Translate

Il tempo all'Avana

+28
°
C
H: +28°
L: +23°
L'Avana
Lunedì, 24 Maggio
Vedi le previsioni a 7 giorni
Mar Mer Gio Ven Sab Dom
+28° +29° +29° +28° +29° +29°
+24° +24° +24° +24° +24° +24°

sabato 3 settembre 2011

Nascita e crescita del turismo (postrivoluzionario) a Cuba

Visto e sentito che c'è qualche interesse sull'argomento, ho compilato un post con un "condensato" di storia recente del turismo a Cuba.



Il turismo italiano e più in generale “occidentale” del periodo post-rivoluzionario è nato, ufficialmente, nel 1976 con un viaggio “incentive” al villaggio di Jibacoa a Est dell'Avana. A partire da allora cominciarono a venire a Cuba gruppi di turisti spagnoli e italiani. Erano gruppi politicizzati specialmente gli italiani, dal momento che in Spagna c'era al potere Francisco Franco che alla “tirata di orecchie” dello Zio Sam ha risposto che Cuba era “un affare di famiglia” e quindi la Compagnia di bandiera IBERIA era l'unica linea occidentale che arrivasse all'Avana, SABENA aveva un ufficio di rappresentanza, ma non volava. Il viaggio via Madrid era il più “confortevole” dato che si effettuava con un DC8 (dopo qualche anno DC10) che a volte, per cattive condizioni meteorologiche, non riusciva a fare il volo diretto e doveva rifornirsi di carburante in Canada (Col DC10 era molto più raro il caso di "scalo tecnico" intermedio). In tutti i casi era la miglior via per arrivare a Cuba anche se costava un po' di più delle alternative: CSA via Praga/Montreal o Interflug via Berlino Est/Gander e a volte anche Shannon. Entrambe usavano i TU134 per il breve volo in Europa e poi gli IL62 per la traversata oceanica. Successivamente la CSA aveva messo anche sul Milano/Praga gli IL62.

All'epoca non esisteva la possibilità di “solo volo” o “turismo individuale”, si arrivava in gruppi precostituiti e si doveva svolgere un programma di visite prestabilito. In genere i gruppi erano di 40 persone che rappresentavano la capienza degli autobus “Pegaso” (spagnoli) in dotazione al turismo. I cittadini italiani, svedesi e svizzeri erano gli unici a non avere bisogno di visto d'ingresso, dovevano solo compilare il “landing card” in duplice copia che oggi è considerato “visto”. All'epoca vi era un accordo bilaterale che prevedeva che i cittadini italiani a Cuba o Cubani in Italia non potessero uscire dall'itinerario previsto se non chiedendo il permesso alle Autorità competenti. Una norma solo scritta, ma che nel caso di Cuba veniva messa in pratica per ragioni contingenti. Non c'era possibilità di alloggio in case private, gli alberghi erano pochi e il programma molto fitto, quindi di tempo per scorrazzare ce n'era poco, al di la del fatto che anche i trasporti erano molto scarsi e disorganizzati, specie quelli interprovinciali. Le “guaguas” all'Avana funzionavano discretamente durante le 24 ore, ma veramente il turista di allora non avrebbe saputo dove andare, anche volendo. I programmi prevedevano il “tutto compreso” dai giri turistici nelle città visitate a incontri sociali che potevano essere scuole, ospedali, comunità agricole, fabbriche, organizzazioni politiche ecc., ma prevedevano anche lo show del Tropicana.
Il maggior numero di presenze, esclusivamente “confinate” ai centri balneari era quello dei canadesi che venivano a svernare a Cuba. Le loro mete erano Playas del Este all'Avana, Varadero e poi anche Guardalavaca.

Su Cuba operavano all'epoca solo, dapprima, Italturist (con Unità Vacanze) e poi Ventana che essendo del gruppo Fiat era entrata nel “giro” per ragioni economiche. La presenza dei nostri connazionali a quei tempi aveva raggiunto punte massime di circa 6/8 mila turisti all'anno.

