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venerdì 18 settembre 2015

Topografia

TOPOGRAFIA: scrittura dei ratti

Sembra che oggi Obama dia il via all'apertura di agenzie aeree e di altro tipo, statunitensi a Cuba

Una notizia che se portata a complimento e con tutti gli "annessi e connessi", ovvero la possibilità di autentici voli commerciali, consentiti a chiunque abbia il permesso di entrata nei due Paesi, non è certo di secondaria importanza...aspettiamo gli eventi...

L'altra notizia è che al di la dell'apertura dell'Abasciata a Washington, ieri ha preso possesso ufficialmente come Ambasciatore il signor José Ramón Casañas.

Un'altra ancora è la possibile visita, con concerti, dei "Rolling Stones" durante la loro tourneé in America Latina nei prossimi mesi di febbraio e marzo. Non so se e quanto successo possano avere a Cuba, specialmente tra i giovani e giovanissimi. Comunque ben vengano, è sempre un avvenimento importante.

giovedì 17 settembre 2015

Luca Lombroso e José Rubiera vi aspettano a Modena



http://www.emiliaromagnameteo.com/jose-rubiera-a-modena/

  JOSÉ RUBIERA A MODENA: FOTO, CUBA E URAGANI

 Di Luca Lombroso

Nel 2012, durante un viaggio a Cuba ebbi il piacere di incontrare e conoscere José Rubiera, direttore del Centro Nazionale di Previsione dell’Istituto di Meteorologia di Cuba e noto presentatore della TV Cubana. Il suo volto “buca” letteralmente il video, in occasione, anche degli uragani, per i quali la televisione interrompe le trasmissioni per dare ampio spazio all’informazione meteo e allertare i cittadini.


In quell’occasione, oltre a visitare la sede del Servizio Meteorologico, passeggiammo per l’Avana fra i saluti e le richieste di autografi a José da parte dei cubani e visitammo anche la mostra di fotografie di José, che oltre che meteorologo è anche fotografo. Così, appreso di un suo viaggio in Italia, ci siamo sentiti e con piacere ha accettato l’invito a Modena, dove si svolgeranno due iniziative: una mostra fotografica e un evento-seminario presso il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

La mostra fotografica, dal titolo ”METEOROLOGIA E FOTOGRAFIA SENZA CONFINI: DA MODENA A CUBA” si svolge presso la PRESSO LA GALLERIA PHOTOGALLERY DELLO STUDIO SARA CESTARI, VIA PESCHIERA 6, MODENA. La mostra si inaugura DOMENICA 20 SETTEMBRE 2015 ALLE ORE 17 e sarà visitabile fino al 30 settembre dalle 16 alle 19 (chiuso il lunedì), ma il momento di INCONTRO E DI DISCUSSIONE CON LUCA LOMBROSO E JOSÉ RUBIERA sarà DOMENICA 27 SETTEMBRE 2015 alle ORE 18. La mostra è curata dalla fotografa Sara Cestari, per info: email da.sara.c@alice.it . Alla mostra ha collaborato, da Cuba, il blog “il vecchio e il mare" o "Cuba a 360 gradi", di Aldo Abuaf. 
Nella mostra Josè Rubiera espone scorci di vita, paesaggi e ritratti di Cuba, Luca Lombroso cieli, nubi, nevi e temporali di Modena.
Nella mattinata di lunedì 28 settembre A PARTIRE DALLE ORE 9 in poi, si svolgerà un interessante incontro meteorologico dal titolo “METEOROLOGIA E SICUREZZA DEL TERRITORIO”, nell’ambito delle celebrazioni del venticinquennale della Facoltà di Ingegneria (ora DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA ENZO FERRARI) dell’Università di Modena e Reggio Emilia, PRESSO IL TECNOPOLIO DI VIA VIVARELLI 10.
Dopo i saluti del prof. Alessandro Capra, Direttore del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, del Rettore prof. Angelo O. Andrisano e dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Modena Giulio Guerzoni, si svolgerà il SEMINARIO DEL PROF. JOSÉ RUBIERA, Direttore del Centro di Previsione dell’Istituto Nazionale di Meteorologia di Cuba e presentatore delle notizie meteo alla TV Cubana DAL TITOLO “GLI URAGANI: PREVISIONE E PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE”. Oltre alle normali previsioni del tempo. 
Al proposito,Cuba ha un sistema di previsione, prevenzione e protezione della popolazione all’avanguardia, tanto che ha ricevuto riconoscimenti internazionali, è il caso di dirlo, al di sopra delle parti, da parte delle Nazioni. 
Unite attraverso l’Agenzia per la riduzione dei rischi dalle catastrofi e nella relazione il prof. Rubiera (che è anche docente nella laurea in Meteorologia dell’INSTEC) parlerà anche di questo.
A seguire si svolgerà una tavola rotonda con interventi e approfondimenti di Pierluigi Randi (Meteocenter srl), Cristiano Bottone (Transition Italia), Carlo Cacciamani, (direttore Servizio Idro Meteo Clima ARPA Emilia R.), del Prof.Stefano Orlandini e del prof.Sergio Teggi del DIEF UNIMORE, condotta da Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico del DIEF UNIMORE.

