a passare per la calle Obrapia al numero 510 si imbatte nella casa natale di Manuel Sanguily (foto A.A.)

La oratoria de Manuel Sanguily se caracteriza por «su sonoridad, su ímpetu y la forma enérgica, vigorosa y combativa» con  que acomete sus discursos. Tenía el don de la improvisación y en muchas ocasiones hizo gala de esa capacidad.Por eso muchos de los discursos que pronunció en la emigración, entre 1895 y 1898, se perdieron para siempre, mientras que otros, escritos y leídos o reconstruidos luego, se conservan en su libro Discursos y conferencias (1918). Muy notable es el titulado Céspedes y Martí, que pronunció en ocasión del aniversario 27 del Grito de Yara, el 10 de octubre de 1895, así como el que, en noviembre del mismo año, pronunció en recuerdo de los estudiantes de Medicina fusilados en 1871. En su discurso Martí y la Revolución Cubana evoca la figura del Apóstol, «esa vida sencilla y a un tiempo apocalíptica de un hombre que padeció, como si llevara el corazón atravesado de lazas encendidas, el suplicio de sentir como suyos los dolores de un pueblo».Regresa a Cuba al finalizar la guerra. Participa como delegado del Segundo Cuerpo a la Asamblea de Representantes del Ejército Libertador, que sesiona en la localidad camagüeyana de Santa Cruz del Sur, e integra la comisión que, encabezada por el mayor general Calixto García, acredita esa Asamblea ante el Presidente de Estados Unidos, a fin de adoptar las medidas encaminadas al licenciamiento de las fuerzas mambisas. Calixto García fallece durante su estancia en Washington, y la comisión, no sin dificultades, cumple su objetivo y regresa a Cuba a dar cuenta de su gestión. La Asamblea sesiona ya en el Cerro —de ahí su nuevo nombre de Asamblea del Cerro— y poco después se disuelve.Vocero de la esperanzaAcepta Sanguily la dirección del Instituto de Segunda Enseñanza de La Habana, que reorganiza de manera eficiente, y el 5 de noviembre de 1900, en representación de la provincia de La Habana, está entre los delegados que elaborarán la Constitución de la República. Sus intervenciones en los debates de la Convención son frecuentes y muy destacadas. «El ferviente vocero de la esperanza que tanto había abogado por establecer en Cuba una democracia independiente, tuvo, pues, ocasión de contribuir a trazar los lineamientos de la República que iba a nacer», escribe Max Henríquez Ureña.Defiende, en los debates, el criterio de la enseñanza oficial; no ve ningún peligro, advierte, en que la Educación esté dirigida, administrada y supervisada por el Estado. Se manifiesta por la separación de la Iglesia y el Estado. Propone Juan Gualberto Gómez que no se haga referencia al asunto, pues limitaría la potestad de los futuros ciudadanos si opinaran mayormente en contrario. Y Salvador Cisneros Betancourt es de la opinión de que se sustituya el concepto de moral cristiana por el de moral pública, noción que en definitiva es rechazada. Habla Sanguily: «No creo justo que con el dinero de todos se pague la creencia de quienes no constituyen la totalidad del país. Esto implicaría una situación antiliberal y tiránica. Compadezco a la República que tiene miedo a todo, a los Estados Unidos, al Papa, al sacerdocio…».Otro punto conflictivo es el del sufragio. Se sabe que Leonardo Wood, el interventor norteamericano, es partidario del voto restringido, y la comisión de redacción del texto constitucional evita tocar el asunto. El general José B. Alemán condena la omisión y propone que la Constitución consagre el derecho al sufragio universal. Leopoldo Berriel, que era ya o llegaría a ser rector de la Universidad de La Habana, se opone a la propuesta por razones de forma, y de nuevo sale a la palestra Manuel Sanguily para expresar que no concibe que exista un solo delegado que se muestre partidario de limitar el voto de sus compatriotas por motivos de raza, escolaridad o posición económica, y logra la inclusión del sufragio universal.El escollo de la enmiendaAvanza la redacción de lo que sería la Constitución de 1901. Hay unanimidad a veces, otras no, pero la Carta Magna, que rehúye inicialmente al debate del tema de las relaciones Cuba-Estados Unidos, toma forma. Una comisión de la Asamblea redactaría el proyecto de tratado que regularía los vínculos entre los dos países. Surge un escollo. Se discute en el Comité de Asuntos Cubanos del Senado norteamericano la llamada Enmienda Platt, un rider o percha a la ley de gastos del Ejército, que conculcaba la soberanía cubana y daba a Washington la potestad de intervenir militarmente en la Isla cuando lo estimara pertinente y de establecer estaciones navales o carboneras en su territorio.Antes de que fuera aprobada, Wood hace llegar el texto de la enmienda a la Asamblea que decide ignorarla y empezar a discutir el acuerdo que sobre las relaciones cubano-norteamericanas había tomado su propia comisión. En eso se encuentra cuando Wood hace saber que el proyecto de ley de gastos del Ejército, con su percha, había sido aprobado por el Congreso de Estados Unidos y sancionado por el Presidente, convirtiéndose en ley. La enmienda debía agregarse como apéndice a la flamante Constitución cubana de 1901 y pasaría a integrar el Tratado Permanente entre los dos países.Viven los cubanos momentos angustiosos. ¿Nacería la República con su soberanía en precario? Si la Convención no aprobaba la Enmienda Platt, ¿quedaría sin valor ni efecto la Convención y la instauración de la República se pospondría de manera