L’uragano Melissa sta lasciando la zona orientale di Cuba diretto a nord-nord est lasciando, come previsto, una buona quantita’ di danni materiali e sembra, finora, nessun danno fisico dopo aver devastato la Giamaica dove invece pare abbia lasciato qualche decesso.
Melissa
di categoria 5, come e’ stato ripetutamente riportato dai media di tutto il
Mondo, e’ il terzo piu’ potente rilevato nell’Atlantico Nord da quando si hanno
le notizie e il primo a colpire con la forza dei suoi venti di 295 kmh, con
raffiche oltre i 300, la Giamaica.
Dopo
aver toccato terra l’uragano ha perso un po’ di energia ed e’ arrivato sulla
costa meridionale di Cuba come categoria 3, ma pur sempre con venti attorno ai
180 kmh.
Nel
frattempo l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sta discutendo per votare
l’abolizione dell’embargo economico, commerciale e finanziario degli Stati
Uniti verso Cuba. Una votazione che ogni anno e’ andata aumentando, da un
stragrande maggioranza, alla quasi unanimita’ con i soli voti contrari di Stati
Uniti e Israele. L le previsioni di quest’anno fanno pensare che l’Argentina di
Milei, recente trionfatore nelle elezioni parlamentari, grazie a un sostanzioso
foraggiamento degli USA, se non vota contro, almeno si asterra’. Comunque
nonostante questa schiacciante maggioranza, l’Assemblea dell’ONU, non ha la
facolta’ di rendere esecutivo quanto votato, pertanto la storia dei bastoni fra
le ruote del Governo e di riflesso del popolo cubano continua, alla faccia
della liberta’ e autodeterminazione che nel caso di Cuba non si ottengono con
l’embargo che crea soltanto disagi e sofferenze.
Ma veniamo alla votazione numero 30 sull'embargo a Cuba. Anche in questa occasione una grande maggioranza a favore di togliere l'embargo, ma non schiacciante come ci eravamo abituati negli ultimi anni: 165 voti a favore, 7 contrari e 12 astenuti.
i voti contrari sono stati di: Argentina, Israele, Macedonia del Nord, Paraguay, Stati Uniti, Ucraina e Ungheria.
Le astensioni di: Albania, Bosnia Erzegovina, Costarica, Ecuador, Estonia, Lettonia, Lituania, Marocco, Moldavia, Polonia, Repubblica Ceca e Romania
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