 Per ulteriori dettagli o aggiornamenti vedi e segui:

* Blog Il vecchio e il Mare
* Meteorologia e fotografia senza confini: Evento FB per inaugurazione
Meteorologia e fotografia senza confini: evento FB per incontro con Rubiera e Lombroso
* Sito del DIEF UNIMORE e del “venticinquennale”

Link:

http://www.emiliaromagnameteo.com/wp-content/uploads/2015/09/Jos%C3%A8Hurricane.jpg

http://ilvecchioeilmare.blogspot.it/2012/07/luca-lombroso-cuba.html

http://ilvecchioeilmare.blogspot.ca/2012/07/incontrometereologico.html

http://www.icsu.org/icsu-latin-america/what-we-do/priority-areas/natural-hazards/steering-committee-for-disaster-risk-reduction/biographies/jose-rubiera

http://www.met.inf.cu/

http://ilvecchioeilmare.blogspot.ca/2012/01/un-fotografo-prestatoallametereologia.html 

http://www.emiliaromagnameteo.com/wp-content/uploads/2015/09/cartolina-Hres.jpg

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http://www.dief.unimore.it/

http://www.25anniingegneriamodena.unimore.it/


mercoledì 16 settembre 2015

Per Lucia, Tinino e tutti quelli che hanno creduto alla scomparsa di Giustino Ippolito

Sono veramente desolato, ma nello stesso tempo felice di smentire il decesso del Tino. Purtroppo ho avuto la notizia, peraltro senza dettagli da un vigile urbano (capo!!!!!???? e scemo) in pensione. Spero tanto di avergli allungato la vita poterlo riabbracciare. Sarà difficile, ma non impossibile a Milano, però una vacanza a Cuba con la famiglia potrebbe anche farla...
Purtroppo da qua non posso avere notizie certe se non da persone informate, veramente dei fatti. Grazie!!!!!!!! Con questo, almeno, spero di avergli prolungato la vita.
Il post è stato eliminato e chiedo scusa, ma la distanza e il non avere comunicazioni dirette a volte è fatale...
Fra l'altro avevo inviato diverse mail, tempo fa senza mai ricevere risposta.
 In una cosa ha ragione: sono una grandissima cucuascia, ma lo ricordo sempre con affetto e nonostante tutto, credo di averlo dimostrato.
Spero che mi contatti direttamente e mi spieghi come mai non mi ha risposto....

Ancora grazie per la bellissima notizia e chiedo profondamente scusa per il malinteso. Ovviamente il post è stato eliminato.

E i fedeli aspettano...

La popolazione cubana non è al 100% cattolica secondo la liturgia romana, ha una forte influenza la Chiesa Battista per non dire la religione Yoruba i cui fedeli in molti casi "abbracciano" entrambe le fedi, riconoscendo in molti Santi le loro divinità e credono in Cristo.
Ieri, intanto, sono rimasto bloccato al semaforo della calle 42 con la 5ta avenida, in quanto per questa stava passando un lunghissimo corteo di auto che presumibilmente saranno al servizio del Papa e della sua delegazione. Nel centro del corteo è sfrecciata la "papamobile" che ho visto diversa dalle precedenti: più piccola, arrotondata...e non blindata, ma solo con un parabrezza ricurvo. La situazione stradale e la sorpresa mi hanno impedito di fotografarla in anteprima...peccato.
Personalmente non sono credente e naturalmente non condivido molti punti di vista del Pontefice, almeno per ciò che rappresenta, ma lo apprezzo come persona e devo dire che la sua genialità, secondo me, comincia dal nome che ha scelto: Francesco.
Possibile che nei circa mille anni trascorsi dalla vita del Santo che era il più vicino agli esseri viventi non ci abbia mai pensato nessuno?



