Il governatore del Nuovo Messico, Bill Richardson, è stato invitato a Cuba e si prevede che la sua visita sia finalizzata ad ottenere la scarcerazione di Alan Gross perché possa trascorrere in famiglia, negli USA, le imminenti festività per il nuovo anno ebraico. Gross si è detto "colpevole di stupidità" per avere cercato di distribuire apparecchi satellitaria Cuba su incarico dell'USAID. Richardson che è cresciuto in Messico parla fluentemente lo spagnolo e non avrà bisogni di intermediari per il suo incontro col Presidente Raul Castro. Probabilmente, sull'altro piatto della bilancia ci sarà la sorte dei 5 agenti antiterroristi infiltrati nei gruppi di estrema destra caubanoamericani e attualmente detenuti con lunghe e sproporzionate condanne nelle carceri di massima sicurezza americane.
Un gruppo di 33 legislatori dell'Illinois guidati dal Deputato democratico Dan Burke, Presidente dela Camere dell'Illinois, è arrivato all'Avana per sostenere incontri con diverse Istituzioni Culturali, Economiche, Turistiche, Religiose e Politiche per poter cercare di stabilire nuovi vincoli di collaborazione nonostante il perdurare dell'embargo imposto dal Governo Federale e cercare di rimuovere almeno alcuni ostacoli in attesa di tempi migliori.
Intanto, sono riuniti all'Avana esperti di entrambi i Paesi nella protezione dell'ambiente durante le perforazioni petrolifere e sugli interventi da effettuare in caso di fughe di greggio. La commissione americana, che non è governativa, è guidata da William Reilly che è stato al fronte dei lavori di risanamento per la disastrosa fuga dello scorso anno nel Golfo del Messico.
Anche un gruppo di prestigiosi musicisti componenti dell'Orchestra del Lincoln Center di New York si trova a Cuba per impartire lezioni di musica jazz. Il Loro lavoro consisterà nel dare lezioni individuali e di gruppo a seconda degli strumenti utilizzati dagli allievi.
Gli auspici sono buoni, e come si dice...se son rose...
Basta che non siano cachi...
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giovedì 8 settembre 2011
martedì 6 settembre 2011
Foto inedite di Korda in mostra dall'8 Settembre
Diana Diaz, figlia di Alberto Diaz (Korda), autore dell'immagine più famosa al Mondo, per ricordare il 10° anniversario della scomparsa di suo padre ha organizzato nelle sale della Casa de Las Americas in calle G y 3ra, l'esposizione del saggio grafico "Bembé" realizzato nel 1960 per la rivista Inra. Da allora queste foto non sono più state esibite e i negativi scomparsi. Restano solo gli originali stampati in argento su gelatina. Verrà anche esposta una copia della rivista che li pubblicò nel n°1 dell'anno 4.
Chat per il lettori
Come già annunciato e si può vedere, nella colonna di sinistra c'è una finestra di "chat" intitolata "parliamoci in diretta". Il suo uso è semplicissimo: basta inserire un "nickname" qualunque nella casella e premere "entra"...il gioco è fatto. Per uscire c'è il pulsante che indica lo "status" oppure basta chiudere il nlog. Quando sono su internet sono anche in chat, in ogni modo può essere comunque un punto d'incontro fra tutti i lettori che lo vogliano, indipendentemente dalla mia presenza.
Parliamone in diretta, volete?
Parliamone in diretta, volete?
lunedì 5 settembre 2011
Julio Garcia Espinosa compie 85 anni, il suo primo film, 50
Oggi, 5 Settembre, si è celebrato l'85° compleanno di Julio Garcia Espinosa: uno dei fondatori dell'Instituto Cubano del Arte e Industria Cinematografica (ICAIC), di cui fu Presidente dal 1982 al 1991. Per l'occasione si è presentato il libro a cura di sua moglie Dolores Calviño Valdés-Fauly e Mario Naito López: “Memorias de Cuba baila” che contiene la sceneggiatura del film omonimo, presentato l'8 Aprile 1961 che fu la prima pellicola a soggetto di lungometraggio prodotta dal Nuovo Cinema Cubano.