indefinida? Propone Manuel Sanguily la disolución de la Asamblea Constituyente a fin de convocar a elecciones para una nueva Asamblea, fórmula que de haberse adoptado, dicen los especialistas, se hubiera convertido en un plebiscito.La propuesta no encontró eco favorable entre los delegados y, agotadas sin resultado práctico las gestiones encaminadas a suprimir o modificar siquiera en parte el documento, la enmienda fue aprobada por mayoría. Sanguily, que había sido paladín de la rebeldía, votó también a favor de ella porque dijo que al hacerlo por sus términos «creía favorecer la constitución de la República de Cuba y de la personalidad cubana, que de otro modo desaparecerían por completo… y sobre todo por tratarse de una imposición de los Estados Unidos, contra la cual toda resistencia sería definitivamente funesta para las aspiraciones de los cubanos».Antes, justificaba en el periódico La Discusión su cambio de criterio, al aseverar que si se rechazaba la enmienda, no habría República, y que entre un poder interventor indefinido y una República con enmienda, él prefería la República con enmienda.SenadorEl 20 de mayo de 1902 se instaura la República. Manuel Sanguily había resultado electo senador de la República por Matanzas, provincia donde reinició, tras el Pacto del Zanjón, su prédica incansable por la libertad. De esa etapa de su vida importa destacar los discursos de 1903 contra el proyecto del Tratado de Reciprocidad, defendido victoriosamente por el ilustre jurisconsulto Antonio Sánchez de Bustamante, y que Estados Unidos impone a la joven República. Advierte que con tal Tratado la economía de la Isla quedará supeditada totalmente al poderoso país vecino. Dijo al respecto:«Las concesiones que se nos hacen tienen infinitamente menos valor que las que hacia ellos se nos imponen, de donde ha resultado que los Estados Unidos, en cuanto las circunstancias actuales lo consienten, se han subrogado a nuestra antigua metrópoli española; han reducido nuestra condición general, bajo el aspecto de la hacienda y del comercio, a aquellas mismas relaciones sustanciales en que se encontraba Cuba respecto de España, cuando España dominaba en Cuba; han convertido, por tanto, nuestra nación en una colonia mercantil y a los Estados Unidos en su metrópoli».Es inútil su prédica. Se aprueba el Tratado de Reciprocidad y su gran amigo, el poeta Enrique Hernández Miyares, publica en la prensa el soneto La más fermosa, emparentando la actitud de Don Manuel con las empresas caballerescas de Don Quijote. La derrota no lo empequeñece ni lo aparta de la senda que se ha trazado. Presenta un proyecto de ley que prohíbe la venta de tierras cubanas a extranjeros. Dice que quiere dar una voz de alarma angustiosa por los peligros que corre el país ante la irrupción de extranjeros que vienen con el propósito de adquirir a bajo precio enormes extensiones de tierra. Con esa ley se hubieran impedido los inmensos latifundios que pesaron en el desenvolvimiento económico del país y también sobre el desarrollo de su vida política.Corre el año de 1906. Sobreviene la segunda intervención militar norteamericana. El clima es de incertidumbre. ¿Cuál será el destino de Cuba? En torno al tema, a poco de iniciarse 1907, polemizan estudiantes de  universidades de Kansas y Oklahoma. ¿Debe Estados Unidos anexarse a Cuba?, preguntan los de Kansas, y Sanguily, en su respuesta, no solo repudia esa posibilidad, sino que sostiene con entereza el derecho de la Isla de ser libre y soberana. Por eso la revista Letras, de La Habana, agasaja a Sanguily con un banquete que es, al mismo tiempo, una demostración de solidaridad con su pensamiento.Afirma Sanguily al agradecer el homenaje: «La independencia y la República y no yo, que apenas he tenido la fortuna casual de exponer como un eco débil el credo y el sentir de nuestro patriotismo —han sido las inspiradoras de esta gran manifestación patriótica».El presidente José Miguel Gómez le confía la Secretaría de Estado. Cuando, en abril de 1912, el Secretario de Estado norteamericano pasa por La Habana en visita de buena voluntad, es el canciller Sanguily, en un discurso que se tiene como una de sus mejores piezas oratorias, quien le recuerda los principios esenciales que deben regir el orden de relaciones entre los dos países. Un mes más tarde, cuando el alzamiento de los Independientes de Color, Washington llegó a considerar la posibilidad de intervenir militarmente en el conflicto, temeroso de que el Gobierno de Cuba no lograra dominar la situación. Sanguily rechazó la amenaza con entereza, y José Miguel, en cabal acuerdo con su Canciller, dirigió al Presidente norteamericano un mensaje que resultó decisivo.Las penalidades y los años resienten la salud de Sanguily. Acepta figurar, en 1921, entre los fundadores del Partido Nacionalista, y dos años más tarde, al estallar la protesta del Movimiento de Veteranos y Patriotas contra el gobierno de Alfredo Zayas, se pone de su lado. Ya no sale de la casa, pero les hace llegar un mensaje de aliento y solidaridad al teatro Martí, donde los integrantes del Movimiento se constituyen en sesión permanente que se prolonga durante meses.Si en vida lo admiraron quienes lo conocieron, el tiempo acrecienta su significación e importancia. Orador, periodista sagaz, patriota sin mácula, su conducta alimenta el caudal de la cubanía y acrecienta los cimientos de la nacionalidad. Así será mientras la República aliente —y alentará siempre.