martedì 15 settembre 2015

I terreni del Capitolio, di Ciro Bianchi Ross

Pubblicato su Juventud Rebelde del 13/9/15

All’inizio fu una discarica. E prima una grande palude. Il terreno che occupa il Capitoliofu il luogo o almeno uno dei luoghi dove si gettava la spazzatura della città Così fu fino al 1817, quando l’eminente Ramón de la Sagra, col concorso di altri avaneri entusiasti, riuscì a trasformaro in un giardino botanico, in quello spazio contenuto fra quello che sarebbe stato il Paseo del Prado. Il Campo di Marte –attuale piazza dell Fraternità Americana – e la porta in terra della Muraglia.
Alejandor Ramírez, intendente generale per l’Industria dell’Isola. Cedette questi terreni alla Società Economica degli Amici del Paese e questa corporazione detinò. Non poche risorse, all’accondizionamento di quello che gli avaneri cominciarono a partire da allora, come passeggiata pubblica.

Arriva la ferrovia

Il giardino e il Paseo, comunque, scomparvero nel 1834. La ferrovia arrivava a Cuba. Si stabilì il tragitto Habana-Güines e il Ministero dell’Industria alienava i terreni al fine di stabilirvi una stazione di treni. La svendita non trascorse senza proteste. Protestò iul comune dell’Avana per aver ignorato la sua opinione in merito al fatto, si lamentarono gli Amici del Paese a difesa di quello che era o pensavano fosse loro: protesta che si estese nel tempo, ebbene in una memoria di Leonardo Santos Suárez si manteneva aperta la pratica.
La stazione avrebbe portato il nome di Villanueva in onore di Claudio Martínez de Pinillos, già allora Intendente Generale dell’Industria dell’Isola; il cubano a cui la Corona spagnola a parte di concedergli il titolo di Conte di Villanueva come Grande di Spagna, lo esaltò come Cavaliere col grado della Gran Croce del Regio Ordine di Carlos III e dell’Americana di Isabella la Cattolica; lo fece membro degli ordini militari di San Fernando di Calatrava e del Consiglio di Stato; Gentiluomo della Camera di Sua Maestà, Maestrante di Ronda, colonnello e Intendente dell’Esercito spagnolo, fra gli altri titoli come quello di Presidente della Giunta delle Forniture, Agricoltura e Commercio.
Nel 1834, per ordine del Re, Villanueva assumeva, come Presidente del Consiglio della Ferrovia, la costruzione del citato cammino di ferro fino a Güines. Per farlo possibile lo si autorizzava a negoziare con l’Inghilterra un prestito di due milioni di pesos forti. Questo debito si sarebbe pagato  con la aprte corrispondente di quello che avrebbe reso la ferrovia e con ciò che la Giunta delle Forniture avrebbe dedotto dalle sue rendite e che doveva essere ammortizzta il 1° gennaio del 1860.
Già per allora il Conte di Villanuova era morto. La sua acerrima difesa degli interessi dell’oligarchia creola gli valse non pochi scontri con i dispotici capitani generali spagnoli e che, in definitiva, gli costarono il posto. Cessò come Intendente Generale nel 1851, dopo aver effettuato un lavoro formidabile a favore dell’espansione dell’economia dell’Isola e della fondazionendi non poche opere di pubblica utilità, come case di salute, strade vicinali e l’acquedotto di Fernando VII. Morì due anni più tardi, nella stessa sede del Consiglio di Oltremare, a Madrid, mentre discuteva calorosamente in difesa degli interessi di Cuba.

