Auguro a tutti un prospero e felice anno nuovo.
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martedì 31 dicembre 2024
martedì 24 dicembre 2024
Il prossimo futuro "democratico"
Il “pacifista” Donald Trump ha dichiarato di essere pronto a riprendere il controllo del Canale di Panama che, come indica il suo nome, si trova nell’omonimo stato. In che modo se ne impossesserebbe? Con le armi o con la guerra economica che seppur non cruenta è sempre una guerra che porta fame e disagi? La ha già dichiarata a Messico e Canada ed è vicino a farlo con l’Unione Europea. Viva il Despota camuffato da Democratico per chi crede che le macchinose elezioni nordamericane, in cui effettivamente è più facile fare brogli che non con le schede “una persona un voto”, siano solo un problema interno.
sabato 21 dicembre 2024
Ma dove sta la privacy?
Qualche giorno fa, ho inviato una mail alla Redazione giornalistica de La 7, l'emittente televisiva che consideravo e considero la migliore italiana e che fra l'altro è l'unica che posso ricevere in streaming dal momento che i satelliti italiani non sono visibili da qua e le altre emittenti non si ricevono via web. Nella mail chiedevo un eventuale riscontro su un argomento che pensavo potesse avere un interesse giornalistico. Per utta risposta dopo breve tempo ho ricevuto su "Telegram" una serie di non richiesti servizi del telegiornale dell'emittente che non avevano niente a che vedere con quanto richiesto e non ho avuto invece riscontro tramite mail, come avrei desiderato, sull'argomento proposto. Se La 7 ha voluto impressionarmi con la sua capacità investigativa, c'è riuscita. A questo punto, però, mi dico: se una "semplice" redazione giornalistica trova immediatamente un numero di cellulare con tanto di prefisso internazionale su un'applicazione che tanto si vanta della protezione della privacy, allora siamo veramente circondati da infinità di "Grandi Fratelli". E dove sta l'efficienza di Telegram?
giovedì 19 dicembre 2024
Addio Libreta de abastecimiento? Sembra proprio di sì.
Stanno per scomparire i prodotti sovvenzionati, per gli amici la “Libreta”. Uno dei motivi ufficiali è che di questi prodotti ne fruisce, a prezzo agevolato, anche chi non ne ha la necessità. In realtà è, o era già che da molto non è così, il modo di ricevere prodotti introvabili o quasi sul mercato libero e parlo di prodotti di base come era specificato: pane, sale, zucchero, riso, olio, uova e altri generi alimentari o necessari come i prodotti per l’igiene che per la verità, questi ultimi, sono reperibili sul mercato “libero” seppure a prezzi non proprio economici. Per i prodotti alimentari di base che in realtà sono molto in arretrato nelle consegne con la Libreta il problema è diverso: alcuni di loro non si trovano o si trovano con molta fatica e sforzo di ricerca ed a prezzi esorbitanti presso rivenditori o produttori privati. Viene spontanea la domanda: il sistema socialista non prevede un certo egualitarismo e protezione? MI sembra che il socialismo a parole che lascia sempre più spazio al mercato o al mercato statale fatto tramite i produttori privati, non sia proprio il sistema sognato.
La
Libreta è stata indubbiamente di grande aiuto specialmente quando il
sovvenzionamento era sostenuto dal grande appoggio dell’Unione Sovietica e
degli altri Paesi Socialisti europei. Il panino sovvenzionato costava 5
centesimi (fino a due per persona da 80 gr.) e quando era disponibile
“liberato” a 20. Oggi costa 2 pesos il sovvenzionato (max 1 per persona da 60
gr.) e 12 pesos, quando c’è, quello “liberato” senza limite di pezzi.
Detto
questo, personalmente e senza rinnegare il mio passato di difensore di Cuba a
cui ho praticamente dedicato una vita, considero sempre migliori le idee di una
Sinistra moderna piuttosto che il capitalismo selvaggio o il razzismo e il conservatorismo
bacchettone delle Destre.
Quello
che mi rende malinconico e preoccupato è vedere il precipizio che si è già
iniziato a creare da tempo in questo Paese. Siamo proprio sicuri che sia colpa
solo dell’embargo capestro che seppure, indurito e rafforzato nel tempo, è
presente da 60 anni? Non ci sarà da rivedere qualcosa nel Sistema che non siano
misure palliative?