Oltre alla sceneggiatura il libro contiene il lunghissimo curriculum di julio Garcia Espinosa, foto di scena del film e altre immagini della lunga carriera del regista oltre a una parte di epistolario con scritti scambiati tra Julio e altri cineasti e produttori fra cui Cesare Zavattini,
Delle 6 pagine di curriculum mi sembra interessante segnalare che nel 1951 Garcia Espinosa si reca in Italia e frequenta, a Roma, il Centro Sperimentale di Cinematografia. Sempre a Roma, in quell'anno pubblica un libro di poesie intitolato “Aquí en mi País” e con altri latinoamericani, fonda una rivista per la diffusione della cultura e dei problemi social in America Latina e i Caraibi. Nel 1953 è assistente alla regia di Luigi Zampa nel film “Anni facili” e nel 1954 ritorna a Cuba. Nel 1962 gira il suo secondo lungometraggio mettendo sullo schermo “El joven rebelde” su soggetto di Cesare Zavattini col quale era in contatto dai tempi del suo soggiorno a Roma.
Oltre alla sceneggiatura il libro contiene il lunghissimo curriculum di julio Garcia Espinosa, foto di scena del film e altre immagini della lunga carriera del regista oltre a una parte di epistolario con scritti scambiati tra Julio e altri cineasti e produttori fra cui Cesare Zavattini,
Delle 6 pagine di curriculum mi sembra interessante segnalare che nel 1951 Garcia Espinosa si reca in Italia e frequenta, a Roma, il Centro Sperimentale di Cinematografia. Sempre a Roma, in quell'anno pubblica un libro di poesie intitolato “Aquí en mi País” e con altri latinoamericani, fonda una rivista per la diffusione della cultura e dei problemi social in America Latina e i Caraibi. Nel 1953 è assistente alla regia di Luigi Zampa nel film “Anni facili” e nel 1954 ritorna a Cuba. Nel 1962 gira il suo secondo lungometraggio mettendo sullo schermo “El joven rebelde” su soggetto di Cesare Zavattini col quale era in contatto dai tempi del suo soggiorno a Roma.
La Caridad del Cobre in processione
E' in pieno svolgimento il pellegrinaggio della Virgen de la Caridad del Cobre, dopo 60 anni dalla sua prima ed unica uscita dal Santuario che le è stato intitolato nei dintorni di Santiago de Cuba. In quell'occasione si celebrava il 50mo di nascita della Repubblica. Il pellegrinaggio che la porterà in ogni angolo del Paese è iniziato l'8 Agosto scorso e culminerà nella capitale il 30 di Dicembre, è giunto ieri a Madruga nella provincia di Artemisa.
La statuetta che rappresenta una "Vergine nera" era stata ritrovata in mare da due pescatori ed è diventata la santa Patrona di Cuba con quel nome dovuto, oltre al suo colore, alla zona dove sorge il Santuario ricco di giacimenti di rame (cobre, appunto).
La processione è seguita, al suo passaggio, da migliaia di fedeli. A Cuba la religione cattolica è professata da circa il 15% altro 15% si professa ateo e il rimanente 70% segue le religioni animiste africane o quella sincretizzata tra queste e la cattolica: la Santeria o "Regla di Ochà" nelle sue varianti.
Oggi, intanto, si sta svolgendo nella capitale la cerimonia funebre per commemorare Julio Casas Regueira. Aveva 75 anni.
La statuetta che rappresenta una "Vergine nera" era stata ritrovata in mare da due pescatori ed è diventata la santa Patrona di Cuba con quel nome dovuto, oltre al suo colore, alla zona dove sorge il Santuario ricco di giacimenti di rame (cobre, appunto).
