Qualche
giorno fa, stavo guardando una intervista a una “esperta del Medio Oriente” su
Telesur e mi sono reso conto di quanto può essere dannosa la disinformazione o
cattiva informazione, fatta in buona o
malafede.
Premesso
che non sono assolutamente d’accordo con l’espansionismo e gli abusi che il
Governo israeliano sta commettendo, seppure a volte risponde a provocazioni, in
altre non ha giustificazione.
Quello
che mi ha però attirato l’attenzione è la distorsione della storia: il moderno
Stato d’Israele è stato fondato nel dopoguerra per intervento diretto
dell’Inghilterra che era la potenza colonizzatrice di quasi tutto il Medio
Oriente. Vero è che i palestinesi occupavano il territorio da circa duemila
anni, ma è anche vero che non tutti gli ebrei lo avevano abbandonato e
convivevano pacificamente con gli arabi. Dopo l’ntervento politico, in cui la
parte dele terre espropriate vennero comunque pagate (non so se a prezzo equo o
meno) si era stabilito un equilibrio difficile tra il rinato Stato e i Paesi
confinanti. Ovviamente con la creazione di questo Stato che definiscono
“artificiale”, cosa vera solo in parte, la popolazione è aumentata e la
convivenza con i vicini si è fatta sempre più difficile con guerre o scaramucce
più o meno frequenti.
Ora,
secondo l’intervistata, “gli ebrei sono una derivazione degli arabi con cui
compartono le radici semite”. In realtà, credo sia esattamente il contrario,
dal momento che l’attuale fede musulmana è sorta ben dopo quella ebraica che
conta quasi sei mila anni e vogliono impadronirsi del Sinai, il Golan, il
Libano, la Giordania e pefino l’Irak. Ora, a parte che mi sembra improbabile,
le zone occupate, alcune restituite, dove in effetti stanno espandendosi
ingiustificatamente, sono state acquisite dopo la guerra del 1967 che è stata
scatenata da Egitto, Giordania e Siria, con appoggio dell’Irak che pensavano di
fare una passeggiata per cancellare lo Stato ebraico. Non è stato così e se
hanno perso dei territori, la colpa è solo loro.