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venerdì 10 marzo 2017

Che bello sorvolare lo Stretto della Florida senza dover fare il giro dei Caraibi...e a minor prezzo

Il prossimo 23 partirò per Orlando (Florida), approfittando dei recenti voli commerciali diretti, dove si trova mia figlia e mi fermerò da lei per un mese. Cercherò, anzi lo farò sicuramente, di aggiornare e “restringere” la mia cerchia di amicizie su Face Book in quanto, ho ripetuto fino alla noia che ho grosse difficoltà ad operarlo da Cuba. Per l’occasione credo di poter pubblicare come e-book e probabilmente anche cartaceo il mio libro “Rinascita del turismo a Cuba”, nelle edizioni italiana e spagnola, dalla fine degli anni ’60 del secolo scorso a oggi. Non è un testo che aspira al Premio Nobel, però credo che ci siano elementi che a qualcuno possano interessare e circa 150 fotografie o più.

Spero di non offendere nessuno, ma alla parola “amico” o almeno “buon conoscente”, da anziano quale sono, do il significato di un legame affettivo e disinteressato, condivisione di interessi o ricordi, seppure non ci vediamo da tempo o possiamo avere punti di vista diversi, anche in politica. Purtroppo succede spesso che molte persone non la pensino così e considerino “amici” delle semplici persone che furono o potrebbero essere utili, magari anche come “merce” di scambio. Mi dispiace, ma la penso diversamente.

giovedì 9 marzo 2017

Incontro di Eusebio Leal Spengler col pubblico, moderato da Ciro Bianchi

Fra gli abituali incontri settimanali alla fondazione Dulce María Loynaz, ieri 8 di marzo, c’è sta una conversazione col pubblico da parte del Conservatore Patrimoniale e Storico della cità dell’Avana, Eusebio Leal Spengler, moderato dal popolare intellettuale giornalista e scrittore Ciro Bianchi Ross.
L’invitato ha esordito e parlato a lingo della sua infanzia, da bambino povero, figlio di una bidella separata dal marito che ha compiuto salti mortali per allevare con amore suo figlio fino a potergli far frequetntare la quarta elementare.
Leal ha elencato una serie infinita di amici d’infanzia, fra cui Omara Portuondo, vicini solidali e caritatevoli, come altri personaggi che nell’adolescenza lo hanno aiutato a sbarcare il lunario, introducendolo, in punta i piedi, nel mondo dell’intellettualità cubana  e della realtà cattolica con cui è stato allevato e con essi altri luoghi che hanno sempre catturato la sua attenzione e hanno risvegliato il sogno, sempre latente in lui di studiare, seppure da autodidatta, per mantenere vivo il ricordo della città che lo ha visto nascere e crescere. Una delle figure che più lo hanno impressionato è stata quella di Emilio Roig, il suo predecessore nel ruolo di Conservatore Patrimoniale e Storico della città che in pratica gli ha lasciato un’eredità per la quale non si sentiva preparato. Attraverso Roig e altri personaggi importanti e celebri ha scoperto, avuto accesso ed ereditato, per la città, documenti e oggetti storici di valore inestimabile.
Una volta giunto il processo rivoluzionario, Eusebio ha potuto riannodare gli studi, con grande sforzo di volontà, lottando contro l’ostracismo alle religioni dell’epoca, rubando tempo alle sue molteplici attività che lo hanno portato alle soglie dell’Università, dove poi è entrato superando brillantemente le altre prove, è stato respinto all’esame: sul Marxismo Leninismo. Ha chiesto umilmente scusa ai professori esaminandi, da lui paragonati agli inquisitori spagnoli per la loro severità e intransigenza, ma ha detto chiaramente che la materia era per lui ostica, in quanto la sua mente analitica non accettava idee imposte ma le doveva prima elaborare e capire. Pertanto, ha chiesto aiuto a una delle professoresse di aiutarlo nel fargli comprendere il contenuto della materia, potendo poi così, accedere alla carriera universitaria.
Un racconto molto bello e interessante di quest’uomo che poi si è circondato di valenti collaboratori in ogni settore e sta ridando, almeno al centro della Città Vecchia e immediati dintorni, il suo antico splendore.
Giunto a un’età più che matura, essendosi dichiarato grande sognatore come tutti quelli della sua generazione, ha detto di avere un sogno in sospeso, seppure già in via di realizzazione: Il trasporto da New York della replica esatta e fedele dell’unica scultura esistente di José Martí, l’Eroe nazionale cubano e apostolo della moderna rivoluzione che campggia nel Central Park della città nordamericana. Dopo molte e lunghissime trattative, negative, con i diversi sindaci succeduti al governo della città, è riuscito a trovare una Fondazione privata che si è detta disponibile ad aiutarlo nel suo porposito facendo trasportare una copia fedele, del peso di diverse tonnellate di bronzo, per aiutarlo nel suo sogno e far si che tutti gli avaneri o i visitanti della citttà possano ammirare quest’opera d’arte, unica per la composizione di un Martí a cavallo, ferito a morte e scolpita con una grande arte che evidentemente è stata aiutata dall’amore per questo personaggio, Gigante fra i Gigantii dell’Indipendenza dalla Patria Grande Latinoamericana.
Dopo questo, ha detto, la sua opera sarà terminata, nel frattempo sta ultimando il restauro del Capitolio Nacional che tornerà ad essere la sede dell’Assemblea legislativa, cubana completando, la sua cupola con una lanterna che illuminerà gran parte della zona nelle ore notturne.
Grazie Eusebio, a nome di tutti coloro e apprezzano l’Avana, anche nei luoghi meno conosciuti e purtroppo non ne conoscono, né conosceranno mai tanti misteri nascosti.