La processione è seguita, al suo passaggio, da migliaia di fedeli. A Cuba la religione cattolica è professata da circa il 15% altro 15% si professa ateo e il rimanente 70% segue le religioni animiste africane o quella sincretizzata tra queste e la cattolica: la Santeria o "Regla di Ochà" nelle sue varianti.
Oggi, intanto, si sta svolgendo nella capitale la cerimonia funebre per commemorare Julio Casas Regueira. Aveva 75 anni.
Commenti al blog
Come ho detto in risposta a un commento, sono ben felice di dare sale e vita al blog e vorrei che ne arrivassero molti di più vivacizzando lo scambio di opinioni. Quello che vorrei evitare è che questo blog sia veicolo di scambio di insulti e scherni che dopo un po' diventano anche noiosi e pesanti.
I 360 gradi del titolo presuppongono che ognuno può dire il suo parere e le sue esperienze da ogni punto di vista, così come chiunque altro è libero di contestare con altri argomenti. Capisco anche che a volte ci si lasci prendere dalla foga e i commenti possano essere "coloriti", però se hanno un senso nel contesto della discussione. Se questo blog cominciasse a diventare un luogo di scambio di scherni e insulti sarei costretto a "censurare" eventuali commenti di questo tipo e la cosa francamente non mi piacerebbe. Non mi piace togliere il diritto di parola a nessuno, però quando le affermazioni hanno una logica. Lo scherno e l'insulto gratuiti, almeno qua, non hanno senso.
Grazie per la collaborazione.
I 360 gradi del titolo presuppongono che ognuno può dire il suo parere e le sue esperienze da ogni punto di vista, così come chiunque altro è libero di contestare con altri argomenti. Capisco anche che a volte ci si lasci prendere dalla foga e i commenti possano essere "coloriti", però se hanno un senso nel contesto della discussione. Se questo blog cominciasse a diventare un luogo di scambio di scherni e insulti sarei costretto a "censurare" eventuali commenti di questo tipo e la cosa francamente non mi piacerebbe. Non mi piace togliere il diritto di parola a nessuno, però quando le affermazioni hanno una logica. Lo scherno e l'insulto gratuiti, almeno qua, non hanno senso.
Grazie per la collaborazione.
sabato 3 settembre 2011
Nascita e crescita del turismo (postrivoluzionario) a Cuba
Visto e sentito che c'è qualche interesse sull'argomento, ho compilato un post con un "condensato" di storia recente del turismo a Cuba.
Il turismo italiano e più in generale “occidentale” del periodo post-rivoluzionario è nato, ufficialmente, nel 1976 con un viaggio “incentive” al villaggio di Jibacoa a Est dell'Avana. A partire da allora cominciarono a venire a Cuba gruppi di turisti spagnoli e italiani. Erano gruppi politicizzati specialmente gli italiani, dal momento che in Spagna c'era al potere Francisco Franco che alla “tirata di orecchie” dello Zio Sam ha risposto che Cuba era “un affare di famiglia” e quindi la Compagnia di bandiera IBERIA era l'unica linea occidentale che arrivasse all'Avana, SABENA aveva un ufficio di rappresentanza, ma non volava. Il viaggio via Madrid era il più “confortevole” dato che si effettuava con un DC8 (dopo qualche anno DC10) che a volte, per cattive condizioni meteorologiche, non riusciva a fare il volo diretto e doveva rifornirsi di carburante in Canada (Col DC10 era molto più raro il caso di "scalo tecnico" intermedio). In tutti i casi era la miglior via per arrivare a Cuba anche se costava un po' di più delle alternative: CSA via Praga/Montreal o Interflug via Berlino Est/Gander e a volte anche Shannon. Entrambe usavano i TU134 per il breve volo in Europa e poi gli IL62 per la traversata oceanica. Successivamente la CSA aveva messo anche sul Milano/Praga gli IL62.