Si privatizza l’azienda

Nel 1835 cominciava la costruzione della stazione di Villanuova. Avaneri potenti donarono grandi estensioni di terreno per il tracciato delle parallele della ferrovia. Nel 1837 il nuovo mezzo di trasporto arrivava a Bejucal e l’anno seguente a Güines ciò che grazie alla derivazione di San Felipe, permise di stabilire una linea di vaporetti tra Surgidero di Batabanò e l’Isola dei Pini. Nel 1840 la ferrovia arrivava a Cárdenas e due anni dopo si privatizzava, all’essere venduta in un asta pubblica a una compagnia anonima formata da Miguel Aldama, Juan Poey e altri cubani di solvenza illimitata. La comprano con tre milioni e mezzo di pesos e pagano quasi 170.000 per i terreni dell’attiguo giardino botanico. Sorgerà, con gli anni, la Compagnia delle Ferrovie Unite dell’Avana; i suoi azionisti conseguono che l’impresa si riorganizzi a Londra e alla fine della Guerra d’Indipendenza, le ferrovie erano già prevalentemente inglesi.
Dall’inizio della Guerra Grande, nel 1868, la Spagna utilizzò Villanueva per imbarcare truppe che avrebbero affrontao i mambises’ Si trasportavano in treno fino al Surgidero de Batabanó e da lì, per mare, sarebbero giunti a destinazione. Quello che le autorità spagnole non seppero mai, è che la stazione ferroviaria era un centro di cospiratori e amici dell’indipendenza. Un’idea audace fu conecepita da un gruppo di operai e impiegati nella contesa del 95: si valsero di un gran tronco di legno, abilmente preparato, per far giungere armi e munizioni, denaro e lettere con notizie di interesse agli insurretti.
Perfino l’amministratore delle Ferrovie Unite, ingegner Alberto de Ximeno, sapeva di questa ingegnosa operazione a cui non pose mai termine. Quello che è veramente curioso, è che militari e funzionari civili spagnoli sospettarono di quel tronco che arrivava in treno con allarmante frequenza.

Onesto, severo e inflessibile

Il 13 marzo 1889, assumeva il Governo dell’Isola il tenente generale Manuel de Salamanca y Negrete. Era un uomo onesto, ma severo e inflessibile. Si propose di terminare col banditismo e annunciò dal primo momento che sotto il suo mandato, il vil garrote non avrebbe avuto riposo. E compì la sua promessa. Presto si vide Valentín Ruiz, così si chiamava il “ministro esecutore” – pomposo nome che si dava al boia – con quella macchina di morte che era itinerante, tanto a Jovellanos come a Guanajay, Santa Clara, Matanzas, Colón, Remedios...Mentre si trattava di banditelli, la giustizia andava liscia. Altra cosa fu quando rimase sul tappeto, per l’epoca, la gigantesca malversazione di 14 milioni di pesos nel Dipartimento di Guerra della Colonia. Erano delinquenti dal collo bianco, come si chiamano adesso e il generale Salamanca non poté con loro. Morì misteriosamente, dalla sera alla mattina, il 6 febbraio 1890, mentre trattava che si istruissero le accuse ai colpevoli. Nella sua agonia finale ebbe un momento di lucidità e avvertì il generale Cavada, suo sostituto interinale: “I ladri sono deboli davanti all’integrità di un governante...Possono più in apparenza che nella realtà”.
Che relazione ha questo fatto con Villanueva e i terreni del Capitolio, si domandarà il lettore? Molto semplice. Il generale Salamanca – che dettò serie disposizioni sulla raccolta della spazzatura e all’orario in cui gli abitanti potevano metterla in strada e perseguì i bottegai che alteravano i prezzi – volle togliere Villanueva dall’isolato che delimitavano le calli Prado, Industria, San José e Dragones – con fronte su quest’ultima via. Di fatto la chiuse. Dispose che molti treni non entrasssero nella città. Non potveano passare l’angolo di Cristina e Jesús del Monte, nel cosiddetto ponte de Agua Dulce, dove si costruì una casupola che si chiamò stazione o capolinea di Salamanca, mentre altri potevano discendere il passaggio di Zanja fra Hospital e Espada. I treni militari carichi di feriti o malati, terminavano il viaggio di fronte alla caserma di Dragones.
Diciamolo senza giri di parole: lo scriba sta per passare i 70 anni e non ha mai visto – o non ricorda – tale ponte. Però esistì. Sussistette fino agli anni ’40, quando il presidente Grau fece incanalare il fiume che passava di lì e costruì la piazzetta cheb si chiamò anche di Agua Dulce, nome che mantiene ancora. La caserma menzionata occupava lo spazio della stazione di Polizia della calle Dragones fra Escobar e Lealtad.

