Parafrasando il vecchio
detto della gola e della spada, c’è da dire che a Cuba e in Venezuela l’embargo
e le sanzioni stanno causando un genocidio permanente.
Nel caso di Cuba sono
57 anni e in molti casi si sono potuti mitigare gli effetti a costo di grandi
sacrifici economici e non solo. Ultimamente però, con questa Amministrazione
degli Stati Uniti, le cose vanno peggiorando a causa delle nuove restrizioni,
extraterritoriali, imposte. Per una non conoscenza o ignoranza superficiale
molti, specialmente in Europa, pensano che l’embargo significhi “non poter
comprare” articoli di uso quotidiano, ma il problema molto più complesso, è che
innanzitutto per comprare bisogna avere i soldi e con le difficoltà internazionali
di transazioni finanziarie per Cuba è molto difficile ottenerli, sia sotto
forma di crediti o di esportazioni. Senza contare che il suo mercato naturale
si trova a 90 miglia e non all’altro capo del mondo, a cui si può certamente
ricorrere per prodotti specifici sia di import che di export.
Il problema più grave
che vede oggi accomunate Cuba e Venezuela, con prossima probabile mira a
Nicaragua e Bolivia è che le infrastrutture sono vicine al collasso.
I gazzettieri
dipendenti dal Governo nordamericano, insistono sul fatto che ci siano carenze
di medicinali, alimenti e altro in questi Paesi, trascurando olimpicamente di
chi è la causa.
Nel caso di Cuba in
questi ultimi tempi sono in aumento le stragi sulle strade che sono la quinta
causa di morte, dovute in parte a imprudenza dei conducenti, ma anche in gran
parte dallo stato delle strade e dei veicoli. Cosa strombazzata dai
trinariciuti della Florida, dove Trump ha eletto la sua sede bucolica e ludica
con la complice amicizia dei politici locali di origine cubana.
Dopo la strage della
settimana scorsa dove un conducente di “almendrón” (vecchia auto di
fabbricazione nordamericana) ha falciato una serie di pedoni causando 4 morti e
decine di feriti tra cui due cittadini statunitensi. La causa sembra dovuta all’eccesso
di alcol che aveva in corpo e che gli ha fatto perder il controllo del veicolo,
in un rettilineo dalla grande ampiezza come il Malecón avanero. Probabilmente a
questo si è aggiunto qualche problema meccanico del veicolo per quello che
riguarda sterzo, freni e/o ammortizzatori. I gazzettieri del nord sottolineano
con grande enfasi, appunto, questo aspetto mettendo in risalto “le invenzioni”
adottate dai cubani per mantenere in circolazione veicoli che spesso superano
anche i 60 anni.
È
dell’altro ieri la notizia di un altro gravissimo incidente avvenuto nel centro
del Paese dove in uno scontro frontale sono morte 5 persone. Una delle cause è
senza dubbio l’imprudenza dovuta alla velocità eccessiva di almeno uno dei due
veicoli, nelle ore notturne e su una strada in cattive condizioni su cui era
difficile controllare i veicoli. La domanda è: se la strada fosse stata in
condizioni ottimali, sarebbe successo ugualmente? Forse sì, ma forse no, non
esiste la prova contraria. In generale, però, bisogna evidenziare che la
mancanza di un rinnovo del parco veicoli circolante e della manutenzione
stradale ha indubbiamente il suo peso.
Al
di là di questi incidenti, comunque, rimane il fatto che ci sono decine o
centinaia di morti evitabili con la regolare somministrazione di medicine, come
per gli affetti da VIH, o l’uso di apparecchi medici che sono vietati dalle
sanzioni, sia a Cuba che in Venezuela.