C’è ancora chi si domanda cosa c’entra il bloqueo con i medicinali, domanda ingenua, da disinformati o provocatoria? Al di là del fatto che un Governo o Regime piaccia o non piaccia, sia “buono” o “cattivo" secondo il punto di vista, sia democratico o totalitario, il fatto deterrente delle sanzioni rimane. Nel caso di Cuba durano da circa 60 anni con alti e bassi a seconda del Presidente in carica negli USA. Con Strunz si è raggiunto il massimo storico che non si è ancora alleviato col “democratico” Biden.
Non si deve essere degli Enrico Cuccia o Mario Draghi per
sapere o almeno immaginare che un Paese del Terzo Mondo già di per sé con
economia fragile indipendentemente dal Governo o Regime che abbia, ha enormi
difficoltà negli interscambi con l’estero e se a ciò si aggiungono le sanzioni
con strette finanziarie extra territoriali, strette creditizie, pressioni
economiche, politiche e diplomatiche su Paesi terzi, non è difficile tirare le
somme per sapere che il “bloqueo” influisce pesantemente su qualsiasi prodotto
o bene in commercio, dai generi
alimentari, agli articoli per la casa o per l’uso quotidiano alle medicine e
specialmente ai prodotti chimici per produrre princìpi attivi nelle ricerca per
finire al raffinamento del petrolio. OGNI sfera economica è toccata in modo
grave da queste sanzioni, nel caso specifico del “bloqueo”, mantenuto dagli Stati
Uniti d’America nei confronti di Cuba e che non sono, proprio per niente, un
provvedimento unilaterale per le diramazioni che hanno.
Se per eliminare questi provvedimenti si deve essere di
nuovo un neo colonia, i cubani, o la maggior parte di loro, fino ad oggi hanno
detto NO a rinunciare alla propria sovranità e indipendenza a costo di
sacrifici inimmaginabili nell opulento Mondo Sviluppato, al di là delle ristrettezze
create dalla Pandemia che a molti sembrano da Apocalisse e che i governanti
maneggiano in modo almeno strano vaccinando i cittadini per ordine d’età e non
per categoria di rischio di infettarsi e/o infettare il prossimo.