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mercoledì 17 febbraio 2021

I grandi "conoscitori" di Cuba

 Mi è capitato di leggere, su FB, commenti che mettono in dubbio la capacità di Cuba di produrre vaccini per la Covid-19 beffeggiando la posizione di “potenza medica” in quanto le farmacie sono sprovviste dei più elementari prodotti da banco o farmaci di uso comune cosa senz’altro vera, ma non si dovrebbe confondere la “potenza medica” da “potenza farmacistica”, da non confondere con farmaceutica. Cuba ha a suo credito, da anni, decine di prodotti biotecnologici d’avanguardia anche nei Paesi sviluppati, come il fattore di crescita epidermica, la cura dell’ulcera del piede diabetico, il vaccino per il cancro ai polmoni, l’interferone, altri fattori ricombinanti, gli anticorpi monoclonali o la melagenina di cui si meravigliavano giá negli anni ’80, fior di scenziati anche italiani. Sicuramente nel Terzo Mondo, ma non solo, Cuba è una potenza medica, cerificata dalla OMS o dalle centinaia di missioni svolte in altri Paesi per combattere l’Evola (Africa), le calamità naturali e guarda caso, il Covid-19 recentemente anche in Italia, Paese del Mondo Sviluppato e una delle principali potenze economiche mondiali. La Brigata Medica Henry Reeve  è stata proposta da più parti per il Premio Nobel per la Pace.

Questi denigratori evidentemente conoscono la realtà cubana, ma solo per un verso quello fatto vivere dalle loro amichette che  nei loro soggiorni sessuali hanno fatto pesare le difficoltà economiche per offrire prestazioni che in Italia, i “conquistadores”, non avrebbero mai ottenuto per prezzo e qualità.

I negozi sono vuoti, non solo le farmacie, ma noi che viviamo qua facciamo buon viso a cattiva sorte e stiamo vivendo un periodo differente, ma per certi versi anche peggiore del “Periodo Especial de Guerra en Tiempo de Paz” degli anni ’90. Trascurano,  i “trombeurs de femmes” di riconoscere che questo peggioramento della situazione economica è dovuto a un anacronistico e criminale embargo che dura da oltre 60 anni e che negli ultimi quattro è stato reso ancora più feroce e spietato dal grande Donald Strunz. Molti semplificano il problema pensando che se non possono comprare negli USA, possono comprare da un’altra parte, ma non pensano che non si tratta solo di comprare, ma anche di vendere per avere un’economia sostenibile e senza esportazioni nei mercati naturali o linee di credito per gli acquisti, dovuti alle pressioni economiche e diplomatiche verso Paesi terzi, vorrei vedere quale altro Paese riuscirebbe a stare a galla seppure con le rimesse famigliari che risolvono, quando possibile, necessità individuali, non certo collettive. È comprovato che il marxismo non è certo la soluzione migliore per l’economia nel mondo dell’Homo Sapiens, ma in attesa della nascità, se ci sarà dell’Homo Utopicus, un socialismo sostenibile tipo Cina o Vietnam potrebbe essere una soluzione accettabile, ma non attuabile fino a che ci sarà l’ostilità del gigante a 90 miglia che non consente di creare un po’ di ricchezza da suddividere. 

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