Lo
scorso 1° ottobre La Suprema Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, ha
rifiutato la domanda di “negoziare il legittimo diritto di uscita al mare”
dello Stato Plurinazionale della Bolivia con il Cile. La sentenza, anticipata
da una lunga disquisizione del suo presidente, è stata bocciata per 12
voti contro 3 e la motivazione è data
dal fatto che la Bolivia non ha prodotto Trattati Ufficiali veri e propri, ma
solo accordi verbali o scritti di funzionari cileni, nell’arco degli anni che
non avevano la consistenza di un vero Trattato a negoziare con lo Stato
confinante a cui aveva strappato 1500 km. quadrati di territorio, di cui 400
lineari di costa sull’Oceano Pacifico durante la guerra, tra i due Stati, del
1879. Al di la della negativa a poter negoziare un eventuale accordo, i
boliviani non hanno nemmeno il diritto di richiedere la restituzione dei
territori occupati durante la citata guerra, perché era stata dichiarata
dall’allora Governo boliviano in carica. Pertanto non sono stati usurpati, ma
sconfitti in una guerra dichiarata da loro stessi.
Naturalmente
l’attuale Presidente, Evo Morales, non ne ha colpa così come il suo Governo e
men che meno il popolo andino.
Un
vero peccato perché con il Governo di Morales la Bolivia, diventata Stato
Plurinazionale, ha compiuto passi da gigante in ogni settore: dall’economia
alla dignità popolare specialmente per gli indigeni che proprio da Morales sono
stati elevati dal loro stato sub umano. La possibilità di uno sbocco sul
Pacifico avrebbe dato un’ulteriore spinta all’economia e benessere del Paese,
ma in questo caso...le colpe dei padri ricadono sui figli.
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