All'epoca non esisteva la possibilità di “solo volo” o “turismo individuale”, si arrivava in gruppi precostituiti e si doveva svolgere un programma di visite prestabilito. In genere i gruppi erano di 40 persone che rappresentavano la capienza degli autobus “Pegaso” (spagnoli) in dotazione al turismo. I cittadini italiani, svedesi e svizzeri erano gli unici a non avere bisogno di visto d'ingresso, dovevano solo compilare il “landing card” in duplice copia che oggi è considerato “visto”. All'epoca vi era un accordo bilaterale che prevedeva che i cittadini italiani a Cuba o Cubani in Italia non potessero uscire dall'itinerario previsto se non chiedendo il permesso alle Autorità competenti. Una norma solo scritta, ma che nel caso di Cuba veniva messa in pratica per ragioni contingenti. Non c'era possibilità di alloggio in case private, gli alberghi erano pochi e il programma molto fitto, quindi di tempo per scorrazzare ce n'era poco, al di la del fatto che anche i trasporti erano molto scarsi e disorganizzati, specie quelli interprovinciali. Le “guaguas” all'Avana funzionavano discretamente durante le 24 ore, ma veramente il turista di allora non avrebbe saputo dove andare, anche volendo. I programmi prevedevano il “tutto compreso” dai giri turistici nelle città visitate a incontri sociali che potevano essere scuole, ospedali, comunità agricole, fabbriche, organizzazioni politiche ecc., ma prevedevano anche lo show del Tropicana.
Il maggior numero di presenze, esclusivamente “confinate” ai centri balneari era quello dei canadesi che venivano a svernare a Cuba. Le loro mete erano Playas del Este all'Avana, Varadero e poi anche Guardalavaca.
Su Cuba operavano all'epoca solo, dapprima, Italturist (con Unità Vacanze) e poi Ventana che essendo del gruppo Fiat era entrata nel “giro” per ragioni economiche. La presenza dei nostri connazionali a quei tempi aveva raggiunto punte massime di circa 6/8 mila turisti all'anno.
Era assolutamente proibita la circolazione di valuta estera e tutto doveva essere pagato in moneta nazionale. I turisti potevano cambiare negli alberghi ed eventualmente ricambiare l'eccedenza solo all'aeroporto al momento della partenza. Con i pesos cubani veniva consegnata una ricevuta col nome del turista che recava la quantità di valuta cambiata (all'epoca bisognava venire con dollari USA, non si cambiavano Lire...) e con degli spazi in cui venivano annotate le cifre spese per gli acquisti e alla fine del viaggio, se rimaneva un “credito” era quello che si ricambiava in aeroporto. Il cambio ufficiale dava 80 centesimi per ogni dollaro e la lira, a quei tempi, era partita da 1200 per dollaro arrivando a oltre 2200. Solo successivamente si ebbe un periodo di transizione in cui gli stranieri E SOLO LORO, dovevano pagare in dollari nelle “tiendas” quasi esclusivamente presenti negli alberghi. L'ingresso alle strutture turistiche era vietato ai cubani non autorizzati e i lavoratori del turismo non potevano mantenere relazioni con stranieri al di fuori del loro lavoro, pena licenziamento. In merito alla circolazione di denaro bisogna anche dire che al di fuori delle "tiendas" turistiche degli alberghi non c'era proprio niente da comprare e girare per l'Avana di allora era come girare in una città quasi deserta. C'erano solo gli abitanti della zona che entravano, uscivano o si fermavano a prendere fresco, giocare a domino o chiacchierare, ma non c'era un solo esercizio commerciale, artigianale, bar ristorante o caffetteria:solo saracinesche abbassate o qualche sporadico locale solo in moneta nazionale dove la "tabella delle offerte" a parte "ron" o "cerveza" era praticamente vuota. Gli unici esercizi pubblici al di fuori degli alberghi erano: Floridita, Bodeguita del Medio e El Patio in Piazza della Cattedrale. Stop. I turisti assetati, venivano accompagnati alla "Casa del Agua La Tinaja", nella Piazza dei capitani generali dove, con 5 centesimi di peso si poteva bere un bicchier d'acqua fresca.