Al termine dei suoi interventi, l’unica domanda dal pubblico è stata la mia e gli ho ricordato, quando oltre trent’anni fa, era venuta una delegazione italiana della Confindustria milanese e lombarda disposta a contribuire con finanziamenti e personale specializzato alla costruzione di parte della città, in particolare nella zona di Monte. La risposta, molto diplomatica, riunita assieme ad altri commenti e ricordi del fatto, è stata che l’operazione non si è potuta realizzare per “la burocrazia”. Italiana, cubana o di entrambe? A questo non ha dato risposta.














lunedì 27 febbraio 2017

Ristoranti italiani storici all'Avana

Questa è la parte della "colonna" settimanale che Ciro Bianchi pubblica ogni domenica su "Juventud Rebelde" e che è uscito proprio ieri, domenica 26. Come sempre, mi ha concesso di tradurlo e pubblicarlo. Ne ho estrapolato la parte che ci riguarda strettamente e che verrà pubblicato (con alcune fotografie) nel libro che sto preparando e ho registrato da tempo, sulla rinascita del turismo a Cuba dalla fine degli anni '70 ad oggi.
Il libro che spero di pubblicare on line il prossimo marzo sarà ricco di fotografie d'epoca e recenti (sicuramente più di 100) e alle quali ho dato uno spazio privilegiato alla fine di ogni capitolo inerente e al termine con una piccola "galleria".



A richiesta del lettore

Di Ciro Bianchi Ross.