martedì 3 febbraio 2015

Dopo oltre un anno Fidel Castro riappare in fotografia

Il leader storico della Rivoluzione Cubana si è riunito con il presidente della FEU (Federazione Estudiantes Universitarios) e per la prima volta dopo molto tempo si vede la sua immagine pubblicata.


Foto Estudio Revolución/Granma

Pendente

PENDENTE: per un dente (Roma)

lunedì 2 febbraio 2015

Turismo della salute per i nordamericani...ma non solo

Speciale di TTC: Cuba può offrire trattamenti medici di grande qualità ai turisti statunitensi
Pubblicato da Redazione TTC in Dossier

Con un disgelo fra gli Stati Uniti e Cuba, il settore del turismo medico a Cuba potrebbe avvantaggiasi ampiamente se il rapporto bilaterale di questi paesi mantiene il ritmo di miglioramento.
Una pubblicazione digitale specializzata sul tema, Malaysian Insider, ha affermato che l'attenzione non è gratuita a Cuba perché è un paese che si sta sviluppando, ma che ha creato un sistema d'attenzione alla salute con un'attenzione medica eccellente che si combina con costi relativamente bassi. (1)
La pagina digitale ha buone ragioni per sapere ciò. La Malesia, il suo paese d'origine, è stata qualificata dai parametri internazionali come una delle cinque destinazioni di turismo medico nel mondo che hanno le opportunità più attrattive per i turisti che cercano di avere un'attenzione alla loro salute, con medici di qualità, ma pagando molto meno di quello che dovrebbero pagare nei loro paesi d'origine, sopratutto negli Stati Uniti, che hanno sistemi di Salute molto costosi.
Quando Malaysian Insider si è riferita a Cuba ha sottolineato che “di fatto, parecchi turisti americani fanno visite private a Cuba per ricevere diversi trattamenti medici, sebbene non ci siano molti voli diretti fra Cuba e gli Stati Uniti date le restrizioni politiche”. Nonostante ciò, ha manifestato che la situazione sta cambiando drasticamente e c'è un miglioramento in atto tra i due paesi.
L'articolo è stato inspirato da un'esibizione che ha avuto luogo lo scorso gennaio denominata New York Times Travel Show, nella quale molti paesi hanno fatto una mostra delle loro attrazioni turistiche, facendo risaltare i servici medici.
Cuba, secondo il reportage, ha mostrato i suoi impianti medici soprattutto “perché i consumatori statunitensi vedano che la prossimità geografica tra gli Stati Uniti e l'Isola è un vantaggio, se si fa un paragone rispetto alle altre destinazioni che si trovano più lontano e richiedono di prendere voli molto più lunghi”.
I governi delle due nazioni hanno annunciato lo scorso 17 dicembre la volontà di normalizzare i loro rapporti bilaterali, interrotti dal 1961. Nel caso del turismo medico, gli specialisti assicurano che 11 milioni d'abitanti hanno un sistema di salute eccellente, con diversi impianti e trattamenti medici particolareggiati per i clienti più esigenti che cercano un recupero fisico e mentale.
I programmi eccellenti e le tecniche uniche attraggono i visitatori, che si alloggiano nelle installazioni mediche nelle quale ricevono trattamento contro le malattie oftalmiche, o cure contro le malattie della pelle.
I tossicodipendenti, incluso quelli che sono stati dichiarati come “senza rimedio” possono avere la speranza di trovare a Cuba una cura per i loro problemi, è stato assicurato dagli esperti. Secondo i dati, dal 2009 i turisti statunitensi che
cercavano trattamento alla loro salute in altri paesi erano tra 750.000 ed 1 milione 200 mila.
Il turismo medico è una modalità molto diffusa nel mondo e anche nei Caraibi.
Nella regione caraibica, la modalità è in espansione da alcuni anni. Nello scorso novembre James Cercone, presidente e fondatore del servizio internazionale Sanigest International ha pubblicato un articolo nel quale lui chiede a sé stesso se il turismo medico caribico è “oro per gli scemi”. Egli ha citato una cifra che nega quest'affermazione. Si pensa che esista un potenziale di 60 mila milioni di dollari nel mercato del turismo di salute. Ed i Caraibi sono ancora sotto le loro possibilità.

(1) L'attenzione medica per i cittadini cubani o naturalizzati, è totalmente gratuita. (N.d. editore del Blog)

Trad. A.A.


La Gazeñiga

La "Gazeñiga" è un popolare dolce da forno cubano con la consistenza, più o meno, di un pan kake ma dalle dimensioni maggiori e la forma differente. Il nome proviene dal fornaio italiano che la introdusse a Cuba nel XIX secolo e che con tutta probabilità era di origini della bergamasca facendo Gazzaniga di cognome.

Penalista

PENALISTA: per una lista (Roma)

sabato 31 gennaio 2015

Pellagra

PELLAGRA: acidità della pelle

venerdì 30 gennaio 2015

Pedina

PEDINA: per Dina (Roma)

Tra i fornelli, di Ciro Bianchi Ross

Pubblicato sulla Rivista Réplica di Miami
Gennaio 2015 (non ci sono immagini)