Era assolutamente proibita la circolazione di valuta estera e tutto doveva essere pagato in moneta nazionale. I turisti potevano cambiare negli alberghi ed eventualmente ricambiare l'eccedenza solo all'aeroporto al momento della partenza. Con i pesos cubani veniva consegnata una ricevuta col nome del turista che recava la quantità di valuta cambiata (all'epoca bisognava venire con dollari USA, non si cambiavano Lire...) e con degli spazi in cui venivano annotate le cifre spese per gli acquisti e alla fine del viaggio, se rimaneva un “credito” era quello che si ricambiava in aeroporto. Il cambio ufficiale dava 80 centesimi per ogni dollaro e la lira, a quei tempi, era partita da 1200 per dollaro arrivando a oltre 2200. Solo successivamente si ebbe un periodo di transizione in cui gli stranieri E SOLO LORO, dovevano pagare in dollari nelle “tiendas” quasi esclusivamente presenti negli alberghi. L'ingresso alle strutture turistiche era vietato ai cubani non autorizzati e i lavoratori del turismo non potevano mantenere relazioni con stranieri al di fuori del loro lavoro, pena licenziamento. In merito alla circolazione di denaro bisogna anche dire che al di fuori delle "tiendas" turistiche degli alberghi non c'era proprio niente da comprare e girare per l'Avana di allora era come girare in una città quasi deserta. C'erano solo gli abitanti della zona che entravano, uscivano o si fermavano a prendere fresco, giocare a domino o chiacchierare, ma non c'era un solo esercizio commerciale, artigianale, bar ristorante o caffetteria:solo saracinesche abbassate o qualche sporadico locale solo in moneta nazionale dove la "tabella delle offerte" a parte "ron" o "cerveza" era praticamente vuota. Gli unici esercizi pubblici al di fuori degli alberghi erano: Floridita, Bodeguita del Medio e El Patio in Piazza della Cattedrale. Stop. I turisti assetati, venivano accompagnati alla "Casa del Agua La Tinaja", nella Piazza dei capitani generali dove, con 5 centesimi di peso si poteva bere un bicchier d'acqua fresca.

Per le ragioni di cui sopra, la prostituzione era praticamente inesistente, almeno con gli stranieri che erano ancor più facilmente distinguibili allora per “morfologia” e specialmente per l'abbigliamento, dato che non c'era ancora la “globalizzazione” e l'abbigliamento cubano era molto ridotto per quantità e qualità. Anche i cubani che viaggiassero e potessero importare “cose” erano veramente pochi e selezionati. I rischi erano notevoli per la prostituta o il prostituto e non c'erano molti luoghi ove eventualmente recarsi. Ma come si può capire nemmeno i turisti avevano tempo o occasione per “provarci”. Però qualche rara eccezione c'è stata e, se possibile, ancora più squallida di oggi. Le ragazzine si prostituivano, quando riuscivano, proprio per la maglietta, la saponetta, lo shampoo o il profumo....mai tutte le cose assieme...veramente triste, almeno oggi si fanno pagare...chi più...chi meno. Se può essere una consolazione...
Anche il cambio nero, molto rischioso per il cubano che lo praticasse, era di 2 pesos per un dollaro, ma in pratica non serviva a niente per il turista. Poi è aumentato il tasso di cambio poco a poco fino a 10...12 arrivando, durante "el periodo especial" a punte anche di 150 su una media di 140 a 1.