Nell’Avana degli anni ’50, il ristorante Frascati in Prado 357 fra Neptuno e Virtudes, aveva la fama di essere la miglior cucina italiana a Cuba. Altri ristoranti e pizzerie appaiono registrati nell’elenco telefonico del 1958: Montecatini in 15 angolo “J” nel Vedado; Sorrento, in Calzada e 20, pure nel Vedado, si faceva annunciare come “super ristorante capace di fare di ogni piatto una specialità”, poi La Piccola Italia in Consulado 221 e un altro in “L” tra 15 e 17, dove successivamente ci fu il Pío-Pío. Non dico che fossero tutti. Doña Rosina in “I”, quasi all’angolo con Calzada è un po’ più recente. Già da allora erano molto popolari le pizzette del Ten Cents di Galiano e San Rafael; una pizza elaborata davanti agli occhi del cliente che si tagliava in diverse fette e si vendeva a porzioni. Si mangiava in piedi o mentre si camminava, per coloro a cui mancava un tempo più lungo.
Lo scriba, in questi riferimenti, da risposta alle richieste di Eduardo Castillero, interessato nel saper se vincere o perdere una discussione, sul fatto che le pizze si conoscessero prima o dopo del 1959.
Evidentemente si conoscevano. Niente a che vedere con ciò che si vendeva già negli anni ’60. È allora che la cucina italiana diventa popolare in tutta l’Isola e le pizzerie arrivano agli angoli più sperduti. La pasta di grano, il formaggio, il pomodoro, in definitiva erano qua presenti fino dalla Colonia.
Quando a Cuba si parla di cucina italiana, ci si riferisce specialmente agli spaghetti, i cannelloni, le lasagne e naturalmente, della pizza. Ne parliamo, per farlo, esattamente di una cucina di pasta che è essenzialmente del sud della Penisola. Questa è solo una parte della cucina italiana. È realmente una cucina molto ricca che si distingue in ogni regione con elementi che la distinguono e la differenziano. È così varia, si dice che se un ristorante si proponesse di esordire con un piatto italiano ogni settimana, tarderebbe anni nel finire il ricettario. Nel sud, dove alla fine del XIX secolo nasce la pizza, “invenzione” che si internazionalizza dopo la fine della seconda Guerra Mondiale convertendosi nel piatto stellare della cucina rapida.
In quei, già lontani, anni ‘60 una caffetteria come La Central di Lawton, all’angolo di Porvenir e Dolores, diventa ad essere la pizzeria La Romana, la gelateria di 23 e “I” sarà Buona Sera, Las Delicias de Medina, in “L” e 19, sarà Vita Nuova e uno dei ristoranti di 23 e 12, vicino all’ICAIC riceverà il nome, inevitabile, di Cinecittà. Non è tutta armonia, sorsero pizzerie che mantennero i nomi inconcepibili di Kasalta, Cujae, Viñales e Lisboa, mentre il cafè Europa nella calle Obispo, famoso in altri tempi per i dolciumi, passa ad essere la pizzeria Europa, con un splendido riservato.
La pizza,quindi, assunse a Cuba non solo la categoria di piatto insegna della cucina rapida, ma si è cubanizzata tanto che è già quasi nostra come il congrí, los tachinos (tipo di banana) e la bistecca in padella.
Alludo, naturalmente, a una pizza adattata al gusto e al carattere cubano. Con diametro inferiore a quella italiana, però più alta, meno croccante, più spugnosa, più morbida. I condimenti e il formaggio sono diversi tra una e l’altra. Il cubano medio non ha l’abitudine di mangiare una pizza condita con origano o basilico  che sono speciali nella pizza Margherita e con il formaggio giallo da il “tocco” alla pasta. È un piatto che si vende anche a Miami col nome di “pizza cubana”.
È durante il XIX secolo che si comincia a conoscere la cucina italiana a Cuba, allora era la prelibatezza della borghesia creola. Però già alla metà del XX secolo delizia la classe media avanera. È tra il 1940 e 1950 che nascono  prendono fama alcuni ristoranti di cucina italiana. Pochi; non come l’esplosione degli anni ’60.
D’altra parte si trattava di cucina economica, di facile lavorazione, rapida e la popolazione l’accolse immediatamente: suppliva il razionamento imposto dall’embargo nordamericano che cominciava a sentirsi particolarmente in quegli anni. Le pizze, le uova  e anche i ceci furono i piatti di maggior aiuto e i più utilizzati in quei giorni, quello che porterà Gabriel García Márquez, Premio Nobel di Letteratura, a dire che il monumento alla Rivoluzione si sarebbe dovuto fare rotondo.
Chi le visse e non ricorda le code infinite alle porte di una pizzeria? Valeva la pena quel sacrificio perché quando si entrava nell’esercizio si “risolveva” la giornata con l’offerta del luogo: piatti ben fatti e con la giusta dose di formaggio parmigiano grattato e salsa di pomodoro, perché il settore non aveva ancora imparato a  “dominarla”. Piatti economici, tanto che la pizza come gli spaghetti e si pagavano un peso ciascuno e le lasagne uno e 20 di allora e la tradizionale bottiglia di birra 80 centesimi. Il guaio è che non si poteva ripetere. Lei come cliente – lo scriba non può precisare se allora si usava il termine di “utente”; pensa di no – aveva diritto a un piatto di spaghetti e una pizza o una lasagna e una birra. Lo stesso succedeva al Carmelo di Calzada e nell’Alborada dell’Hotel Nacional, un sandwich e una birra a testa e se si voleva ripetere bisognava fare di nuovo la coda che metteva paura all’animo più coraggioso.