Per le ragioni di cui sopra, la prostituzione era praticamente inesistente, almeno con gli stranieri che erano ancor più facilmente distinguibili allora per “morfologia” e specialmente per l'abbigliamento, dato che non c'era ancora la “globalizzazione” e l'abbigliamento cubano era molto ridotto per quantità e qualità. Anche i cubani che viaggiassero e potessero importare “cose” erano veramente pochi e selezionati. I rischi erano notevoli per la prostituta o il prostituto e non c'erano molti luoghi ove eventualmente recarsi. Ma come si può capire nemmeno i turisti avevano tempo o occasione per “provarci”. Però qualche rara eccezione c'è stata e, se possibile, ancora più squallida di oggi. Le ragazzine si prostituivano, quando riuscivano, proprio per la maglietta, la saponetta, lo shampoo o il profumo....mai tutte le cose assieme...veramente triste, almeno oggi si fanno pagare...chi più...chi meno. Se può essere una consolazione...
Anche il cambio nero, molto rischioso per il cubano che lo praticasse, era di 2 pesos per un dollaro, ma in pratica non serviva a niente per il turista. Poi è aumentato il tasso di cambio poco a poco fino a 10...12 arrivando, durante "el periodo especial" a punte anche di 150 su una media di 140 a 1.
Nel 1983, vincendo le resistenze del Comandante e con l'intraprendenza di alcuni funzionari dell'allora Instituto Nacional de Turismo si è iniziata, con molte difficoltà, la prima catena di voli “charter” da Milano con partenza settimanale e soggiorno di una o più settimane, a scelta, con possibilità di tour+mare o solamente soggiorno balneare. Le agenzie di viaggio piccole cominciavano a rivendere i programmi proposti dal “pool” Italturist-Viaggi Mondadori ai quali si aggiunse, poi, Ventana che all'inizio aveva mantenuto i viaggi di linea con Iberia. Poco a poco la domanda crebbe, si moltiplicarono le agenzie minori o touroperators si stabilirono altre linee aeree, si introdusse la possibilità di programmi “individuali” che seppur non ancora completamente “liberi” non vincolavano al “gruppo”. Comparvero le prime “Lada” di Havanautos in affitto. Si aprì l'offerta di Cayo Largo che fu preso in esclusiva proprio da Ventana e gli fornì la moneta di scambio, con il "pool", per avere posti sul “charter”. Così, poco a poco, si arrivò allo stato attuale con un continuo trend di crescita nel numero di paesi che mandano turisti, linee aeree, alberghi, infrastrutture e servizi collaterali che oggi permettono di vistare Cuba in libertà
P.S.:
Giusto per essere chiari: quando dicevo che la reciprocità prevedeva di "non uscire dall'itinerario prestabilito" non era certo nei percorsi urbani, ma per le trasferte in altre città...
Gli altri aeroporti del Paese non erano abilitati ai servizi Internazionali eccetto, in caso di necessità, quello di Camagüey. Rancho Boyeros aveva solo il Terminal 1 e la pista era attraversata dalla linea del treno Avana-Pinar del Rio.
Tanto per dare un'idea di cos'era il centro storico: l'albergo Ambos Mundos era diventato magazzino e uffici di un'impresa e aveva solo una targa sul muro che diceva cosa era stato...
La Calle Obispo e il Boulevard San Rafael non erano gli "alveari" pieni di vita e attività di oggi.
Il centro storico, eccetto gli edifici monumentali era fatiscente. Ovvio che trovo cambiata in meglio l'Avana...