Nel 1983, vincendo le resistenze del Comandante e con l'intraprendenza di alcuni funzionari dell'allora Instituto Nacional de Turismo si è iniziata, con molte difficoltà, la prima catena di voli “charter” da Milano con partenza settimanale e soggiorno di una o più settimane, a scelta, con possibilità di tour+mare o solamente soggiorno balneare. Le agenzie di viaggio piccole cominciavano a rivendere i programmi proposti dal “pool” Italturist-Viaggi Mondadori ai quali si aggiunse, poi, Ventana che all'inizio aveva mantenuto i viaggi di linea con Iberia. Poco a poco la domanda crebbe, si moltiplicarono le agenzie minori o touroperators si stabilirono altre linee aeree, si introdusse la possibilità di programmi “individuali” che seppur non ancora completamente “liberi” non vincolavano al “gruppo”. Comparvero le prime “Lada” di Havanautos in affitto. Si aprì l'offerta di Cayo Largo che fu preso in esclusiva proprio da Ventana e gli fornì la moneta di scambio, con il "pool", per avere posti sul “charter”. Così, poco a poco, si arrivò allo stato attuale con un continuo trend di crescita nel numero di paesi che mandano turisti, linee aeree, alberghi, infrastrutture e servizi collaterali che oggi permettono di vistare Cuba in libertà

P.S.:

Giusto per essere chiari: quando dicevo che la reciprocità prevedeva di "non uscire dall'itinerario prestabilito" non era certo nei percorsi urbani, ma per le trasferte in altre città...
Gli altri aeroporti del Paese non erano abilitati ai servizi Internazionali eccetto, in caso di necessità, quello di Camagüey. Rancho Boyeros aveva solo il Terminal 1 e la pista era attraversata dalla linea del treno Avana-Pinar del Rio.
Tanto per dare un'idea di cos'era il centro storico: l'albergo Ambos Mundos era diventato magazzino e uffici di un'impresa e aveva solo una targa sul muro che diceva cosa era stato...
La Calle Obispo e il Boulevard San Rafael non erano gli "alveari" pieni di vita e attività di oggi.
Il centro storico, eccetto gli edifici monumentali era fatiscente. Ovvio che trovo cambiata in meglio l'Avana...

20 commenti:

  1. Sei veramente una enciclopedia deambulante e ti ringrazio per avermi chiarito alcuni dubbi. Leggendo quanto da te scritto però mi viene voglia di insistere.

    A) La tua descrizione della capitale mi fa capire che fosse una città fantasma. Perchè se si parla con dei cubani dicono che prima del periodo speciale la vita era florida e fiorente? Che non mancava quasi nulla e che si viveva molto bene !

    B) Se tu ti sei trasferito in quei tempi " preistorici " come facevi a relazionarti con cubani/cubane se non potevano frequentare cittadini stranieri? Tu stesso racconti nel post di Minà che fu proprio una tua fidanzata ad aiutarvi a " conoscere " persone influenti. Quindi non capisco bene come funzionasse.

    C) La cosa mi appassiona ed ho cercato di scaricare il libro. Ho quindi letto un tuo commento che riporto integralmente:

    - Grazie della recensione Valeriano, mi sembra che almeno nel tuo caso, ho raggiunto lo scopo che mi ero prefisso nello scrivere la storia, mandare un messaggio al di là delle ideologie, far riflettere e far conoscere parte dell'Avana a chi non la conosce o rivivere a chi come te la frequenta, magari anche a chi mi ha conosciuto, qua, quando mi occupavo di turismo. Tenendo presente che quella descritta è quella degli anni '80, ma in sostanza non è che sia cambiata molto.-

    Perchè quindi pochi post fa scrivevi che l' Habana è cambiata moltissimo e pochi mesi fa scrivevi che è rimasta uguale ?

    Poi avrei alcune domande più personali però non so se ti possano infastidire e quindi attendo la tua autorizzazione per porle.

    Alberto

    RispondiElimina
  2. Questo è il secondo commento poiché vedo che il primo non è stato ricevuto.

    Grazie per la risposta amico Aldo; sei veramente una enciclopedia deambulante. L’ argomento è interessante e mi sento di porgerti altre domande, se me lo consenti.

    La prima è che non capisco, poiché scrivi che la Capitale era una città blindata per gli stranieri, come tu abbia potuto intrecciare rapporti civili con i suoi abitanti e relazionarti con loro. Leggevo in fatti nel post di Minà che proprio grazie ad una tua ex bella dell’ epoca lui riuscì a conoscere persone influenti che lo aiutarono nelle sue interviste. Non mi è chiaro come tu potessi avere una ex se ai cubani era proibito relazionarsi con gli stranieri in orari non lavorativi. Vi nascondevate sotto la scrivania?