Pescecane

Togliere Villanueva dalla sua area era un vecchio desiderio degli avaneri. Con l costruzione del quartiere Las Murallas, la zona si stava convertendo in una delle migliori e più quotate dell’Avana. L’andirivieni dei treni sporcava gli edifici, complicava la vita quotidiana e provocava alcuni incidenti. Non era ozioso che l’uscita dei treni fosse inevitabilmente preceduta da un fantino che ad alta voce, avvertiva agli sprovveduti avaneri la prossimità del convoglio.
Morto Salamanca, Villanueva tornò ad essere Villanueva. Sopraggiunsero successivamente la Guerra d’Indipendenza, il primo intervento militare nordamericaano; don Tomás, il nostro primopresidente, con la sua taccagneria; il secondo intervento nordamericano...
Nella seconda metà del 1909, il presidente liberale José Miguel Gómez decise di prendere il toro per le corna. Avrebbe cambiato i terreni di Villanueva per quelli dell’antico arsenale – dov’è adesso la stazione centrale delle ferrovie. Sebbene fosse una misura che avrebbe contribuito al miglioramento della città e contava con la simpatia degli avaneri, si faceva evidente il fatto fraudolento. Lo Stato consegnava a una compagnia straniera – Ferrocarriles Unidos – i terreni dell’arsenale, valutati in oltre 5 milioni di pesos e riceveva in cambio quelli di Villanueva che valevano appena due milioni. Il denaro che si muoveva sotto il tappeto, per commissioni e corruzioni, avrebbe macchiato José Miguel che il popolo soprannominava “Pescecane”e  avrebbe sfiorato i suoi commilitoni a costo degli interessi della nazione,
Nel gennaio del 1910, la commissione d’Industria e Bilancio del Senato dava al progetto di legge un parere favorevole e raccomandava la sua approvazione in toto di questo ramo. Nella Camera dei Rappresentanti, con maggioranza liberale, l’approvazione della legge era senza dubbio improbabile, gli si opponevano tanto i conservatori come i liberali capitanati da Alfredo Zayas. Fu allora che i michelisti cucinarono una strategia infallibile: decisero che il fatto si prendesse come una questione di “partito”, cosa che obbligava tutti i parlamentari liberali, tanto michelisti che zaysti a conedergli il voto favorevole a scanso della pena di alienarsi i privilegi dell’Esecutivo e rimanere fuori dalla torta.
Per discrepanze davanti alla legge, due rappresentanti della Camera si batterono a duello irreglare all’angolon di O’Reilly e San Ignacio e uno di loro morì a conseguenza degli spari. La legge fu approvata e il cambio di Villanueva con l’arsenale si portò a termine. José Miguel Gómez ambiva a un nuovo Palazzo Presidenziale.
(Con la documentazione dell’ingegnere Luis Díaz. Continua)


Los terrenos del Capitolio (I)

Ciro Bianchi Ross 
digital@juventudrebelde.cu
12 de Septiembre del 2015 20:45:08 CDT

En un comienzo fue un basurero.
Y antes, una gran ciénaga. Los
terrenos que ocupa el Capitolio fueron el lugar o, al menos, uno de
los lugares donde se arrojaba la basura de la ciudad. Así sucedió
hasta 1817, cuando el eminente Ramón de la Sagra, con el concurso de
otros habaneros entusiastas, logró que se fomentara un jardín botánico
en aquel espacio enmarcado entre lo que sería el Paseo del Prado, el
Campo de Marte —actual Plaza de la Fraternidad Americana— y la puerta
de tierra de la Muralla.
Alejandro Ramírez, intendente general de Hacienda de la Isla, cedió
esos terrenos a la Sociedad Económica de Amigos del País, y esa
corporación destinó no pocos recursos al  acondicionamiento de lo que
los habaneros empezaron a tener a partir de entonces como paseo
público.