Ciro Bianchi Ross

Fin qua il “pezzo” del nostro Ciro che riguarda la nostra presenza gastronomica e che nel libro sarà corredato di alcune fotografie.

venerdì 24 febbraio 2017

Delegazione di congressisti USA a Cuba

Una delegazione bi partitica  e bi camerale di congressisti nordamericani è stata ricevuta a Cuba dal presidente e altre autorità, politiche scientifiche e tecniche. Nella dichiarazione finale rilasciata dai politici del nord è risaltata la soddisfazione della visita e si è dichiarato che i progressi ottenuti nella relazione internazionale sono praticamente irreversibili e se il loro Presidente li “aiuta” o quantomeno non interpone ostacoli, le cose possono migliorare nel demolire alcuni aspetti dell’embargo ed arrivare anche alla sua totale abolizione.

In particolare, fra l’altro, sono stati firmati protocolli d’intesa con i porti della Louisiana per accordi di navigazione fra i due Paesi.

domenica 19 febbraio 2017

Negato l'ingresso negli USA ad Alberto Juantorena

Il pluricampione olimpico e primatista mondiale di atletica degli anni ‘70/80, Alberto Juantorena, soprannominato “el Caballo”, famoso per l’elegante falcata oltre alla poderosa progressione, specie negli 800 e 1500 metri, attualmente presidente della Federazione Atletica Cubana e vicepresidente di quella mondiale, ha dichiarato che gli è stato negato il visto d’ingresso agli Stati Uniti dove avrebbe dovuto partecipare a una riunione di detta organizzazione.
Al di la che questo divieto è quantomeno contrario ad ogni etica, visto che si tratta di consesso internazionale, Alberto è stato decine di volte negli Stati Uniti, sia come atleta che come dirigente sportivo, non è un possibile immigrante e non è nemmeno islamico. Come la chiamiamo? Provocazione, sopruso, cretinata?
Nel corso della sua dichiarazione Juantorena ha citato nomi di Enti e cifre di denaro dovute allo Sport cubano e bloccate in Paesi terzi per gli effetti extraterritoriali della legge sull’embargo.
Saranno i primi dei 180 gradi? Non voglio immaginarmi gli ultimi.





sabato 18 febbraio 2017

Fiera del Libro

Domani, domenica, si chiude la 26ma edizione della Fiera Internazionale del Libro dell’Avana, mentre proseguirà nel resto del Paese fino ad aprile.
Ieri, venerdì (ahimè 17) sono andato a visitarla: nessuna novità di rilievo rispetto alle precedenti edizioni, l’organizzazione lascia sempre un po’ a desiderare e gli spazi di vendita generalisti di libri, in moneta nazionale non convertibile, sempre più insufficienti per la sempre maggior affluenza di pubblico che per scegliere un libro deve sottoporsi a lunghe code sotto un sole cocente.

L’unica cosa che ha richiamato la mia attenzione, è stato lo spazio riservato agli Stati Uniti, dove sono entrato incuriosito. La curiosità è diventata stupore quando ho visto gli scaffali dello stand completamente vuoti. Erano presento solamente tre dei rappresentanti la delegazione, accucciati in un angolo che non hanno voluto essere fotografati né identificati. Alla mia domanda su come mai lo stand fosse completamente sguarnito hanno detto che “la Dogana era venuta a raccogliere i libri perché l’esposizione era terminata…”). Ma come? Tre giorni prima? Non indaghiamo, i rapporti fra i due Paesi tornano ad essere ancora difficili, dopo le ultime elezioni. 





venerdì 17 febbraio 2017

Cuba migliora sempre più il turismo

Gli alberghi Royalton Hicácos e Iberostar Varadero, sono stati nominati, da una commissione specializzata i due alberghi migliori per servizi e prestazioni nell’area dei Caraibi.