Oltre ottanta ristoranti, contati approssimativamente, si classificano come di cucina cubana a Miami. Nove di loro si trovano nell’aeroporto, otto a Coral Gables, undici a South Beach. Sedici si trovano nel nord-nord est e 18 nel sud di Miami Dade. Aventura, una comunità a maggioranza ebrea ne ospita uno.
Alcuni portano nomi che vengondo dalla nostalgia profonda: Ayestarán, la Esquina de Tejas, Río Cristal, Puerto de Sagua...Ci sono da asporto, come l’Havana Harry’s Café o emblematici come il Versalles con i suoi 360 coperti, una clientela cosmopolita, ma comunque economico. Prezzi molto favorevoli li garantisce l’offerta de El Polo Norte, celebre anche per il suo buon caffè a davvero popolari i dodici esercizi di Pollo Tropical, i sette de El Palacio de los Jugos che godono di un’accettazione crescente per il loro menù vario, la familiarietà del servizio che vi si presta e la qualità della cucina.
El Palacio de los Jugos dona sempre allegria al visitatore. È un posto unico per godere della cucina cubana in un ambiente familiare. Quello che si trova all’angolo della 57 con Flagler ha ottenuto il nome di “el original”. Fu lì dove i loro proprietari, la coppia composta da Apolonia e Reinaldo Bermúdez aprirono, nel 1977, un piccolo spaccio di cibi da asporto. Il giro di affari crebbe con la vendita di frutta e l’aggiunta di altri piatti tradizionali al menù che si cominciò a consumare anche sul posto, per diventare un concetto originale di ristorante dal salone aperto alla brezza e coperto da un soffitto a colori vibranti, al quale si aggiunse un mercato annesso con ortaggi, verdure, carne, pesce e altri prodotti già elaborati o da confezionare a casa.
Il menù de El palacio de los Jugos comprende la cucina cubana di sempre: carne con patate, ropa vieja (strisce di carne in salsa), bistecche con patate fritte, riso con pollo, quimbombó (ortaggio tropicale) con gamberi secchi, tamal  (specie di polenta) nella foglia o tamal en cazuela (nel contenitore di coccio)...e naturalmente riso e latte, dolcetti di cocco scuri, dolce di latte cagliato...
Una gamma molto varia di pane e dolci si trova al Gran París, all’angolo della 7ma strada con la 30ma avenue, la prima panetteria e pasticceria cubana di Miami.
La culinaria cubana, complessa e semplice allo stesso tempo, ha i suoi sapori caratteristici che sollevano i sensi e che, come la storia, sono espressione di un’identità nazionale. Le influenze che ha ricevuto attraverso gli anni hanno dato come risultato una gastronomia saporita, per il gusto dei latinoamericani e anglosassoni allo stesso modo, assicura Cristina Juri Arencibia, specialista in questi temi culinari.
A suo giudizio, piatti come il tamal en cazuela continuano ad essere graditi a tutti, in particolare dei giovani che non sono cresciuti nell’epoca delle cosiddette cucine veloci. Cristina Juri precisa che la base tradizionale dei piatti dell’Isola è variata poco, per soddisfare i palati giovani o quelli che innovano sul classico e creano sapori nuovi e deliziosi. Questo è il caso del famoso chéf Douglas Rodríguez, cui saporiti piatti Nuovo Latino, sono conosciuti da molti in questa città e anche oltre i suoi limiti. Il suo enchilado de camarones (gamberi in salsa piccante), riflette il gusto cubano per i frutti del mare, giacché Cuba è circondata dalle acque e il sud della Florida non resta indietro. Secondo Rodríguez, nel suo libro di cucina “Nuovo latino” la parola “enchilado”, piatto di frutti di mare cubano in salsa piccante, non si deve confondere con la “enchilada” la “tortilla” messicana ripiena e arrotolata.
Due aspetti, oggi quasi scomparsi della gastronomia popolare dell’Isola continuano ad esistere e con tutto rispetto, a Miami. Sono la frita (polpetta di carne), la regina della cucina veloce cubana e il sandwich chiamato “cubano”. La prima sembra dormire il sonno della dimenticanza, sull’altra sponda e il sandwich autenticamente cubano ha attualmente una timida rinascita in alcune caffetterie private sorte al calore delle riforme che vogliono dare impulso all’economia nazionale.
Si dice che la frita cubana arrivò a Miami nel 1961. La portò Dagoberto Estevil, amico all’Avana di uno dei figli di Sebastián Carro, il miglior “fritero” della città. Aprì il suo esercizio nell calle 8 angolo avenida 12 e le chiamò “Fritas Dominó”, forse per la prossimità del parco con questo nome.
Estevil, che morì nel 1980, ebbe imitatori e seguaci. Già  Dominó non esiste, ma nel sud della Florida ci sono molti spacci di queste polpette che si confezionano con carne bovina e di maiale, macinate e mescolate che si condiscono con paprika e altre spezie prima di servirle in due fette di pane unte con pasta o salsa di pomodoro e accompagnate con stick di patate.
Fra questi spacci, quelli della catena El Rey de las Fritas sono fra l’altro tutto un campionario della gastronomia veloce e popolare cubana. Nell’esercizio della calle 8 angolo 18 avenida, un locale ambientato con riproduzioni di caricature del disegnatore cubano Silvio e foto dell’Avana si offrono, oltre alle fritas, queste delizie del palato cubano che sono el pan con lechon (porchetta), los tostones (ruote di banana fritta) e la cotoletta di maiale, così come i frullati, succhi di frutta, il caffè e il rinfrescante guarapo (spremuta di canna da zucchero). Non tutte le fritas che si offrono a Miami sono di qualità. Quelle del Rey de las Fritas, seppure un po’ care, sono fra le migliori come quelle de La Carreta e de Las Islas Canarias, un ristorante pieno a qualunque ora e famoso per le sue frittelle di prosciutto, le migliori di tutta Miami.
Se la frita è arrivata nel 1961, il sandwich ebbe un ingresso precoce in Florida. Successe nel 1905, però non a Miami, ma al caffè Columbia della comunità cubana di Ibor City a Tampa. Solo che quello che si elaborava a Tampa si differenziava da quello di Miami per le fette di salame che si aggiungono ai suoi componenti. Ingrediente, questo, che si introdusse in entrambe le località da un paio d’anni quando Tampa volle dichiarare spuntino ufficiale il sandwich cubano che oggi si può trovare in ristoranti molto buoni come Versalles, La Carreta, Islas Canarias o Latin American Bakery y Café.
In ogni modo, con salame o senza salame, è un boccone squisito che ugualmente alla frita, non ha niente a che vedere col sapore uniforme e standardizzato dei prodotti fast food.
Opzioni eccellenti per mangiare cucina cubana a Miami.

All’Avana:

