Dalle 9.14 del 10 settembre alle 6.47 dell’11 e’ saltato il
sistema elettrico nazionale per l’avaria ad una delle principali centrali di
fornitura energetica, come era gia’ successo in ottobre e novembre del 2024,
con una sospensione generale del servizio in tutto il Paese rispettivamente per
4 e 3 giorni, con gravi conseguenze per la vita “spicciola” per non parlare di
quella importante. Tonnellate di cibi buttati, mancanza di comunicazioni se non
per Internet attraverso i cellulari per chi poteva ricaricarli tramite fonti
alternative come pannelli solari o generatori. E questo per la vita quotidiana,
ma come si puo’ pretendere che un Paese sopravviva in queste condizioni non
potendo avere un seppur minimo livello di produttivita’? Fabbriche e centri di
produzione fermi, personale a casa nell’inedia e come conseguenza crollo di
tutti i tipi di attivita’ compresa quella vitale del turismo, distributori di
benzina, razionata, fermi. Il Paese ha solo debiti, molti non pagati o
impagabili e le banche non hanno valuta. Chi la va a depositare?
La struttura energetica e’ ormai obsoleta e fatiscente, di
origine nordamericana e raffazzonata nel tempo con componenti sovietici e/o
“inventati” non e’ comunque in grado di garantire flusso elettrico continuo e
costante al di la’ della poca disponibilita’ di combustibile per le vetuste
centrali.
Soltanto recentemente si e’ “scoperta” l’utilita’ dei
pannelli solari e se ne stando installando molti, ma se sono connessi al
“sistema” a cosa servono? Apportano, si, un rinforzo energetico al sistema
funzionante, ma non ne generano di autonomo in casi di emergenza come questo. Poi
in un’Isola, qual’e’ Cuba, ci sono altre forme come quella eolica e quella
prodotta dal movimento delle maree, ma chi ne parla?
Per le fonti ufficiali, ma non solo, la colpa e’ del “bloqueo”
nordamericano che limita o impedisce le operazioni economiche e finanziarie, ma
di concessioni per far togliere o almeno alleggerire questo embargo, certo con
Trump e’ anche piu’ difficile, non se ne parla. Ma prima di lui ne sono passati
di Presidenti, compreso Obama che e’ anche venuto a Cuba.
Ma chi comanda qua pensa davvero al benessere del Pueblo o sa
solo chiamare “al sacrificio” che non e’ di una settimana, un mese o un anno,
ne sono passati 64 da quando e’ stato imposto l’embargo che periodicamente si
va inasprendo. Non si vive di un, per noi, tristemente famoso “credere,
obbedire, combattere!”
O
dobbiamo consolarci perche’ una cosa simile, anche se di minor durata, e’
successa anche alla tecnologicamente sviluppata Spagna? Il mal comune non e’
nemmeno mezzo gaudio in certi casi.
Magari, al tempo di Obama, sarebbe stato meglio sedersi ad un tavolo e discutere, sicuramente la situazione oggi sarebbe stata ben diversa, ma il "genio" di Fidel scrisse la famosa lettera al «fratello Obama - non abbiamo bisogno che l’impero ci regali nulla».
RispondiEliminaQuesti, dopo anni, sono i risultati..... purtroppo.