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martedì 28 maggio 2019

Ne uccide più il "bloqueo" che la gola


Parafrasando il vecchio detto della gola e della spada, c’è da dire che a Cuba e in Venezuela l’embargo e le sanzioni stanno causando un genocidio permanente.
Nel caso di Cuba sono 57 anni e in molti casi si sono potuti mitigare gli effetti a costo di grandi sacrifici economici e non solo. Ultimamente però, con questa Amministrazione degli Stati Uniti, le cose vanno peggiorando a causa delle nuove restrizioni, extraterritoriali, imposte. Per una non conoscenza o ignoranza superficiale molti, specialmente in Europa, pensano che l’embargo significhi “non poter comprare” articoli di uso quotidiano, ma il problema molto più complesso, è che innanzitutto per comprare bisogna avere i soldi e con le difficoltà internazionali di transazioni finanziarie per Cuba è molto difficile ottenerli, sia sotto forma di crediti o di esportazioni. Senza contare che il suo mercato naturale si trova a 90 miglia e non all’altro capo del mondo, a cui si può certamente ricorrere per prodotti specifici sia di import che di export.
Il problema più grave che vede oggi accomunate Cuba e Venezuela, con prossima probabile mira a Nicaragua e Bolivia è che le infrastrutture sono vicine al collasso.
I gazzettieri dipendenti dal Governo nordamericano, insistono sul fatto che ci siano carenze di medicinali, alimenti e altro in questi Paesi, trascurando olimpicamente di chi è la causa.
Nel caso di Cuba in questi ultimi tempi sono in aumento le stragi sulle strade che sono la quinta causa di morte, dovute in parte a imprudenza dei conducenti, ma anche in gran parte dallo stato delle strade e dei veicoli. Cosa strombazzata dai trinariciuti della Florida, dove Trump ha eletto la sua sede bucolica e ludica con la complice amicizia dei politici locali di origine cubana.
Dopo la strage della settimana scorsa dove un conducente di “almendrón” (vecchia auto di fabbricazione nordamericana) ha falciato una serie di pedoni causando 4 morti e decine di feriti tra cui due cittadini statunitensi. La causa sembra dovuta all’eccesso di alcol che aveva in corpo e che gli ha fatto perder il controllo del veicolo, in un rettilineo dalla grande ampiezza come il Malecón avanero. Probabilmente a questo si è aggiunto qualche problema meccanico del veicolo per quello che riguarda sterzo, freni e/o ammortizzatori. I gazzettieri del nord sottolineano con grande enfasi, appunto, questo aspetto mettendo in risalto “le invenzioni” adottate dai cubani per mantenere in circolazione veicoli che spesso superano anche i 60 anni.
È dell’altro ieri la notizia di un altro gravissimo incidente avvenuto nel centro del Paese dove in uno scontro frontale sono morte 5 persone. Una delle cause è senza dubbio l’imprudenza dovuta alla velocità eccessiva di almeno uno dei due veicoli, nelle ore notturne e su una strada in cattive condizioni su cui era difficile controllare i veicoli. La domanda è: se la strada fosse stata in condizioni ottimali, sarebbe successo ugualmente? Forse sì, ma forse no, non esiste la prova contraria. In generale, però, bisogna evidenziare che la mancanza di un rinnovo del parco veicoli circolante e della manutenzione stradale ha indubbiamente il suo peso.

Al di là di questi incidenti, comunque, rimane il fatto che ci sono decine o centinaia di morti evitabili con la regolare somministrazione di medicine, come per gli affetti da VIH, o l’uso di apparecchi medici che sono vietati dalle sanzioni, sia a Cuba che in Venezuela.

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