Quando
vado per la strada vedo i più disparati mezzi di trasporto che vanno propri piedi
alle biciclette, moto e motorini, carretti a cavallo e auto, sempre meno
trasporti pubblici. E a proposito di auto se ne vedono di tutti i tipi e
modelli da quelle americane prevalentemente anni ’50, ma anche precedenti a
quelle sovietiche e polacche degli anni ‘60/80 con qualche rarità di altri
Paesi europei come Germania, Francia e Italia di diverse epoche. Assieme a
queste però, si vedono anche moderne auto cinesi e giapponesi fra le quali
anche modelli abbastanza “lussuosi” dal costo di varie decine di migliaia di
dollari, tipo Suv con targa “P” ovvero Particular (privata). Chi se le può
permettere in un Paese dove le banche non danno, a chi ne avrebbe diritto, la
valuta che riceve dall’estero? Un segno che la disparità avanza a dispetto dei
princìpi del Socialismo.
venerdì 13 dicembre 2024
E continuano a prenderci per il culo
Tutte le
mattine, col primo notiziario della giornata, la Televisione Cubana stabilisce
un contatto con il Ministero dell’Energia e Miniere per conoscere l’andamento
della situazione energetica del Paese. Il giornalista incaricato, praticamente
sempre lo stesso: per la cronaca Bernardo Espinosa, è costretto a levatacce
antelucane per andare in onda nelle primissime ore del mattino intervistando,
abitualmente, il Direttore Generale del Servizio Elettrico il quale fornisce
una serie di dati praticamente inutili dal momento che la persona comune non
capisce e non gli interessa di sapere quanti Megawatt si prevede di produrre
nella giornata e quanti ne mancano per coprire la domanda con relativo deficit.
Oltre a questo si dà un’informazione che come tale è magari più accettabile,
seppure anch’essa senza risvolto pratico, sulle centrali fuori servizio e
quelle che si presume vengano ripristinate. Questa mattina (venerdì 13, sic!),
la solita solfa veramente inutile di informazioni e nessuno ha menzionato che
ci sarebbe stata l’interruzione del servizio in diverse zone della Capitale di
“quasi” 8 ore per manutenzione programmata degli impianti. Questa interruzione
“programmata” non rientra nel piano settimanale che viene distribuito con la
città divisa in “blocchi” dove vengono indicate le interruzioni previste o
possibili durante i giorni della settimana e con le ore previste per ogni
“blocco” che da quattro sono passate a cinque. Sta di fatto che nella nostra
zona che peraltro non risultava nell’elenco di cui si è venuti a conoscenza
soltanto dopo le interruzioni, alle 8 il flusso è stato interrotto fino alle
9.30, poi a mezzogiorno in punto si è interrotto fino alle 20.50, superando
così le previste “quasi” 8 ore. È certo che il servizio deve essere ripreso a
scaglioni per evitare shock da sovraccarico, però sarebbe anche bello sapere
con che ordine e in che tempi viene ristabilito.
Ma perché
non si danno informazioni veramente utili e veritiere invece di far vedere che
si mantiene il popolo informato con dati che comunque in pratica non servono e
nessuno li capisce?
martedì 10 dicembre 2024
Presentata la vita e opera di Juan Padrón
In una sala Taganana dell’Hotel Nacional de Cuba, affollata fino all’inverosimile, è stato presentato il libro “De historietas y animaciones: a vida de Juan Padrón” di Aramis Acosta Caulineau. Il libro riassume tutta la vita di Juan dalla nascita e i suoi primi anni vissuti con la famiglia nella provincia di Matanzas, dove già precocemente, con suo fratello Ernesto, si dedicava a tentativi da cineasta con una cinepresa 8mm Kodak. Poi gli studi e l’arrivo all’Avana con l’ingresso all’ICAIC (Instituto Cubano de Arte e Industria Cinematografica) dove in breve divenne il n° 1 del cinema di animazione.