    La seconda è che avendo più volte parlato con cubani di tutte le ideologie mi raccontavano di una Cuba prima del periodo speciale in cui la vita era divertente ed i rapporti umani floridi. Un vero paradiso senza invidie, senza lucchetti e senza le difficoltà create dalla caduta del muro. Tu però racconti di una città senza divertimenti senza locali dove svagarsi, saracinesche chiuse e tavolini in strada per il dominò ! E quindi, pur credendo a quello che scrivi perché non ho motivi per dubitare, mi sembra che il racconto da te fatto sia diverso da ciò che dicono molti cubani.

    Mi sono però appassionato ed ho cercato di scaricare il libro per leggerlo. Casualmente ho trovato un commento ad un utente da te postato pochi mesi fa e te lo propongo integralmente:

    - Grazie della recensione Valeriano, mi sembra che almeno nel tuo caso, ho raggiunto lo scopo che mi ero prefisso nello scrivere la storia, mandare un messaggio al di là delle ideologie, far riflettere e far conoscere parte dell'Avana a chi non la conosce o rivivere a chi come te la frequenta, magari anche a chi mi ha conosciuto, qua, quando mi occupavo di turismo. Tenendo presente che quella descritta è quella degli anni '80, ma in sostanza non è che sia cambiata molto. –


    Vedo che alcuni giorni fa rispondevi che l’ Habana è molto cambiata ed è fiorita. Come mai in pochi giorni hai cambiato idea così drasticamente?

    Poi avrei altre domande che sono più personali e non vorrei metterti in difficoltà. Attendo per porgertele che tu mi autorizzi anche se sono certo che essendoti raccontato in versione integrale tu non sia certamente un ragazzo “ timidone “

    Comunque sia grazie per avermi risposto
    Il solito abbraccio cubano, un vero rito per i cubanofili di tutto il pianeta

    Alberto

    p.s a proposito del tuo libro ne ho trovata qui una versione però mi sembra che manchino alcune pagine:

    http://www.ebooksitalia.com/immagini/copertine/assaggi_pdf/av-a.pdf

    Molto interessante il fatto che fu' Wilma a giustiziare Camillo. Ne avevo già sentito parlare

    RispondiElimina
  3. Alberto, ho ricevuto 2 notifiche via mail con i tuoi commenti che però non appaiono sul sito...mistero google....
    Allora: non ho detto che l'Avana fosse "blindata" e che fosse proibito avvicinare gli stranieri. SOLO I LAVORATORI DEL TURISMO e alcune altre catgorie "strategiche" non potevano farlo. Ho descritto la situazione che trovava il turista dell'epoca, no quella dei cubani che comunque di giorno trovavano una città desolata e desolante. Esistevano i centri notturni che però, Tropicana a parte o i cabarte degli alberghi non erano raggiungibili dai turisti. Non ho detto che i cubani non si potessero divertire di notte (chi poteva permetterselo). Molti locali "misti" tipo i cabaret degli alberghi erano accessibili per i cubani con inviti premio per "meriti di lavoro". Non è cambiato molto lo "spirito" del pueblo, è cambiata molto la città con i suoi servizi allora inimmaginabili. Quando è venuto Minà per il Festival di Varadero era già comunque iniziata la "catena" dei voli charter, quindi un timido inzio di "aperture c'era già, nonostante come ti ho detto, in generale, non c'era divieto di frequentare gli stranieri nemmeno prima.

    RispondiElimina
  4. Grazie per la risposta amico Aldo; sei veramente una enciclopedia deambulante. L’ argomento è interessante e mi sento di porgerti altre domande, se me lo consenti.

