Che a Cuba le code siano una istituzione è risaputo, ma da un po’ di tempo in qua sono diventate veramente bivacchi con gente che “marca” da un giorno all’altro per poter accedere a qualsiasi punto di vendita, sia in CUP che nei pochi che ricevono ancora CUC e ancora più strano nei mercati in MLC dove si paga con il POS in dollari USA. Che ci sia penuria è altrettanto noto, ma che tutti (o quasi) abbiano bisogno quotidiano di rifornirsi è quantomeno strano.
Mi sorge il dubbio
che qualcosa non funzioni nel Sistema di controllo e che la maggioranza di
questi “coleros” siano accaparratori per rivendere e non avendo altro da fare
passano giorni (e notti) formando code interminabili. Probabilmente qualcosa
non funziona nel Sistema di controllo o diciamo che è praticamente inesistente.
All’inizio della
decade del ’60, si era istituita la “libreta” o tessera annonaria che garantiva
un’equa distribuzione dei prodotti alimentari o di prima necessità che è ancora
vigente seppure con un gran ridimensionamento dei prodotti acquisibili con
prezzo sussidiato. Non si potrebbe stabilire una quota anche per i prodotti non
sussidiati? Potrebbe essere un modo di controllo sugli abusi, basta trovare il
mccanismo per introdurla, altrimenti godiamoci lo spettacolo deprimente di
moltitudini accalcate nelle strade, alla
faccia delle distanze anti virus, oltre che allo squilibrio di gente che riesce
a garantirsi l’essenziale e chi no.