Llega el ferrocarril

El jardín y el paseo, sin embargo, desaparecieron en 1834. El
ferrocarril llegaba a Cuba. Se establecería el itinerario
Habana-Güines, y Hacienda enajenaba los terrenos a fin de emplazar en
ellos una estación de trenes. El despojo transcurrió no sin protesta.
Protestó el Ayuntamiento habanero por haberse ignorado su opinión
acerca del asunto, y se quejaron los Amigos del País en defensa de lo
que era o tenían como suyo; reclamo que se extendió en el tiempo, pues
todavía en 1842 una memoria de Leonardo Santos Suárez mantenía abierto
el expediente.
La estación llevaría el nombre de Villanueva en honor de Claudio
Martínez de Pinillos, ya entonces Intendente General de Hacienda de la
Isla; el cubano a quien la Corona española concedió mayores honores a
lo largo de toda la Colonia, pues aparte de concederle el título de
Conde de Villanueva con grandeza de España, lo exaltó como Caballero,
con el grado de Gran Cruz, de la Real Orden de Carlos III y de la
Americana de Isabel la Católica; lo hizo miembro de las órdenes
militares de San Fernando y de Calatrava y del Consejo de Estado;
Gentilhombre de Cámara de Su Majestad, Maestrante de Ronda, Coronel e
Intendente del Ejército español, entre otros títulos como el de
Presidente de la Junta de Fomento, Agricultura y Comercio.
En 1834, por orden del Rey, Villanueva asumía, como presidente del
Consejo Directivo del Ferrocarril,  la construcción del aludido camino
de hierro hasta Güines. Para hacerlo posible se le autorizaba a
concertar con Inglaterra un empréstito de dos millones de pesos
fuertes. Esta deuda se pagaría con la parte correspondiente de lo que
produjera el propio ferrocarril y con lo que la Junta de Fomento
deduciría de sus rentas y que debía quedar amortizada el 1ro. de enero
de 1860.
Ya para entonces había muerto el Conde de Villanueva. Su defensa
acérrima de los intereses de la oligarquía criolla le valió no pocos
encontronazos con los despóticos capitanes generales españoles que, en
definitiva, le costaron el puesto. Cesó como Intendente General en
1851, luego de haber acometido una labor formidable en favor de la
expansión de la economía de la Isla y del fomento de no pocas obras de
utilidad pública, como casas de salud, caminos vecinales y el
acueducto de Femando VII. Murió dos años más tarde, en la propia sede
del Consejo de Ultramar, en Madrid, mientras discutía acaloradamente
en defensa de los intereses de Cuba.

Se privatiza la empresa

En 1835 comenzaba la construcción de la estación de Villanueva.
Habaneros pudientes donaron grandes extensiones de terreno para el
trazado de las paralelas del ferrocarril. En 1837 el nuevo medio de
transporte llegaba a Bejucal, y al año siguiente a Güines, lo que,
gracias al ramal de San Felipe, posibilitó el establecimiento de una
línea de vapores entre Surgidero de Batabanó e Isla de Pinos. En 1840
el ferrocarril llegaba a Cárdenas, y dos años después se privatizaba
al ser vendido en subasta pública a una compañía anónima conformada
por Miguel Aldama, Juan Poey y otros cubanos de ilimitada solvencia.
Lo compran en tres millones y medio de pesos y abonan casi 170 000 por
los terrenos del antiguo jardín botánico. Surgiría, con los años, la
Compañía de los Ferrocarriles Unidos de La Habana; consiguen sus
accionistas que la empresa se reorganice en Londres, y al finalizar la
Guerra de Independencia, ya los Ferrocarriles Unidos eran
eminentemente ingleses.
Desde comienzos de la Guerra Grande, en 1868, España utilizó
Villanueva para embarcar las tropas que enfrentarían a los mambises.
Se transportaban en tren hasta el Surgidero de Batabanó y, desde allí,
por mar, llegaban a su destino. Lo que nunca supieron las autoridades
españolas es que la estación ferroviaria era un foco de conspiradores
y amigos de la independencia. Una idea atrevida concibió durante la
contienda del 95 un grupo de obreros y empleados: se valieron de una
gran toza de madera, hábilmente preparada, para hacer llegar a los
insurrectos armas, municiones, dinero, cartas y noticias de interés.
Hasta el administrador de los Ferrocarriles Unidos, ingeniero Alberto
de Ximeno, sabía de esa ingeniosa operación a la que jamás puso
reparo. Lo verdaderamente curioso es que militares y funcionarios
civiles españoles jamás sospecharan de aquel tocón que iba y venía en
el tren con alarmante frecuencia.