    La prima è che non capisco, poiché scrivi che la Capitale era una città blindata per gli stranieri, come tu abbia potuto intrecciare rapporti civili con i suoi abitanti e relazionarti con loro. Leggevo in fatti nel post di Minà che proprio grazie ad una tua ex bella dell’ epoca lui riuscì a conoscere persone influenti che lo aiutarono nelle sue interviste. Non mi è chiaro come tu potessi avere una ex se ai cubani era proibito relazionarsi con gli stranieri in orari non lavorativi. Vi nascondevate sotto la scrivania?

    La seconda è che avendo più volte parlato con cubani di tutte le ideologie mi raccontavano di una Cuba prima del periodo speciale in cui la vita era divertente ed i rapporti umani floridi. Un vero paradiso senza invidie, senza lucchetti e senza le difficoltà create dalla caduta del muro. Tu però racconti di una città senza divertimenti senza locali dove svagarsi, saracinesche chiuse e tavolini in strada per il dominò ! E quindi, pur credendo a quello che scrivi perché non ho motivi per dubitare, mi sembra che il racconto da te fatto sia diverso da ciò che dicono molti cubani.

    Mi sono però appassionato ed ho cercato di scaricare il libro per leggerlo. Casualmente ho trovato un commento ad un utente da te postato pochi mesi fa e te lo propongo integralmente:

    - Grazie della recensione Valeriano, mi sembra che almeno nel tuo caso, ho raggiunto lo scopo che mi ero prefisso nello scrivere la storia, mandare un messaggio al di là delle ideologie, far riflettere e far conoscere parte dell'Avana a chi non la conosce o rivivere a chi come te la frequenta, magari anche a chi mi ha conosciuto, qua, quando mi occupavo di turismo. Tenendo presente che quella descritta è quella degli anni '80, ma in sostanza non è che sia cambiata molto. –


    Vedo che alcuni giorni fa rispondevi che l’ Habana è molto cambiata ed è fiorita. Come mai in pochi giorni hai cambiato idea così drasticamente?

    Poi avrei altre domande che sono più personali e non vorrei metterti in difficoltà. Attendo per porgertele che tu mi autorizzi anche se sono certo che essendoti raccontato in versione integrale tu non sia certamente un ragazzo “ timidone “

    Comunque sia grazie per avermi risposto
    Il solito abbraccio cubano, un vero rito per i cubanofili di tutto il pianeta

    Alberto

    p.s a proposito del tuo libro ne ho trovata qui una versione però mi sembra che manchino alcune pagine:

    RispondiElimina
  5. Ecco il commento di Alberto "recuperato" dalla posta.

    p.s.: Il libro non è più commercializzato da Simonelli con il quale ho chiuso il contratto, però si vede che ha tenuto le pagine "di assaggio", non so se per venderlo lo stesso...

    RispondiElimina
  6. Sei sempre molto disponibile e gentile.

    Un ultima domanda. Quanto più o nemo costa vivere a Cuba da residenti senza ovviamente eccedere e facendo una normalissima vita come credo sia la tua?

    Alberto

    RispondiElimina
  7. Con una pensione "normale" si vive senza problemi...

    RispondiElimina
  8. Grazie lo immaginavo.

    Pensa che in altro Blog ( isola nel sole )che tra le altre cose ha persino il link del tuo come " esempio " un tal Aston Villa si lamentava che non è possibile portare a Cuba più di 10 000 euro per passarvi un mesetto vivendo come un residente e nella campagna di las Tunas!!!!

    Chissà perchè vi sono spazi gestiti da presunti esperti di Cuba dove si possono leggere solo delle bufale bestiali. Sono veramente ridicoli e stò Aston il più ridicolo di tutti.

    Alberto

    RispondiElimina
  9. Bisogna vedere che "vizietti" ha Aston...nella campagna di Las Tunas, comunque quando uno è qua può ricever bonifici....

    RispondiElimina
  10. p.s.: non bisogna poi confondere il "risiedere" con lo "starci" e il "permanente" col "temporal"...