Castropol, unico e indimenticabile

Castropol assicura un’esperienza indimenticabile a chi lo visita. La critica specializzata lo qualifica fra i migliori di Cuba. Sorprende per il suo menù squisito e vario, l’efficienza del servizio e un’eccellente rapporto prezzo-qualità. Come se questo fosse poco, la sua ubicazione privilegiata gli concede un valore aggiunto. È ubicato di fronte al mitico Malecón avanero e dalle sue terrazze regala un panorama di questa strada, la più cosmopolita dell’Avana, che mozza il fiato. Per questo si dice, a ragione, che scegliere un piatto al Castropol è una sfida al palato, ma goderne vicino al Malecón è un’esperienza unica.
L’esercizio ha guadagnato il Certificato d’Eccellenza 2014 che assegna il conosciuto sito web Tripadvisor. Lo si considera iedale per famiglie con bambini e lo è, inoltre, per incontri romantici, d’affari o occasioni speciali. La sua clientela è maggiormente cubana. È frequentato anche dal settore diplomatico accreditato sull’Isola e non sono pochi i governanti stranieri che hanno goduto della sua cucina al loro passaggio dalla capitale cubana. È lunga la lista di notabili – cubani o no – che figurano fra i suoi abituali clienti.
Quattro ambienti, tutti disposti con eleganza, distinguono il Castropol. La griglia offre tutte le carni elaborate al carbone e un “cooking show” di pizze speciali, confezionate in modo artigianale con una pasta sottile all’olio d’oliva e cucinate in forno a legna di mattoni refrattari. Dal cortile, il cliente, può seguire in tutti i dettagli la ricchezza di questo processo portato avanti da un personale specializzato nel medesimo.
La rivendita di pane e dolci denota qualità e distinzione nella sua varia offerta mentre il video bar, contiguo alla griglia, offre servizio agli eventi sociali che accoglie.
Al piano superiore dell’esercizio, il ristorante gourmet offre piatti deliziosi delle cucine cubana e internazionale. Piatti elaborati al tegame, con olio d’oliva. La cucina asturiana quì si fonde con ricette tipiche cubane e dell’alta cucina internazionale, tutte con un tocco di preparazione e presentazione squisite
Castropol è una società culturale e di beneficenza che compone la Federazione Asturiana di Cuba. Possiede un locale proprio e un sistema di autofinanziamento raggiunto dai servizi gastronomici che presta. Fu fondata il 10 aprile del 1929 da persione oriunde della località di questo nome e i loro discendenti residenti a Cuba. Un consiglio diviso in nove “parrocchie”, con circa 3500 abitanti e una fonte di lavoro centrata essenzialmente nei cantieri navali della regione e la pesca di vongole e cozze.
Cosa scegliere davanti all’ampio menù del Castropol? Forse il lettore è interessato a seguire i consigli del cronista o, almeno, a conoscere i suoi gusti. Nell’area della griglia la preferenza si inclina per la grigliata speciale che comprende, per due persone, pollo, bovino,agnello, gamberi, pesce e aragosta con tre contorni a scelta e due bicchieri di vino, anche se risultano ugualmente tentatrici la grigliata del pescatore, elaborata con prodotti del mare e la grigliata contadina con prodotti della campagna. Per qualcosa di più leggero, forse risulta adatta la cotoletta di maiale affumicata o i rotoli di agnello col proprio sugo, alla brace, senza dimenticarci del pollo arrosto, i frutti di mare e le polpe di maiale fritte. O una buona pizza, sottile e croccante.
Nel ristorante gourmet non è facile prendere decisioni. Forse dei tostones ripieni, una terrina di frutti di mare e pesce con crema di polpo al pesto o un rituale di champignon alla crema. Fra i piatti di mare la corona va alla paella marinera con aragosta, pesce, gamberi, cozze, vongole e gamberetti. Anche i gamberi impanati con malanga, salsa tartara, salsa di miele e soia, mentre fra i piatti di terra la scelta risulta difficile tra la salamella al tegame con vino rosso su champignones tostati, il piatto stufato, l’agnello Ararat, il maiale affumicato o le spalle di coniglio avvolte al bacon, mele e salsa di sidro...
Come si diceva all’inizio di questa nota, le decisioni sono difficili da prendere al Castropol, tutta una sfida al palato, ma qualunque scelta assicurerà al commensale un’esperienza unica per la qualità della sua cucina, la efficacia del servizio e l’opportunità di degustarlo avvolti nel sogno che regala il Malecón dell’Avana.

Castropol
Griglia. Ristorante gourmet. Video-Bar. Dalle 12 alle 24
Pasticceria dalle 10 alle 24
Malecón, 107 entre Crespo y Genios. Tel.: 861 4864


Sapori del mio Paese    
Di Silvia Mayra Gómez

Pollo arrosto
4 porzioni
Ingredienti:
un pollo grande, 116 gr. di vegetali misti, 29 gr. di olive snocciolate, 29 gr. di salame o prosciutto, 6 gr. di burro, ¼ di tazza di vino bianco secco, 1 tazza di brodo, 29 gr. di salsa di pomodoro, 4 denti di aglio, 1 cipolla media, 1 arancia amara, pepe bianco e sale a piacere, a discrezione salsa piccante, foglie di lattuga.
Preparazione:
tagliare il pollo in quarti, marinarlo con sale, pepe e il succo dell’arancia amara e lasciarlo riposare con questa guarnizione.
Preparare una salsa col brodo e la salsa di pomodoro e saltare nel burro l’aglio pelato e la cipolla pulita, entrambi tagliati fini.
Preparare un letto coi vegetali in una casseruola appropriata, collocare il pollo e aggiungere la salsa, le spezie saltate, il vino, il salame o prosciutto, le olive e la salsa piccante. Cuocere a fuoco lento per 30 minuti.
Servirlo in una marmitta. Collocare il pollo arrosto su un fondo di foglie di lattuga e versargli sopra il resto della cottura. Accompagnarlo con riso in bianco e insalata di vegetali freschi.
Inoltre raccomandiamo:
Paladar San Cristóbal
Avvicinatevi ad assaggiare l’Avana dei ‘50
Da lunedì a sabato dalle 12 alle 24
San Rafael, 469 entre Lealtad y Campanario. Centro Habana
Tel.: 8679109 – 8601705

Razones y Motivos
Bar Ristorante
Cucina cubana e internazionale. Il meglio dell’utopia
Calle F, 63 e 3ra y 5ta. Vedado
Tel.: 8328732

El Asturianito
Cucina cubana, internazionale e italiana
Più che una promessa, una garanzia
Tutti i giorni dalle 12 alle 24
Paseo del Prado, 563 entre Dragones y Teniente Rey. La Habana
Tel.: 8632985

Mimosa
Pizzeria, pasta fresca
Dove si viziano i sensi
Tutti i giorni dalla 12 alle 24
Calle Salud, 317 entre Gervasio y Escobar. Centro Habana
Tel.: 8671790

Los Nardos
L’autentica cucina caraibica, Varia e squisita. Cantina con otre 500 marche
Tutti i giorni dalle 12 alle 24
Paseo del Prado, 563 entre Dragones e Teniente Rey. La Habana
Tel.: 8632985 -  8635999