Honesto, severo e inflexible

El 13 de marzo de 1889 asumía el gobierno de la Isla el teniente

general Manuel de Salamanca y Negrete. Era un hombre honesto, pero
severo e inflexible. Se propuso acabar con el bandolerismo y anunció
desde el primer momento que, bajo su mandato, el garrote vil no
conocería descanso. Y cumplió su promesa. Pronto se vio a Valentín
Ruiz, que así se llamaba al “ministro ejecutor” —pomposo nombre que se
daba al verdugo— con aquella máquina de muerte, que era itinerante,
tanto en Jovellanos como en Guanajay, en Santa Clara, Matanzas, Colón,
Remedios… Mientras se trató de bandidos de a pie, la justicia marchó
sobre ruedas. Otra cosa ocurrió cuando quedó sobre el tapete, para la
época, la gigantesca malversación de 14 millones de pesos en el
Departamento de Guerra de la Colonia. Eran delincuentes de cuello
blanco, como se les llama ahora, y el general Salamanca no pudo con
ellos. Murió misteriosamente de la noche a la mañana, el 6 de febrero
de 1890, cuando trataba de que se instruyera de cargos a los
culpables. En su agonía final tuvo un momento de lucidez y advirtió al
general Cavada, que sería su sustituto interino: “Los ladrones son
débiles ante la entereza de un gobernante… Pueden más en apariencia
que en la realidad”.
¿Qué relación guarda este asunto con Villanueva y los terrenos del
Capitolio?, se preguntará el lector. Muy sencillo. El general
Salamanca —que dictó serias disposiciones sobre la recogida de basura
y la hora en que los vecinos debían sacarla a la calle, y persiguió a
los bodegueros que alteraban los pesos y los precios— quiso sacar a
Villanueva de la manzana que enmarcaban las calles Prado, Industria,
San José y Dragones —con frente sobre esta última vía. De hecho, la
clausuró. Dispuso que muchos trenes no entraran en la ciudad. No
podían pasar de la esquina de Cristina y Jesús del Monte, en el
llamado puente de Agua Dulce, donde se construyó una caseta que se
llamó estación o paradero de Salamanca, mientras que otros podían
desembarcar el pasaje en Zanja entre Hospital y Espada. Los trenes
militares, cargados de heridos y enfermos, rendían viaje frente al
cuartel de Dragones.
Digámoslo sin rodeos: el escribidor va ya para los 70 años y nunca vio
—o no recuerda— tal puente. Pero existió. Subsistió hasta los años 40,
cuando el presidente Grau canalizó el río que por allí pasaba y
construyó la plazoleta que se llamó también de Agua Dulce, nombre que
mantiene todavía. El cuartel mencionado ocupaba el espacio de la
estación de Policía de la calle Dragones entre Escobar y Lealtad.

¡Tiburón!

Sacar a Villanueva de su área era un viejo anhelo de los habaneros.
Con la construcción del reparto Las Murallas, la zona se iba
convirtiendo en una de las mejores y más cotizadas de La Habana. El ir
y venir de los trenes ensuciaba los edificios, complicaba la vida
cotidiana y provocaba algún que otro accidente. No resultaba ocioso
que la salida de los trenes fuera invariablemente precedida por un
jinete que, a viva voz, advertía a los desprevenidos habaneros de la
proximidad del convoy.
Muerto Salamanca, Villanueva volvió a ser Villanueva. Sobrevinieron
sucesivamente la Guerra de Independencia, la primera intervención
militar norteamericana; don Tomás, nuestro primer presidente, con su
tacañería; la segunda intervención norteamericana…
En la segunda mitad de 1909, el presidente liberal José Miguel Gómez
decidió tomar el toro por los cuernos. Cambiaría los terrenos de
Villanueva por los del antiguo arsenal —donde está ahora la estación
central de ferrocarriles. Si bien era una medida que contribuiría al
mejoramiento de la ciudad y contaba con la simpatía de los habaneros,
se hacía evidente lo fraudulento del asunto. El Estado entregaba a
una compañía extranjera —Ferrocarriles Unidos— los terrenos del
arsenal, valorados en más de cinco millones de pesos, y recibía a
cambio los de Villanueva, que apenas valían dos millones. El dinero
que se movería bajo cuerda, por comisiones y sobornos, empaparía a
José Miguel, a quien el pueblo apodaba “Tiburón” y salpicaría a sus
conmilitones a costa de los intereses de la nación.
En enero de 1910, la Comisión de Hacienda y Presupuesto del Senado
daba al proyecto de ley un dictamen favorable y recomendaba su
aprobación al pleno de ese cuerpo. En la Cámara de Representantes, con
mayoría liberal, la aprobación de la ley, sin embargo, era improbable,
pues se le oponían tanto los conservadores como los liberales que
capitaneaba Alfredo Zayas. Fue entonces que los miguelistas cocinaron
una estrategia infalible: decidieron que el asunto se tomara como una
cuestión de «partido», lo que obligaba a todos los parlamentarios
liberales, tanto miguelistas como zayistas, a concederle voto
favorable so pena de enajenarse los privilegios del Ejecutivo y quedar
fuera del jamón.
Por discrepancias ante la ley, dos representantes a la Cámara se
batieron en duelo irregular en la esquina de O’Reilly y San Ignacio, y
uno de ellos murió a consecuencia de los disparos. La ley fue aprobada
y el canje de Villanueva por el arsenal se llevó a cabo. José Miguel
Gómez ambicionaba un nuevo Palacio Presidencial.
(Con documentación del ingeniero Luis Díaz.
Continuará)
 