Ebbi
la fortuna di conoscerlo all’apice della sua carriera e i colpì il suo
carattere naturalmente positivo sempre di buon umore e con la battuta
folgorante. Con la sua conoscenza ebbi la fortuna di fare amicizia con un altro
genio dell’umorismo grafico che era Juaquin Lavado, in arte Quino, che gli
affidò il compito di portare la sua Mafalda sugli schermi e poi di animare una
serie di strisce umoristiche che presero il nome di “Quinoscopio”.
mercoledì 4 dicembre 2024
Informazione o no? Sullo stato del Sistema Energetico Nazionale
Nonostante le rassicuranti dichiarazioni quotidiane degli alti dirigenti responsabili del sistema energetico nazionale gli oscuramenti prolungati, al di fuori di quelli programmati settimanalmente, si ripetono. Secondo quanto andavano e vanno dicendo tramite i mezzi d’informazione e cioè che cadute del SEN (Sistema Energetico Nazionale) non sarebbero più potuti succedere. Proprio la settimana scorsa correvano voci incontrollate, ma evidentemente bene informate, che in questa si sarebbe verificato un black-out prolungato (come è accaduto). Cosa prontamente smentita da questi signori con grande enfasi. Viene da pensare che i casi sono due: o sono dei bugiardi che non tengono conto delle gambe corte delle loro menzogne, o sono degli incapaci che non sanno valutare le vere condizioni del sistema che non è un mistero, è gravemente malato a causa dell’anzianità, la mancanza di manutenzione, di ricambi e la scarsezza di alimentazione col petrolio.
A questo
proposito sembra che Cuba stia esportando il relativamente poco petrolio che
produce, per poi elemosinare a Paesi amici come Venezuela, Messico e Russia il
carburante a condizioni favorevoli. Tra questi, fra l’altro, il Venezuela che è
grande produttore ha i suoi problemi interni ed economici per cui le quote si sono
ridotte di molto rispetto a tempi migliori, seppure adesso si prevede un
aumento della quota. Restando in questo campo, l’Iran, grande produttore che
gode di un appoggio politico incondizionato da parte di Cuba, non mi consta
abbia inviato un solo barile di petrolio. Se sbaglio correggetemi.
Indubbiamente
a tutto questo contribuisce l’embargo nordamericano che dura da oltre 60 anni e
che limita fortemente la liquidità di Cuba non più assistita in tutto e per
tutto dall’estinta Unione Sovietica. Ma stando così le cose, fino a quando si
potrà andare avanti? La gente è esasperata e al tempo stesso rassegnata perché non
vede via d’uscita. Nei giorni, sempre più frequenti di mancanza del fluido
elettrico e stante la mancanza anche del GPL non è possibile cucinar, qualcuno
si è inventato un barbecue alimentato con carbone vegetale e gli altri, se
hanno fatto scorta di pane, quando c’è…devono accontentarsi di quello con
qualche companatico comprato a caro prezzo nelle fiorenti botteghe private o
altrimenti riempire le pagnottelle con amore e fantasia come diceva il grande
Principe De Curtis.
Due dei
maggiori introiti ormai non esistono più o quasi: la produzione di zucchero di
cui Cuba era uno dei maggiori produttori per quantità e qualità è ridotta
praticamente a zero, ed è costretta a importare il prodotto finito…L’altra
fonte che dagli anni ’80 del secolo scorso era andata in crescendo, fino alla
Pandemia del Covid, si sta sempre più riducendo anche per l’arrivo sempre meno
frequente di visitatori tradizionali con in testa i canadesi che non possono essere sostituiti per numero e potere
d’acquisto dall’innesto nel mercato dei russi e per contro si continuano a
costruire alberghi faraonici che rimangono vuoti dopo aver succhiato capitali
che potevano essere investiti altrove.
Personalmente
magari sbaglio anche qua, l’assenza di un personaggio carismatico e di livello
mondiale che volente o nolente era una fonte di propaganda, come Fidel Castro,
ha avuto il suo piccolo ruolo nella contrazione turistica. Chissà, molti tra
quelli che visitavano Cuba avevano anche la speranza, per quanto remota, di
poter vedere il grande leader scomparso. Fatto sta che al di là che potesse o
meno essere una involontaria fonte di promozione turistica, la sua mancanza si
sente anche nella vita di tutti i giorni e il carisma internazionale e
soprattutto interno che aveva non è più di aiuto nella risoluzione dei
problemi.