Intanto, la compagnia aerea spagnola Aireuropa ha dichiarato di mettere in linea, a partire dal mese di marzo i nuovissimi Boeing 787 che collegheranno la capitale iberica all’Avana.

domenica 12 febbraio 2017

Casa all'Avana

Lungi da me trasformarmi in agente immobiliare, ma raggiunta la giovane età sto pensando di trasferirmi in una zona più agreste e lasciare quella centrale dell’Avana, pertanto sto mettendo in vendita il mio appartamento che fa parte di un piccolo edificio a due piani, occupando quello terreno. La superficie totale della proprietà è di 82 mq. Di cui quasi 20 sono occupati dalla camera da letto che in una delle sue pareti ha un armadio in cedro, costruito su misura di quasi 5 m. x circa 3 di altezza. Cucina a vista con un muretto di separazione dalla sala da pranzo, anch’essa grande (circa 15 mq.). sul fronte c’è una piccola sala  d’ingresso, originalmente lunga e stretta, separata anch’essa da un muretto basso dove è installata una finestra d’epoca di cui sono stati sostituiti i vetri (vergognosi) originali, con dei vitrales colorati, l’insieme da un tocco di originalità e una semi separazione dei due locali adiacenti. Al fianco delle due salette c’è la porta d’ingresso al garage (con chiave) di circa 5 m. x 2 che è interamente pavimentato in granito, foderato in pietra di Jaimanitas e con finestrone, in alto, per tutta la lunghezza. In fondo al garage è stato ricavato un bagnetto di servizio per cui rende il locale completamente indipendente e usufruibile, volendo, come studio, laboratorio, locale di vendita o attività varia.
Nessuna opera di restauro o ristrutturazione necessaria. Abitabile subito.
L’acqua, calda e fredda, è garantita 24 ore al giorno e con una buona pressione.
Sono presenti molteplici prese di corrente, separate fra di loro, a 110 o 220 volt.
E prese per la linea telefonica praticamente in ogni locale.
L’appartamento si trova in una zona semicentrale a poche centinaia di metri dalla Piazza della Rivoluzione e altrettanto dallo Stadio Latinoamericano e pur appartenendo al Municipio Cerro è colindante con Plaza (Vedado) di cui faceva parte fino all’ultima divisione politico amministrativa.
È doveroso far sapere, a chi non lo sappia, che il titolo di proprietà può essere dato solo a che possiede residenza permanente a Cuba, sia cubano che straniero.

Il prezzo richiesto è di 35.000 €uro. Se ci fosse qualche persona interessata mi può contattare ai telefoni: +53778798494 (fisso) oppure +5353601038 (cellulare) oppure alla e-mail: aldoab@enet.cu





giovedì 9 febbraio 2017

Al via la Fiera del Libro 2017

Oggi si apre la 26ma edizione della Fiera del Libro Habana 2017, dedicata ad Armando Hart e con il Canada come Paese invitato speciale. Numerose le editrici di tutto il mondo e la presentazione di 24 titoli dedicati a Fidel Castro, dai suoi scritti ad altri volumi che ne raccontano, aneddoti, personalità e storia.

mercoledì 1 febbraio 2017

A Mosca, una piazza Fidel Castro e una Hugo Chávez

Il Presidente, alterno, Vladimir Putin del vecchio/nuovo (prossimo futuro?) nemico URSS/Russia degli Stati Uniti d’America, ha fatto sapere che Mosca avrà una piazza centrale col nome di Fidel Castro che peraltro ha lasciato detto di non volere che nessun luogo pubblico o privato a Cuba abbia il suo nome e anche una col nome di Hugo Chávez.

Non starà, il nostro, meditando un ritorno al Socialismo Reale? Dopo essere stato intimo di Berlusconi e Trump, è probabile. A questo proposito in un reportage di oltre 55 anni orsono, riproposto dalla TV cubana e che ricordava la prima visita di Fidel in URSS, vicino a Khruscëv, Kossighin e compagnia bella, appariva la faccia bionda e sorridente (si fa per dire), dell’allora, compagno Vladimir, colonnello del KGB. Stessa faccia, forse solo qualche capello in più di oggi. Ma quanti anni ha? Non avrà trovato da qualche parte il presunto scomparso ritratto di Dorian Grey?