Il turismo italiano e più in generale “occidentale” del periodo post-rivoluzionario è nato, ufficialmente, nel 1976 con un viaggio “incentive” al villaggio di Jibacoa a Est dell'Avana. A partire da allora cominciarono a venire a Cuba gruppi di turisti spagnoli e italiani. Erano gruppi politicizzati specialmente gli italiani, dal momento che in Spagna c'era al potere Francisco Franco che alla “tirata di orecchie” dello Zio Sam ha risposto che Cuba era “un affare di famiglia” e quindi la Compagnia di bandiera IBERIA era l'unica linea occidentale che arrivasse all'Avana, SABENA aveva un ufficio di rappresentanza, ma non volava. Il viaggio via Madrid era il più “confortevole” dato che si effettuava con un DC8 (dopo qualche anno DC10) che a volte, per cattive condizioni meteorologiche, non riusciva a fare il volo diretto e doveva rifornirsi di carburante in Canada (Col DC10 era molto più raro il caso di "scalo tecnico" intermedio). In tutti i casi era la miglior via per arrivare a Cuba anche se costava un po' di più delle alternative: CSA via Praga/Montreal o Interflug via Berlino Est/Gander e a volte anche Shannon. Entrambe usavano i TU134 per il breve volo in Europa e poi gli IL62 per la traversata oceanica. Successivamente la CSA aveva messo anche sul Milano/Praga gli IL62.
All'epoca non esisteva la possibilità di “solo volo” o “turismo individuale”, si arrivava in gruppi precostituiti e si doveva svolgere un programma di visite prestabilito. In genere i gruppi erano di 40 persone che rappresentavano la capienza degli autobus “Pegaso” (spagnoli) in dotazione al turismo. I cittadini italiani, svedesi e svizzeri erano gli unici a non avere bisogno di visto d'ingresso, dovevano solo compilare il “landing card” in duplice copia che oggi è considerato “visto”. All'epoca vi era un accordo bilaterale che prevedeva che i cittadini italiani a Cuba o Cubani in Italia non potessero uscire dall'itinerario previsto se non chiedendo il permesso alle Autorità competenti. Una norma solo scritta, ma che nel caso di Cuba veniva messa in pratica per ragioni contingenti. Non c'era possibilità di alloggio in case private, gli alberghi erano pochi e il programma molto fitto, quindi di tempo per scorrazzare ce n'era poco, al di la del fatto che anche i trasporti erano molto scarsi e disorganizzati, specie quelli interprovinciali. Le “guaguas” all'Avana funzionavano discretamente durante le 24 ore, ma veramente il turista di allora non avrebbe saputo dove andare, anche volendo. I programmi prevedevano il “tutto compreso” dai giri turistici nelle città visitate a incontri sociali che potevano essere scuole, ospedali, comunità agricole, fabbriche, organizzazioni politiche ecc., ma prevedevano anche lo show del Tropicana.
Il maggior numero di presenze, esclusivamente “confinate” ai centri balneari era quello dei canadesi che venivano a svernare a Cuba. Le loro mete erano Playas del Este all'Avana, Varadero e poi anche Guardalavaca.
Su Cuba operavano all'epoca solo, dapprima, Italturist (con Unità Vacanze) e poi Ventana che essendo del gruppo Fiat era entrata nel “giro” per ragioni economiche. La presenza dei nostri connazionali a quei tempi aveva raggiunto punte massime di circa 6/8 mila turisti all'anno.