lunedì 2 dicembre 2024
2 dicembre 1956
Un giorno come oggi, 2 dicembre, di 68 anni fa sbarcava, nella zona denominata Playa las Coloradas de Los Caytos, a sud della costa orientale di Cuba, lo yacht Granma con un manipolo di guerriglieri guidati da Fidel Castro. Dopo tre anni di aspri combattimenti e l’ingrossamento delle file, il 1° gennaio del 1959, si dichiarava Cuba libera dal sanguinario regime di Fulgencio Batista. Cosa non gradita ai governanti degli Stati Uniti che ancora oggi la fanno pagare al popolo cubano.
domenica 1 dicembre 2024
Danni e difficoltà causate dal "bloqueo" nordamericano, ma...è l'unico?
Tra gli effetti “minori”, ma che tanto minori non sono, dell’embargo nordamericano a Cuba ci sono anche i divieti di accesso a molti siti e applicazioni del web per i quali appare un minaccioso avviso “forbidden, error 404!” o nella migliore delle ipotesi un più cortese “il servizio non è disponibile nel Paese in cui si trova”. Avendo comperato il mio PC in Italia ed effettuato alcuni altri viaggi fuori da Cuba avevo potuto installare servizi come WhatsApp o Face Book che sono della stessa proprietà, sul computer e sul cellulare. La prima vittima è stata WhatsApp sul pc che un bel giorno ha smesso di funzionare per ignote ragioni e nel tentativo di reinstallare il programma mi sono ritrovato a leggere il cortese avvertimento. Stranamente e per fortuna, sul cellulare funziona ancora e incrocio le dita perché continui a farlo. Adesso la vittima di turno è diventata FB su entrambi gli apparati si apre, ma ha funzioni limitate, non ritiene in memoria, almeno per me, quello che pubblico e non carica più le immagini, mentre prima ero limitato a scrivere “cosa penso” solo direttamente non potendo caricare, ad esempio un file “word”, ma le foto le caricava. Anche in questo caso tentando di aggiornare o caricare una nuova versione, la risposta è cortesemente negativa.
Altro aspetto che mi ha toccato personalmente è che avevo richiesta di un'intervista peer il programma RAI Casa Italia, ma non è potuta andare a buon fine perché non è possibile il collegamento via Skype che è la piattaforma che usano, in quanto ne sono sprovvisto e anche se potessi installarla non avrei modo di pagarla online. Inoltre Casa Italia pur non essendo un programma nordamericano è bloccato alla ricezione da Cuba.
Naturalmente
questi sono danni infinitesimali rispetto a quelli, commerciali, economici e
finanziari che arreca al Paese e per “castigare” un Governo che non piace,
castiga tutto un popolo. Però c’è anche da dire che da questa parte non si
prende nemmeno in considerazione la possibilità di cercare un compromesso, il
“muro contro muro” è forte e resistente e naturalmente danneggia solo il più
debole.
Ma c’è un
aspetto però che mi colpisce ed è il “bloqueo” che Cuba fa contro sé stessa o
almeno le Autorità doganali. Risulta che con frequenza si legge di imposte
ridotte o tolte su determinati prodotti o che si è autorizzata l’importazione
di talaltri, però… si limita la quantità che si può importare! Ma che senso e
che logica ha in un paese “bloqueado”? Non sarebbe più logico mantenere le
imposte con un’aliquota giusta e lasciare la possibilità di importazione
illimitata in un Paese dove manca di tutto?
Ai
posteri l’ardua sentenza.
Vita e carriera di Vittorio Garatti, tra Italia, Venezuela e Cuba
Come previsto, ieri sera sono stato alla serata dedicata al ricordo di Vittorio Garatti nell’ambito della Settimana della Cultura Italiana. La presentazione della Vita e carriera di Vittorio è stata eseguita con la proiezione di una serie di diapositive che la riassumevano è stata preparata ed effettuata dall’Architetto Enrico Bordogna, invitato all’Avana dall’Ambasciata d’Italia. L’esponente con molta competenza e visibile emozione ha raccontato la storia professionale di Vittorio da prima della Laurea conseguita nel 1957, quando si era iscritto all’Accademia di Belle Arti di Milano ed aveva esordito nel mondo del disegno e della pittura. Successivamente, il relatore, ha suddiviso la carriera professionale di Vittorio in tre fasi: la prima dal 1957, appena conseguita la Laurea, al 1960 con la partenza e il soggiorno in Venezuela assieme alla giovane moglie. A Caracas ha conosciuto l’affermato architetto cubano Ricardo Porro, esule dal sanguinario regime di Fulgencio Batista, che è stato un esempio fondamentale nel resto della sua vita, così come conobbe altri due giovani architetti italiani: Roberto Gottardi e Sergio Baroni di cui diceva fosse il fratello che non aveva mai avuto.