La Flor de Loto. Lien Fa
Cucina asiática con un tocco tropicale
Tutti i giorni dalle 12 alle 24
Calle Salud, 313 entre Gervasio y Escobar. Centro Habana

Up & Down
Bar Ristorante
Tutti i giorni dalle 15 alle 3
Calle Quinta angolo B. Vedado

Topoly
Ristorante iraniano, Snack, Sala da the
Dalle 10 – alle 24
Calle 23, 669 angolo D. Vedado
Tel.: 8323224

El Litoral
Bar Caffè, Ristorante
Dalle 12 alle 24
Malecón, 161 entre K y L. Vedado
Tel.: 8302201 – 53446191

Starbien
Cucina cubana e internazionale
Da lunedì a sabato dalle 12 alle 24
Calle 29, 205 entre B y C. Vedado
Tel.: 8300711

Esto no es un Café
Ristorante, Bar, Galleria d’Arte, l’arte della cucina coincide con le arti visive
Tutti i giorni dalle 12 alle 24
Calle San Ignacio, 58 entre O’ Reilly y Empedrado, Callejon del Chorro.
Plaza de la Catedral. Habana Vieja
Tel.: 8625109

Divino
Cucina cubana e internazionale, cantina con oltre 300 marche
Calle Raquel, 50 entre Esperanza y Lindero. Reparto Castillo Averhoff
Mantilla. Arroyo Naranjo
Tel.: 6437734. Prenotazioni: 58127164

Union Francesa
Ristorante di specialità, grigliata, cucina italiana
Calle 17 angolo 6. Vedado



ENTRE FOGONES
Revista Réplica. Miami. Enero, 2015
(No se muestran imágenes)

Comer cubano en Miami
Ciro Bianchi Ross

Más de ochenta restaurantes, contados ¨por arribita¨,  clasifican en
Miami como de cocina cubana. Nueve de ellos abren sus puertas solo en
el aeropuerto,  ocho en Coral Gables y once en South Beach. Dieciséis
se hallan establecidos en el Norte-Noroeste y 18 en el sur de Miami
Dade. Aventura, una comunidad mayoritariamente judía, cuenta con uno.
        Algunos  tienen nombres que vienen desde el hondón de la nostalgia:
Ayestarán, La Esquina de Tejas, Río Cristal, Puerto de Sagua… Los hay
de empaque, como el Havana Harry’s Café, y emblemáticos, como el
Versailles con sus 360 capacidades,  una clientela cosmopolita y aun
así económico. Precios muy favorables garantiza la oferta de El Polo
Norte, célebre asimismo por su buen café,  y verdaderamente populares
son los doce establecimientos de Pollo Tropical, y los siete de El
Palacio de los Jugos, que gozan de una aceptación creciente por su
menú variado, lo familiar de la atención que en ellos se presta y la
calidad de su cocina.
        El Palacio de los Jugos regala siempre una alegría al visitante.  Es
un lugar único para disfrutar de la cocina cubana en un ambiente
familiar. El que se ubica en la esquina de la 57 con la calle Flagler
recibe el apelativo de ¨el original¨.  Fue allí donde sus
propietarios, el matrimonio conformado por Apolonia y Reinaldo
Bermúdez abrieron en 1977 un pequeño expendio de comidas para llevar.
El negocio creció con la venta de frutas y la adición de otros platos
tradicionales al menú, que empezó a degustarse también en el lugar,
para asentar un concepto original de restaurante con su salón abierto
a la brisa y resguardado con una cubierta de colores vibrantes, al que
se le sumó un mercado anexo con viandas, vegetales, carnes, pescados y
otros productos ya elaborados o para confeccionar en casa.
        El menú de El Palacio de los Jugos incluye la comida cubana de
siempre: carne con papas, ropa vieja, bistec con papas fritas, arroz
con pollo, tasajo con boniato hervido, quimbombó con camarones secos,
el tamal en hoja y el tamal en cazuela… y, por supuesto, arroz con
leche, coquitos prietos, dulce de leche cortada… Una gama muy variada
de panes y dulce se encuentra en Gran París, en la esquina de la calle
7 y la 30 avenida, la primera panadería y dulcería cubana de Miami.
         La culinaria cubana, compleja y sencilla a la vez, tiene sus sabores
distintivos, que realzan los sentidos y que al igual que la historia,
son una expresión de identidad nacional. Las influencias que ha
recibido a través de los años, han dado como resultado una sabrosa
gastronomía del agrado de latinoamericanos y anglos por igual, asegura
Cristina Juri Arencibia, especialista en estos temas culinarios.
        A su juicio, platos como el tamal en cazuela siguen siendo del agrado
de todos, particularmente de los jóvenes que no crecieron en la época
de las llamadas comidas rápidas. Precisa Cristina Juri que la base
original de platos tradicionales de la Isla ha variado un poco para
satisfacer los paladares más jóvenes y aquellos que innovan sobre lo
clásico y crean nuevos y deliciosos sabores. Este es el caso del
famoso chef Douglas Rodríguez, cuyos sabrosos platos Nuevo Latino son
de muchos conocidos en esta ciudad y allende fronteras. Su enchilado
de camarones refleja el gusto cubano por los frutos del mar, ya que
Cuba está rodeada de agua, y el sur de la Florida no se queda atrás.
Según Rodríguez, en su libro de cocina Nuevo Latino, ``la palabra
`enchilado', plato de mariscos cubano, en una salsa de tomate picante,
no debe confundirse con la enchilada, tortilla mexicana rellena y
enrollada''.
        Dos renglones hoy casi desaparecidos de la gastronomía popular de la
Isla siguen campeando por sus respetos en Miami. Son la frita, la
reina de las comidas rápidas cubanas, y el sándwich llamado cubano. La
primera parece dormir el sueño del olvido en la otra orilla y el
sándwich auténticamente cubano tiene ahora un tímido renacer en
algunas cafeterías privadas surgidas al calor de las reformas que
pretenden impulsar la economía nacional.
        Se dice que la frita cubana llegó a Miami en 1961. La trajo Dagoberto
Estevil, amigo, en La Habana, de uno de los hijos de Sebastián Carro,
el mejor fritero de la ciudad.  Abrió su negocio en la calle 8 esquina
a la avenida 12, y le llamó Fritas Dominó, quizás por la proximidad
del parque de ese nombre.
        Estevil, que fallecería en 1980, tuvo imitadores y continuadores. Ya
Dominó no existe, pero hay en el sur de la Florida muchos expendios de
esas albondiguillas que se confeccionan con carne de res y carne de
cerdo molidas y mezcladas y se sazonan con paprika y otras especies
antes de servirla entre dos tapas de pan untadas de pasta o salsa de
tomate y acompañarla con palitos de papa.
        Entre esos expendios, los de la cadena de El Rey de las Fritas, es
además todo un muestrario de la gastronomía rápida y popular cubana.
En el establecimiento de la calle 8 esquina a 18, un local ambientado
con reproducciones de caricaturas del dibujante cubano Silvio y fotos
de La Habana, se oferta, además de las fritas, esas delicias del
paladar cubano que son el pan con lechón, los tostones y la chuleta de
puerco, así como los batidos y los jugos de frutas, el café y el
refrescante guarapo, hijo de la caña de azúcar. No todas las fritas
que se ofertan en Miami son de calidad. Las de El Rey de las Fritas,
si bien algo caras, son de las mejores, al igual que las La Carreta y
las de Islas Canarias, un restaurante lleno a todas horas y famoso por
sus croquetas de jamón, las mejores de todo Miami.
        Si la frita llegó en 1961, el sándwich tuvo una entrada temprana en
Florida. Ocurrió en 1905, pero no en Miami, sino en el café Columbia
de la comunidad cubana de Ibor City, de Tampa. Solo que el que se
elabora en Tampa se diferencia del de Miami por  las lascas de salami
que se añaden a sus componentes. Ingrediente este que enfrentó a ambas
localidades hace un par de años cuando Tampa quiso declarar bocata
oficial el sándwich cubano, que hoy puede adquirirse y muy buenos en
restaurantes como  Versailles, La Carreta, Islas Canarias y Latin
American Bakery y Café.
De cualquier manera, con salami o sin salami, es un bocado exquisito y
que, al igual que la frita, nada tiene que ver con el sabor uniforme
y, estandarizado de los productos de fast food.
        Excelentes opciones para comer cubano en Miami.