    RispondiElimina
  11. Ma che vizietti vuoi che abbia..che cerca pure una giustificazione perchè lo hanno beccato a Las Tunas a vendere magliette cinesi per pagarsi le ore notturne....Quello è la barzelletta vivente di tutti i forum su Cuba!

    Interessante la differenza che fai tra il permanente ed il temporal! Potresti, tempo permettendo, essere più chiaro?

    La unica differenza che conosco pensavo fosse la quota sulla " libretta " e la possibilità di lavorare anche se per la " gloria " visti gli stipendi.

    Alberto

    RispondiElimina
  12. Dal punto di vista "tecnico" e anche giuridico, il residente permanente è equiparato a tutti gli effetti al cittadino cubano. Il residente Temporal invece è legato, per le attività ufficiali, al mercato in moneta convertibile. Certamente può andare al mercato a coprare le patate in pesos...ma se deve affittare qualcosa (per esempio) deve pagare in cuc.
    La residenza "temporal" NON si può acquisire per matrimonio, in genere per contratto di lavoro, quasi sempre con aziende straniere.
    Il residente "temporal" può entrare e uscire liberamente da Cuba fino che ha tale "status", come il cittadino cubano che vive all'estero con il PRE.

    RispondiElimina
  13. ma quel tipo li del blog e quello che si vanta di cuccare le minori e che poi invece ha piu corna in capo che boccali di birra in circolazione a Oktober Fest?

    RispondiElimina
  14. Ho l'onore e il piacere di NON conoscere "quel tipo li del blog"
    che non è questo (il blog). Le frustrazioni e/o conquiste dei Casanova italiani NON mi interessa minimamente e vorrei evitare di parlarne.

    RispondiElimina
  15. Ho l'onore e il piacere di NON conoscere "quel tipo li del blog"
    che non è questo (il blog). Le frustrazioni e/o conquiste dei Casanova italiani NON mi interessa minimamente e vorrei evitare di parlarne.

    RispondiElimina
  16. Aldo, mi è piaciuta la panoramica che hai fatto su Cuba degli anni '70 e '80: è un punto di vista inusuale e poco noto, quello di uno straniero che passava da quelle parti in quegli anni.

    A proposito di moneta, ricordo che ancora nel 1994 (quando andai per la prima volta a Cuba) c'era il divieto per i cubani di entrare nelle "tiendas" e di possedere dollari; inoltre circolavano anche quelle "strane" monete INTUR... Ve le ricordate?

    RispondiElimina
  17. Il divieto di cui parli era vigente da "sempre" e proprio alla fine di quell'anno o nel '95 è stato tolto con la depenalizzazione del possesso di valuta. Le monete Intur erano state coniate durente il "periodo di transizione", durato alcuni anni, tra il mercato con la sola moneta nazionale e l'attuale "doppio" mercato, per ovviare alla scarsità di spiccioli americani, visto che gli acquisti "turistici" si facevano con quella moneta.
    Devo anche chiarire che il divieto, per alcune categorie, di "relazione con stranieri fuori da motivi di lavoro" non era assoluto e ho usato impropriamente la parola "stranieri" invece di "turisti", partendo dal presupposto che lo straniero "non turista" fosse evidentemente molto meno "pericoloso" potenzialmente che non il turista occasionale. per "pericoloso" non si intende solo sabotatore o terrorista, ma anche chi poteva "penetrare ideologicamente" nella mentalità socialista.

    RispondiElimina
  18. p.s.: ho trascurato il principale potenziale rischio del "turismo"...lo spionaggio...
    chiedo venia e riparo

    RispondiElimina
  19. Comunque tu sei riucito perfettamente a "penetrare ideologicamente" nella mentalità socialista: vedo nelle foto qui a fianco che ti hanno fatto addirittura entrare nella MTT! Io non ci sono riuscito: non mi hanno voluto!

    RispondiElimina
  20. vedi caro Aldo che da come dice anche chi a Cuba a vissuto ( ale ) sono cose interessanti e di cui non se ne legge mai!

    I commenti sono la linfa dei blog!

    Alberto

    RispondiElimina