Era assolutamente proibita la circolazione di valuta estera e tutto doveva essere pagato in moneta nazionale. I turisti potevano cambiare negli alberghi ed eventualmente ricambiare l'eccedenza solo all'aeroporto al momento della partenza. Con i pesos cubani veniva consegnata una ricevuta col nome del turista che recava la quantità di valuta cambiata (all'epoca bisognava venire con dollari USA, non si cambiavano Lire...) e con degli spazi in cui venivano annotate le cifre spese per gli acquisti e alla fine del viaggio, se rimaneva un “credito” era quello che si ricambiava in aeroporto. Il cambio ufficiale dava 80 centesimi per ogni dollaro e la lira, a quei tempi, era partita da 1200 per dollaro arrivando a oltre 2200. Solo successivamente si ebbe un periodo di transizione in cui gli stranieri E SOLO LORO, dovevano pagare in dollari nelle “tiendas” quasi esclusivamente presenti negli alberghi. L'ingresso alle strutture turistiche era vietato ai cubani non autorizzati e i lavoratori del turismo non potevano mantenere relazioni con stranieri al di fuori del loro lavoro, pena licenziamento. In merito alla circolazione di denaro bisogna anche dire che al di fuori delle "tiendas" turistiche degli alberghi non c'era proprio niente da comprare e girare per l'Avana di allora era come girare in una città quasi deserta. C'erano solo gli abitanti della zona che entravano, uscivano o si fermavano a prendere fresco, giocare a domino o chiacchierare, ma non c'era un solo esercizio commerciale, artigianale, bar ristorante o caffetteria:solo saracinesche abbassate o qualche sporadico locale solo in moneta nazionale dove la "tabella delle offerte" a parte "ron" o "cerveza" era praticamente vuota. Gli unici esercizi pubblici al di fuori degli alberghi erano: Floridita, Bodeguita del Medio e El Patio in Piazza della Cattedrale. Stop. I turisti assetati, venivano accompagnati alla "Casa del Agua La Tinaja", nella Piazza dei capitani generali dove, con 5 centesimi di peso si poteva bere un bicchier d'acqua fresca.
Per le ragioni di cui sopra, la prostituzione era praticamente inesistente, almeno con gli stranieri che erano ancor più facilmente distinguibili allora per “morfologia” e specialmente per l'abbigliamento, dato che non c'era ancora la “globalizzazione” e l'abbigliamento cubano era molto ridotto per quantità e qualità. Anche i cubani che viaggiassero e potessero importare “cose” erano veramente pochi e selezionati. I rischi erano notevoli per la prostituta o il prostituto e non c'erano molti luoghi ove eventualmente recarsi. Ma come si può capire nemmeno i turisti avevano tempo o occasione per “provarci”. Però qualche rara eccezione c'è stata e, se possibile, ancora più squallida di oggi. Le ragazzine si prostituivano, quando riuscivano, proprio per la maglietta, la saponetta, lo shampoo o il profumo....mai tutte le cose assieme...veramente triste, almeno oggi si fanno pagare...chi più...chi meno. Se può essere una consolazione...
Anche il cambio nero, molto rischioso per il cubano che lo praticasse, era di 2 pesos per un dollaro, ma in pratica non serviva a niente per il turista. Poi è aumentato il tasso di cambio poco a poco fino a 10...12 arrivando, durante "el periodo especial" a punte anche di 150 su una media di 140 a 1.
Nel 1983, vincendo le resistenze del Comandante e con l'intraprendenza di alcuni funzionari dell'allora Instituto Nacional de Turismo si è iniziata, con molte difficoltà, la prima catena di voli “charter” da Milano con partenza settimanale e soggiorno di una o più settimane, a scelta, con possibilità di tour+mare o solamente soggiorno balneare. Le agenzie di viaggio piccole cominciavano a rivendere i programmi proposti dal “pool” Italturist-Viaggi Mondadori ai quali si aggiunse, poi, Ventana che all'inizio aveva mantenuto i viaggi di linea con Iberia. Poco a poco la domanda crebbe, si moltiplicarono le agenzie minori o touroperators si stabilirono altre linee aeree, si introdusse la possibilità di programmi “individuali” che seppur non ancora completamente “liberi” non vincolavano al “gruppo”. Comparvero le prime “Lada” di Havanautos in affitto. Si aprì l'offerta di Cayo Largo che fu preso in esclusiva proprio da Ventana e gli fornì la moneta di scambio, con il "pool", per avere posti sul “charter”. Così, poco a poco, si arrivò allo stato attuale con un continuo trend di crescita nel numero di paesi che mandano turisti, linee aeree, alberghi, infrastrutture e servizi collaterali che oggi permettono di vistare Cuba in libertà
P.S.:
Giusto per essere chiari: quando dicevo che la reciprocità prevedeva di "non uscire dall'itinerario prestabilito" non era certo nei percorsi urbani, ma per le trasferte in altre città...