Castropol, único e inolvidable

Castropol asegura un experiencia inolvidable a los que lo visitan.  La
crítica especializada cataloga este restaurante entre los mejores de
Cuba.  Sorprende por su menú exquisito y variado, la eficiencia del
servicio y una excelente relación precio-calidad. Como si eso fuese
poco, su privilegiada ubicación  le concede un valor añadido. Está
emplazado frente al mítico Malecón habanero y desde sus terrazas
regala una visión de esa vía, la más cosmopolita de La Habana, que
corta el aliento.  Por eso se afirma con razón que escoger un plato en
Castropol es un desafío al paladar, pero disfrutarlo junto al Malecón
es una vivencia única.
        Este establecimiento mereció el Certificado de Excelencia 2014 que
otorga el respetado sitio web Tripadvisor. Se le considera ideal para
familias con niños, y lo es además para encuentros románticos y de
negocios y ocasiones especiales. Su clientela es mayormente cubana.
Es frecuentado asimismo por el sector diplomático acreditado en la
Isla y no son pocos los mandataros extranjeros que han disfrutado de
su cocina a su paso por la capital cubana. Es gruesa la lista de
¨notables¨ -cubanos y no- que figuran entre sus habituales.
        Cuatro ambientes, dispuestos todos con elegancia, destacan en Castropol.
La parrillada oferta todas las carnes elaboradas al carbón y un
cooking show de especialidades de pizzas confeccionadas de manera
artesanal con una masa fina de aceite de oliva y cocinadas con leña en
un horno de ladrillos refractarios.  Desde el patio puede el cliente
seguir en todos sus detalles la riqueza de este proceso llevado a cabo
por un personal especializado en esa práctica.
La tienda de panes y dulces denota calidad y distinción en su variada
oferta mientras que el video-bar, contiguo a la parrillada, ofrece
servicio a los eventos sociales que acoge.
En los altos del establecimiento, el restaurante gourmet  regala
platos deliciosos de las cocinas cubanas e internacional. Platos
elaborados al sartén, con aceite de oliva. La cocina asturiana se
funde aquí con recetas típicas cubanas y de la alta cocina
internacional, todas con un toque de fusión y una presentación
exquisita.
Castropol es una sociedad cultural y de beneficencia que integra la
Federación Asturiana de Cuba.  Posee local propio y un sistema de
autofinanciamiento alcanzado por los servicios gastronómicos que
presta. Fue fundada el 10 de abril de 1929 por personas oriundas de la
localidad asturiana de ese nombre y sus descendientes radicados en
Cuba. Un concejo dividido en nueve parroquias, con unos 3 500
habitantes y una fuente de empleo centrada en lo esencial en los
astilleros de la región y en la pesca de ostras y almejas.
¿Por qué decidirse ante la amplia carta de Castropol?  Quizás se
interese el lector por seguir los consejos del cronista o, al menos,
conocer sus gustos. En el área de la parrilla la preferencia se
inclina por la parrillada especial que incluye, para dos personas,
pollo, res, cordero, camarones, pescado y langosta con tres
guarniciones, a escoger, y dos copas de vino, aunque resultan
igualmente tentadoras la parrillada del pescador, elaborada con
productos del mar, y la parrillada campesina, con frutos del campo.
Para algo más ligero quizás resulte oportuno el chuletón de lomo de
cerdo ahumado o los rollos de cordero braseados en su jugo, sin
olvidarnos del pollo asado, los mariscos y las masas de cerdo fritas.
O una buena pizza, fina y crocante.
En el restaurante gourmet no resulta fácil tomar decisiones. Tal vez
unos tostones rellenos, una terrina de mariscos y pescado con crema de
pulpo al pesto o un ritual de champiñones a la crema. Entre los platos
del mar, la corona es para la paella marinera con langosta, pescado,
camarones, mejillones, almejas y gambas. También los camarones
rebosados con malanga, salsa tártara, salsa de miel  y soya, mientras
que entre los platos de la tierra, la elección resulta difícil entre
el solomillo al sartén con vino tinto sobre tostado de champiñones, el
pato estofado, el cordero Ararat, el ahumado de cerdo o las espalditas
de conejo envueltas con bacón, manzanas y salsa de sidra…
Como se afirmó al comienzo de esta nota, las decisiones son difíciles
de tomar en Castropol, todo un desafío al paladar, pero cualquier
elección asegurará al comensal una experiencia única por la calidad de
su cocina, lo eficaz del servicio y la oportunidad de degustarlo
envuelto en el ensueño que regala el Malecón de La Habana.
Parrillada. Restaurante gourmet. Video-Bar. Dulcería
        12 m – 12 pm. Dulcería: 10 am – 12 pm.
Malecón, 107 e/ Crespo y Genios. La Habana. Tfno.: 861 4864

