Molte similitudini con i fatti della Crisi di Ottobre1962 anche se lo scenario geografico è l’opposto. Allora, l’URSS che era composta dalla federazione di 15 repubbliche più o meno consenzienti, stava spedendo a Cuba dei missili balistici di media gittata che dovevano servire alla difesa dell’Isola per una possibile invasione degli Stati Uniti che già si erano impadroniti con le buone o le cattive delle altre isole maggiori e qualcuna anche minore, dei Caraibi con esclusione della Giamaica che era sotto protezione inglese. Giorni di massima tensione con un blocco navale americano che impediva alle navi sovietiche di raggiungere Cuba. Dopo una serie di trattative febbrili, il leader soviético Nikita Khruscëv ordinò il rientro alla base della sua spedizione dopo aver raggiunto un accordo col presidente nordamericano John F. Kennedy e con forte dispetto di Fidel Castro e dei cubani che inventarono il jingle “Nikita, mariquita lo que se da no se quita” (Nikita, finocchietto non si toglie quello che si è promesso). L’accordo prevedeva che gli USA non sarebbero intervenuti militarmente a Cuba, cosa che non impedí loro di adottare un altro mezzo di guerra sporca sotto forma di embargo economico, commerciale e finanziario che sta strangolando l’Isola caraibica da oltre 60 anni. Seppure nato come “Decreto Presidenziale”, questo provvedimento è passato ad essere Legge su proposta dei senatori Helms e Burton, quindi può essere rimosso solo con l’approvazione del Congresso, cosa alquanto difficile. Il bello (si fa per dire) è che questo cambio è avvenuto con la presidenza di Bill Clinton che è stato uno dei meno duri nei confronti di Cuba assieme a Jimmy Carter e naturalmente Barack Obama che nel limite delle possibilità imposte dalla legge ha potuto smussare alcune restrizioni che sono ancora di pertinenza presidenziale. L’avvento di Donald Trump ha riportato da capo il discorso e Joe Biden ha ulteriormente peggiorato le cose.
Chiusa questa
parentesi comparativa, oggi vediamo la stessa prepotenza degli Stati uniti appoggiata
dai Paesi della NATO, strumento militare inventato e manovrato da loro, per poter fare il bello e
cattivo tempo in Europa installando basi militari ovunque, specialmente alle
frontiere della Russia con la connivenza di alcuni paesi che facevano parte della
disciolta Unione delle repubbliche Sovietiche, come i tre Paesi Baltici.
Estonia, Lettonia e Lituania. Sentendosi ulteriormente minacciata, la Russia ha
voluto dare segnale di non accettare l’eventuale ingresso alla NATO anche
dell’Ucraina, fra l’altro popolata da molti cittadini di origine russa specie
nella sua parte orientale. Va anche ricordato che fino dalla sua fondazione, la
NATO (leggi Stati Uniti), ha installato basi missilistiche in Turchia ai
confini dell’allora Unione Sovietica.
Se nel 1962 Khruscëv
ha fatto un passo indietro, anche perché sapeva di essere inferiore
nell’armamento nucleare e Cuba è molto distante da Mosca e dintorni, oggi
probabilmente la storia e la geografía sono molto diverse pertanto ben venga il
senso di responsabilità di Vladimir Putin che sicuramente non è un Angelo e
smettiamola con i gazzettieri lacché, foraggiati dagli Stati uniti e suoi
satelliti, sempre pronti a fare dell’Orso russo un nemico sanguinario seppure
non sia più comunista.
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