Gli altri aeroporti del Paese non erano abilitati ai servizi Internazionali eccetto, in caso di necessità, quello di Camagüey. Rancho Boyeros aveva solo il Terminal 1 e la pista era attraversata dalla linea del treno Avana-Pinar del Rio.
Tanto per dare un'idea di cos'era il centro storico: l'albergo Ambos Mundos era diventato magazzino e uffici di un'impresa e aveva solo una targa sul muro che diceva cosa era stato...
La Calle Obispo e il Boulevard San Rafael non erano gli "alveari" pieni di vita e attività di oggi.
Il centro storico, eccetto gli edifici monumentali era fatiscente. Ovvio che trovo cambiata in meglio l'Avana...
Deceduto il Ministro della Difesa
Chi invece è morto davvero è il Ministro della Difesa Julio Casas Regueira che era subentrato alla testa del Ministero per sostituire Raul Castro quando aveva assunto la presidenza "ad interim" nel 2008.
Dedicato a Enrico Mentana
Fidel Castro está "vivito y coleando" según su sobrina Mariela
EFE
La Habana -- Mariela Castro, directora del Centro Nacional de Educación Sexual (Cenesex) e hija del presidente cubano, Raúl Castro, afirmó hoy que su tío Fidel “está vivito, coleando y goza de muy buena salud”.
La sobrina del expresidente cubano dijo en declaraciones a Efe que “Fidel, para todos estos que han recibido todas estas falsas informaciones, que son habituales en la figura del Comandante en Jefe, está vivito, coleando y goza de muy buena salud, realmente está muy creativo, está investigando”.
En los últimos días se han disparado nuevamente fuera de la isla los rumores sobre el estado de salud de Fidel Castro, de 85 años, quien se encuentra alejado del poder a causa de una grave enfermedad intestinal que lo obligó a delegar el poder en su hermano menor, Raúl, desde el 31 de julio de 2006.
Magari, vista la fonte, si potrebbe eventualmente (tutto al condizionale) dubitare della reale immagine sullo stato di salute, quello che però è credibile è il fatto che il Nostro abbia rinviato ancora, a data da destinarsi, l'incontro col giorno del giudizio. (ilvecchioeilmare)
EFE
La Habana -- Mariela Castro, directora del Centro Nacional de Educación Sexual (Cenesex) e hija del presidente cubano, Raúl Castro, afirmó hoy que su tío Fidel “está vivito, coleando y goza de muy buena salud”.
La sobrina del expresidente cubano dijo en declaraciones a Efe que “Fidel, para todos estos que han recibido todas estas falsas informaciones, que son habituales en la figura del Comandante en Jefe, está vivito, coleando y goza de muy buena salud, realmente está muy creativo, está investigando”.
En los últimos días se han disparado nuevamente fuera de la isla los rumores sobre el estado de salud de Fidel Castro, de 85 años, quien se encuentra alejado del poder a causa de una grave enfermedad intestinal que lo obligó a delegar el poder en su hermano menor, Raúl, desde el 31 de julio de 2006.
Magari, vista la fonte, si potrebbe eventualmente (tutto al condizionale) dubitare della reale immagine sullo stato di salute, quello che però è credibile è il fatto che il Nostro abbia rinviato ancora, a data da destinarsi, l'incontro col giorno del giudizio. (ilvecchioeilmare)
Commenti e anonimato
Ovviamente è legittimo rimanere anonimi, se lo si desidera, nell'inviare commenti. Sarebbe meglio, però, o restare completamente anonimi oppure mettere uno pseudonimo qualunque senza fermarsi alla sola iniziale perché può generare confusioni. Nella fattispecie si sono "incrociate" due "S"....
Grazie per la collaborazione.
Grazie per la collaborazione.
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