Ciro Bianchi Ross
cbianchi@enet.cu
http://wwwcirobianchi.blogia.com/
http://cbianchiross.blogia.com/




Mancano solo i ritocchi finali per ricevere Papa Francesco

Cuba si prepara a ricevere la visita del terzo Pontefice negli ultimi 17 anni, con i suoi 517 di storia da quando gli europei ne hanno fatto ufficialmente la "scoperta".
Dopo Giovanni Paolo II nel 1998 e Benedetto XVI nel 2012, questa si pensa sia la visita più attesa , il primo Papa Latinoamericano, colui che ha contribuito, forse più di tutti la riavvicinamento di Cuba con gli Stati Uniti. Nel frattempo, la Plaza del Revoluciòn si sta vestendo di gala, con le insegne che recano i colori delle bandire di Cuba e dello Stato del Vaticano ed è pronta, a parte alcuni piccolo dettagli dell'ultima ora a ricevere il Santo Padre che vi celebrerarà la prima delle sue 4 messe previste in territorio cubano. L'altra sarà nella Cattedrale dell'Avana e poi ad Holguin e a Santiago de Cuba da dove partirà per Washington. nel frattempo ha portato un acquazzone notturno, dopo tanta siccità. Niente di determinante, ma lascia sperare, dopo una "stagione delle piogge" senza le medesime.

lunedì 14 settembre 2015

Topica

TOPICA: tipica dei ratti

sabato 12 settembre 2015

Topazio

TOPAZIO: ratto fuori di senno

venerdì 11 settembre 2015

11 settembre, una brutta data...

Oggi è l'11 settembre che io ricordi, in ordine cronologico sono successi questi fatti:

1973, colpo di Stato e uccisione di Salvador Allende in  Cile..

2001, attentato al World Trade Center e al Pentagono negli Stati Uniti, altro fallito (sembra), alla Casa Bianca per la caduta anticipata dell'aereo che sembrava vi fosse diretto.

2009, Muore Juan Almeida Bosque, uno dei più amati (specie da me) Comandanti della Rivoluzione cubana.

Se qualcuno ricorda qualcos'altro...magari in positivo, siamo qua.

Ecco per esempio una notizia positiva...tratta da  "Il fatto quotidiano e certamente riportata da molti media del mondo:


In vista dell’arrivo di Papa Francesco, il governo cubano concede la grazia a 3.522 detenuti. Lo annuncia il quotidiano Gramma, secondo quanto riferisce il sito della Bbc in spagnolo.
“In occasione della visita di Sua Santità, saranno graziati 3.522 detenuti”, scrive il giornale precisando che verrà tenuto conto del tipo di reati, del loro comportamento in carcere e ragioni di salute. Bergoglio arriverà sull’isola il prossimo 19 settembre, dopo essere stato uno dei principale protagonisti dello storico disgelo tra Stati Uniti e Cuba annunciato a dicembre dal presidente Barack Obama e da Raul Castro, che il 14 agosto scorso, dopo 54 anni, ha portato alla riapertura dell’ambasciata Usa a l’Avana.
La misura riguarda tra gli altri “persone con più di 60 anni, minori di 20 anni senza precedenti penali, malati, donne”, oltre “agli stranieri per i quali il paese d’origine assicura il rimpatrio”. Sono invece esclusi, “salvo poche eccezioni per ragioni umanitarie, chi è stato condannato per omicidio, violazioni, pederastia con violenza, narcotraffico, furto e sacrificio di bestiame” e, precisa Cubadebate, “delitti contro la sicurezza dello Stato”.