Sabores de mi país
Silvia Mayra Gómez


Pollo asado
4 Servicios

Ingredientes:
Un pollo grande, 116g de vegetales mixtos, 29g de aceitunas
deshuesadas, 29g de salami o jamón, 6g de mantequilla, ¼ taza de vino
seco, 1 taza de caldo, 29g de pasta de tomate, 4 dientes de ajo, 1
cebolla mediana, l naranja agria, pimienta blanca y sal a gusto, salsa
picante a discreción, hojas de lechuga.

Preparación:
Corte el pollo en cuartos.  Marínelo con sal, pimienta y el zumo  de
la naranja agria. Déjelo reposar en ese adobo.
Prepare una salsa con el caldo y la  pasta de tomate y saltee en
mantequilla el ajo pelado  y la cebolla limpia, ambos  cortados
finamente.
En una cacerola apropiada forme un lecho con los vegetales, coloque el
pollo y agréguele la salsa, las especies salteadas, el vino, el salami
o jamón, las aceitunas y la salsa picante. Cocine a fuego bajo durante
30 minutos.
Sírvalo en una fuente. Sobre un  fondo hojas de lechuga, coloque el
pollo asado. Viértale por encima los restos de la cocción. Acompáñelo
con arroz blanco y  una ensalada de vegetales frescos.




Recomendamos además

San Cristóbal
        Paladar
Acérquese a saborear La Habana de los 50
        De lunes a sábado. 12 m a 12 pm
        San Rafael, 469 e/ Lealtad y Campanario. Centro Habana
        Tfnos.: 867 9109 – 860 1705

Razones y Motivos
        Restaurante Bar
Cocina cubana e internacional. Lo mejor dela utopía        
Calle F, 63 e/ 3ra y 5ta. Vedado
Tfno.: 832 8732
restaurante.razones@gmail.com

El Asturianito
        Cocina cubana e internacional. Cocina italiana
        Más que una promesa es una garantía
        Todos los días. 12 m – 12 pm
        Paseo del Prado, 563 e/ Dragones y Tte Rey. La Habana
        Tfno.: 863 2985

Mimosa
        Pizzería. Pastas frescas
        Donde se miman los sentidos
        Todos los días. 12 m – 12 pm
        Calle Salud, 317 e/ Gervasio y Escobar. Centro Habana
        Tfno.: 867 1790

Los Nardos
        La auténtica cocina fusión caribeña. Variada y exquisita. Cava con
        más de 500 etiquetas
        Todos los días. 12 m – 12 pm
        Paseo del Prado, 563 e/ Dragones y Tte Rey. La Habana
        Tfnos.: 863 2985 – 863 5999

La Flor de Loto. Lien Fa
        Cocina asiática con un toque tropical
        Todos los días. 12 m – 12 pm
        Calle Salud, 313 e/ Gervasio y Escobar. Centro Habana
        Tfno.: 860 8501


Up&Down
        Restaurante. Bar
        Todos los días. 3 pm – 3 am
        Calle Quinta esq a B. Vedado


Castropol
        Parrillada. Restaurante gourmet. Video-Bar. Dulcería
        12 m – 12 pm. Dulcería: 10 am – 12 pm
        Malecón, 107 e/ Crespo y Genios. La Habana
        Tfno.: 861 4864

Topoly
        Restaurante iraní. Snack. Salón de te
        10 am – 12 pm
        Calle 23, 669 esq a D. Vedado
        Tfno.: 832 3224

El Litoral
        Bar. Restaurante. Café
        12 m – 12 pm
        Malecón, 161 e/ K y L. Vedado
        Tfno.: 830 2201 – 5 344 6191

Starbien
        Cocina cubana e internacional
        De lunes a sábado. 12 m a 12 pm
        Calle 29, 205 e/ B y C. Vedado
        Tfno.: 830 0711

Esto no es un café
Restaurante. Bar. Galería de Arte. Donde  el arte de la cocina
coincide con las artes visuales
        Todos los días. 12 m – 12 pm
        Calle San Ignacio, 58 A e/ O’Reilly y Empedrado. Callejón del Chorro.
Plaza de la Catedral. Habana Vieja
Tfno.: 862 5109
estonoesuncafé@gmail.com


Divino
        Cocina cubaba e internacional. Cava con más de 300 etiquetas
Calle Raquel, 50 e/ Esperanza y Lindero. Reparto Castillo de Averhoff.
Mantilla. Arroyo Naranjo
Tfno.: 643 7734. Reservaciones 5 812 7164


Unión Francesa
        Restaurante de especialidades. Parrillada. Cocina italiana
        Calle 17 esq a 6. Vedado


        
Ciro Bianchi Ross
cbianchi@enet.cu
http://wwwcirobianchi.blogia.com/
http://cbianchiross.blogia.com/