Dopo la
vittoria della Rivoluzione di Fidel Castro, a Cuba, Porro tornò all’Avana nel 1960 e nel 1961
invitò il terzetto italiano a raggiungerlo. Iniziava così la seconda fase della
carriera professionale di Garatti che durò fino al 1974, anno in cui fu
costretto, per sfortunata combinazione, al ritorno a Milano. Incaricato di
importanti lavori all’Avana, a non solo, Vittorio assieme a Porro e Gottardi
progettò e fece costruire quella che doveva essere l’Accademia Cubana delle
Belle Arti, purtroppo caduta nell’incuria quasi totale, ma al di là della sua
singolare bellezza è stata fatta con una struttura tale che ancora oggi, con un
minimo sforzo, sarebbe utilizzabile. Naturalmente questa non fu la sua sola
opera, ma indubbiamente la più originale e imperitura. Contemporaneamente
lavorava a progetti urbanistici e agricoli di cui alcuni rimasti incompiuti,
non per sua volontà.
Uno dei
lavori più importanti e strategicamente molto importante, era l’incarico della
ristrutturazione del porto dell’Avana e questo gli costò l’esilio per
leggerezza ed eccesso di zelo. Risulta che una sera, come si usa spesso
specialmente a Milano, decise di portarsi a casa i disegni per guadagnare tempo
nel lavoro, ma…qualche solerte funzionario della Seguridad del Estado,
particolarmente attenta ed attiva a quel tempo, vide quell’azione come un
tentativo di spionaggio con la conseguenza di una espulsione immediata. Chi ha
conosciuto Vittorio non potrebbe mai credere a una possibilità del genere,
impensabile per una persona integra e ingenua come lui.
Fu così
che dal 1974 alla sua morte, avvenuta nel 2023, iniziò la terza parte della sua
carriera nella natia Milano dove si occupò principalmente di ristrutturazione e
progettazione di interni come ad esempio il laboratorio, lo show room e la sala
di presidenza dello stilista Ferré ma ebbe anche un ruolo nella
ristrutturazione del famoso e importante Hotel Gallia con la costruzione della
mansarda diventata ultimo piano dell’immobile.
Nel 1987,
grazie all’incessante lavoro di suo “fratello” Sergio Baroni e dell’amica Norma
Martinez, venne finalmente rivisto il suo “caso” dove risultò libero da ogni
carico e poté tornare, almeno temporaneamente, nella sua sempre amata Cuba da
uomo libero e felice.
Chi, come
l’Architetto Bordogna, ha potuto visitare la sua casa nel famoso quartiere di
Brera a Milano, non ha potuto fare a meno di vedere l’affresco che ha dipinto
nella parete di fondo del salone, da sapore palladiano e che contiene un
riassunto della sua vita, come la presenza dei suoi migliori amici e sullo
sfondo, al posto delle ville del famoso Architetto veneto del ‘700, appaiono
le cupole della Scuola d’Arte dell’Avana.
Una
esposizione completa, molto curata e ben presentata dall’architetto Bordogna,
peccato che le con dizioni locali l’abbiano castigata dapprima con un ritardo
di mezz’ora sull’inizio e poi dal guasto al proiettore di diapositive che
doveva, appunto, proiettarle su schermo cinematografico, ma che poi sono state
caricate su un televisore che seppure di schermo grande non rendeva certo loro
la giustizia e visibilità che meritavano. Il tutto accompagnato da una
traduzione non proprio soddisfacente in quanto la traduttrice non era da
“simultanea” e pur avendo padronanza della lingua italiana, faticava a seguire
i periodi narrativi del relatore che a volte, a causa della passione,
risultavano un po’ lunghi per essere ben memorizzati.